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Maria Grazia Maiorino
FEMMINILE  PLURALE




Gwynplaine edizioni - Camerano (AN) - 2014    www.gwynplaine.it     gwynplaine.edizioni@gmail.com
 

 

da LA CASA DELLE IRIS
Racconto di Maria Grazia Maiorino

 

Solo all’aperto, in riva al mare o nei boschi, Alida ritrova momenti di spensierata libertà.

Come quando percorrevano il sentiero del Monte per raggiungere la casa delle iris. Alla fine del sentiero che attraversando il bosco saliva dal Poggio a Pian Grande, era d’obbligo l’affaccio al bordo della falesia per ammirare l’antica frana che aveva dato origine alla baia di Portonovo; e ogni volta era come se anche il loro sguardo franasse giù, in una specie di trasalimento, lungo la parete scoscesa nascosta dagli arbusti, prima di stendersi verso la mezzaluna bianca delle spiagge e l’azzurro del mare. La casa delle iris era nascosta da una schiera di pini d’Aleppo ancora giovani, piantati per il rimboschimento. Una deviazione dal sentiero più breve che riportava al Poggio e si scopriva la radura: i muri e la scala in pietra rosa del Conero, i segni di una vita contadina non remota in preda all’avanzare dei rovi. I loro corpi erano accaldati per la salita e per l’emozione di quell’isolamento di erbe, cespugli alti e nascondigli tutto intorno, fin dentro l’oscurità delle stanze dal solaio traballante.

Alida sapeva quando fiorivano le iris. Dal ciuffo di foglie acuminate e forti, dietro la casa, si levavano corolle bianche appena sfumate di grigio, che avevano la consistenza quasi acquosa di veli, il profumo invitante… Stava attenta a non sciuparle staccando con un colpo secco gli steli e accostandoli delicatamente nel mazzo, meglio raccogliere i fiori in boccio. Per Alida era una specie di rito prima di andare via. Un segreto che solo lei e i fiori, che a uno a uno si aprivano con eleganza regale nel vaso, conoscevano ...