EBREI NEL RISORGIMENTO URBINATE
N.B. Si tratta del progetto di una lapide a ricordo dei volontari urbinati che presero parte alle guerre e alle battaglie per l'Indipendenza. Da una sommaria ricerca sembra che il monumento non sia mai stato fatto |
In rosso i nominativi di origine ebraica: Bemporad Cesare Coen Guglielmo Coen Masetto Jesi Agostino Moscati Lazzaro Perugia Giuseppe Perugia Isacco Sinigallia Napoleone
Nella ricerca di M.L. Moscati Benigni, qui riportata per intero, a proposito di questi ebrei di Urbino si legge:
Urbino aveva visto arruolati nella Guardia Civica ben sette ebrei, Cesare Bemporad, Guglielmo Coen, Napoleone Sinigallia, Giuseppe Perugia, Masetto Coen, Isacco Viterbo e Lazzaro Moscati. Questi ultimi due, giovanissimi, diventeranno cognati sposando le sorelle Fiorentini il cui congiunto Gioacchino, collaborando col commissario governativo Lorenzo Valerio, finanzierà la creazione dell’Asilo di infanzia e la trasformazione del convento dei Cappuccini in “Ospizio per i vecchi”, come ricorda la lapide affissa all’ingresso della chiesa, e alla sua morte, destinerà ad entrambe le istituzioni, oltre che alla Congregazione di Carità, un cospicuo lascito. Altrettanto farà il nipote Cav. Angelo Moscati che farà dono alla città del colle su cui sorge la chiesetta di Loreto, per commemorare i caduti della Grande Guerra.
Nel primo Consiglio Comunale di Urbino saranno tre gli ebrei eletti con oltre ottanta voti, quando gli ebrei elettori erano soltanto ventotto: Alessandro Coen, Placido Coen e Giuseppe Coen . Placido Coen di Angelo. verrà rieletto ininterrottamente sino quasi alla morte avvenuta nel 1921, oltre che negli altri consigli di tutte le maggiori istituzioni cittadine. All’epoca era noto in città che sua moglie, Allegra Usiglio di Modena era la nipote di quell’Angelo Usiglio amico e collaboratore di Giuseppe Mazzini con cui aveva diviso ideali ed esilio. Giuseppe Coen di Abramo Israel., che aveva creato una conceria in località Le Conce, alle porte di Urbino, era così amato dalla popolazione urbinate che per lui venne coniato il proverbio “Accident a un ricc salvand Peppin Coen”. Alla sua morte Il Corriere Metaurense gli dedica una pagina ricordando che aveva “efficacemente cooperato in Urbino ad affrettare i tempi nuovi…e parole di lode, tanto più che di uomini di questa fatta par che si vada perdendo lo stampo” In quanto ad Alessandro di Felice., oltre che stimato in Urbino, riceverà il 5 dicembre 1861 come “benemerito alla causa italiana” per il suo generoso impegno, la cittadinanza onoraria della vicina Urbania, per sé e per la sua discendenza..
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