ANTONIO FABI |
Prentazione all'Accademia Raffaello | Testo completo: "Tragico Riso" |
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TRAGICO RISO scherzi mitologici e altri epigrammi
Ed. Manni - Lecce © 2005 Piero Manni s.r.l. Via Umberto I, 51 - San Cesario di Lecce e-mail: info@mannieditori.it
In: OCCASIONI Collana a cura di Anna Grazia D'Oria Introduzione di Enrico Maria Guidi Postfazione di Giovanni Cerri In copertina: Armando Pizzinato, Arcipelago rosso (trittico), 1966 Progetto grafico di Vittorio Contaldo Con due illustrazioni originali di Bruno Gerboni Bajardi
IV di Copertina. Una raccolta di versi nei metri dell'epigramma in quartine (con qualche eccezione) e del distico a rima baciata. Gli argomenti sono vari, e hanno il gusto della citazione diretta e indiretta, l'ironia e l'auto-ironia, l'adesione dominante alla realtà contemporanea. |
INDICE Clicca sulle voci sottolineate per il testo
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7 Introduzione di Enrico Maria Guidi Scherzi su temi della mitologia classica D. I (1/7) 13 1. Quartina 14 2. Strambotto toscano 15 3. Strambotto toscano 16 4. Tre quartine 17 5. Quartina seguita da strambotto toscano 18 6. La fine di Eracle 19 7. Prigionia e liberazione di Teseo Ritratti Ricette incontri pasquineidi e altre forme brevi (R. G. 2) 23 Il civilista 24 Il penalista 25 Ricetta per una buona poesia contemporanea 26 Un incontro (Sonetto-scherzo con commento complemen tare di G. G. Belli e coda finale in forma di post scriptum) 27 Giuseppe Gioachino Belli Da “Che tempi! ossia II teatro” 29 Amleto e le finanze 31 Rime e loro uso Epigrammi I 35 1. Lutto 36 2. Sfortuna 37 3. Medici -1 38 4. Avanguardia 39 5. Dedizione 40 6. Tecnica e politica 41 7. Medici - II 42 8. Senectus ipsa morbus? 43 9. Valore della critica 44 10. Amicizia 45 11. Coerenza
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46 12. Amore tecnologico 47 13. Pastorale 48 14. Ricorsi storici 49 15. Sorpresa 50 16. Mestieri e arti 51 17. Sopra un computer 52 18. Nuovo corso garantista 53 19. Intermediazioni 54 20. Classe 55 21. Sensi non vietati21 56 22. Praticità 57 23. Energia 58 24. Patti chiari 59 25. Ecce Eco 60 26. 61 27. 62 28. Spettacolo 63 29. In nome e cognome della legge 64 30. Abbondanza 65 31. Ancora avanguardia 66 32. Haiku / Hatu 67 33. Fuit 68 34. Solo Cesare 69 35. Indovinello 70 36. Progresso 71 37. Crescita sociale 72 38. Intensità 73 39. A Carlo Ceci 74 40. Un amico 75 41. Lodi e nodi 76 42. Vita da cani 78 44. Saggezza 79 45. Professionalità 81 Postfazione di Giovanni Cerri
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Introduzione di Enrico Maria Guidi
Due sono gli elementi che spiccano agli occhi quando si legge la silloge di Antonio Fabi: il recupero della tradizione letteraria italiana, l'uso cioè di una metrica che ha attraversato tutta la storia della letteratura italiana, per poi subire lo scacco, più o meno giustificato, dello sperimentalismo nove-centesco -e qui non si può non citare un altro grande poeta che in tempi non lontani ha tentato questo recupero, il Zanzotto de Galateo in bosco- e, come secondo elemento, quello di una poesia che si definisce particolarmente per la sua vena comica. Lasciamo perdere il primo punto che ci porterebbe troppo lontano e introdurrebbe in una lunga disquisizione, tra l'altro pericolosa, e concentriamoci invece con attenzione sul secondo. Da cosa nasce cioè questa necessità del comico, perché usare proprio il comico, un genere che ultimamente non riscuote troppo favore in poesia? A mio parere per il Fabi la comicità è qualcosa che compare "suo malgrado", si configura, cioè, come l'incapacità di mantenersi nel "serio" di fronte ad una esistenza umana per sua definizione tragica. Il poeta conosce a fondo quel mondo e quei personaggi di cui scrive e sa, sa bene, che sono noti anche ai suoi lettori; sia che parli di persone la cui identità è rivelata o di una tipologia di personaggio. Egli è anche ben conscio del fatto che su quelle persone, su quei topos, non si dovrebbe ridere, ma tutt'al più parlare con serietà. Ma ciò che altrettanto comprende è che egli stesso appartiene a quel mondo. È quello l'ambiente in cui vive, dove lavora, dove è stato educato. Così schernire quei personaggi, anche quelli appartenenti alla mitologia che non sono altro che il riflesso della cultura in cui è cresciuto, diviene un ironizzare su se stesso e sull'ambiente che lo circonda. Il Fabi "si diverte", ma questo divertimento, il riso che ne scaturisce, finiscono per imprigionarlo in una moltitudine di immagini che egli stesso ha creato (si legga ad esempio il sonetto // civilista), trasformando quella che era una risata in un sorriso a volte amaro. Vi è cioè un processo di attrazione e repulsione interno, e proprio sulla varietà del rapporto tra interno ed esterno nasce la modulazione della comicità. Naturalmente in questo senso, spesso, il riso è quasi una copertura del tragico, e cioè sotto l'apparente comicità esistono una serie di elementi e di situazioni dolorose e tragiche, appartenenti alla sfera privata ma anche a quella sociale, che solo il rivestimento comico può rendere comunicabili agli altri; i quali non accetterebbero una simile verità se data loro nuda e cruda, trovandola probabilmente offensiva, come ad esempio nel caso di Don Elvio, sacerdote dedito alle sue "pecorelle" e con la dote di "amare assai le giovani sorelle", o come il medico Salvatore abile soprattutto ad accompagnare i clienti al "Creatore". Si potrebbe quindi affermare che il Fabi ride e scherza sulle che cose che ama, se non altro perché sono quelle che vive quotidianamente e dalle quali è difficile sottrarsi. Egli conosce a fondo quelle situazioni che sbeffeggia e attraverso la loro ridicolizzazione tenta quasi un'operazione di autopunizione (molto vicina alla figura dell''heautontimoroumenos) che può portarlo ad assolverle e ad assolversi. Un'ultima cosa mi sembra importante e riguarda la lingua usata dal poeta. Vi è infatti una mescolanza di italiano gergale, aulico e comune, tutto fuso però con un'abilità inconsueta. Questa miscela, pur rimanendo all'interno della comicità, permette al Fabi di creare versi veloci che giungono e trasmettono immediatamente il significato inseguito, spesso lasciando senza fiato il lettore, colto di sorpresa da un improvviso e sospeso malinconico sorriso come, ad esempio, in questi quattro versi: "Aver Brocchi ministro è una iattura; / non c'è da stare allegri, che è uno sballo. Caligola mostrò maggior misura, / facendo senatore il suo cavallo". Enrico Maria Guidi
Ritratti-Ricette incontri pasquineidi e altre forme brevi
Il penalista (sonetto caudato)
Impegnatissimo,
sempre agguerrito,
la borsa gliela porta un praticante
Fa sei processi al dì, tutto
impettito,
Se deve solo chiedere un rinvio,
Ma l’arringa finale è un’altra cosa:
E così si riposa
Ricetta per una buona poesia contemporanea (Sonetto caudato)
Prendete circa duecento parole,
Tutti i foglietti, come il caso
vuole,
Poi pescate dal primo recipiente
Questo collage vi darà un risultato
se avrete contattato
Un incontro
Beethoven
era già mezzo spacciato
se no, gli avrebbe detto senza
inchini:
Il “cigno” pesarese, Cittadini,
ma, a petto del Gigante insuperato,
Il Tedesco, però, fece buon viso
mentre si sa (lo dice Anton Diabelli)
Lo conferma anche il Belli,
Giuseppe Gioachino Belli Da “Che tempi! ossia II teatro” Con Cimarosa Che è mai Rossini?
La gnora Rosa
Altro ci vogliono
Per mover l’anima,
Dello stil vecchio
Ciascun orecchio
Grazie al suo genio, Post scriptum
E quando tornerò al Conservatorio
Col Settimo Alessandr, Fabio Chigi,
Ma, quando gli arrivò il primo
parente,
E vedendo costui: “Questa è
la croce’”
Ben presto seguirà la
processione”.
Amleto e le finanze (Sonetto caudato) “Economia, Ora
zio, economia!”,
Suo padre, ch’era il re di quel paese,
Sua madre sposò subito il cognato,
Il biondo prence non ne fu contento
Credetemi, non mento;
Urbano Ottavo, sommo costruttore,
Rapinò a Urbino l’antico Ducato;
rovinò il Pantheon, questo lestofante,
Ed è così che si espresse Pasquino:
E proseguiva con genial favella:
E scrisse ancora, in termini latini, “Più dei Barbari fero i Barberini”
Rime e loro uso
La rima più briosa è l’incrociata,
Diventa, dopo, ancora più elegante
Questo finale produrrà il sonetto,
Non è fatica grave o impresa dura:
31. Ancora avanguardia
L’arte contemporanea, che conquista! 32. Haiku ! Hatu
Per un volo stellare o extragalattico 33. Fuit
L’Italia fu la patria del diritto, 34. Solo Cesare
Per vincere il destino e fare
presto,
Egli era un giocatore eccezionale; 35. Indovinello
Per dirti che hai ragione ti dà
torto 36. Progresso
Cos’ha globalizzato 37. Crescita sociale
Si è fatto mobiluomo coi suoi mezzi: 38. Intensità
Io sono tuo prigione e servitore:
39. A Carlo Ccci
Quando in Pantheon Raffaello
Quando a Fabio Rulliano fu proposto 41. Lodi e nodi
Un bel congegno tecnico-meccanico
Si tirò il marchingegno per il
manico,
ma la Corte che giudica le Leggi 42. Vita da cani
Fedele è Emilio; ma Gonfalonieri
Ho letto questi giorni su un giornale
Non è nulla, però, se si ha presente
“Cambia fattore! - dissero a Giovanni
-
Rispose: “È ricco: ormai non fa più
danni; 45. Professionalità
Don Atanasio, padre confessore,
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Postfazione di Giovanni Cerri
Quando qualcuno ti dona (o ti induce a comprare) un suo libro di poesie stampa, ti trovi quasi sempre di fronte ad effusioni tra il sentimentale e il filosofico, beninteso espresse in linguaggio allusivo e vago, dal quale non si cava uno straccio di discorso. Omero avrebbe detto: "Architetti di balle che neppur visualizzi !" Purtroppo, non sempre va meglio con le raccolte dei poeti laureati nell'ultimo mezzo secolo. Ma non è colpa loro, sono innocenti: la poesia narrativa, quella satirica, anche la lirica in senso pieno, sembrano quasi scomparse dal mondo, e per ragioni profonde, non contingenti, che del resto nessuno riesce a puntualizzare con chiarezza. Poter leggere versi nuovi, attuali, che parlino al nostro orecchio come i versi dei classici parlavano all'orecchio dei loro contemporanei (e continuano a parlare al nostro) è come imbattersi in una delle rare fonti naturali di acqua fresca, sfuggita alle canalizzazioni e alle condutture. Questo è l'effetto che mi hanno fatto le composizioni di Tonino Fabi, quando me le ha presentate in anteprima, alla vigilia della stampa. Appunto, "composizioni", cioè lavori pensati, studiati, strutturati in frasi concatenate, limpide, e perfettamente ingabbiate nella norma del metro. Alto artigianato, quale è l'arte vera, non libera polluzione verbale. La sua scelta, evidentemente la sua vocazione (o una delle sue vocazioni), è caduta su uno dei generi classici di stile umile, uno dei più difficili dal punto di vista tecnico, l'epigramma giocoso. Altrettanti "crescendo", che si snodano intorno ad una pointe sempre graffiante, trasformando enunciato per enunciato i metri e le rime, letto di Procuste per chi non è poeta, in eleganza, arguzia e tenuta del dettato. Complimenti e ad majora. Giovanni Cerri
SEZIONE I n°7 Scherzi su temi della mitologia classica
1. Quartina
Agamennone s’era dilettato 2. Strambotto toscano
Ettore valoroso in quel di Troia,
L’un, con un masso, lo lasciò stordito; e l’elmo lo salvò dal cimitero. 3. Strambotto toscano
Menelao, così come il fratello, 4. Tre quartine
Il sommo Giove amava ardentemente
Sapeva, infatti, che da questo amore,
Vi rinunciò il Tonante e se ne spiacque; 5. Quartina seguita da strambotto toscano
Narra Virgilio che il figlio d’Anchise,
Ma c’è un aspetto su cui mi confondo:
In
realtà il Re Rutulo di questo
6. La fine di Eracle (sonetto caudato)
Quand’Eracle, l’eroe più generoso,
Dejanira non accennò a proteste,
E l’Alcide, salendo sulla pira
Infatti il gentil sesso, 7. Prigionia e liberazione di Teseo (sonetto caudato)
Scese Teseo, sicuro, nell’Averno,
pu incollato a un macigno, proprio in quella
il fondoschiena fissato all’interno,
Egli così rimase fino a quando
Catturò Cerbero e volle sapere Ebbe tale potere,
e, a suo modo, staccò l’amico amato, Per questo risultato, pare che gli Ateniesi siano snelli, come il sovrano loro, nei fondelli.
1. Lutto
Annunciano la moglie e i figli amati
La vedova, seppur con grande pena, 2. Sfortuna
Eufemie fu un politico di rango, 3. Medici -1
Fu chirurgo valente Salvatore; 4. Avanguardia
Giancastrovilli è un ottimo regista;
Così Macbeth diventa pistolero, 5. Dedizione
Padre Mevio fu un bravo confessore,
E, per farne qualcuna ancor più pia, 8. Senectus ipsa morbus?
È bellissima Donna Genoveffa,
Chiamate poesia qualsiasi cencio 10. Amicizia
Fu cantante famosa Donna Lidia: 11. Coerenza Moglie fedele fu Maria Rosa.
Amò il compagno per tutta la vita, 12. Amore tecnologico
Quanto il nuovo cellulare 13. Pastorale
Don Elvio fu pastore e sacerdote, 14. Ricorsi storici
Morì vecchio bacucco e senza eredi
Simili storie ci narrò Marziale: 15. Sorpresa
Quando morì quest’uomo che qui
giace
Ma, quando aprirono il Suo testamento, 16. Mestieri e arti
Tutti sanno che i grandi ciarlatani,
17. Sopra un computer (pensando a Tanfucio Neri)
Disse al computer un tecnico dotto: 18. Nuovo corso garantista (marzo 2003)
Taormina, che non è magistrato,
Se questa è la novella procedura, 19. Intermediazioni
Finanziere brillante, il buon Sorenghi,
Fu onesto, praticando quella legge 20. Classe
Attrice preparata ed espressiva 21. Sensi non vietati
“Sfondi, caro, con me una porta aperta”,
Tale assunto non fa nessuna piega: Epigrammi I 22. Praticità
Il dottor Mario, 23. Energia (Da uno spunto di Paolo Zanzaroni)
Ermenegilda, donna prodigiosa, 24. Patti chiari
Se si va, Galeazzo, insieme a cena, 25. Ecce Eco
Il “Baudolino” ha avuto gran successo 26.
Riposa in quest’avello don Frediano,
27.
Se giuri sul tuo onore, Rodeghiero, 28. Spettacolo
Va Miss Italia da Marcello Pera,
29.
In nome e cognome della legge
Spesso il pur bravo Giudice di Pace 30. Abbondanza
Ti sci fatto poeta, Gedeone:
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