LUIGI DE LUCA

Scultore

 

Gian Battista Pericoli (1810-1884) scultore e direttore
Ettore Ximenes ( 1855-1926) scultore e direttore
Luciano Nezzo (1856-1903) pittore e direttore
Giuseppe Fringuelli scultore e direttore
Luigi De Luca (1885-1938) scultore e direttore dal 1900 al 1906
Luigi Scorrano (1849-1924) pittore e direttore

 

Busto in bronzo di Pantaleo Tarallo

 

Pantaleo Tarallo così si presenta:

 Spett.le Associazione Pro Urbino,

 

Sono un giovane scultore laureato all'Accademia di Belle Arti di Napoli, mi chiamo Pantaleo Tarallo, vivo a Licusati nel piccolo borgo del comune di Camerota.

Navigando su internet sono venuto a conoscenza di questa interessante associazione, unica fra l'altro a conoscere lo scultore Luigi De Luca, direttore e insegnante dell'Istituto di Belle Arti di Urbino. Ritengo questo artista il maestro che mi ha accompagnato per tutti gli anni di studi, tanto da dedicargli la mia tesi di laurea all'Accademia di Belle Arti di Napoli, e un busto bronzeo accompagnato da un libro catalogo che racchiude, oltre la biografia, più di sessanta opere scultoree dell'artista.

Mi piacerebbe collaborare con l'associazione al fine di collocare questo busto da me realizzato e far sì che questo artista finora rimasto nel dimenticatoio possa riacquistare il valore e l'importanza che aveva conquistato.

Vi invito fin da ora a visitare il mio laboratorio di scultura per discutere di questa mia iniziativa, e a conoscere meglio la vita e le opere di questo importante maestro della scultura.

 

pantaleo.tarallo@libero.it

e-mail del  27/09/2011 15:54

 

 

da "Cento anni di vita dell'Istituto d'Arte di Urbino" di Francesco Carnevali 1961 (pgg. 54-59)

Nell'anno 1900 Luciano Nezzo è ancora incaricato della Direzione ed entra come insegnante di scultura Luigi De Luca.  Di questo scultore - Napoli 1885 - 1938 - trascriverò quasi integralmente quanto il figlio, architetto Giulio, ha voluto con cortese e affettuosa sollecitudine inviarmi.

 

«Lo scultore Luigi de Luca è oriundo di antica e facoltosa famiglia del Cilento che diede due martiri ai moti Carbonari del 1828; in conseguenza buona parte dei beni furono confiscati dal Governo Borbonico.  Il padre del de Luca arruolatosi con Garibaldi nel '60, ebbe in compenso dal Governo Italiano un modesto impiego che conservò per poco, perché morì dopo alcuni anni, seguito a breve distanza dalla moglie.

Luigi de Luca, rimasto orfano a 13 anni, con tre fratelli più piccoli di lui, dovette interrompere gli studi; la sua giovinezza fu molto travagliata e misera.  Impiegatosi presso un famoso avvocato, strappò molte ore al sonno per studiare alla Scuola serale di disegno.  Dopo varie e dolorose vicende, poté entrare nella bottega dello scultore Lista, alla cui scuola si erano fatti numerosi artisti, quali Gemito, Mancini, Miglioro, Irolli, Postiglione ecc.

Cominciò di qui la sua ascesa che lo portò anche a numerosi e notevoli riconoscimenti pubblici, in Italia e fuori.

Ottenne:

II premio al Concorso Nazionale di incoraggiamento del Ministero della P.  I.  nel 1881; fu premiato nel 1886 alla Promotrice di Napoli, per l'opera «.Sogno claustrale» acquistata per la Galleria del Palazzo Reale di Capodimonte.

Nel 1888 fu premiato per l'opera «Schiava in vendita» e nel 1891 per quella «Ad murenas», entrambe attualmente esposte alla Galleria d'arte moderna di Capodimonte a Napoli.

Nel 1896 ottenne il I premio alla Esposizione di Roma con la statua intitolata «In Africa».

Nel 1897 fu premiato a Barcellona pel frammento in marmo intitolato «Saffo», acquistato dal Ministero della P.I. e attualmente esposto nella Galleria d'Arte Moderna di Palermo.

Nel 1911 ebbe la medaglia d'oro all'Esposizione di Barcellona per la statua «Igea».

Altra medaglia d'oro ebbe a Senigallia nel 1914 per il ritratto del Signor Nicolai.

Partecipò con risultati favorevoli a numerosi concorsi tra i quali si devono ricordare quello per due leoni cavalcati da geni alati che sono all'ingresso del Palazzo della Borsa di Napoli e quello per la statua a Giambattista Vico del Palazzo di Giustizia in Roma.

Il de Luca fu maestro di plastica nella scuola della Società operaia diretta dal Palizzi.  Nel 1896 sotto la presidenza dello stesso Palizzi, fu nominato professore onorario dell'Istituto di Belle Arti di Napoli.

Partecipò poi al concorso per la cattedra di scultura alla Accademia di Belle Arti di Lucca classificandosi secondo.

Nel 1900 vinse il concorso per l'Istituto di Belle Arti di Urbino.

Nel 1906 vinse il concorso per l'Accademia di Belle Arti di Napoli, presso la quale rimase fino alla morte.

La sua attività di artista fu molto intensa e continua e si distinse particolarmente in alcune opere e in alcuni ritratti di rara forza e vigore espressivi.

Ebbe naturali qualità di modellatore e, se riportato al suo tempo, si distinse per qualità di sintesi e per larghezza di modellato che lo condussero lontano dalle calligrafiche composizioni del periodo Umber-tino e del Liberty.  I suoi limiti vanno ricercati nell'angustia della vita artistica italiana dell'800, ma si deve riconoscere che egli, in alcuni casi, con intuito naturale riuscì a liberarsene, rifacendosi alla tradizione dei classici del Rinascimento che studiò con amore e approfondimento.

Fu uomo di rara bontà e di grandi sentimenti e questa sua natura agì purtroppo negativamente nella sua vita d'artista, perché lo indusse a rifiutare varie e notevoli occasioni di trasferirsi, facendolo invece ritornare alla vita angusta della sua città.  Le sue doti di maestro sono ancora vive nel ricordo di molti che furono suoi allievi prediletti.  Alla scuola egli si dedicò con passione, con entusiasmo e con profonda coscienza delle sue responsabilità».

 

  

 

Luigi de Luca:  Ritratto del prof.  Luigi Fiocchi Nicolai (bronzo), Urbino, Villa del Popolo

 

Luigi de Luca: Saffo, Palermo, Galleria d’arte moderna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi de Luca: Goiambattista Vico, Roma, Palazzo della Giustizia

 

Che il De Luca abbia lasciata indimenticabile traccia nei ricordi dei suoi scolari è innegabile.  Lo ama ancora l'anconetano Vittorio Morelli scrivendomene ed inviandomene un autografo - brevi notizie sul retro di una fotografia senza data - che trascrivo:    «Caro Vittorio, ricevetti giorni fa la tua carta da visita e ti ringrazio del pensiero che hai sempre per me.  La Vittoria che vedi è in bronzo nella misura di metri 2,50; la ho fatta per i caduti in guerra di Saviano.  Cordialmente ti saluto e ti ricordo.  Luigi».

 

Vedi anche in questo sito: La scuola del Libro