Riva di primissimo aprile
appena scalfita dall’inverno
–
trama di bellezza troppo rada
per coprire altre immagini
che non hanno la pietà delle
parole
che non stanno puntellate nelle
righe
ma continuano a ingoiare certezze
e a rovesciare prospettive
arando le città con semina di
morte.
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Forse se scegliessimo un
dettaglio
per esempio quell’uomo solo –
dritto
nello sfacelo – con le mani
giunte
sopra l’impronta di una stanza
dove
spunta dalla terra una piccola
icona
(non so perché quella foto
arrivata sullo schermo del
computer
da un mittente sconosciuto)
e lo tenessimo fermo fino a
entrarci
dentro e a portarne la croce
come si porta una domanda vera
che aspetta soltanto altre
domande
come fili d’erba s’affacciano
alla luce…
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