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Ercole  Bellucci:   EDIZIONI

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ERCOLE  BELLUCCI

IL  BALLO  DEL  SANVITO

 

Premio «Rimini Poesia» per l'inedito

 

Milano  -  SOCIETA' DI POESIA  - 1985

 

Questo libro è stato realizzato in collaborazione con Rimini Poesia e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini

 

 

INFANZIA  &  VICOLO

 

*07

L'infanzia non perdona

quel poco che cambia

 

il resto non combina

dura una vita intera

 

si farà male forte

tanto ci ricasca

 

 

*08

Nelle case dei casanti

contadini inquilini

si entrava subito nella cucina

dalla strada che era un vicolo

in salita e in discesa

smosso e ammattonato

inclinato da un lato

percorso dalla cunetta

nel mezzo la chiavica

il cerchio scoperchiato

l'uscio nero spalancato

sprangato il battuscio

sporgente dal parapetto

un bastone nel muro

da tener teso e discosto

lo spago dove appendere

i panni

 

 

*09

Scendendo giù

ripidi scalini

solo se sollevati per un braccio

si arrivava al sicuro sul piancito

 

davanti al fuoco cominciava

a comparire un infermo

che ammorbidiva il piede nel ranno

come la Regina nel latte

la vigilia delle nozze

 

nella mensola cipolle

imbiondite nel buiore

ingiallito un Sacrocuore

sfiorato dalla luce

del finestrino inferriato

 

di graniglia arancione

porosa come la carne

cruda del polmone

il lavandino screziato

di semini fitti

bui come insetti

intrisi nell'impasto

lì rimasti a impietrire

 

 

*10

rasentavano i muri

comparivano davanti

chiedevano gli avanzi

e il vestito del morto

attiravano i cani

affamati e zoppi

parevano rimorsi

dipinti nei santini

tormentati dai fuochi

vermigli e turchini

scampati da pericolo

su precipizi in bilico

andavano scalzi

dormivano sotto le volte

salivano dai fossi

bagnati fradici

come lebbrosi nei salmi

 

 

*11

rauchi rossastri

la testa tarchiata

la barba sporca

incolleriti & torvi

monchi sopra il ginocchio

il troncone issato

sulla tavola a rotelle

assicurato dalle cinghie

collegate alle briglie

del cane massiccio

spinone bastardo

mastino canuto

 

lo spuntone della coda

tagliata accumula energia

 

caricato a sangue & sfamato

con pezzi di carne scura

 

 

 

L'odore del morto

 

sfregando forte col dito

la saliva sulla pelle dei braccio

o dello stinco

si faceva l'odore del morto

da far odorare

per far venire

pollina la carne

alla sorella che guardava

circonfusa & celeste

impaurita dal brivido

che davano le unghie

passate sul ruvido del muro

 

 

 

Dentini ciechi

 

trafficano nei cantoni

calano i calzoni a tracolla

spogliano le sorelle nelle scale

toccano la pelle della pancia

liscia come la guancia

 

viene la saliva fresca

viene la sete e il fremito

d'orchestrina azzurra

gremita di lustrini

cilestrini e roventi

i segni dei dentini ciechi

gli strilli splendenti

 

 

 

Baciarla  dalle suole

 

fiuti & fiati

negli angoli verecondi

allargati come ginocchia

bambine frugate

odorate saline bronce

morse morate

intalcate amide

 

accese le lampadine

circonfuse altarine

da sotto il tulle

discoste le mutandine

impolverate sedute sudate

 

ammirate le bollitine

che scoppiano dagli sputi

scancellati

striati a sbaffi

pesticciati

 

e per penitenza

latta leccare la mattonella,

da venerare, al più gracile

la più bella, può

farne quel che vuole

baciarla dalle suole

 

 

 

Sebastiano martirizzato

 

a cutt  accantonato                  lambito dal fiato

scovato e contato                   matto matricolato

forato dal solletico

 dell'indice puntato

lo riceve soavemente

schernito denudato

martirizzato Sebastianino

digiunato e reclino                  alle spalle il tempo bello

legato a un fuscello                 dopo che ha rinfrescato

ignudo sforacchiato                 l'aere del creato ameno.

 

 

 

Perquisito

 

si sporca con la merenda

con l'unto e il culo della padella

per essere ripulito

smacchiato

con la punta del fazzoletto

inumidito di sputo

perquisito col becco affusolato

l'orecchio otturato

un buco e l'altro del naso

estratto l'insetto

entrato nell'occhio

accompagnato a letto

spogliato & rivestito

finto addormentato

 

 

 

A perpendicolo

 

sbindolare dalla ringhiera

per guardare

cadere dalle scale

stralunare ingiallire

la fronte enorme riportare

perdere il lumicino della ragione

a vortice girare

a sbattere andare

contro lo spigolo

in discesa

a perpendicolo

fare la giostra & l'aeroplano

aggrappare la sua mano

che lo sistema-seduto

(baciato sfiorato col fiato

da lui odorato trattenuto

girato dal naso al palato)

 

 

 

Così

 

mi ceni

mi dieti

mi sfami sul palmo

mi commissioni

mi spedisci

ti astieni

guardi & mi alieni

 

andirivieni & via-vai

 

disponi

mi tieni a regime

capi il mangime

introduci

sputi i peli

sdruci & ricuci il bottone

schianti il filo con i denti rasenti

strappi la manica imbastita

pulisci la macchia con la saliva

mi scansi dal fiato

calmo caldo del palato

buono temperato

 

mi proteggi dalla sbandata

mi eviti la testata

mi sollevi la nuca dalla battuta

che mi aumenta la fronte

a vista d'occhio

 

 

NOTA EDITORIALE

Celebrata da più di uno scrittore contemporaneo, la provincia urbinate ha in Bellucci il suo cantore più "organico" e viscerale. Un Montefeltro arcaico e stregonesco, protestatario e grottesco prende corpo da un'affabulazione torrenziale, magmatica, spavalda; e in questo "paesaggio" sospeso tra la memoria e il mito, in questa storia di inferno contadino, si svolge, girone dopo girone, il viaggio del "personaggio" che integralmente vi si immedesima e vi si confessa.

 

Indice

I - INFANZIA & VICOLO (1976-1981)

p.  5

L'infanzia non perdona

7

Nelle case dei casanti

8

Scendendo giù

9

Rasentavano i muri

10

Rauchi rossastri

11

L'odore del morto

12

Dentini ciechi  

13

Baciarla dalle suole

14

Sebastiano martirizzato

15

Perquisito

16

A perpendicolo

17

Così

18

Superiride

19

Regina & ranocchia 

20

L'educazione cattolica

21

Scivola nel barlume

23

 

 

II - LA CASA IMITATA  (1980-1983)   

25

La casa cresce

27

Stanare & nascondersi I (1,2,3)

 28

Quando scendeva nel fondo I

31

Riunite nella clausura III

32

Pretendere i ritagli delle ostie IV  

33

Ho mangiato un pachiderma

36

Sentirsi arrivare VI

37

L'odore dei piedi

38

Cambia il tempo

39

Pattuglia

40

Lampi ai fianchi

41

Se era la guerra

42

La carne invidiosa

43

La casa rosaruggine del Santo

 44

Immaginavo l'Angelo

45

La pioggia illumina

46

Custodie di pastiglie

47

Solo sul tardi

48

Quando smetteva il lavoro

49

Asino evocava l'animale più amico

50

Nella fabbrica delle gazzose

51

Arance

52

Con battiti

53

Scampoli

54

La maglia fuggitiva

55

Rifare il letto

56

Quando si dice il destino

57

La stufa di fronte

58

L'armadio

60

Non-visti i morti

61

  

 

III - REGOLA MINORE (1976-1982)

63

Regola minore (1/4)

65

Rimuovo libri

66

Vivace

67

Nello scantinato cementizio

68

Giardini

69

Ricompare

70

A domandarsi

71

Scarso peso oppongono i morti

72

Sottostante

73

L'involto

74

Dal barbiere

75

La gallina    

76

Nei particolari    

77

Interno    

79

Se ne occupa l'inquilina

80

II ragno    

81

Ronzio (1/10)    

82

II ballo del Sanvito    

85

 

 

 

 

Superiride

 

Nascondono la particela

(chi fa la spia svicola)

per cucinarla m padella

guardare il fuoco scoperchiare

l'altare ardere

divorare la predella

come il diavolo dalla mastella

tira su la biancheria iridata

tinta indemoniata

 

col braccio non indovina

la manica dietro la schiena

con la gamba tocca più fina

ciondola la scarpina zoppa

 

 

 

*20

si rannicchia bambina

con la faccia tra le ginocchia

regina & ranocchia

nella latrina

 

 

 

*21

L'educazione cattolica

il sicuro

al riparo di un muro

sotto l'Occhio Triangolare

fortuna che non appare

invisibile inaudito

se li indica col dito

interviene il Demonio

a prenderli in consegna

senza farsi vedere

si diverte a guardate

scaturire

raggiungere invaghire

il piacere impaurire

riprometterlo

ricominciare

dal Medico farsi visitare

ricevere la puntura

rifarla a chi ha paura dell'ago

legarla con lo spago col vinco            condurla alla monta

conciarla ricucirla                             prima che si rompa uno stinco

se si lamenta vituperarla                    per la fiera infioccarla

non subito liberarla

dalla lebbre delira

 

(non vuoi guarire

faccenda

spalma la merenda

si sente svenire)

 

lavare & rivestire                                           non fiatare

il morto che si lascia fare                   dal ridere scoppiare

intridere impastare

infornare & sfornare

 

sbarrare il pollo

estrargli le budella intrecciarle

calarle nella padella

aprirgli il ventriglio

viola vermiglio

che va spurgato

si vede cosa ha mangiato il manto

 

il Demonio spaventato

si rifugia nella grotta

parla con l'Eremita

che a mangiar l'invita l

a merda cruda o cotta1?

 

 

 *23

Scivola nel barlume

anima gli arnesi

intigna la matassa

gonfia la palude

ronfa nel camerino

cieco, fiuta

la biancheria sporca

scivola nel barlume

chiama dalla cisterna

s'affaccia alla balaustra

fa l'amore con la statua

sfregia l'angelo

stanna il muro

ingobbisce la mensola

caca nella nicchia

ne fa tre

una la mangia

 

sprona la vedova

nell'ottomana

fan la fila indiana

uno alla volta

avanti un altro

 

legge le carte

predice Arte & Mestieri

se vagabondi

saran carabinieri

 

gira con la canna

spegne i candelieri

raschia la gola

spulcia la pianeta

s'aggobba e raccoglie

sputi per moneta

 

va alla fiera di Senigallia

con Ebrei & canaglia

 

promette alla matrigna

infantigliole alla figlia

 

uno per uno

attraversa i morti

appetto ai transiti

rugola i crani

Oggi & Domani

 

spia nei cessi

beve dal ventre

spaia le scarpe

 

rumoreggia la parete

si alza che ha sete

durante la notte