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Dipinti

Asfalti - Cortile d'inverno
Luigi Stradella

Dalla presentazione in catalogo di Paolo Biscottini 1993

....questi cortili d'inverno, questi asfalti, queste opere recentissime, contengono il superamento totale di ogni residuo informale, per combaciare perfettamente alla profondità dell'animo, ove tutto si scorda meno la traccia, la sinopia di ciò che conta....... Dice Stradella in un suo recente appunto "...

 

Cortile d'inverno n. 3, olio su tela, cm. 147,8x194,5

firmato e datato in baso a sinistra

 

Ma intanto mi fremeva dentro una voglia ancora indistinta di fare oltre e sentivo quasi disintemente che i miei temi, le mie ansie, le mie inevitabili attrazioni mi scivolavano sotto, sotto i mie piedi specie quando l'ombra si raccoglie o si distende la sera sulle larghe superfici della terrra. E quante volte racccoglievo annotazioni visive, mentalmente scendendo le scale dello studio e fermandomi a due o tre gradini di altezza, nell'osservazione del nulla spoglio del cortile con le sue geografie irregolari di terra appena battuta, di ciotoli neri o bianchi, di calce affiorante, di polvere smossa, di rughe profnde, allungatesi nel buio.
E questo tuttte le sere, a capo chino, scivolando con gli occhi sulle protuberanze delle superfici. Nascevano cosi i "Cortili d'Inverno". L'atmorfera era tutta li su quelle disterse orrizontali che avrei poi ribaltato in verticale sulla tela. Si perchè a me non avrebbe interessato il paesaggio en plain air, con le sue distranze, gli scorci, i primi e i secondi piani sino al perdimento dei termini: mi avrebbe interessato invece in tappeto terreo, ondulato, scabroso, irto, scosceso, disteso nella sua nuda grobalità totolizzante
Mi avrebbe interessato la sua superficie d'asfalto asciutta o bagnata dalla pioggia , una superficie assoluta nel suo colore di tono che varia appena, lievemente nell'ombra che è luce e nella luce che è ombra, come se dovessi dipingere all'infinito verso il basso o verso l'alto per un sprofondamento o inalzamento, in un percorso ignoto eppure tranquillo. Un volere cercare un assoluto di questa inerzia totale che diventa tensione, una tensione che si riplaca nell'inerzia. Tale la realtà che calpesto ogni giorno, in cui mi specchio, soffro o sorrido, nel vento che sferza i grani di terra, nella pianificazione del sole, nei conflitti della pioggia, nella luce che affonda o riprende a respirare come una speranza.
Questa è la mia terrra, i miei asfalti, la vita che ho imparato ad accettare, la pittura....." (ottobre 1993)