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Arte e Poesia  di  Antonina  Grassi

1° copertina

Il Convivio Editore - Via Pietramarina-Verzella, 66
95012 Castiglione di Sicilia (CT) - Italia
Tutti i diritti riservati all’autore - Prima edizione: Giugno 2016
Collana di poesia “Pietro Carrara’ - Direzione di Giuseppe Manitta
In copertina: Antonina Grassi, Gesù sul monte tutto solo, tempera e matita su carta, mm 300x500.
 

Prefazione
di Giuseppe Manitta

Con L’infinito dimenticato Antonina Grassi si inserisce in un percorso di riappropriazione che si basa, essenzialmente, su un infinito che si è smarrito e che la poetessa riacquista attraverso la memoria e la riflessione. Ri appropri arsi di ciò significa, in definitiva, conquistare la vita stessa, rimanere incantati di fronte all’alba che sopraggiunge alla notte e che ridona luce. Si tratta di una condizione gnoseologica in cui la parola ha un ruolo fondamentale, perché Vauctor si pone come vate, come errante cieco che si affaccia al nulla. Questa figurazione è emblematica perché ridà al verso la sua funzione “omerica” di conoscibilità e sapienzialità:

«Rami quasi spogli / accanto ai miei occhi, / solo poco più avanti / nebbia offusca / il mio conosciuto. / Guardo come l’errante cieco / il nulla assoluto. / ... Attenderò, allora, / il raggio del sole / per ritrovare / l’infinito dimenticato» (Alla finestra)».

La condizione di oblio, o nullità, non è espressione di annientamento, ma si associa al mondo quale manifestazione di salice piangente. Tuttavia il sentimento e la memoria rendono vive le cose perdute. Una lirica, come Riscoprirsi, permette di cogliere più chiaramente il diaframma in cui si inserisce la dialettica esistenziale. Difatti il viatico è principalmente intimo in quanto l’infinito citato nel titolo possiede una solida base interiore, tanto che per appropriarsene bisogna guardare nell’io, tuttavia è un infinito che coinvolge tutti, che ha un suo carattere fisico, ma anche metafisico. L’uomo, dall’altro lato, è chiuso in un bozzolo di incomprensioni e di false illusioni. Il procedimento, quindi, è quello pirandelliano del mascheramento e dello svelamento:

«...si supera tutto / anche / il più grande dolore. / L’uomo si crea / corazze da indossare, / forse, / finge di vivere» (Constatazione)».%

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Tolta la maschera all’uomo, esiste una via del ritorno attraverso la quale si può percepire appieno la sua umanità. Ecco, dunque, che riavvicinarsi alla natura, e quindi a sua volta identificare le cose perdute buttando via la finzione, significa accedere nuovamente alla propria umanità:

«Nascosto fra alberi / e arbusti, un barbagianni / mi richiama, ed io, / unico animale umano, / seduta sul sentiero, / mi aggrappo a questi scogli / per non essere l’unico / “animale” intruso / in questa terra» (Animali)».

La consapevolezza della solitudine, del dolore e della negligenza umana non sono caratteristiche esclusive, perché il ritorno al Sé è una lotta per la vita, è una difesa dell’esistenza. In questa ottica possiamo leggere l’attualizzazione, bellissima, che la poetessa fa di uno dei paragoni classici della letteratura mondiale: l’uomo e la foglia. Scrive:

«Quante foglie morte a terra, / siamo alle soglie dell’inverno. // Quanti saluti a quelle foglie / che nonostante tutto / han voglia di volare...» (Foglie morte).

Si riscopre il desiderio intimo e segreto della vita a tutti i costi, anche di fronte alla morte. Non bisogna, difatti, sottovalutare un ultimo elemento, ovvero la conclusione della silloge stessa con la parola “luce”. La dialettica trova una sintesi nella speranza, sebbene questo percorso non sia definitivo, perché la vita e la poesia ponderano anche l’imprevedibilità:

«Figure eteree / varcano l’onda del suono... / angeli atti a cingere, / in abbracci, / nel silenzio della luce...» (Nell’oltre).

Giuseppe Manitta

INDICE

(cliccare sulle voci sottolineate per accedere al testo)

Prefazione

  5

Felicità

  9

L’ora dell’alba

10

Alla finestra

11

Terrorismo

12

Non solo macerie

13

Inizio

14

Sotto il cielo

15

Girasoli

16

Ora di semine

17

Magia

18

Pensieri

19

Canto di bimba

20

Onda dopo onda

21

Riscoprirsi

22

Constatazione

23

Disegno di vita

24

Animali

25

Tutto scorre

26

Misteriosi sapori

27

Volgo lo sguardo

28

Concerto

29

Volteggiano

30

Macchie

31

Fratellanza

32

“Vita”

33

Profumo di te

34

Foglie morte

35

Per non morire

36

Due novembre 2015

37

Oltre il cielo

38

Scintille 39
Come onda 40
Nell'oltre 41

FELICITÀ


La felicità
è un attimo
che sfiora l’immenso
uscito dal baratro

 

 

 

L’ORA DELL’ALBA


Si è consumata la notte
nel silenzio della luce,
ora appaiono
pallide ombre
sulle orme di timidi canti.
È arrivata l’ora dell’alba.
 

 

ALLA FINESTRA


Rami quasi spogli
accanto ai miei occhi,
solo poco più avanti
nebbia offusca
il mio conosciuto.
Guardo come l’errante cieco
il nulla assoluto.
... Attenderò, allora,
il raggio del sole
per ritrovare
l'infinito dimenticato.
 

 

 

 

 

NON SOLO MACERIE


Là lontano,
appare scompare,
fra un declivio
e un piano
un antico casolare,
ormai andato,
mal ridotto,
senza finestre né tetto.
Vissuto nel lontano,
rimangono solo echi
di voci e volti,
sgretolati
anch’essi dalla terra,
ma vivi
in cuori e memorie.
 

 

GIRASOLI


Sorge il sole
su girasoli
ormai stanchi.
Reclinato il capo,
petali scomparsi,
rimangono
come esercito di fanti
pronti all’assalto...
Spenta la vita,
pronti
alla nuova vita.
 

 

PENSIERI


Turbinio di pensieri,
esplosioni di collera,
malori esistenziali tutti
racchiusi dentro.
Sembrano tramutarsi
in uragano..
poi
tutto si acquieta.
Nulla è cambiato,
ognuno è al suo posto.
Il mondo è ancora qua.
Un sorriso,
ed è tornata l’eternità.

 

 

CANTO DI BIMBA


Trambusto in cielo,
tutto si oscura,
sparito è il sereno
mentre si odono
solo rantoli,
tuoni
e schermaglie
di vento, poi..
goccioloni enormi
invadono tutto,
ma è solo per poco.
Tornato è il sole
e nell’esplosione
di luce...
vola alto un canto di bimba.
 

 

DISEGNO DI VITA


Ho srotolato
la tela della vita
per vedere in volto
la trama del percorso.
Che vedo? ...bei ricami,
qualche pasticcio,
colori delicati.
Bianco e nero.
Rimane
un po’ di spazio
vuoto.
Chissà quale disegno
vorrà inserirci il tempo. 
 

 

ANIMALI


Annuso la polvere
dei miei passi
e ascolto i caprioli
seguir percorsi
che li condurranno
a dissetarsi, mentre,
dalle balze, in fila indiana
si dileguano con eleganza.
Nascosto fra alberi
e arbusti, un barbagianni
mi richiama, ed io,
unico animale umano,
seduta sul sentiero,
mi aggrappo a questi scogli
per non essere l’unico
“animale” intruso
in questa terra.
 

 

VOLGO LO SGUARDO


...nel cammino,
mentre trasudano
rocce, riaffiorano
tutti i volti a me cari,
ormai scomparsi.
Volgo lo sguardo
all’infinito,
e mentre asciugo
il dolore della scomparsa,
mi lascio avvolgere
da tutte quelle essenze
che attorniano
il mio volo.

 

CONCERTO


In mezzo al bosco
la pioggia
suona melodie intense.
È come un concerto,
con arpe e triangoli,
si sofferma,
lieve riprende
con piccoli tamburi.
Esplode con gong
infiniti... si placa
con leggeri
archi di violini,
che sfiorano foglie
e terra in battiti
infiniti... 

 

 

PROFUMO DI TE


Vorrei ...
vorrei che la mia vita
profumasse
sempre di te,
come nei sogni.
 

 

PER NON MORIRE


Facciamo di tutto
per non morire.
Escogitiamo
ogni trucco... anche
nasconderci la più semplice
verità.
Ma le andiamo
incontro già
dall’attimo del nostro
primo vagito.
 

 

DUE NOVEMBRE DUEMILAQUINDICI
Spalancata la finestra,


è il giallo, il colore
che più mi abbaglia.
Il giallo dell’autunno,
come quando, in un attimo,
è il giallo del sole
a predominare.
Corrono, accanto,
altri colori
...poi i suoni
e i bisbigli del volare
e del precipitare delle foglie,
e il ritornare
alla terra
che tutti attende.
 

 

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