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Ercole  Bellucci:   EDIZIONI

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ERCOLE  BELLUCCI

 

DI  UNA  FORMA

 

(Poesie 1959-1969)

 

Con notizia di Mario Luzi

 

Argalia Editore Urbino 1970

Notizia di  Mario Luzi

 

 Ercole Bellucci fu un incontro abbastanza sorprendente di parecchi anni addietro. Non siamo andati molto al di là perché, fasciato dalla sua timidezza, difficilmente buca - con un'ansia che s'indovina - l'involucro che lo isola o lo protegge. Un dialogo abbastanza fondamentale, quanto all'argomento, si svolse per lettera ed è perfino stampato: da parte sua un'inquietante richiesta di ragioni adeguate per vivere e per scrivere a cui cercavo di rispondere con qualcosa di più radicale dell'angoscioso sentimento della crisi che l'aveva dettata. Poi niente altro. Ma Bellucci, vedo, ha filato per conto suo quel discorso nel modo che si conviene a un poeta, lasciando la parola alla testimonianza non arbitraria della sua vita. Il libro che oggi ci presenta infatti è tutt'altra cosa che un assaggio letterario o un'ipotesi linguistica. Pur nella sua estrosa, talvolta persino clownesca disinvoltura nei riguardi della forma è un vero e proprio deposito di esistenza accumulatosi con lentezza e amarezza; o meglio un'interrogazione unica passata attraverso lo stillicidio di istanti e di pensieri di una vita che non ha potuto o voluto allinearsi.

Nel suo a parte Bellucci non manca di una singhiozzante forza quasi laforguiana di corrosione: la beffarda epifania della cenere si fa avanti da tutti gli automatismi della natura e dell'uomo civile. Se non che il giovane poeta non sembra nato per afflosciarsi su questa immagine diminutiva, ironica e elegiaca del mondo. La commedia o la mascherata non è totale. Sotto la degradazione e la polvere resistono emozioni molto integre e pure che svelano la santità offesa dell'esistenza, e il senso capillare di mortalità non impedisce il sentimento, problematico si ma pienamente religioso della morte come adempimento Del resto che sotto la cenere si dissimuli il fuoco di una richiesta non esaudita dal mondo lo dimostrano le prime distese poesie che oscillano avventurosamente tra l'appropriazione e la perdita di tutto ciò che dell'universo umano è evocabile attraverso i fenomeni perenni Quella richiesta non e stata accantonata, quel fuoco coperto non agonizza e, se si legge bene in questo libro unitario e svariante, non c'è vera frustrazione in questa che i versi dell'ultima poesia definiscono una «peregrinazione come destino nell'attesa della morte / come conoscenza»

Probabilmente questa è la risposta che Bellucci ha trovato in fondo alla sua attenzione e al suo raccoglimento una risposta un po' divergente da quella che nel nostro lontano scambio avevo, mi pare, azzardato Tuttavia la raccolgo dal momento che è pienamente motivata da un modo di essere e di vivere, e, naturalmente, di scrivere

Mario Luzi

Urbino, 30 Agosto 1970

 

 

  •             INDICE

  •  

  • p.7       Notizia di Mario Luzi

  •  

  •             PARTE   PRIMA

  •  

  • 11        Giornata

  • 12        Lucore della memoria

  • 13        Sulla neve dell'aia

  • 15        Tempo d'estate

  • 20        Già l'uva nera

  • 22        Faccia china

  • 24        Trema per nulla

  •  

  •            PARTE   SECONDA

  •  

  • 27        Dopo

  • 28        Prima di uscire

  • 32        Fantasia del bere

  • 34        Versi per una ossessione continua

  • 36        Dedica

  • 37        E  farnetico come un colloquio con mia madre

  • 39        Tristezza in casa dell'amata

  • 41        Soprapensiero

  • 43        Fiera di San Francesco

  • 44        La camera scura

  • 45        Prima Comunione

  • 46        Scherzo

  • 48        Vicolo

  • 49        Visita di controllo

  • 50        A notte tarda

  • 52        Fa freddo

  • 53        Io non so quale sia il mio dovere

  • 54        Comincia

  • 56        6 ottobre

  •  

  •             PARTE   TERZA

  • 61        Variazione da Innocenze III

  • 62        (Divozione trascritta dal «Giornale dell'Anima» (I-II-III)

  • 64        Trascrizione dal «Giornale dell'Anima» di Giovanni XXIII

  • 66        Fuori - dentro

  • 69        Questo incredibile morire

  • 72        Quel giorno

  • 74        Comico, Morte, Mimo, Moglie del Vecchio, Gufo & Bambina Azzurra

  • 76        Mattino e insonnia

  • 77        Freddo

  • 78        Non fare

  • 79        Cominciare da queste scale

  • 80        (a C. M.)

  • 81        Così?

  • 82        Non starà buono

  • 86        Novembre

  • 87        Non dico che mi siano estranei

  • 88        Un niente qua

  • 89        Circostanza ineccepibile

  • 90        Morte a settembre

  • 93        Nella vigilia del mio trentesimo anno

  • 95        * * *    Trascrizione N. 7-1968

  • 96        Bianche coniglie

  • 97        Canzone per 'Che'

  • 100      La giovinezza colma di visioni

  • 102      Di una forma

 

Finito di stampare

il  22  Dicembre  1970

nello  S T E U  di Urbino

Stabilimento  Tipografico  Editoriale Urbinate

 

 

DOPO

 

E l'ora vacilla

ch'erose l'inerzia,

un misto di rabbia

visitata da morte

 

la livida sabbia

o il freddo che sente

del mare fulgente si sciacqua.

Di sbieco la vedo

e la luna ci lacca.

 

Con fiacca salute

e l'amore in angusta

al ritorno discute

con sé,

e il brio del sonno.

 

 

 

 

 

PRIMA COMUNIONE

 

{Quaderno a scacchi]

Sopra le monache

nere sono vestite

sotto hanno garze

bianche come neve

e la carne tiepida come la cipolla

tra le preghiere

raccolgono ragni e scorpioni

per fare i rosari

e paura all'avemaria

quando la fiamma dell'inferno

rompe la pietra dell'altare

e il santo mentre dorme

mangia la nuvola,

il peccatore nella tomba

attraversa il fuoco nero.

 

(sopra il pavimento il mistero

trasparente come il giorno).

 

 

 

 

 

6 OTTOBRE

 

E con le costole, le

ossa delle spalle

stringo i gomiti

e con le ossa, le braccia

e con le gambe vado dove voglio,

poi rincaso tardi,

e ieri com'è passato svelto,

inutilmente,

ma ho capito tutto il giorno,

e come ormai è irriconoscibi'e

ieri

e non è per ieri 5 ottobre

dalla mattina alla sera

e quella furia dentro (io vivo)

e o è il fumo dell'umidità

il buio dietro il portone

così la vita è triste

e la ruggine e l'acqua

 

per dirmi qualcosa mi scencia la manica un bambino

ma poi si spaventa improvviso

corre e rimbalza

 

(ieri non verrà più

l'hai messo via)

e ho pochi soldi

come se vivessi appena

e fumo (si fa così,

buona abitudine, consumo),

eternamente desidero la mia ragazza,

vado dal barbiere,

sono un gran perditempo

e mi annoio

non amo il mio lavoro

e mangiare puntualmente poi !

eternamente desidero la mia ragazza

e con le gambe vado dove voglio

abitualmente rincaso tardi,

indovino.

 

 

 

 

 

DI UNA FORMA

 

Peregrinazione come destino nell'attesa della morte

Come conoscenza

 

In essa la trasognatezza e il nitore

E per analogia la vaga e ampia musicalità

Come conoscenza

Immaginare, immaginare sempre!

Procedimenti misteriosi, puri indizi, certa attesa, lì

Segreto, inezia-enorme,

Appunto enormità

     e io credo

Immaginare come conoscenza.

Noi si è qui riuniti,

Riuniti vi è bene, e quella lentezza di intendersi e di

recarsi pace nel dono comune, umile

pur fiero

Restando insieme numerosi con tutti i segreti del mistero

 

Da luoghi ignoti

E quella tristezza della voce un po' scostante quasi divertita

Ma quale severità dolce,

e indulgenza,

 

Ti seguiamo

II nostro sepolcro è presso di noi

Ti seguiamo

Preghiamo come immaginare Dio vivente

Nella conoscenza

Avere un'idea di Dio grande, e così vivere nel giorno

del  Signore,  gioia immaginiamo

non inutilmente, immaginiamo a lungo,

Tanta gratitudine della mente,

E così poco parlando

Tenedosi il proprio timore.

 

30 maggio 1969