ANALFABETA COSCIENTE La coscienza infelice nel vuoto di questo tempo barocco si copre d’oggetti di linguaggi astrusi di maschere. Io ho scelto d’essere un uomo contagiato da un forte odore di terra che si apre sotto l’aratro. Per misurare altezze o distanze angolari di stelle non ho sestante analfabeta cosciente, eppure mi si aprono a volte nel buio ventagli di luce, specchi ove seguo il corso abissale del cielo, glorie di arcobaleni. Un vento ignoto si leva e mi dice come gli alberi bevano il sole, perchè la rosa profumi e la rondine torni alla nota grondaia. Così con mute parole parlo alle cose condotte al termine loro dallo Spirito che abita sopra le acque, e in pace ritorno fra gli uomini, sorrido, se appena un fiore risplende al sole che emerge da nuvole rotte. .../VII/1979