|
Anonimo femminile
Potessi dire mi fu chiesto, potessi dire qualcuno volle da me qualcosa non sarei la piccola scritta che sono, bianco su bianco, visibile grazie al gioco dell'ombra e della luce nelle rientranze incise nella pietra. Chiudo in me versi mai scritti melodie mai salite a un suono, intuite nel sogno e subito obliate alla soglia della prima luce del giorno, parole di dolcissimo amore, formule chimiche, sentenze capitali. Nessuno, né folle, né insensato, ha domandato a me il segreto del mondo. Peccato. Avrei fatto uno sforzo sovrumano. Ben sapevo che questo genere raro di segreto si rivela per gratitudine soltanto - a prova di una fede ben riposta -. Per certo qualcosa avrei sentito salirmi alle labbra, chissà di dove, chissà come, una risposta... Non fu chiesto. Vissi per nulla. Ora eccomi qui nel sopra detto nulla allietato dai fiori di un'aiuola comune cosa dimenticata dalla vita come questo profumo di giunchiglia questo verde tenero di prato, questo giallo di forsizia questo dono, anch'esso, irricambiato.
Silvia Cecchi
|
Quadro poesia
Silvia Cecchi
"Anonimo femminile"
tavola, a.d. 2011 - 0,90 x 0,70