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Gambarara

Rosanna Gambarara:  POESIE
Hysteron Próteron

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AA 2017-18

BIOGRAFIA FOTO della INAUGURAZIONE VIDEO della INAUGURAZIONE

 

Ed. by Pagine s.r.l. -  Roma

In copertina Progetto grafico di Roberto Accorsi

INDICE

N.B. Cliccare sulle voci sottolineate:
        (V)- Viseo della lettura
        (T)- Visualizzazione Testo
 

Divagazioni

 

Wisuawa

6

La voce delle piccole cose (V)

7

La paura

9

Lettera 22

10

L’attesa

11

Il silenzio (V)

13

Sguardo

15

In questo caldo fine maggio

18


In filigrana

 

Mattina

20

Carpe diem

21

Cagliostro Pub

22

Parole

23

Lo spiraglio

24

Il gallo

25

L’attesa

26

L’armadio

27

La Cosa

28

Ferie

29

Rivisitazione

30

La scatola dei bottoni

31

Olimpica ore 8

32

Treno

33

Gita scolastica

34

Lisboa

35

Palazzo Massimo

36

Andalusia

37

Casa (V)

38

Autobus (Temporale)

39

Il tagliaerba

40

Vento

41

Ritorno (V)

42

Metempsicosi - Ritorno a Goreme

43

Orfeo

44

     Hysteron Próteron

 

Ipotesi

46

bis — Ipottesi

47

Rivelazione

48

bis — Rivelasion

49

Geometria

50

bis — Geometria

51

Notte

52

bis — Nott

53

Vivaldi (V)

54

bis — Vivaldi

55

Concerto K488-Mozart (V)

56

bis - Concert K 488

57

Il grido

58

bis - El grid

59

Ossimoro

60

bis- Ossimor

61

Fenomenologia dei nasi

62

bis-Fenomenologia di nas

63

Lo sprovingol

64

bis-Elsprovingol (T)

65

Epifania

66

bis-Epifania (T)

67

Sintesi (V)

68

bis-Sintesi (T)

69

Campo associativo: cantina

70

bis-Campo associativo:...(T)

71

Casa nuova

72

bis-Casa nova (T)

73

The gift

74

bis- El gift (T)

75

Il bottone

76

bis- El buton (T)

77

Quando torno a Urbino

78

b- Quand artorne in Urbin (T)

79

La riga spartitraffico

80

bis- Riga spartitraffich (T)

81

Il lupo

82

bis- El lupp (T)

83

In memorian

84

bis- In memorian (T)

84

L'onda (V)

86

bis- L'onda (T)

87

 

 

 

 

NOTA. Il titolo della raccolta riprende quello della terza sezione, all’interno della quale le poesie, nate in dialetto (di Urbino), sono precedute dalla traduzione. Si riferisce altresì alla disposizione delle altre sezioni: la prima raccoglie le poesie più recenti, la seconda quelle più antiche.  Rosanna Gambarara

 

Rosanna Gambarara e la sua nuova poesia
di Gastone Mosci

 

Il debutto di Rosanna Gambarara nella poesia è una sorpresa. Si è affacciata due anni fa nel mondo letterario urbinate con curiosità e cautela, parlando della sua passione per il dialetto di Urbino, ravvivata dalla  lontananza romana. Ha preso contatti con gli urbinati, ha parlato con Maria Lenti, Alberto Calavalle, Fabio M. Serpilli, Mario Narducci, Silvia Cuppini. Si è messa in rete con il fervore della poesia libera e spontanea. E a fine 2016 ha mostrato il suo libro pubblicato nelle edizioni romane di Pagine con il titolo “Hysteron Proteron”, che gioca sulla inaffidabilità del tempo. E canta anche in due cori romani famosi.
Nella terza sezione del libro, le poesie in dialetto sono precedute dalla traduzione, in apertura del testo ci sono le poesie in lingua più recenti, la seconda sezione presenta le poesie più antiche. Negli ultimi due anni ha fatto sentire la sua voce poetica – perché di vera poesia si tratta – ed anche il suo spirito urbinate autentico e rinnovato – perché si tratta di neodialetto.
L’incontro di oggi è segnato dal desiderio di comunicare, di conoscersi meglio e di incontrare testimoni di esperienze culturali e di cittadinanza sociale. Rosanna canta in due cori romani, Jubilate Deo e Musica insieme, è spesso in viaggio, ha ripreso il tragitto Roma-Urbino. Si è affidata alla Libera Università Urbinate Carlo Bo, l’Unilit, per aprire una finestra nuova nel panorama letterario attuale. Questa nota è una semplice introduzione, un avvio del dialogo che ci accompagna nel 2018. “Leggere la poesia / Leggere i poeti”: bisogna guardare la gente e il mondo, far uso degli occhi e amare la vita.
La prima sezione della silloge porta il titoloDivagazioni, il titoletto di ogni pagina invece indicaApprodi,vale a dire occasioni e richiami, Montale e Volponi. Cominciamo bene: i poeti ma anche il fascino di Wisuawe Szymborska,Nobel 1990, poesia della saggezza, chi ti guarda, chi ti ascolta, canta e dunque chi prega. Qui troviamo il mistero della musica che si accompagna alla poesiaLa voce delle piccole cose: un canto silenzioso, appena un fruscio, le gemme delle piante, l’uccellino, la piccola goccia.
Rosanna Gambarara ci porta in un mondo poetico nuovo, una nuova poesia (più avanti un neodialetto).La voce delle piccole cose è il luogo della gioia, del vivere insieme. E’ una poesia intensa.
Bisogna avere paura? Altra poesia,La paura c’è, è “nascosta / non si scorda di te”. E’ un sentire improvviso, ti assedia dove ti trovi, ma non è determinante. La paura è la condizione dell’insicurezza? No, il valore sta nelle piccole cose, nella gioia.
La poesiaLettera 22 è favolosa: è il luogo del lavoro, provoca il  sentimento della vita.
L’attesa  è l’altro grande tema di questi “Approdi”, luoghi decisivi. E’ un canto con diverse tonalità… “Non c’è attimo senza attesa / anche quando il cuore riposa / c’è l’attesa di qualcosa”. Sì, forse la quotidianità è un altro valore: come essere se stessi, segretamente con l’aiuto di chi ti assiste. Oppure l’attesa è un sogno  permanente? No!  “L’attesa di una nuova innocenza / di una utopia.”
In questo itinerario dinuova innocenza segue “Il silenzio”, altro  canto di luogo nuovo, non di stagione nuova, ma di sentimento: ecco il racconto del silenzio: “Non lo senti”, “Il silenzio non è”.  “(…) il sospiro delle galassie più remote”. Ecco il silenzio è un aiuto, un luogo dello spirito, come “capire le sillabe del segreto / nell’inquieto respiro / del mare”. Ad ogni affermazione l’attimo del silenzio trova un segreto lontano, dove ogni piccola cosa esiste ed ha un valore.
“Il silenzio non è essenza. / E’ il luogo in cui il pensiero ricama / la trama / delle sue verità”. Inoltre, in ogni poesia c’è una chiusura musicale o un gesto di adesione ritmica: “L’immensa dimensione vuota in cui si perde e annega l’ultima nota”.
Leggo ora Sguardo (p. 15), una poesia complessa e inebriante. “Che vedi?”  il muro, la pittura, l’ambiente, i pensieri, i luoghi, le caviglie del flamenco, il pomodoro con quanto segue: un volto; la dimensione umana: la fuga, la guerra, il lamento. Sembra il correre con una macchina fotografica
Il ritmo è spigoloso: mi sembra di leggere la poesia di Mairizio Cucchi sul settimanaleOrigami: Cucchi coglie la quotidianità visibile, sperimentale,  Rosanna pone sussulti e “divagazioni”, “approdi”, emozioni.
L’aforisma di Menandro,Chi gli dei amano muoregiovane(p.18), è anche titolo di una poesia e motivo di  ribellioni. “Sulla spalletta del cavalcavia”, una fotografia, dolore, un  attimo, vagabondaggio, le rughe del vivere. Un passo falso. Non mi consola il pensiero di Menandro né il cataclisma della galassia…

Gastone Mosci

 

bis - E1 sprovingol

S’era pers da’n bel pess el giorne, sfnitt
tel golf dla nott. Io già sensa sospett
come morta durmiv el sonn bnedett
del giust. Ma lo de sguaraguai sitt sitt

com ‘na biscia ha strisciat sopra el piancitt,
el sprovingol digg, po so so ma ‘1 lett
s’è slungat e m’ha fatt un bug tel pett,
maché tel mezz, e t’nattim m’ha scarpitt

el cor. E adess s’me volt a guardè indietra,
vegg sol un fondal grig sensa spesor,
e el mond un fiat de vent ch’ sensa rumor

gira gira...Quel ch’magn sa de cement.
E se chiud i occhie stretti stretti sent
el lament de ‘sta mussica de pietra.

 

 

bis - Epifania

I pensier mosc i brace a spindulon
com dentra ‘n sogn giv gio sensa ‘n progett
precis, quand’ecc, per che combinasion
chisà, el logaritme d’un concett

esent da interferensa o imperfesion
luccid, al’improvis, tond e perfett,
pogiat leger sopra la progresion
d’Fibonacci, m’è apars. Erne le sett

e trentatre. So armasta sensa fiat,
el pied pogiat per terra clatre alsat
pr’aria. Com s’fa sa le farfall po pian

dopp un’eternità ho slungat la man
titubant per chiapall. Ormai sa’n ditt
quasi el tocav. Ma lo d’bott è svanitt.

 

 

bis - Sintesi

Mentre fora s’arcend un giorn normal
com ‘n antre, t’preg, Signor, sol p’r un minutt
de dentra la cornic de ‘st specch oval
ardamm, arfamm le palpebre de vlutt

com ier, mentre la trama sempre ugual
dedlà dal vetre s’arcompon e tutt
arcmincia la su corsa tal e qual
p’n attim arfamm le guanc dolc com un frutt

matur, ardamm la fresca acerba voc
de ier, l’incav del fìanc el slanc feroc
del pass el sciam dle ates dietra la front

e l’onda di capei intrisi d’vent,
quand ancora la dura incandescent
sagessa d’ogg era dla d’l’orizont.

 

 

bis - Camp asociativ: cantina

Ummid odor de legna e de fascina
e pass sospesi. Da la grotta scura
un allitt giacc de mort e de paura
primigenia. M’artrov pr’un attim pcina,

sa i tonf del baticor, dentra la trina
tenac del scur. Dedlà prò, so sicura,
odoroso de vin e de frescura
m’aspetta el golf tranquill calrn dla cantina....

Sogni d’ripos beati e d’abondansa
grappol fitti turgor giall de panocchie
e nid gremitti d’ov e in lontanansa

pulcin a sciam e grandin d’noc e d’nocchie
mucchie de gran d’or crepitant e rud
raspos sopra la pell dle mi gamb nud.

 

 

bis - Casa nova

Arnasc ‘sta casa mia nuda e innocent
vergin com ‘n’alba sensa sogn apena
un po’ rabrividitta. Com ‘n’aliena
gir pr imparè la voc del paviment

sotta i pass, per studiè el corugament
dla luc e dl’ombra, cnoscia l’altalena
di canton e di spigol. Sensa pena
pens che de dietra ormai ‘n c’è armast piò gnent.

Com ‘na tenda de vlutt sensa rumor
s’apre e s’archiud el temp feroc, se sgrana
ogni gest smemorat sensa spesor,

ogni palpit del cor se fa de ghiacc.
Ier me so messa l’urna sotta el bracc
e ho sparpaiat le cerne so tla Csana.

 

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bis - El gift

En el so da quanti ann sta ormai, testard,
acsè insignifìcant, sopra el ripian
de mezz dla libreria. Mo ogg tra le man
l’argir m’acorg ch’esist el vegg el guard.

Dicevi ma me sol l’amor bugiard
- tremant sa’n fil de voc in segret pian
‘na nuvla d’ombra ti occh — un bac...e invan
asptavi nott e dì che el bel Léonard

artornassa da te... Ogg l’ho guardat
sa ‘na vertiggin ch’m’ha fatt trasalì
p’n attim, tla bocca el gust amar d’l’ingann.

Ce sem perse. M’l'avevi regalat
per el mi dicdottesim compleann.
Adess so ch’s’pò muri prima d’murì.

 

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bis - El buton

Sotta el sinuos ondegiament frusciant
dl’impermeabbil long color cachi
el ritme del tu pass al ralenti,
per terra l’ombra inquieta palpitant

e dentra el cor l’atesa trepidant
dl’ec per le scal, el scrocc el cigoli
di carchne... I fior dla tvaia, el lucichì
del vin... E le tu man, la front pesant

de pensier... L’ho trovat tla scattla d’latta
che d’odor d’muffa e de abandon aspetta
costant pasient, sensa protesta, chiotta...

È beige a quatte bug, ancora sotta
c’ha ‘n grum de fil... Portavi la giachetta
sempre, e la camiscia e la cravatta.

 

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bis - Quand artorne a Urbin

Va e vien com el tic tac dl’orlogg, camina
l’ombra, se nascond pian sotta el logiat
po’ arcresc, e el sol poc piò d’na ftuccia fina
se slarga e po s’artira tel selciat,

e l’ec dle voc rimbalsa e se sfarina
da mur a mur, se srotola tel fiat
dl’aria che l’arcompon e l’armuscina,
oggi com ier. El temp par ch’s’è fermat.

Dal’ombra al sol dal sol al’ombra passa
com’ier la gent, s’arcoi sotta le logg,
parla e paseggia e po’ arsciama tla piassa,

se sparpaia pi vigol. Com ier ogg.
Ma ti occhie spent, de facc gualcitt se specchia
el temp. Guard. E so ch’so dventata vecchia.

 

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bis - Riga spartitraffic

Riga... riga... la riga... el scarnimell...
sa’l pettin me l' faceva la mi marna
davanti al specch... l’arsent maché tla pell...
tel mezz dla testa... riga... del pigiama...

c’avev diec’ann? Era de rasatell,
come de seta, lisc... riga... la lama
fina de luc ch’taiava le piastrell
dai scur sochius, d’estat.... riga... la trama

ch’sfilav pian pian per fè l’orell a giorn.
Riga Bianca!... corev torn ma la piassa...
m’arvegg sa la gonlina che svolassa,

sa le trecc, sa l’afann, sotta el palass
ducal....Fugg via ‘sta riga mentre artorn
a casa, in tla corsia de sorpass.

 

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bis - E1 lupp

Sotta che maledetta congiunsion
de stelle scelerat e infaust se’ nat,
che viscere de donna hann incubat
el tu mal sem, e che desolasion

ha apert el tu prim piant, che danasion
el prim latt innocent ha intosicat,
sotta che man de madre è distilat
la tu ferocia sensa redension.

Un giorne com un antre dal fond cupp
del tu inferne ner sensa verità
se’ compars. Oh s’c’avevi el cor del lupp!

El lupp sa i dent sopra la giugular
del vint sensa piò scamp sensa ripar
s’artira. El cor del lupp cnosc la pietà.

 

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bis - In memoriam 1

T’artrov stanott tel soffi d’un pensier
erett com un dio anticc sa la falcnara
tel camp frusciant, el gest del bracc leger...
t’artrov a coia la vitalba amara

e dolc insiem, ch’s’intorc ma le ringhier
del parc, la tiri sal rampin... l’ignara
vitta de ven dle piant del vial de ser
roman t’artrov ch’ascolti. Adess ch’avara

l’ora conced el sonn la tu figura
s’acend tel golf dla nott per che alchimia
dla memoria chisà. Dla dl’orizont

del temp te guard, la tu filosofia
de sagessa vria avé adess ch’la paura
me soffia el su vent giace sopra la front.

 

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bis L’onda

L’onda del mar l’onda del vent del fiat
del sangue del pensier dla melodia
ch’increspa l’aria l’onda dle risat
ch’fan brilè i occh del piant dla nostalgia

quand s’fa sera del cor inamorat
l’onda tle ven del mel dla fantasia
ch’vola del gran matur tel golf dl’estat
l’onda dl’asenatessa dla pasia

l’onda el ritme di giorne el gran respir
dle stagion dle sement tla terra l’onda
el palpit di pianet dentra l’anell

dle òrbit tel foch del sol ch’arfà el su gir
l’onda el mister ch’illumina tla sponda
del temp sensa confin el grid dle stell.

 

 

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