Ricordo del figlio Guidubaldo al terzo anniversario |
Incrocio di via Lavagine con via S, Andrea
Fuori Porta Lavagine con Torrione La freccia indica il travai del maniscalco Zanzero
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PIPPI RACCONTATO DAL FIGLIO
Urbinate DOC mio padre, Arnaldo Balsamini ma per tutti Pippi, nacque in Urbino nel 1939; era tempo di guerra, bisognava arrangiarsi e inventarsi espedienti per avere tutti i giorni qualcosa da mangiare. In questo ambiente Pippi ha cominciato come ragazzo di bottega presso i numerosi artigiani dell’urbinate dal maniscalco al falegname. Il padre, Carlo (Carlucc per gli amici), era Maestro d’Arte in ferro battuto ed è stato importante per la sua formazione. Crescendo si iscrisse alla Scuola del Libro di Urbino nella sezione di ceramica. Diplomatosi, ha fatto esperienza nei mercatini con il suo carretto di oggetti originali in ceramica che lui stesso progettava e realizzava. Poi il destino lo ha portato a Faetano (frazione di San Marino), dove, continuando l’attività di ceramista, ha progettato un innovativo forno per ceramica. Risultando questa prima esperienza di lavoro poco gratificante si dedica all’insegnamento di varie materie artistiche, “Merletto e Ricamo” compreso, che avevano poco in comune con i suoi studi. Insegnò in città di varie regioni: Calitri, Avellino, Castrocaro, Forlì e Cagli. Finalmente in pensione torna nella sua Urbino; qui, nella natia via Lavagine, acquista un piccolo appartamento con il desiderio di finire i suoi giorni dov’era nato e fu così che avvenne nel novembre del 2021. Negli anni di pensionamento si è dedicato principalmente agli antichi mestieri, impostando fra l’altro un laboratorio-scuola per la Stampa a Ruggine e Colori Naturali (guado e robbia). Tuttavia gli antichi mestieri richiedono capacità, passione, amore, pazienza e tempo: tutti requisiti incompatibili con la produttività dei tempi moderni. Tuttavia non si perse mai di coraggio: da persona poliedrica sia nella conoscenza che nella creatività (“sapeva fa’ anch’i occh ma le pulc”, in dialetto urbinate) ha dedicato gli ultimi anni della sua vita alla creazione ed al restauro di opere artistiche da donare alla sua amata Città Urbino, “questa povera ricchissima Città” scrive in una raccolta di sue poesie dialettali. Guardandosi attorno si rendeva tristemente conto che molti validi aspetti della città rinascimentale erano andati incontro a notevole degrado e a vistosa perdita, se visti alla luce dei ricordi della sua infanzia. Nel caso migliore le opere sono state restaurate ma poi tolte dal luogo per il quale erano state create con notevole impoverimento dell’arredo artistico urbano. Dette inizio alla sua missione facendo una copia fedele della così detta “Barbarina”, statua romana collocata nella nicchia centrale della Fontana del Leone in via Lavagine. Nella stessa via all’interno della chiesina di S. Maria Angelorum, dedicata a Sant’Anna da molto tempo chiusa, ha ottenuto il permesso di creare un presepe la cui realizzazione progressiva è durata 20 anni. Questo presepe ambientato alla corte di Federico duca di Urbino con personaggi in grandezza naturale è iniziato con il gruppo della natività, Madonna, Giuseppe e Gesù bambino e terminato con la passione del Cristo (vedi file Presepe in Sant’anna.pdf) In seguito ricostruì la mano destra benedicente da anni mancante alla statua in largo Clemente XI di via Bramante. Più impegnativa fu la ricostruzione fedele della statua in argilla colorata della Madonna con Bambino, usando solo immagini della originale conservata a Palazzo Ducale e proveniente dalla Porta di Valbona. Molto impegno richiesero il mantenimento delle proporzioni e la ricerca, la preparazione e l’uso degli antichi coloranti per terracotta. Ora si può ammirare nella sua nicchia originale protetta da opportuno cristallo. Come ultimo impegno ricordo il rifacimento degli stampi per realizzare le cornici in gesso alle porte interne del nuovo complesso bibliotecario in via San Girolamo dell’Università degli Studi di Urbino. Inoltre miniera di molteplici curiosità locali è la CASA MUSEO in Borgo Mercatale al N° 33 nella residenza giovanile della moglie Donatella Ontani. Pippi con il mio aiuto ha collezionato in sette stanze piene come scrigni i più disparati oggetti di più di un secolo, dalle macchine da cucire alle auto giocattolo. Parte importante è dedicata alla nostra storia dalla 1ª alla 2ª Guerra Mondiale e relativi dopoguerra con vari oggetti e cimeli opportunamente selezionati non per esaltarne le imprese e la ferocia ma piuttosto per ricordarne le pene la povertà e i lutti. Guidubaldo Balsamini
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