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DON AMATO CINI   -  2016 Ricordo all'UNILIT

Presentazione del Poeta di Gastone Mosci

 

 

Lezione del 26 Febbraio 2016 all'UNILIT sede di Urbino

RICORDO DEL POETA DON AMATO CINI

Gastone Mosci coordina gli interventi e presenta il Poeta

 

Appunti tratti dal blog di cultura: https://www.fanocitta.it/?s=Amato+Cini

Don Amato Cini (Fermignano 4 marzo 1919 – Urbino 27 novembre 1987) ha vissuto con la poesia o meglio la poesia ha indirizzato il suo mondo culturale e spirituale legato al suo ambiente d’origine ed alla sua formazione. E’ nato ed è cresciuto nel mondo agricolo di Limara (in zona franosa o acquitrinosa, suggerisce il linguista Sanzio Balducci), una casa padronale ora scomparsa, il luogo dei Cini da più di cinque secoli a Fermignano nella riva destra del Metauro vicino alla Pieve di San Silvano.

Oggi quella pieve è quasi totalmente distrutta, la canonica che era stata scuola elementare di campagna dall’unità d’Italia per più di un secolo è stata restaurata per realizzare un agriturismo che non riesce a decollare. Quella contrada sacra e popolare del medioevo, continuamente rianimata nella rete delle pievi della piana verso Urbania e delle cappelle carolingie verso il Furlo e il Tarugo, continua ad essere affascinante per il paesaggio agricolo e invitante per la vita sociale e la dimensione spirituale.

Da quell’ambiente, da quel mondo magico, Amato Cini è passato al seminario di Urbino per intraprendere la sua formazione al sacerdozio diocesano. Ha studiato in un ambiente stimolante, ricco di giovani che erano stati formati, fra le due guerre, dai preti murriani che venivano dalla Romagna – Bagnacavallo nella diocesi di Faenza – portati da mons. Valentini, direttore del seminario diocesano e vicario generale urbinate (fra gli altri don Gino Ceccarini, don Italo Mancini, don Ferminio Poggiaspalla, don Ugo Del Moro, don Licio Guidi poi parroco della pieve di San Silvano).

La poesia e la bellezza indirizzano il suo immaginario intellettuale e di lettura della realtà spirituale e sociale: nelle sue prime poesie dominano la campagna di San Silvano e la situazione bellica e della ricostruzione, è un poeta un po’ enragé. Don Amato viene consacrato prete nella chiesa di Santa Veneranda il 23 luglio 1943 alle 7 del mattino, in un periodo di sofferenze per i morti nella guerra in pieno disastro e per la povertà della gente (un fratello giovane è mobilitato nei Balcani e tornerà allora gravemente malato). La prima Messa di don Amato sempre a Santa Veneranda è il 26 luglio 1943 alle ore 11, nel giorno nuovo dell’Italia: arresto di Mussolini e caduta del fascismo. I documenti che abbiamo parlano dell’organizzazione dell’ordinazione, non dei giorni che seguono. Si esultava per la fine della guerra e per il volto nuovo dell’ordine sociale.

Don Amato era coinvolto in quel contesto. Anche se è “prete di Dio e del Popolo” (Cf.Un nuovo Sacerdote del Signore: D. Amato Cini”, “La Voce del Pastore”, Fermignano, Luglio 1943.) , non è un prete orientato alla politica, come don Gino Ceccarini, ma alla cultura ed alla poesia con prospettive ecclesiali (l’insegnamento nel seminario diocesano e poi regionale di Fano). Il mondo che cerchiamo di interrogare è espresso nei testi letterari, che interpretano la nuova situazione sociale.

I libri di poesia sono nove. Due opere portano le belle incisioni di Walter Piacesi. In particolare “Un difficile Dio” di don Amato Cini è un libro d’artista, venti poesie, preziosa editoria d’arte, edizioni Ca’ Spinello, tipogtafia Age, grafico Alberto Bernini, presentazione di don Italo Mancini, quattro incisioni stupende di Walter Piacesi, Gennaio 1977.

Gastone Mosci