Da voce a voce |
Recensione di Claudia Grazioli
Ed. Nuova Montaccini Pesaro 2017 In copertina “AZZURRO CIELO” di Wassily Kandinsky
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IVª Copertina Ho aperto questa raccolta con la poesia “In cima” dedicata al mio piccolo Victor, perchè più di tutta la nostra sapienza adulta, veramente in cima, sta soltanto la sapienza della visione innocente. E per quel che ne penso, noi adulti dovremmo sempre seguirla e perseguirla. Ma ne siamo fuori, presi purtroppo dal nostro dover essere adulti, e cioè “davanti”, e raramente o mai, "in cima". laia Lorenzoni (dalla “Premessa”)
NOTA BIOGRAFICA Iaia Lorenzoni è nata a Urbino ma abita a Pesaro. Ha pubblicato il libro per bambini “Parlando e viciolando” (Manni Editore 2001), “L’altra facciala delle fate” (Argalìa Editore Urbino 2005), “La casa delle lune” (Argalìa Editore Urbino 2010). Sue poesie, racconti e io e articoli sono stati segnalati e pubblicati in riviste di letteratura. Si diletta a scrivere filastrocche per bambini. (vedi Bibliografia)
DI IAIA LORENZONI
Da bambina, poco dopo il tramonto, in quell’ora in cui tutto è fermo e silenzioso, e si sentono qua e là soltanto scricchiolii e pigolii, mi piaceva guardare lungamente alcuni alberelli che sembravano incisi sulPorizzonte in sottili rampe di rami. Ho detto questo per intendere ciò che a volte s’incarna in certe visioni perfette della realtà, che poi nella vita tornano ad accompagnarci con la stessa forza e lo stesso incanto. Ebbene, per tutto il tempo di questa raccolta, mi sono stati vicini i miei alberelli. Stavano lì sulla porta della mia stanza, in quell’esserci e voler restare. Miei compagni di viaggio. Mai legati ai polsi della mia penna, mai tentati da una qualche irruzione nel mio pensiero, ma liberi e discreti; presenti per sfamarmi, dissetarmi, proteggermi dal freddo, dal caldo e dalla solitudine. Ed ecco i miei scritti. Ma posso chiamarli poesie? Mi piace definirmi una donna che scrive. E se è consuetudine chiamarli “poesie”, posso dire soltanto ciò che ogni poesia significa per me. Qualsiasi lettura critica dovesse pervenirmi sarà, però, una forma di conoscenza in più. Ho aperto questa raccolta con la poesia “In cima” dedicata al mio piccolo Victor, perché più di tutta la nostra sapienza adulta, veramente in cima, sta soltanto la sapienza della visione innocente. E per quel che ne penso, noi adulti dovremmo sempre seguirla e perseguirla. Ma ne siamo fuori, presi purtroppo dal nostro dover essere adulti, e cioè “davanti”, e raramente o mai, “in cima”. “Da voce a voce”, è finalmente un libro, nonostante i miei anni; e sono grata a Germana Duca che mi ha concesso una sua intensa immagine poetica di questo periodo della vita. Mi è parso molto bello introdurre con “Si fa sera” di Germana, la parte finale del libro. E spero che anche in questo tempo dell’esistenza ci sia posto, di tanto in tanto, per stare in una cascata di bambini, cioè in quel rumore fresco vivo e allegro; in quel magico caos dove si entra infastiditi e poi si esce invece colorati. Da alcuni anni ho abbandonato il computer, e mi sono trovata con tantissimi fogli sparsi dappertutto. Inserire le poesie era un problema. Ma mi hanno aiutato Maria Grazia Federico e Giorgia Giunta. Ringrazio le care ragazze. E ora mi rivolgo a te, Maria Grazia Tacchi, amica sensibile, umanissima e colta, per avermi letto e riletto tutte le poesie e dato suggerimenti preziosi. Scrivere, tu lo sai, si traduce sempre in uno stato di spoliazione. E al termine di un lavoro di scrittura si esce esausti, quasi immateriali. Tu mi sei stata vicina, correggendomi anche il passo e l’andatura. E allora il mio commosso grazie per avermi fatto meditare e, come gli alberelli della mia infanzia, per avermi dato il tuo sostegno lungo tutta la faticosa gioia di questo libro. laia Lorenzoni
“Da voce a
voce” di Iaia Lorenzoni
Chi volesse scorrere un qualsiasi vocabolario della lingua italiana e cercare la parola “polifonia” immediatamente si accorgerebbe di quale bellissimo e affascinante mondo spalancherebbe quella definizione; un universo musicale fatto di note diverse che, all’interno della stessa partitura, si confondono e si rimbalzano, suoni apparentemente solitari che magicamente producono una strabiliante ed equilibrata unione, appartenenze vocali e strumentali dissimili per melodia ma collegate tra loro da leggi armoniche. Un mondo nel quale non può che venire desiderio di visitarlo e attraversarlo sentendosi come Alice in wonderland. Ecco, la voce unica, distinta, individuale, assai caratterizzata, monodica, all’apparenza, di Iaia Lorenzoni diventa, attraversando con la lettura le poesie del suo libro, un simposio simultaneo di più voci che provengono da risonanze tra loro lontane ma che procedono affiancate pronte a intonare comuni versi, canti, odi, inni sinfonici, preghiere poetiche. Una voce che diventa, parola dietro parola, una densa intesa di suoni che vanno a comporre un accordo armonico; un concerto di molteplici segni eseguiti simultaneamente dalla penna dell’autrice. E allora, se polifonia significa in musica “uno stile di composizione che combina più voci indipendenti che evolvono insieme nel corso della composizione mantenendosi al contempo distinte l’una dall’altra pur essendo regolate da principi armonici” Definizione liberamente tratta da wikipedia.it, allora possiamo dire che i componimenti poetici di Iaia Lorenzoni siano polifonia in parole e le leggi armoniche che governano tali parole siano il vento e la luce: il vento che “raccoglie il provvisorio e l’inaudito” e la luce che “lucida la vita che riluce,/ e la vita opaca”. “Provvisorio e inaudito”, “vita lucida e vita opaca”, voci contrapposte eppure corrispondenti provenienti da profondità interiori diverse che tuttavia si incontrano a formare una concordanza polifonica dove tutto è amalgamato ma ha anche mantenuto la sua propria identità; dove ogni incontro è possibile, anche quello degli ossimori che congiungono gli opposti; dove l’inaudito, lo straordinario, il trascendente sta accanto, placidamente dissonante, al provvisorio, al contingente, al terreno, al transitorio, senza scandali colossali bensì in modo piacevolmente discordante, come è la vita: un continuo ossimoro che “ti accenderà le ombre”. E la vita delle poesie di Iaia Lorenzoni passa per le “curve del vento”, “nel suo grande spirito inesausto”, perché “solo il vento quel che vede trova,/ comprende,/ tiene senza escludere,/ senza fare differenze”. Anzi, il vento unisce il tutto nella polifonia del suo richiamo, nel suo attraversare il ricco e il povero, il bello e il brutto, il genio e il miserabile; e li attraversa senza fare differenze di sorta, senza escludere né l’uno né l’altro; sibila all’orecchio di ognuno il suo canto, trapassa il buio per sfociare poi nella luce, trascina via la luce per ripiombare nel buio; nel frattempo li ha accarezzati e li ha cambiati; prima li ha colti bambini e, infine, li ha ritrovati adulti.
Proprio come l’autrice che, accompagnata dal vento, passa
dall’infanzia all’età matura poi di nuovo alla giovinezza e poi alla
dolce condizione di essere nonna e assaporare, indirettamente, la
nuova infanzia che la guarda e le dice: “Vai nonna”; quella nuova
infanzia che è come il vento, per nulla preoccupata del giudizio
altrui e ancor più dell’ansia di dare giudizi lei, ma libera,
impertinente, capace di coagulare e tenere insieme, con leggerezza,
gli ossimori degli adulti e portarli, con delicatezza e incanto e la
giusta e incorrotta autenticità, sulle “cime dei bambini,/ in cima”,
là dove solo il vento può arrivare a ricomporre la luce, e la sua
ombra, in una armonica polifonia. |
INDICE 7 - Premessa di Iaia Lorenzoni
11 - I. Nel chiaro del primo mattino 13 - In cima 14 - La porta è questa 15 - Le finestre del vento 16 - Libera e chiara 17 - Prima del sonno 18 - Nel viavai degli echi 19 - Oltre una curva 20 - Anna dei giorni gentili 21 - E sono una cosa 22 - Nello stesso punto dell’anima 23 - Il cuore della terra 24 - Stupiscimi ancora 25 - Nella paglia di un pagliaio 26 - Quando la luna 27 - Velato mistero
29 - II. Fra le curve del vento II. Hai gli occhi 31 - L’angelo del vento
32 - Bella, la fronte aperta al sole 34 - Notturno d’acqua 35 - È 36 - Fra la collina e il vento 37 - Le sirene dei cortili 38 - Dentro gli occhi del mare 39 - Perduta la lentezza 40 - In barchette di carta 41 - Falò di luna 42 - Eccomi 43 - Mite chiaroscurale 44 - Non morire, Dio! 45 - Sull’orlo d’un lenzuolo
47 - III. Il cuore maturo delle stanze
49 Ignari e dispersi 50 L’estraneo impensato 51 Nottacqua 52 II giorno dei vetri 53 Canto 54 Ricordi 55 Tra l’ora e l’aria 56 Frammento 57 Ode al buio 58 Radiose nullità 59 Lune, aurore, cartoline... 60 Da dove chiami? 61 Apri le sabbie 62 Davanti alle finestre 63 Preveggenza 64 Fra la neve 65 Te ne vai, se ne vanno 66 Come una figurina di cartone 67 Voce sola
69 Spartito compiuto
I Era
la vita; II Poesia dello spazio;
77 IV. E più belle della luce, le penombre
79 Ciao 80 Senza vele 81 Da voce a voce 82 In una pallida periferia 83 Isole 84 Attesa 85 L’impoetico 86 Dolcedolente 87 II risveglio 88 E anch’io 89 Trasloco 91 Appesa a questa pagina di lampi 92 Donna accesa 93 Nella trasvolata di uno specchio 94 Come una cicala 95 Nuvole 96 Noi 97 II primo girasole 98 Le nostre penombre 99 Sul filo 100 Pagina d’acqua
103 V. Un po’ rimescolate e un pò rosate
105 Non è mai troppo Proust 106 Grillo parlante 108 La prof, grammaticale 110 Notaio, scriva! 111 Note |