Letteratura, presentazione di “Pessima mossa, maestro
Petrosi”, giallo ‘urbinate’ di Paolo Fiorelli
5 febbraio 2016
URBINO, 5 FEB – Martedì 16 febbraio, alle ore 17, nella
libreria Montefeltro, l’università di Urbino, Urbinoir e Pro
Urbino presentano
Pessima mossa, Maestro Petrosi, romanzo giallo
d’esordio del giornalista Paolo Fiorelli. Il libro, edito da
Sperling & Kupfer, è ambientato a Urbavia, fittizia città
dell’Italia centrale ispirata a Urbino, luogo in cui lo
scrittore è cresciuto, e narra delle vicende del maestro
scacchista Achille Petrosi. Durante un torneo di scacchi si
scopre che l’avversario di Petrosi è stato assassinato e il
maestro decide di indagare per scoprire chi l’abbia ucciso.
Un’indagine che lo porterà fino a Cannes, in Francia.
Paolo Fiorelli, ex allievo della Scuola di giornalismo di
Urbino, scrive di cinema sul settimanale Tv Sorrisi e
Canzoni. Oltre a trattare del grande schermo, Fiorelli è
anche un giocatore di scacchi e un avido lettore. Con
Pessima mossa, Maestro Petrosi ha deciso di unire, per
la prima volta, le sue due passioni.
·
8 marzo 2016
|
“Il mio romanzo ambientato a Urbino”:
Fiorelli presenta il suo libro
17
febbraio 2016
di DANIA DIBITONTO
URBINO – Si può passeggiare fra i vicoli di Urbavia,
città immaginaria, solo sfogliando le pagine del romanzo
giallo
“Pessima mossa, Maestro Petrosi” . E subito riconoscere
nelle parole dell’esordiente Paolo Fiorelli
proprio Urbino, “madre spirituale” dell’autore del romanzo
edito da Sperling & Kupfer e presentato ieri alla libreria
Montefeltro. Nato a Milano, dove attualmente risiede,
Fiorelli, 44 anni, ha origini pesaresi ed è vissuto a Urbino
dal 1990 al 1994, laureandosi qui in Lingue e letterature
straniere e frequentando l’Ifg. Giornalista del settimanale
“Tv, sorrisi e canzoni”, dove tiene una rubrica di cinema,
ha due figli di 13 e 9 anni.
Il romanzo racconta la storia del Gran Maestro Achille
Petrosi, 49enne un po’ mammone e innamorato di una ragazza
molto più giovane di lui, che decide di indagare sull’assissinio
del suo avversario avvenuto durante un torneo di scacchi.
“La pessima mossa del titolo – ha spiegato Fiorelli – si
riferisce proprio alla decisione di mettersi a cercare la
verità.”
Un pubblico preparato (quasi tutti avevano già letto il
libro), ha partecipato con domande e osservazioni, anche con
delle critiche sulla trama. Fra loro ha preso la parola un
membro di Federscacchi di Urbino, per chiedere come può
piacere un libro che entra nei dettagli di complicate
partite di scacchi piacere anche a un lettore che non
conosca le regole del gioco. “Il lettore ideale del mio
libro è proprio un non giocatore – ha risposto l’autore –
Anzi, posso dire di averlo scritto nella disperata speranza
di far capire a mia moglie una mia passione”.
“È scritto insolitamente bene per essere opera di un
giornalista”, è l’introduzione che ne ha fatto durante la
presentazione Alessandra Calanchi,
una delle organizzatrici di
Urbinoir, la manifestazione dedicata a noir e gialli che
si tiene ogni anno a novembre a Urbino. “Eppure Dino
Buzzati è stato un grandissimo giornalista e
scrittore – ha replicato Fiorelli, indicando nello scrittore
il proprio maestro e la propria ispirazione personale – A
Urbino mi sono formato sia come scrittore che come
giornalista e mi piace muovermi in entrambe le dimensioni”.
Diverse ma complementari. “Alla fine il giornalismo si può
definire come un genere letterario – ha spiegato l’autore –
le cui regole sono: non puoi inventare, devi scrivere solo
cose reali, avere uno stile chiaro, e consegnare il pezzo in
tempi strettissimi.”
Anche il giornalismo è letteratura dunque, e la
caratteristica principale è nei tempi e nei ritmi: “Per i
giornalisti la forma, a volte, passa in secondo piano
rispetto all’esigenza di dare subito la notizia – continua
Fiorelli – e se mi muovo in quelle regole, le rispetto. Ma
come scrittore non ho limiti di tempo.” Una risposta anche a
chi, fra il pubblico, ha chiesto a quando l’appuntamento in
libreria per un secondo episodio della saga. Al quale però
l’autore non ha pensato: “Ci ho messo sei anni a scrivere il
mio primo romanzo. E mi è piaciuto metterci sei anni. Per
avere delle scadenze di consegna c’è sempre il giornalismo”.
|