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Luigi De Maria, 17 Ottobre 2015
Gambedotti, il Maestro Si chiama Nel segno del maestro la mostra di opere dell’artista Nicola Gambedotti patrocinata dal Comune di Napoli e organizzata da Daniela Wollmann, allieva dell’artista. Si terrà dal 5 al 19 ottobre 2015. La mostra si trova presso la sala delle terrazze di Castel dell’Ovo, ed espone varie opere di un artista romano di nascita, urbinate per scelta e napoletano d’adozione.
Nicola Gambedotti (1931-2011) nelle sue opere ha mescolato varie tecniche, dall’incisione alla pittura, con un cuore da artista e un ordine mentale da grafico.
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La sibilla cumana |
Opere “profane”
I personaggi di Nicola Gambedotti sono fuori dal tempo e dalla storia, raffigurati con uno stile quasi da fumetto e con dei volti simili a quelli degli indiani d’america e dei tratti da codice medievale. Lo spirito dell’artista è surreale, satirico, onirico. Così i personaggi hanno espressioni vuote o scioccate, e sono vestiti da armature delle quali non si riesce a cogliere la consistenza, possiedono oggetti realistici che si mescolano a simboli. |
Ad esempio nell’opera Apprendisti stregoni si osservano bene le mani grandi, scure e grinzose degli stregoni e le loro espressioni vuote. Difficili da identificare però sono i loro copricapi, forse degli elmi; difficili da identificare sono gli oggetti che stringono tra le mani, forse bastoni. Oltre a quest’opera bisogna citare La sibilla, che condivide con Apprendisti stregoni il carattere mistico del personaggio raffigurato e il simbolismo. Mollette, spatole, catene, un cesto di frutta sono tra le figure che si possono vedere come simboli. Ogni opera di Nicola Gambedotti però deve essere osservata con molta attenzione, non c’è spazio per una visione superficiale. E così si scopre che la consistenza degli oggetti ci inganna e che ogni simbolo in realtà rappresenti altro. La Sibilla Cumana è inoltre una diretta influenza del territorio campano dove si è trovato ad operare. Forse il maestro ricercava delle figure mistiche valide universalmente per l’immaginario di ogni essere umano, e la veggente per eccellenza era una figura perfetta per la sua ricerca.
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Appendisti stregoni |
La religione e la satira
Le raffigurazioni di Nicola Gambedotti sembrano richiamare più volte il
Medio Evo. E dal Medio Evo forse l’artista attinge le due anime della sua
arte: sacro e profano. Molte sue opere richiamano dei temi sacri, come L’annunciazione,
La crocifissione, La deposizione. I personaggi della Bibbia vengono
disposti in una successione temporale con delle
sequenze quasi fumettistiche e le ambientazioni sono
insolite rispetto quelle dell’immaginario sacro. La
sua Deposizione, ad esempio,
aggiunge il tema classico del Cavallo di Troia a un tema tipicamente
religioso. Particolarmente passionale, nella sua essenzialità, è il
volto del cadavere del Cristo.
Deposizione
Dietro queste due anime dell’artista, dietro il Sacro e il Profano, si cela uno spirito ben più sottile e difficile da cogliere: lo spirito satirico. Gambedotti è satirico nel senso più puro del termine, è tanto satirico in maniera spudorata quanto è pudico nella rappresentazione della sua profondità d’animo.
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Così nel suo Popolo di Santi, poeti, navigatori, riesce a richiamare la carta della “Torre” dei Tarocchi, con la quale condivide il senso di rovina. Eppure in questa rovina riesce a far trasparire un attacco squisitamente satirico a tutti gli stereotipi dell’Italia. La donna che regge il bidone che contiene rifiuti speciali forse vuole rappresentare un’Italia che regge il peso della sua corruzione in mezzo agli strascichi dei luoghi comuni (indicati dalle caravelle raffigurate) si avvia lentamente alla rovina (rappresentata dalle saette. Luigi De Maria |
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