Anche i gerani, morti, al mio balcone.
Aspettando un giorno diverso,
quante sere ho vegliato.
Ma uguale d’attese e di gesti,
di stagione in stagione
vedo spuntare tra neri capelli
fili d’argento,
e ancora un bimbo deserto
nella mia dimora.
Perché io sono, Signore,
un fanciullo che ha paura del vuoto.
Signore,
il vento urta
la mia povera casa,
e tu anche sembri tremarne.
Spoglio di tutte le cose,
a te racconto da questa finestra
la morte dei fiori,
e
non attendo che te,
perché io sono un fanciullo
che ha paura del vuoto.