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NUMERO  UNICO  - URBINO

del 14 Agosto 1932

dedicato

A  SUA ECCELLENZA

MONS. ANTONIO TANI

NOVELLO ARCIVESCOVO DI URBINO

per

INGRESSO  NELLA  CITTA'

E

CONSACRAZIONE  EPISCOPALE

 

 

 

CITTÀ  DI URBINO

  1° Agosto 1932 - X

Cittadini,

II giorno 14 Agosto p. v. - nel pomeriggio - il novello Arcivescovo Mons. Antonio Tani entrerà solennemente nella nostra Città per assidersi sulla cattedra venerata del Beato Mainardo. Egli viene a noi preceduto da ottima fama di dotto, amorevole e pio e sarà il Pastor Bonus atteso e desiderato da tutti. Viene dalla vicina Diocesi del Montefeltro, a noi legata da antichi, indissolubili legami e da tante storiche e luminose vicende.

Uniti e concordi prepariamoci a riceverLo, con purità di cuore, con sincerità di affetto e con quella nobiltà, che è propria della Città nostra, del popolo nostro.

Al novello Pastore che, mandato da Dio, si appresta a reggere le sorti della Archidiocesi, per guidare, ammaestrare, illuminare le anime, vada il nostro lieto, affet- tuoso saluto a nome di quanti attendono e sperano dalla sua venuta un'era di pace, di fede e pietà cristiana per la nostra Terra gloriosa, che, se ha dato alla Patria Uomini preclari e Geni immortali, ha pur dato Santi alla Religione di Cristo.

 

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COMITATO

 

PRESIDENZA

 

S. E. Mons. Bonaventura Porta Vescovo di Pesaro, Amministratore Apostolico di Urbino

Mons. Luigi Scipioni, Vicario Generale

Dott. Cav. Giuseppe Bisigotti, Podestà di Urbino

Rag. Cav. Alberto Giombini, Commissario Straordi- nario del Fascio.

 

MEMBRI

 

Aiuti Mons. Cav. Can.co Ugo, Presidente della Giunta Diocesana

Aiuti Prof. Ciro, Direttore Didattico

Antonelli Giuseppe, Priore della Ven. Compagnia di S. Giovanni B.

Battelli Mons. Luigi, Presidente del Clero

Bei.passi Renato, Presidente della Società Operaia di M. S. Urbino

Benedetti Mons. G. Battista, Cancelliere Arcivescovile

Bonifazi Gaetano, Priore della Ven. Compagnia della Morte

Brogi Prof. Armando, Direttore della R. Scuola d'Avviamento al Lavoro

Caciuttolo Rag. Francesco, Procuratore Capo dell'Imposte

Calzini Don Alberto Vic. For. della Classe Suburbana di Pallino

Carici Don Bartolomeo,  Vic. For. della Classe di Isola del Piano

Chiocci Cav. Avv. Adaloaldo, R. Pretore

Colosimo Cav. Giuseppe, Capitano dei Reali Carabinieri

Comandini Rag. Ubaldo, Direttore della Cassa di Risparmio Fil. di Urbino j

Corsini Don Gaspare Vic.For. della Classe di Pieve di Canne

Cotignoli Don Edmondo,  Vic. For. della Classe di Peglio

Del Vecchio Cav. Dott. Augusto Commissario del R. Istituto di Belle Arti

Dini Giuseppe, Presidente della Federazione Giovani Cattolici

Di Mario Cav. Padre Pacifico, Guardiano dei Minori Osservanti

Emanuelli Prof. Orlando, per la Stampa Cattolica

Fattori Prof. Agostino, Segretario Generale del Comitato

Fiore Cav. Paolo, Conservatore delle Ipoteche

Gennari Cav. Gennaro, Direttore della Banca delle Marche e Abruzzi Urbino

Gianotti Don Luigi, Pro  Vic. della Classe di Maciolla

Graziani Don Carlo  Vic. For. della Classe di Via Piana

Laugero Cav. Uff. Simone, Direttore della Casa di Correzione

Ligi Can.co Don Bramante, Governatore della Ven. Compagnia del Santissimo Crocefisso della Grotta

Londei Don Giuseppe,  Vic. For. della Classe di Piobbico

Maestrini Don Riccardo,  Vic. For. della Classe di Gaifa

Maffei Alberto, Direttore del Consorzio Agrario Cooperativo di Urbino

Marchionni Giuseppe, Priore della Ven. Compagnia del Corpus Domini

Meschini Rag. Cav. Umberto, Commissario della Congregazione di Carità

Nardini Conte Ennio, Presidente della Federazione Uomini Cattolici

Pagliara Cav. Luigi, Ricevitore del Registro

%

% Membri

Paolini Dott. Alberto Mario, Segretario del G.U.F.

Petrangoi.ini Conte Vincenzo, Cameriere di Cappa e Spada di S. Santità

Pierangeli Don Francesco,  Vic. For. della Classe di Acqualagna

Recchioni Comm. Vincenzo, Rettore del Collegio Raffaello

Renzetti Gr. Uff. Luigi, Presidente della R. Accademia Raffaello

Renzoni Cav. Guido, Commissario di Pubblica Sicurezza

Ricci Prof. Cav. Canzio. Rettore della Libera Università di Urbino

Rici Luperti Conte Dott. Eugenio, Presidente della Sez. Croce Rossa

Ripani P. Vincenzo, Guardiano dei Minori Conventuali Urbino

Rossi Don Giuseppe, Pro  Vic. della Classe di Fermignano

Sa limei Giuseppe, Guardia Nobile di S. S.

Scoccianti Prof. Cav. Giovanni. Preside del R. Liceo e Ginnasio

Servolini Prof. Luigi, Presidente O.N.B.

Storti Ettore, Capo Ufficio Postale Urbino

Tamburini Prof. Cav. Giovanni, Preside del R. Istituto Magistrale

Ubaldi Can.co Dott. Don Giovanni, Segretario del Capitolo Metropolitano

Valentini Mons. Vincenzo, Rettore del Ven. Seminario Arcivescovile

Vandini Don Anacleto  Vic. For. della Classe di Monte Fabbri

Zaccarelli Prof. Staglieno, Priore della Ven. Comp. di S. Giuseppe

Zani Don Celso,  Vic. For. della Classe di Cavallino

Fumelli Zidolo, Podestà di Fermignano

Rag. Cav. Umberto Meschini Commissario Prefet. di Acqualagna

Dott. Carlo Mochi, Podestà di Piobbico

Geom. Biondi Nello, Podestà di Montefelcino

Speranzini Cesare, Podestà di Isola del Piano

Girolamo Rossi, Podestà di Colbordolo

Diotallevi, Comm. Pref. di Montecalvo.

 

 

COMITATO ESECUTIVO

 

Renzetti  Gr. Uff. Luigi, Presidente

Fattori Prof. Agostino, Segretario Generale

Dini Giuseppe, Vice Segretario

Antonelli Giuseppe, Cassiere

Scoccianti Prof. Giovanni

Mons. Cav. Can.co Ugo Aiuti

Can.co Ubaldi Don Giovanni

Nardini Conte Ennio

 

 

 

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NUMERO UNICO PER L' INGRESSO AD URBINO

DEL NOVELLO ARCIVESCOVO

 

 

A Voi che nel Nome santo di Dio Creatore e Signore di tutte le cose vi assidete sulla illustre Cattedra Arcivescovile di Urbino, si eleva festoso e giulivo il figliale saluto di tutto il popolo urbinate.

"Benedictus qui venit in nomine Domini" benedetto per il bene di cui sarete largo dispensatore alle anime; benedetto per il consiglio, per l'armonia che donerete agli spiriti; benedetto per la luce, per l'amore che procurerete agli uomini, desiosi di verità e di giustizia: la verità e la giustizia di Cristo. Voi sarete per tutti: il sale della terra, il candelabro ardente, che illumina e guida alla eterna salute.

Oggi - mercè l'opera provvidenziale di un Reggitore di popoli (!?) - la pace religiosa regna nelle coscienze cattoliche, turbate da lungo e doloroso dissidio. La pace vera non può essere indifferenza, apatia, non può significare negligenza religiosa, ma deve essere apostolato, affinché la pace non si corrompa, non venga meno, si accresca sempre e prepari le presenti e future generazioni all'amore del Cristo, che è salus populi, fortitudo gentium.

A questo sublime apostolato, di cui tutti sentiamo il bisogno per la grandezza e salute imperitura della Patria, Voi - rivestito della pienezza del Sacerdozio - indirizzerete i cuori, le menti, le volontà buone; Voi che delle virtù religiose e civili - proprie dell'ora che volge - avete la visione sicura, e l'affetto più vivo.

Questo da Voi attendono Autorità e popolo, sacerdoti e laici unanimi, e Voi sarete il Pastore buono, che guida il gregge per la salvezza delle anime, per la prosperità del popolo, nella fede, nella fiducia in Dio, poiché: nisi Dominus custodiverit civitatem frustra vigilat qui custodit eam. E le popolazioni e le città che battono le vie del Signore saranno le prime e le più grandi della terra.

Salve, Antistite nostro, che dalla regione a noi amica, a noi sorella, dal forte Montefeltro, culla dei nostri Duchi, venite ad assidervi sulla cattedra del Beato Mainardo!

IL COMITATO

 

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SALUTO DEL CARDINALE GIULIO SERAFINI

 

Beatus populus cuius Dominus Deus eius !

Sia fausto, felice l'ingresso di Mons. Antonio Tani nella vetusta e gloriosa Archidiocesi di Urbino, dove Egli va a compiere la missione soprannaturale di Pastore di anime.

Entri Egli con piena fiducia nella grazia divina di stato che l'accompagna, confortato insieme della materna protezione di Maria, che nel giorno sacro alla Sua gloriosa Assunzione al cielo, Lo colloca con le Sue mani sulla Cattedra Episcopale.

Entri e sia quale Lo vuole la Chiesa, che nel giorno della solenne Consacrazione beneaugurando pregava così:

"Signore, Tu, Tu stesso, concedi al nuovo Eletto il seggio Episcopale perchè Egli sappia governare la Chiesa, che è Tua, e il popolo che Gli hai assegnato. Regga con la Tua stessa autorità, col Tuo stesso potere, con la Tua forza.

Sia il servo veramente fedele e prudente, che Tu consacri per la famiglia che è Tua, affinchè Egli possa somministrarle opportunamente il cibo necessario: sia alacre nell'agire, sia fervido di spirito: fugga la superbia, ami l'umiltà e la verità, e non si lasci mai vincere dalle lodi nè dal timore.

La Tua benedizione, o Signore, la Tua grazia l'accompagni sempre così, che possa essere ogni giorno all'altezza del Suo delicatissimo ufficio …

Monsignor Tani riesca ad incarnare nel suo ministero la sublime figura del Vescovo così descritto ! Ecco l'augurio per Lui.

Clero e popolo ricevano il novello Pastore come l'Inviato di Dio, come l'Uomo consacrato per compiere la divina missione che illumina, che santifica, che conforta le anime con la verità, con la legge, con la grazia di Dio, per avviarle alla vita eterna.

Siano tutti soggetti per amore, e rendano con la sincera obbedienza meno gravoso il peso che il novello Arcivescovo porta per la loro salvezza.

Ricordino le parole di S. Paolo: Obedite praepositis vestris et subiacete eis: ipsi enim pervigilant quasi rationem pro animabus vestris reddituri.

Pastore e gregge siano cor unum et anima una, affinchè formino un popolo cristiano, a cui sia riservato l'elogio divino e la promessa felicità espressa in queste parole: beatus populus, cuius Dominus Deus eius.

GIULIO Card. SERAFINI     

'Prefetto della S. C. del Concilio  

 

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IL SALUTO DI S. E. REV.MA L'AMMINISTRATORE APOSTOLICO

 

Con tutto il cuore prendo parte al giubilo della illustre e antica Archidiocesi Urbinate, e mentre porgo il mio devoto omaggio al novello Pastore colgo l'occasione per render grazie al clero e al popolo di Urbino per gli attestati di affetto a me dati nel breve periodo che ho retto l'Archidiocesi come Amministratore Apostolico. La fede viva e il desiderio del bene, che ho visto, sono la miglior garanzia che tutti corrisponderanno alle premure del nuovo Arcivescovo. Accoglietelo con la più grande gioia, perchè è il messo di Dio, è colui che viene nel nome del Signore ad apportare luce e conforto e a guidarvi nelle vie della salute.

Ricco di virtù, di sapienza e di carità, assume il governo dei suoi figli con cuore di padre, con animo di apostolo. A voi ascoltarne gli ammonimenti, seguirne le orme, agire secondo le sue sapienti direttive. Ricor­dando sempre che lo Spirito Santo"posuit Episcopos regere Ecclesiam Dei", dovete amarlo intensamente, obbedirgli incondizionatamente, seguirlo fedelmente: questo è il vero omaggio dei figli buoni: questo richiede dai figli il buon Pastore, al quale mi è grato rinnovare qui le mie congratulazioni, i miei voti più sinceri ripetendogli l'augurio:"ad multos annos !"

 S.E. Bonaventura Porta 

Vescovo di Pesaro 

Amministratore Apostolico di Urbino 

 

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PRESENTAZIONE AUGURALE

  

... vos Spiritus Sanctus posuit Episcopos

regere Ecclesiam Dei (Act. Apost. XX; 28.)

 

Non è da oggi, nè da ieri, che i preposti dalla S. Sede a raccogliere i nomi di quelli che mostrano di possedere le qualità naturali e acquisite necessarie per compiere, in unione col Pontefice Sommo, l'ufficio di reggere la Chiesa Santa di Dio; non è da oggi, ne da ieri, che avevano posto gli occhi sulla persona di Mons. Antonio Tani, insegnante apprezzato di belle lettere, di filosofia, di teologia, di diritto, nelle quali scienze è dottore laureato, Arcidiacono del Capitolo Feretrano, ed insieme umile vicerettore e, ancor più, umile economo del Seminario di Pennabilli.

E con chi era loro lecito di accennare, in modo più o meno aperto, questo loro pensiero, da tempo non breve l'avevano fatto capire. Ma l'ora di Dio non era ancora venuta: se era pronto il pastore, non era pronto il gregge: se gli uomini cominciavano a fare i loro calcoli, non li aveva fatti e non li faceva ancora Quegli i cui calcoli sono i soli decisivi; intendo dire lo Spirito Santo, che come ci assicura il libro - Atti degli Apostoli - è Quegli dal quale i Vescovi son posti a reggere la Chiesa di Dio.

Intanto la salute di S. Eccl.za Rev.ma Mons. Giacomo Ghio, da oltre 19 anni Arcivescovo della gloriosa Urbino, da vario tempo era alquanto scossa. Dotato da natura di fibra fortissima, forte di animo così da non lasciarsi troppo facilmente abbattere, era riuscito a trionfare di una non breve crisi e così pienamente da far sperare che, per non pochi anni ancora, avrebbe seguitato a reggere la diocesi affidatagli e a Lui tanto cara. Senonchè le lotte contro i tanti malanni morali e fisici, che insidiano la vita, spesso si superano, ma, anche quando non l'avvertiamo, qualche cosa di quei malanni rimane in noi e a nuovi assalti hanno già su che appoggiarsi e farsi forti per una più formidabile azione: lo provò Sua Eccl.za Mons. Ghio.

Il degno ministro del Signore, l'Arcivescovo che era venuto nella sua diletta Urbino e vi rimaneva solo pel bene dell'amato gregge affidatogli dalla Divina Provvidenza, veduto che le cose non piegavano al meglio, ritenne suo dovere proporre la rinunzia alla gloriosa Cattedra del B. Mainardo.

Forse non fu in quel momento che lo Spirito Santo dispose le menti umane a mettere innanzi al Sommo Pastore della Chiesa la persona di sua E. Rev.ma Antonio Tani; ma questo è certo che la lucerna era già stata scoperta di sotto al moggio; e l'animo retto ed illuminato di Mons. Antonio Tani, la sua attività considerata, ma che non si arresta, la mente colta ed avveduta, la carità di Cristo che lo anima e lo guida in ogni sua azione alla sicura meta, il vivo desiderio di lavorare, in conformità alle vie tracciate dal Vicario di Gesù Cristo in terra, per la gloria di Dio e la salute delle anime, non potevano a meno di far profonda impressione in chi deve presentare al Pontefice Sommo le persone sulle quali è possibile una scelto. E il Santo Padre, il quale per la promessa di Cristo fu e sarà sempre guidato dallo Spirito Santo, lo prescelse e lo volle Arcivescovo di Urbino.

Egli pertanto viene a voi non messo innanzi da umani raggiri, che se fosse il caso di parlare di raggiri umani, ci sarebbero stati, se mai, non per favorire la sua Venuta fra voi, ma per impedirla. Perchè chi scrive, fino dai primi accenni di una qualsiasi nomina di Mons. Tani, credette suo dovere far noto, a chi doveva considerarlo, il vuoto non facile a colmarsi, che la partenza di Mons. Tani avrebbe lasciato nel Montefeltro; ne omise di ripetere le difficoltà cui s'andava incontro ad ogni nuovo accenno; e solo quando colle ripetute osservazioni, gli parve di aver detto tutto, e vide che il S. Padre rimaneva fermo nella decisione presa, si disse rassegnato.

E qui mi sia lecito ricordare una finezza del Santo Padre a mio riguardo, perchè fosse più meritorio per me l'atto doveroso di accettare di privarmi di Mons. Tani. «Rassegnato è poco, - mi fece scrivere, -dica che voglio si dichiari contento; quanto al resto si affidi alla bontà provvidente del Signore.»

Grato di così prezioso suggerimento, risposi riferissero che ero non solo contento, ma contentissimo, perchè il Volere del S. Padre per noi è il Volere di Dio. Dopo questo, parmi che con tanta maggior facilità riesca ad adattarmi alla non indifferente perdita.

Cosi si spiega come con animo tranquillo e lieto ho potuto presentarvi con queste poche parole il vostro novello Arcivescovo. Amatelo che egli vi ama più di quello ancora che Ve lo può mostrare esternamente. Rispettate in lui Gesù Cristo stesso, di cui è in mezzo a Voi il rappresentante. Lasciatevi condurre da lui, che viene a Voi mandato dallo Spirito Santo per condurvi a Dio.

 

 RAFFAELE  

Vescovo di Montefeltro

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RICORDI   ED   AUGURI

 

Il ricordo

In un novembre ridente e lontano quando Roma, sotto il suo cielo ancor nitido e sfolgorante, incanta ed affascina, ci incontrammo - la prima volta - in quel vetusto, sacro Palazzo di via della Scrofa, al numero settanta. Non ci eravamo mai veduti, ma le nostre anime si sentirono spontaneamente attratte, avvinte e si strinsero in quella cordiale fraternità che il tempo rinsaldò e rese anzi più forte. Tu mi desti il "benvenuto" al Seminario Pio e l'occhio tuo limpido brillante, nel tuo viso roseo e sorridente, mi apri subito il tuo animo, dischiuse a te il mio cuore. E mi fosti guida assennata, amichevole, dirigendo - come prefetto - i miei primi passi, in quella vita un po' difficile e aspra, che s'apriva per me in un orizzonte nuovo, rischiarantesi gradatamente sotto la luce del tuo consiglio, del fraterno tuo ammonimento,

Venivamo da regioni vicine: tu dal  tuo ridente Montefeltro, io dal delizioso declivio metaurense - un dì terra dei magnanimi Duchi urbinati - luoghi di lunghe e vetuste memorie intrecciantesi sempre, attraverso i secoli, in quella perennità di vita che le rese ognor palpitanti e care ai suoi figli. Roma fu la sede dei nostri studi e tu li compisti brillantemente, emulando i predecessori del Montefeltro che, all'Apollinare, tennero, in ogni tempo, alto il nome della tua diletta diocesi di Pennabilli. E coltivasti con ansia e scrupolosità lo studio delle scienze sacre e giuridiche per un numero copioso d'anni, pur alimen- tando, nel tuo cuore, l'inclinazione spontanea e parti- colare - di cui natura abbondantemente t'arricchì - verso l'arte e la poesia nostra. I tuoi versi semplici, ma forbiti ed eleganti nella forma, risuonano ancora al mio orecchio freschi, come quando spandevano intorno a noi giovanetti un'aura di gioviale letizia e alimentavano, col loro contenuto sobrio e profondo, la nostra anima.

 

L'Augurio

Mandavit Dominus benedictionem in speculum. Le benedizioni tue si effondano copiose sopra tutto il tuo gregge, che s'aduna intorno al pastore e ti venera come padre e maestro.

Ecce quam bonum et quam iucundum habitare fralres in unum. E la pace del Signore che genera la felicità, e dà vita incremento al bene.

Tutto intorno ti sorrida sempre come nel giorno del tuo solenne e trionfale ingresso: te ne danno affidamento e sicura speranza la buona volontà del tuo gregge, le tradizioni secolari della illustre Metropoli che diventa la tua Sponsa electa, alla quale saranno d'ora innanzi riservati i valori del tuo ingegno, della tua esperienza e bontà d'animo.

Nel Laterano intero echeggiò il tuo triplice ad multos annos, velato ancora di commozione e riconoscenza verso l'Eminentissimo Consacrante. Lo ripetono ora a te migliaia di anime, come espressione di affetto e di intera dedizione al tuo dolce comando. Accoglilo questo augurio, dagli amici, da tutti i figli tuoi prostrati dinanzi al tuo Trono, oranti per te in attesa della prima pastorale Benedizione.

 

Mons. Prof. Torquato Dini  

Rettore del"Pont. Collegio Urbano di 'Propaganda Fide

 

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CANTATE DOMINO

Mons. Terzo Nicolini

 

 

Egli viene ! Viene nella terra gloriosa della vetusta Urbino.... nel nome del Signore.

Mons. Antonio Tani, figlio dell'aspro e forte Montefeltro e della generosa Romagna, che s'incunea nella Diocesi Feretrana, più precisamente figlio di Savignano di Rigo, - patria della prima medaglia d'oro, il tenente Decio Raggi, - ha della terra natia l'ardore, l'energia, l'attività, l'amore alle patrie istituzioni, un amore non di parole, ma sentito, fattivo, forte.

Venuto al mondo nel giorno sacro alle glorie dell' Immacolata e nell'anno in cui volava al cielo un santo: il B. Don Bosco, ebbe di questi lo zelo, specialmente a prò dei giovani, che in lui, occupato sempre in un lavoro molteplice, assillante, ebbero il maestro dotto, il consigliere sicuro, il padre affettuoso. Ed ebbe pure verso la Madonna un amore tenerissimo che trasfuse fin dai teneri anni, con improvvisati ma pur fervidi sermoncini, nei piccoli coetanei, che spesso partecipavano a funzioni religiose, più o meno solenni, dirette dal piccolo prete.

Più tardi, Sacerdote, salirà il pulpito, non formato più da un sasso o da un rialzo di terra, - come avveniva anche al piccolo don Bosco - e i suoi discorsi, specialmente in onore della Vergine, saranno semplici sì, ma pieni di dottrina, di unzione, di fervore.

Egli viene... come a rinsaldare vincoli di affetto tra gl' illustri concittadini di Raffaello e i Feretrani, dai Duchi di Urbino chiamati fedelissimi. I Duchi non ebbero qui la culla? E tutto un lontano passato che ritorna e il cui ricordo, or lieto or triste, ma sempre glorioso, è norma, incitamento, monito per un lieto avvenire.

Egli viene. Gli antichi superiori e colleghi, i figli tutti di questa terra, pur sospirando, guardano con orgoglio Lui che si avanza. E dalle tombe i Presuli urbinati, e quelli che un giorno sedettero sulla cattedra di S. Leone, sorgono e guardano ammirati.

Egli viene umile, come sempre, in tanta gloria. Sa che lo aspettano con ansia. E viene così, con le braccia aperte per chiamare i suoi cooperatori a lavorare con lui nel campo apostolico, per benedire i figli tutti e stringerli in un amoroso amplesso. È il Pastore Buono, vera immagine del Pastore Divino. Tutti egli vuole accolti nell'ovile, tutti ! Più che di Padre ha il cuore di una madre !

Viene... ecco! Le trombe squillano,., le campane in una gloria di sole effondono dalle torri aeree fremiti di gioia... le vie si affollano... i balconi si ornano a festa... la gioia esplode, col crescendo di una musica in un canto multifonico: Benedetto chi viene nel nome del Signore !

La Madonna, sollevata in un nembo di angeli osannanti, che la portano in trionfo per le vie dei fulgidi cieli, benedice il suo protetto... Il popolo si curva riverente a ricevere la prima benedizione.

Le campane suonano ancora... Lì presso l'altare, visione di cielo, la soave figura di D. Tonetti, che sorride... sorride... angelicamente!

L'organo canta, e un delirio di suoni si spande sotto le volte maestose del tempio... Te Deum laudamus ! Te Deum laudamus !

  

Pennabilli, Agosto 1932 - X.

Mons. Terzo Nicolini

 

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 CENNI BIOGRAFICI

 

L'Arcivescovo è nato a Savignano di Rigo (prov. di Forlì) l'8 dicembre 1888, e fu battezzato il giorno seguente a Perticara dall'Arciprete Antonio Serafini. I suoi genitori, Tito Tani e Rosa Giangrandi, erano di umile condizione ma di specchiata vita cristiana. Fin dall' infanzia egli crebbe nell'amore alla virtù, e si distinse fra i suoi coetanei per la sua pietà e per il suo carattere docile e buono. Fu ben presto cresimato a S. Agata Feltria da S. E. Mons. Alfonso M. Andreoli, Vescovo del Montefeltro, ed ebbe la gioia di fare la sua prima Comunione nella festa della Madonna del Rosario nel paesello natio.

Non tardarono a manifestarsi in lui i primi germi della vocazione ecclesiastica, ch'egli gelosamente custodì con l'amore alla preghiera e con la pratica dell'angelica virtù.

Terminate le scuole elementari, fu ammesso nel Seminario di Pennabilli, e con lode compì il corso ginnasiale e filosofico. Apertosi nel 1909 il concorso al Pontificio Seminario Pio in Roma per la Diocesi Feretrana, egli vi partecipò, e fu scelto fra gli altri: vi entrò nel novembre dello stesso anno. Ben presto si distinse anche in Roma per le sue ottime qualità di mente e di cuore, per il suo carattere mite riflessivo, per la sua esemplare pietà, per il lusinghiero risultato nei suoi studi. I Superiori gli affidarono delicati uffici e lo tennero in grande considerazione: egli corrispose sempre alla loro aspettativa.

Nelle scuole della Pontificia Università di S. Apollinare ebbe come insegnanti gli esimi Professori, il Card. Giulio Serafini, S. E. Mons. Borgongini Duca Nunzio Apostol, in Italia, S E. Mons. Carlo Salotti Segretario della S. C. di Propaganda Fide, S. E. Mons. Giuseppe Palica Vicegerente di Roma, S. E. Mons. Roberto Vicentini Patriarca di Antiochia, S. E. Mons. Massimo Massimi Decano della S. Romana Rota, Mons. Salvatore Luzio Reggente della Penitenzieria Apost., e l'insigne archeologo Orazio Marucchi. A pieni voti conseguì le tre lauree di filosofia, teologia e ambo le leggi.

Ricevette la sacra ordinazione sacerdotale a Pennabilli da S. E. Mons. Raffaele Santi il 25 luglio 1914, ed il giorno seguente celebrò la prima Messa nel paese natio, alla presenza della sua diletta Mamma e dei suoi fratelli e fra il giubilo degli amici.

Ancora studente in legge in Roma, nel 1915, in seguito a concorso, fu nominato Arcidiacono e Canonico Teologo della Cattedrale Feretrana.

Tornato nel 1918 dall'Alma Città, fu nominato vicerettore, economo e insegnante nel suo Seminario diocesano, ove profuse i tesori della sua intelligenza e del suo ottimo cuore.

E non fu secondo ad alcuno in nessuna opera buona che si promovesse in Diocesi, sopratutto in quelle prescritte dalla augusta volontà del Sommo Pontefice e dai venerati desideri del suo Ecc.mo Pastore. Cooperatore intelligente e fedele del degnissimo Vescovo del Montefeltro, S. E. Mons. Raffaele Santi, ne godette piena incondizionata fiducia. E favorì la benemerita Federazione del Clero, la pia opera delle Vocazioni ecclesiastiche, sopratutto l'Azione cattolica così vivamente raccomandata e voluta dal Papa. E i nostri giovani apprenderanno con piacere che l'Arcivescovo è stato fino a ieri l'Assistente ecclesiastico diocesano delle Associazioni giovanili maschili di Azione cattolica.

Ma in mezzo alle sue gravi e molteplici occupazioni non dimenticava le opere del ministero, e mentre dava alle stampe le apprezzate pubblicazioni: Pennabilli e la Vergine delle grazie - S. Francesco nel Montefeltro - A Lourdes - Costituzioni del Capitolo Feretrano - esercitava l'apostolato della predicazione con evangelica semplicità, con unzione, con efficacia ammirabile.

Questi suoi menti non potevano restare nascosti agli occhi dei Superiori: perciò il 23 maggio 1928 fu nominato Prelato Domestico di S. Santità e nel gennaio u. s. Vicario Generale di S. E. Mons. Santi.

Intanto la nostra gloriosa e antica Sede di Urbino, che ha col Montefeltro così intime e illustri relazioni, si era resa vacante dall'ottobre del 1931 per la rinunzia di S. E. Mons. Giacomo Ghio: tutti auspicavano che fosse assegnato alla nostra Archidiocesi un degno Pastore, giovane di anni e di energia. E la Provvidenza accolse il voto il desiderio comune. Il 1 ° maggio u. s. Sua Santità Pio XI nominava S. E. Rev.ma Mons. Antonio Tani nostro Arcivescovo.

L'esultanza dell'Archidiocesi fu grande, festosa. E solenne riuscì il 3 giugno - Festa del S. Cuore - la sua consacrazione episcopale, nella Cappella del Pontificio Seminario Romano Maggiore al Laterano.

Era consacrante l'antico suo rettore, L'Eminentissimo Card. Serafini Prefetto della S. Congregazione del Concilio: conconsacranti le L.L. E.E. Rev.me. Mons. Giuseppe Palica e Mons. Raffaele Santi. Lo circondavano i suoi diletti Urbinati, con a capo il Sig. Podestà e molti suoi antichi Professori e compagni - ora eminenti personalità nella Curia Romana. Dopo la consacrazione Sua Santità benignamente concesse una particolare udienza al novello Arcivescovo e a tutti gli Urbinati convenuti in gran numero alla cerimonia, e rivolse loro paterne parole di soddisfazione e di augurio, impartendo ai presenti e alla Diocesi intera l'apostolica Benedizione (*).

E ora viene a noi il desideratissimo Pastore, viene accompagnato dagli auguri e dai voti più fervidi e sinceri. Urbino Lo saluta con gioia, Inviato da Dio, Messaggero di speranza, di pace, di amore.

 

(*) Delegazione di fedeli, clero e autorità urbinate alla cerimonia di consacrazione episcopale di Mons. Antonio Tani 
 Roma 3 giugno 1931

idem, particolare

 

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 LO STEMMA DI S. E. MONS. ARCIVESCOVO

  

Respice stellarti: guarda la stella !

Bello ed eloquente nella sua semplicità lo stemma del novello Arcivescovo !

Non è il consueto stemma araldico, desunto dal cognome: è uno stemma più espressivo, perchè, consacrato da coincidenze della vita non fortuite ma provvidenziali, sarà senza dubbio di auspicio e programma.

Nel giorno più bello fra le feste di Maria, l'otto dicembre, nasceva il nostro Arcivescovo, e apriva i suoi occhi alla luce in quella Diocesi fortunata in cui un degno e zelante Pastore consacrava all'amabile Regina del Cielo il suo gregge, e ne perpetuava il ricordo con una bella immagine e magnifica preghiera.

Anche senza conoscere i vari episodi della vita di Mons. Arcivescovo, non dubito di asserire che la sua divozione alla Madonna fin dalla fanciullezza fu quanto mai tenera e figliale. E la Vergine, che mai si lascia vincere in gentilezza e che ricambia anche i più piccoli ossequi con  infinita  tenerezza materna, chiamò S. E. Mons. Tani nel Seminario Suo -" il Seminario della Immacolata,,. La sua dolce immagine alimentò la profonda pietà di lui, e la sua divozione non diminuì, ma si accrebbe, quando, alla vigilia della sua prima Messa, la Provvidenza lo inviava a quel grande Seminario dove è regina, patrona e madre soavissima la Madonna della Fiducia.

Chi ha udito il suo discorsetto sulle glorie di Maria nella sua Assunzione, il 15 agosto 1910 nella villa del Seminario Pio presso Orvieto, non potrà mai dimenticare l'impressione ricevuta da parole così tenere e  belle in onore della Vergine, recitate con tanta fede e con tanto fervore.

Sono passati molti anni!... e la Madonna, che in Urbino è venerata ed amata con particolare devozione, preparava alla nostra diletta Archidiocesi il Pastore del Suo cuore.

Volgeva al termine il mese d'ottobre, e S. E. il nostro Arcivescovo Mons. Giacomo Ghio, a motivo delle sue gravi condizioni di salute, abbandonava con dolore il suo gregge.

Ma la stella non tardò a brillare... Incominciava il poetico mese di Maggio e il Sommo Pontefice assegnava alla gloriosa Chiesa del Beato Mainardo e di San Crescentino il novello Presule nella persona di Mons. Tani che, consacrato sotto il pio sguardo della Madonna della Fiducia, viene ora fra noi nel giorno sacro al Titolare della Metropolitana, nella festa dolcissima dell'Assunta in Cielo.

Venite dunque in Urbino, o amato Pastore, e venite inviato da Maria ! Entrando nel Tempio santo, intorno alla cupola della bella Metropolitana, Voi leggerete con gioia le parole  di  un  inno,  gli  slanci di una preghiera, che cantano le glorie che ridicono i sospiri di tanti figli: Sub tuum praesidium confugimus, sancta Dei Genitrix !

In quelle parole, nel giorno solenne dell'ingresso del novello Arcivescovo, a noi parrà di scorgere la fervida consacrazione di tutta la sua vita a Maria: esse ci diranno ancora che sono il programma del suo sublime apostolato, segno fatidico di protezione, auspicio sicuro di grandi meriti e di opere feconde.

Se tu segui tua stella Non puoi fallire a glorioso porto.

Urbino, luglio 1932.

D. G. U.

 

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 LA VOCE DEL PASTORE

(Dalla lettera pastorale di Mons. Tani)

 

 Nell'attesa (di quel giorno), il mio saluto anzitutto al mio venerato Antecessore, cui gli anni e la malferma salute hanno costretto al necessario riposo; all'Ecc.mo Amministratore Apostolico - Mons. Porta, Vescovo di Pesaro - cui sono grato specialmente d'avere, con la sua dotta pastorale del 24 marzo, suonato la sveglia per la risurrezione dell'Azione cattolica ; al Capitolo Metropolitano, che è il senato dell'Arcivescovo, il suo consiglio e aiuto nel governo dell'archidiocesi ; ed io mi auguro di poter dire con S. Francesco di Sales: - Io e il mio Capitolo formiamo un cuor e un'anima sola.

Anche un altro nobilissimo ufficio, che Io associa agli angeli, ha il Capitolo - quello di rendere a Dio un culto più solenne nella prima chiesa della diocesi. Ora la vostra pietà, o venerabili Confratelli, mi affida che dalla vostra puntualità al coro, dalla recita quotidiana e dal canto festivo delle divine lodi, dalla osservanza delle sacre cerimonie Dio resterà grandemente glorificato,  il  popolo  edificato,  voi  stessi santificati.

Il mio saluto a voi, o Pastori delle singole parrocchie, che siete i cooperatori dell'Arcivescovo nel regime e nella santificazione delle anime. Possa in voi tutti trasfondersi lo spirito del Santo Curato d'Ars ! Possa io, venendo nelle vostre parrocchie, trovare tutto bello, tutto buono: ignota la bestemmia, la discordia, il malcostume ; ben tenuta la chiesa e fornita di sacri arredi, frequente la Comunione, santificata la festa, fiorenti le Associazioni cattoliche, il popolo affezionato al suo parroco, in modo che a me non resti altro che rallegrarmi e benedire con voi il Signore !

Sacramenti; a voi, o Vergini consacrate a Dio. che con le vostre preghiere siete i parafulmini della Giustizia divina e col vostro spirito di sacrificio attendete alla educazione della gioventù femminile e al servizio degl'infermi.

A voi il mio saluto affettuoso, o giovani alunni del Santuario, gaudio e corona mia. Io ho passato la mia vita in Seminario: sedici anni come alunno, quattordici come dirigente e insegnante; sono vissuto con l'animo di seminarista, e potrei non amare il Seminario? non interessarmi del suo buono andamento? potrei non favorire l'Opera pia delle vocazioni ecclesiastiche? Per voi quindi saranno le mie predilezioni e le mie prime cure.

E saranno anche per voi, o elette schiere dell'Azione cattolica, tanto cara al cuore del S. Padre. Io non trovo per voi più bell'augurio che le parole divine: - Florete, flores, et date odorem: risorgete, o fiori dopo la breve burrasca, e spandete la vostra fragranza, fragranza di pietà eucaristica, di purezza angelica, di fervido apostolato.

Il mio saluto a voi, o Autorità civili, politiche e militari, con le quali mi riprometto di lavorare, in armonia di intenti e di azione, alla sempre crescente prosperità della Chiesa e della Patria e della terra nostra in particolare ; a voi, o egregi Professori e studenti della Università e delle scuole medie e inferiori. E ben fortunato Urbino d'essere un centro così floridoe completo di studi. Dopo che la vicenda delle umane sorti gli ha rapito quasi tutto, gli è rimasta almeno la fiaccola del sapere: ebbene, questa fiaccola, per cui Urbino fu ritenuto, nel secolo XVI, l'Atene d'Italia tenetela alta, o giovani ; e accanto ad essa, la fiaccola della religione e della purezza. Fate vostro il proposito di un nobile poeta moderno:

"Serbar gli antichi affetti,

l'arte d'Italia e la materna fede" (Zanella).

Anche a voi il mio saluto, o figli dei campi o artieri delle officine. Dura è la vostra condizione. dura l'ora che passa, quantunque meno dura da noi in Italia che in altre nazioni. Il Signore permette questa prova, perchè ci ricordiamo un po' più di Lui, perchè pemsiamo un po' più alla eredità che ci tiene preparata oltre il breve travaglio della presente vita. Fede dunque nella sua Provvidenza, lavoro, parsimonia, disciplina nelle direttive di Chi regge con energia e saggezza le redini della Nazione, e le difficoltà si attenueranno e tornerà a poco a poco  la prosperità di un tempo.

A voi tutti, o Urbinati, il mio saluto paterno. So che siete  un  popolo buono, religioso, laborioso ; ed io ne godo e ne ringrazio il Signore e" non tralascio mai di far memoria di voi nelle mie preghiere,, Rom. I, II).

I mio voto, a vostro riguardo, è che si possa dire bene di me, come di S. Roberto Belarmino, Arci­vescovo di Capua: - Amabatur a populo et ipse amabat populum: Egli amava il suo popolo e n'era riamato (P. Fiocchi - Vita del Santo, pag. 378).

 

Siamo sicuri di far cosa grata, pubblicando questo fiore poetico giovanile del nostro Mons. Arcivescovo, che ancor manda un delicato profumo e manifesta il suo alto sentimento patriottico.

 

 

LA VITTORIA

 

Superba move dall'Alpi Carniche e passa,

cinta d'eroici spiriti, spiegando il purpureo

volo tra i liti del patrio suolo.

Passa, e il remeggio dell'ali rapide de' cuor dormenti scuote

l'ignavia; si destano in coro da mille aeree torri le squille;

 

e tra la pioggia suonano suonano

tripudiando, suonano a gloria; un grido

lontano si porta il vento: l'Italia è risorta!

Fulgido il sole rompe da' nuvoli

illuminando la festa italica, e accende

nell'aer sereno la gloria dell'arcobaleno.

 

È l'arco vostro, Morti d' Italia, l'arco del

vostro trionfo splendido; è l'inclita vostra

bandiera di gaudio e d'amor messaggera,

che sul diluvio di sangue e lacrime, che sul

selvaggio livor degli animi annunzia finita la

guerra, che tanto fe' grama la terra.

 

E - Pace! - canta - Pace! Si cangino i brandi in

falciale lance in vomeri pel queto fecondo

lavoro ne' campi e vigneti al sol d'oro.

Sparve il nemico! Vittorio Veneto come

un'aurora novella sfolgora; l'Italia sull'Alpi è

 secura: sia grande, sia forte, sia pura!

 

Pennabilli, 4 novembre 1922.

Don ANTONIO TANI

 

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URBINO

 

Urbino: la città Ducale, la patria di Bramante, di Raffaello, di Clemente XI. Antico Municipio romano, si adagia maestosa su due colli, e testimone d'una gloriosa storia si erge la mole superba del Palazzo Ducale con i suoi agili e caratteristici torricini, col suo ampio sereno cortile, con le sue sale regali dalle cui pareti pendono arazzi raffaelleschi, quadri di Giovanni Santi e Timoteo Viti, di Giusto di Gand e Paolo Uccello, di Pier della Francesca, Luca Signorelli e Tiziano, del Barocci e di Raffaello, il Palazzo Ducale che pare tramandi ancora l'eco delle antiche magnificenze.

 

 

Come uno stelo sottile splende nella luce il campanile di S. Francesco con le sue bifore eleganti e con il suo ardito pinnacolo: nel Tempio riposano le ceneri di Magia Ciarla, madre del divino Pittore, di Giovanni Santi, di Timoteo Viti, di Bernardino Baldi, del Barocci e del Card. Giuseppe Albani.

Nelle sue chiese, anche nelle più piccole, Urbino conserva tesori d'arte.

Nello stesso edificio, elevato con romana magnificenza dai Pontefici Clemente XI e Benedetto XIII, hanno sede il Ginnasio, il Liceo, le Scuole di avvia-mento professionale e l'antico Collegio dei nobili, ove creb­bero fra gli altri illustri giovani  italiani, Sua Eminenza il Card. Consalvi, Segretario del Pontefice Pio VII, il celebre fisiologo Puccinotti, e nei tempi a noi più vicini si svolse l'insigne opera educatrice del P. Serpieri, amatissimo dal suo alunno Giovanni Pascoli. Vi fioriscono pure l'Istituto per la illustrazione e decorazione del libro - unico Regio in Italia - la Scuola d'arti e mestieri, il R. Istituto Magistrale e la libera Università degli Studi, da cui uscirono insigni giuristi e illuminati uomini politici della nuova Italia, tra i quali S. E. Alfredo Rocco e S. E. Francesco Ercole, nuovo Ministro dell'Educazione Nazionale e S.E. A Iberto Asquini, Sottosegretario al Ministero delle Corporazioni.

Urbino, benché lontana dal turbinoso e irrequieto Vivere della moderna civiltà, offre però una sede propizia agli studi e al ritrovo giocondo della popolazione operosa delle nostre campagne, che alle virtù patriarcali del lavoro e del risparmio congiunge la pietà profonda degli avi, la bontà stessa che, vestita di grazia, Raffaello trasfuse nel sorriso celestiale della Madonna.

 

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LA METROPOLITANA

 

Eretta dalla munificenza di Federico di Montefeltro nel 1447 su disegno di Lsurana e dello stesso Duca, che molto si dilettava di architettura, e terminata da Guidubaldo con modificazioni di Baccio Pontelli o del Genga, la nostra Metropolitana doveva essere il degno coronamento di quel mirabile edificio che è il Palazzo Ducale.

Ma purtroppo dell'antico edificio non rimase quasi più nulla, neanche il disegno, perchè il 17 gennaio 1789 per la rovina della cupola, costruita nei primi del seicento dall'urbinate Muzio Oddi su basi non sicure, tutto il Tempio fu scompaginato e quasi distrutto. Molti tesori di arte andarono perduti: il baldacchino sull'Altar maggiore su cui il Barocci aveva dipinto la Vergine Assunta, il pulpito di marmo bianco filettato d'oro disegnato dal Genga e con entro la Cena del Brandani; l'Altare stesso di finissimi marmi e fregiato di bronzi dorati - dono munifico del Papa Clemente XI - andò travolto nelle macerie e solo in parte ricuperato.

Il Duomo fu ricostruito nel 1801 su disegno di Giuseppe Waladier - l'autore di Piazza del Popolo e del Pincio in Roma - la facciata è di Camillo Morigia ravennate, di stile neo-classico e con un'ampia gradinata, a piè della quale vigilano custodi del Tempio i due Protettori, il Beato Mainardo Vescovo e S. Crescentino Martire. Ai lati della facciata i due Padri più insigni della Chiesa latina e greca, S. Agostino e S. Giovanni Crisostomo: sul timpano le tre statue raffiguranti le virtù teologali. L'interno della Cattedrale ampio e maestoso conserva, sia pur modificato, la disposizione anteriore: dai grandi finestroni e dalla elegante cupola la luce si riflette e splende sulle bianche pareti e sulle alte volte, dando un senso gioioso di elevazione.

L'altare maggiore di marmo fu ricostruito soprattutto per opera del Card. Orazio Albani con i frammenti dell'altro molto più sontuoso, ed è ornato di bronzi e lapislazzuli: sotto di esso riposano le sacre spoglie del Martire S. Crescentino, qui portate da Città di Castello per cura del B. Mainardo, Vescovo di Urbino. Dietro l'altare apre le sue ali bronzee l'aquila che il Duca Federico prese nell'assedio di Volterra che nel suo studio reggeva la Bibbia poliglotta gemma della Biblioteca Vaticana - a cornu epistolae si ammira un vessillo turco che il capitano, Conte Federico Veterani, tolse ai Maomettani in Lippa nel 1692.

In fondo all'abside grandeggia un quadro ove S. Emidio, Compatrono d'Urbino, mostra a S. Crescentino la città, e S. Crescentino la indica alla Vergine che sale in Cielo tra una gloria di Angeli: è opera del sassone Cristoforo Witerpergen, non mediocre pittore del secolo XVIII. Le due Cappelle laterali, del Santissimo Sacramento e della Concezione, sono rimaste quali il seicento ce le ha tramandate, ricche di stucchi dorati e di pomposa decorazione.

Nella Cappella del SS.mo Sacramento c'è il quadro dell' Istituzione dell' Eucarestia, uno dei capolavori del Barocci: in essa ha voluto essere sepolto il grande Arcivescovo, Mons. Alessandro Angeloni, uno dei più benemeriti, morto 50 anni fa.

L'altra Cappella, della Concezione, ha un pregievole affresco del '400, della scuola del Lorenzetti, e luna tela del Maratta che rappresenta l'Assunta. La Cappella è di giuspatronato Comunale, dichiarata tale in seguito -a una prodigiosa grazia della Vergine.

Vicino alla Cappella del Sacramento c'è l'altare della Madonna della Misericordia: un devoto dipinto lasciato a Urbino da un Missionario che, dopo aver percorso quasi tutta l'Italia, donò il quadro che egli portava sempre con sè nelle sue predicazioni, asserendo di non aver mai trovato un popolo cosi devoto alla Maria come l'Urbinate.

Il Duomo possiede altre pregevoli opera d'arte, di Palma il Giovane, del Barocci e dei suoi discepoli, e ha sopratutto una ricchissima suppellettile sacra, pregevole non soltanto per la materia ma per l'opera d'arte. Per questo e per i privilegi che hanno ricevuto i Canonici, sopratutto dal S. P. Benedetto XIII, le funzioni della Cattedrale assumono una magnificenza veramente romana.

Nei sotterranei del Duomo ci sono le cosiddette Grotte - mete di pii pellegrinaggi specialmente in quaresima: ivi si conserva il famoso Cristo Morto, attribuito al Giambologna, che doveva far parte del monumento sepolcrale dell'ultimo Duca di Urbino.

 

 

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MANIFESTI PUBBLICATI IN OCCASIONE DELL'INGRESSO DI MONS. ARCIVESCOVO

  

 MUNICIPIO DI URBINO

Oggi alle ore 16 S. E. Antonio Tani farà, per la porta Romana, il suo solenne ingresso nella nostra città.

Per la prima volta dopo il 1860, l'Arcivescovo entra accolto da Autorità e popolo unanimi in questa nuova atmosfera di concordia civile e di pace religiosa che i patti del Laterano hanno inaugurato, per la prima volta dal 1860 sarà porto a nome della città il saluto al Pastore che la sapienza del Pontefice ci ha dato.

Cittadini !

Andiamo incontro a Lui con devota esultanza, diciamogli quanto Urbino attende dalla Sua opera apostolica, chiediamogli che Benedica alla nostra città perchè possa ottenere dopo la grandezza ducale del 500, dopo la grandezza cardinalizia del 700 una nuova grandezza italica più duratura delle altre.

Dalla Residenza Municipale, li 14 agosto 1932 - X. IL PODESTÀ

G. BlSIGOTTI

 

GIUNTA DIOCESANA - URBINO Cattolici !

Nel pomeriggio del 14 c. m. il novello Arcivescovo Monsignor ANTONIO TANI, figlio del forte Montefeltro, farà il suo ingresso nella nostra Archidiocesi.

Il fausto evento, mentre riempe di letizia santa il cuore del popolo nostro, di un gaudio insolito fa esultare tutti i CATTOLICI, che nel novello PASTORE vedono e salutano la guida delle nostre Associazioni volute e benedette dal SANTO PADRE per l'incremento del regno di Cristo nella Società.

Cattolici !

Accogliamo con entusiasmo vero, con affetto di figli, COLUI, che nel nome del Signore, viene a spargere tra noi le celesti benedizioni, la parola di pace e di reciproca fraterna benevolenza ; stringiamoci attorno a LUI nella certezza che EGLI porterà agli animi nostri una energia nuova; al nostro lavoro quella sicurezza e quel conforto che sono presidio certo della causa santa che ci è affidata.

Urbino, 7 agosto 1932 - X.

LA PRESIDENZA

 Cittadini !

Pochi giorni ancora, e Sua Eccellenza Mons. Antonio Tani, il novello nostro Arcivescovo, giungerà la prima volta fra noi.

La eco fedele delle doti sublimi che adornano la mente e il cuore del Presule insigne si è ripercossa sommamente gradita da un punto all'altro della nostra Archidiocesi, e tutti attendono ansiosi la venuta del Pastore buono che nel nome di Dio viene a profondere tra noi i preziosi tesori della sua paterna bontà.

 

Cittadini !

La Vergine Santa, nostra Patrona, di cui ci prepariamo con devozione a solennizzare il trionfale ingresso nel cielo, benedica il nuovo Pastore, accolga i nostri voti, e faccia che la venuta dell'inviato del Signore segni nella storia religiosa della nostra Archidiocesi un'era nuova e gloriosa per l'ascesa spirituale dei nostri cuori, degli animi nostri.

Urbino, 10 agosto 1932 - X.

IL CAPITOLO METROPOLITANO               

 

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 COMITATO URBINATE

per le Onoranze al Novello Arcivescovo

PROGRAMMA

11, 12, 13 Agosto 1932, ore 18,30 - Triduo di preparazione alla venuta del Novello Pastore, predicato in Duomo dal Rev. Prof. Don Mario Monza, della Università Cattolica di Milano.

14  Agosto ore 10,30 - Solenne possesso in Duomo del novello Arcivescovo a mezzo del Vicario Generale Mons. Scipioni.

14   ore 16 - Ingresso di Mons. Arcivescovo da porla Valbona. Saluto del Podestà - Vesti­zione in San Francesco di Paola - Processione - Ingresso in Duomo - Obbedienza del Clero - Indirizzo del Vicario Generale - Discorso dell'Arcivescovo - Primi Vespri dell'Assunta.

15  Agosto ore 10,30 Sortita pubblica di S. E. l'Arcivescovo - Solenne Pontificale - Omelia - Benedizione Papale.

15  ore 13,30 Pranzo  a  cento poveri nel Seminario Arcivescovile.  

Pubblicazione di un Numero Unico a ricordo della venuta del novello Arcivescovo Mons. Antonio Tani.

Illuminazione dell' interno e dell' esterno della Metropolitana.

I  cittadini sono pregati di addobbare e illuminare le finestre delle loro case nel pomeriggio del giorno 14 specie nelle vie ove passerà il corteo. Detta illuminazione dovrà ripetersi la sera del giorno 15.

Il Concerto cittadino presterà servizio durante l'ingresso e dopo i Vespri.

Urbino, 10 Agosto 1932 - X.

IL COMITATO              

Gerente responsabile: Luigi Renzetti

STEU — Società Tipografica Editrice Urbinate — Urbino

 

QUI SI CONCLUDE IL NUMERO UNICO DEDICATO A MONS. Antonio Tani

 

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MONS. ANTONIO TANI per seri motivi di salute

rimette il mandato episcopale il 31 Dicembre 1951

 

Nella foto qui a fianco in un incontro con il suo successore

Mons. Anacleto Cazzaniga (Episcopato in Urbino:12/1/1953 - 23/5/1976)

Da sinistra: Mons. Ugo Aiuti - Mons. Antonio Tani - Mons. Anacleto Cazzaniga - Mons. Bramante Ligi - Don Agostino Aurati

Foto di gruppo con tutto il clero urbinate (clicca)

 

 

MONS. ANTONIO TANI muore a Roma nel 16 Novembre 1966

Le sue spoglie vengono traslate nel Duomo di Urbino il 23 Marzo 1974

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