Un giorno che ho sentito la morte
succhiarmi le vene,
ho detto al mio cuore:
abbi pietà di te stesso,
ritorna lungo i sentieri remoti.
Sono disceso come una volta nei fossi,
vi ho sostato come in un grembo,
sono salito sui colli
a rivedere la luna sostare sull’aie.
Non avevo più storia
o memoria di risse impietose.
Non avevo vissuto il mio tempo,
così programmato, così razionale.
Emerso allora da un tempo arboreo,
sentivo l’odore della mia gente:
era l’odore profondo dei fieni,
l’odore delle radici
che succhiano il seno
vasto della terra.
Era l’odore delle cose più antiche.