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150° Anniversario dell'Unità d'italia

URBINO 1860 di raffaele molinelli

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URBINATI

 

Nel giorno di domani e nel successivo siamo chiamati ad esercitare il più gran diritto che possa appartenere ad un popolo, quello di decidere dei propri destini.

Vogliamo far parte della  Monarchia Costituzionale di VITTORIO EMANUELE II ? - La risposta non può essere dubbia. Gli antichi e recenti dolori debbono averci insegnato, quanto sia insopportabile una dominazione puntellata da baionette straniere.

Or chi potrebbe nuovamente desiderarla!  Coloro soltanto che vogliono l'impero della forza, delle ingiustizie, dei privilegi; coloro che hanno sete di vendetta e di sangue; coloro che imprecando all' ordinata libertà, perché mette a nudo i loro vizi e le loro frodi, invocano per ordine del dispotismo, perchè è quiete e silenzio di sepolcro.

Il libero e nazionale reggimento di VITTORIO EMANUELE ci schiude un'era di prosperità e di pace. Tutti d' una medesima terra. d'una lingua medesima, con leggi nostre e tradizioni nostre, formeremo una sola e grande famiglia d'Italiani, vicendevolmente soccorrevoli in qualunque bisogno, in qualunque pericolo. Veglia intanto all' esterna difesa, contro il nostro eterno nemico, un prode e numeroso esercito, che, fatta I' Italia, potrà accrescersi fino a cinquecentomila combattenti. Alla difesa interna spetta a noi di vegliare. Non più un'odiosa marmaglia, venduta al tradimento, si farà complice segreta, nelle citta e nelle campagne di furti e d'assassini.  Stando in nostre mani le armi della sicurezza civile , dipenderà da noi la tutela delle sostanze nostre e della nostra vita.

Ohi quanto furono lunghi gli anni di oppressione ed isolamento ! Vedemmo nelle nostre provincie quasi spegnersi le industrie ed il commercio. Cadute oggi le barriere politiche e doganali, col favore delle più rapide comunicazioni per terra e per mare, vedremo le une e e le altre nuovamente fiorire.  Cosi le più svariate cose, necessarie od utili alla vita fisica, intellettuale e civile, rifluiranno per ogni dove libere e a buon mercato; e la pubblica sussistenza, per la quale sogliono commuoversi cotanto le moltitudini, non ci arrecherà più gravi pensieri, perchè avremo aperti nelle due Sicilie i più copiosi granai che Dio abbia mai creati in Europa.

Anche la nostra Urbino tornerà in fiore : e dove per la sua posizione non potrà esser messa alla pari di altri paesi favoriti dalla natura, si vantaggerà di altri compensi.  Avremo migliorate le nostre non poche e belle istituzioni e la beneficenza, che ha qui tanti elementi capaci del più grande sviluppo, potrà farsi veramente provvida e dignitosa, senza che la miseria abbia più da mostrarsi a spettacolo sulle, piazze, o esercitarsi a mestiere.

La Religione finalmente trionferà, quella Religione, che nel cuore e nelle opere pura da mondani interessi, siccome volle fondarla il Divino Maestro, non si là seminatrice di zizzania. ma predica la fratellanza degli uomini, e benedice alla concordia delle nazioni.

 

URBINATI!

Vogliamo dunque far parte della Monarchia Costituzionale di VITTORIO EMANUELE II ? corriamo all'urna, deponiamovi il SI, ed i nostri voti saranno soddisfatti.

 

Urbino 3 novembre 1860

 

LA COMMISSIONE MUNICIPALE

ERCOLE SAI.MI Presidente

ADAMO RAMENGHI

LUIGI MAZZA

FRANCESCO MASSAIOLI

GIAMBATTISTA AVV. VIVARELLI

ROMOLO CORRADI

FILIPPO GRIFONI

Visto Dott. Romani segretario.

 

 

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