L’ANGELO Non è vero che tu sei un deserto privo d’angeli. Per ogni vena uno sempre ti penetra profondo come il silenzio dei germi, chiaro per albe specchiate sull’acque tranquille e fulgide per alti meriggi evanescente per esodi come nuvola di viole serali arcano per sogni notturni, trepido per oscure crepe dell’anima per ansare d’abissi, corrusco quando cavalca il turbine amaro come l’assenzio e illividisce a misura la terra. Perché l’angelo è come il vento unico e vario trasparente e fino mobile e acuto dirompente e dolce, odora di tutto il passato presagisce il futuro, t’appare per sentieri impensati quando più non sopporti neppure l’odore dell’uomo urtando contro la pietra, ti raccoglie stremato sotto alberi ispidi e brulli, ne tocca lieve i rami e subito sono un prodigio di foglie e di nidi, t’impara a rileggere il mondo, a richiamare per sillabe nuove amiche tutte le cose alla riva del cuore. 27/111/1987