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Balsamini

Presepe in Sant'Anna 2015:
"La sacra conversazione rinascimentale"

Personaggi ispirati dai dipinti di Giusto Di Gand

 

Il più grande presepe di Pippi è il così detto "Presepe di Sant'Anna" perchè progettato per la destinazione definitiva in S. Maria degli Angeli, chiesina di porta Lavagine dedicata a Sant'Anna madre della Madonna protettrice delle partorienti. La costruzione del presepe è iniziata nel 2000 all'inizio come presepe classico con Madonna, San Giuseppe, Bambino e Re Mago o pastore come vere statue di grandezza naturale. In seguito (2009), arricchito di elementi statuari e architettonici tipici della Corte Ducale di Urbino, fu nominato "Presepe Rinascimentale". Infine (2015), con la raffigurazione della Passione e Resurrezione venne chiamato "Sacra conversazione rinascimentale" come spiegato in questo video ed in quello successivo di Tele2000.

 



 

Urbino, Gen 2011 - Germana Duca a Pippi con ammirazione
 

Presso Porta Lavagine, la piccola chiesa sconsacrata "Maria Angelorum". detta di Sant'Anna, è divenuta negli ultimi tempi io spazio riservato a Pippi Balsamini per te 'Vie dei Presepi", il suo laboratorio. Qui egli ha realizzato una singolare fusione di storia sacra e profana, disponendo nell'aula antistante la Grotta della Natività i personaggi del Rinascimento urbinate. Agli scenari ben noti, con Federico e Battista, Luca Pacioli, Fra' Carnevale, meditabondi dinanzi ai mistero dell'Incarnazione, quest'anno se ne sono aggiunti di nuovi, fondamentali, creando una nuova prospettiva. Il culmine sta in Cristo Risorto, alto e grande, solare, profuso di oro: «È la Pasqua, se ci pensiamo bene, la mèta del Natale. Mi sono riletto i Vangeli,» dice l'artista, poi accenna ai materiali, alle tecniche sperimentate per dare forma alle idee.

E mentre racconta come ha realizzato il Golgota, il Cristo nell'agonia della Croce, la sua Deposizione, il Sepolcro spalancato, lo stendardo della Resurrezione, indica sulla parete opposta, accanto all'uscita, una candida scala.
«Essa termina davanti a una finestra aperta sul presente. Una sintesi e, insieme, una domanda,» prosegue Balsamini, parlando dei volti-non volti, delle cieche maschere risucchiate nel «vortice» anonimo e nero della colpa, della solitudine, del dolore.
Cosi Pippi ha provato, ed è riuscito, ad accordare lo spazio al tempo: le figure fisse, ferme "dentro" la Storia, si fondono col simbolismo cinetico del "fuori'', della Realtà attuale malata di egoismo, ignoranza, solitudine.  "La notte tragica" si potrebbe intitolare questa veduta, se l'indignazione dell'autore non si stemperasse nel Volto umanissimo di Gesù, posto «al centro del vortice, ad occhi aperti», aurea fonte di luce in ascolto, in attesa.
Quello di Pippi Balsamini è un presepe su com'è difficile vedere davvero, in tutti i tempi. La sua domanda perciò diventa anche la nostra: c'è, nel perimetro che imprigiona lo sguardo, un altro vedere, più libero, fatto di luce e speranza?

Germana Duca Ruggeri