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del sacro

   RENZO SCOPA: La maschera dell'uomo - SAULO SCOPA: mostra fotografica
PESARO  2012

 

ECCE HOMO

Non conoscevo, se non vagamente, Renzo Scopa pittore. La buona occasione me la offre la pubblicazione “Renzo Scopa nel Segno del Sacro” per un'esposizione itinerante d'arte sacra (Petruzzi Editore - 2012). La circostanza che sia urbinate e la città di Urbino luogo della sua formazione spirituale, umanistica e artistica dice molto di lui. Chiesa, Università e Maestri hanno segnato il percorso della sua vicenda relativamente breve. Nasce nel 193, muore nel 1997. Vita d'artista tutto sommato solitaria. Tuttavia, ricapitolando, la sua produzione appare tutt'altro. Me ne accorgo comprendendola in uno sguardo.  Non è estraneo alla memoria storica del 'Novecento'. Ne assume la forma, lo interpreta e lo indirizza verso prospettive inedite: verso una semplicità ed una essenzialità che segnano il confine dell'arte, non solo, ma anche dell'esistenza.

È nella modernità che si afferma “l'intelligenza delle cose''. Sicché tra la percezione dell'artista raccolta attraverso l'esperienza sensibile e l'intelligenza delle cose si stabilisce un rapporto speciale che non resta sterile. Non solo colore, materie, tecniche, avvenimenti ma tutte le cose, perfino il dolore. Cominciò con l'espressionismo francese quando van Gogh toccò con mano il dolore della propria ferita, Gauguin il colore del legno di palma, Duchamp gli oggetti della quotidianità. La nota critica dell'arte Silvia Cuppini riferisce che un pittore nella stesura dello sfacelo di un volto (forse quello dì Cristo) ha voluto immettere nell'impasto alcune gocce del suo sangue.

L'intelligenza delle cose è per Renzo Scopa il fondamento del Sacro, l'Ecce Homo, vale a dire il Cristo. È Lui l'intelligenza delle cose che l'artista recepisce nel­l'estrema Sua drammaticità. E diventa anche la causa formale delle sue opere che tendono al centro attirando attorno a sé i particolari (può essere la Croce, il Volto, un grembo vuoto o una mano trafitta da un chiodo). L'intelligenza delle cose non sta solo alla esperienza estetica, bensì anche all'esperienza di vita che nel momento della rea­izzazione dell'opera tendono a diventare 'una goccia di sangue' metafora di quell'unità che è il timbro espressivo dell'arte.

Raffaele Mazzoli

 

LAPRIMAWEB
apr 17, 2012 | di
redazione | Argomento: Arte

 

Renzo Scopa. Nel segno del sacro – Pesaro – dal 20 aprile al 3 maggio 2012

 

Verrà inaugurata venerdì 20 aprile, alle ore 19, all’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro (viale Trieste, 20) la mostra itinerante di arte sacra contemporanea “Renzo Scopa. Nel segno del sacro”.

A quindici anni dalla scomparsa dall’artista (Urbino 1933 – Città di Castello 1997), l’esposizione propone oltre quaranta opere tra incisioni, dipinti e creazioni su carta, realizzate da Renzo Scopa dal 1957 al 1997. Una vera e propria personale postuma, intensa e raffinata, in cui è documentato il percorso artistico ed esistenziale di un uomo che ha guardato il mondo attraverso il filtro della sensibilità e dell’intima religiosità, riversando nelle opere la sua urgenza creativa, ma anche le sensazioni, i dubbi, i tormenti di un animo inquieto e al tempo stesso riflessivo e poetico.

Patrocinata da vari enti tra cui Regione Marche e Provincia di Pesaro e Urbino, la mostra evidenzia tutta la carica espressiva del segno: dall’asprezza del tratto di alcune acqueforti all’armonia degli andamenti curvilinei, fino alle deflagranti esplosioni cromatiche del dripping, sgocciolature di colore da cui emergono immagini evocative come la passione di Cristo. “La crocifissione – evidenzia il curatore della mostra e del catalogo Francesco Santaniello – è stato il tema cardine del percorso creativo di Renzo Scopa. Un motivo iconografico assunto come estrema metafora delle sofferenze umane e di quel male di vivere che virulento ha attraversato tutto il Novecento”. Forte è l’imprinting della Scuola del Libro di Urbino (dove Scopa si è formato sotto la guida maestri come Francesco Carnevali, Leonardo Castellani, Pasquale Rotondi), così come forte è l’influenza dei luoghi, Urbino e Città di Castello, dove ha vissuto e insegnato per lunghi anni.

All’inaugurazione di venerdì, a cui farà gli onori di casa l’artista Alessandro Marcucci Pinoli, titolare dell’Alexander Museum, interverranno il vice presidente della Provincia e assessore alla Cultura Davide Rossi,ilsaggista e docente dell’Università di Urbino “Carlo Bo” Gualtiero De Santi e il pittore Mario Logli (amico d’infanzia di Renzo Scopa). Per l’occasione, è previsto anche il recital “Il suono della parola”, con Valeria Marri (voce recitante) e Marina Cesari (sax), tratto dagli scritti di Renzo Scopa raccolti nel libro “Il segno della parola”.

“Fedele a quei principi ispirati dagli studia humanitatis che furono alla base dello splendore culturale dell’Urbino rinascimentale – spiega ancora Francesco Santaniello – Renzo Scopa ha condiviso il suo sapere, ma soprattutto il saper fare, con gli allievi, formando generazioni di abili ed esperti professionisti che hanno alimentato a loro volta la rinomata e nobile arte tipografica tifernate. Parallelamente all’attività di docente, ha condotto la sua ricerca pittorica, senza lasciarsi irretire dalle dispute teoriche o dai compiacimenti estetici dei differenti stili e tendenze artistiche, concentrandosi sul suo sentire, fisico e poetico insieme, e rimanendo coerentemente fedele alle sue idee”. Una ricerca personale, solitaria e profondamente intimista, in cui i visitatori potranno addentrarsi scoprendo, tra le opere in mostra, quella luce capace di rischiarare gli angoli più bui dell’animo umano.

La mostra di Pesaro, che resterà aperta fino al 3 maggio (ingresso libero, info tel. 338.26.66.586), è la seconda tappa, dopo Città di Castello, di un percorso itinerante che per tutto il 2012 toccherà importanti città d’arte dell’Umbria e delle Marche: Assisi, Citerna, Montone, Pietralunga, Urbino, Apecchio.

 

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