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Giorgio Corbucci
Petta l'oss

 

Racconta:  Barbara Marinelli

nipote di Turin

 

 

Dopo “el falasc”, l’altra cosa che era considerata comunque utile, ma sicuramente di poco valore, era la paglia. Il frutto della pianta del grano era il seme, la vera ricchezza: la paglia era lo scarto. Di peggio c’era solo la pula.

Delfo aveva il camion e commerciava anche paglia, raccolta in tutte le aziende agricole e trasportata in Emilia e nel Veneto, per le stalle degli allevatori. Non era poi un prodotto da nulla se ci si poteva costruire un commercio, ma per Turìn era sempre “la paja”, cioè quasi zero, solo un grado più della pula.

Delfo si divertiva molte sere a scherzare con Turìn e a volte, quando era suo socio a briscola, si divertiva a commettere volontariamente errori grossolani per suscitare le ire del simpatico socio, come, ad esempio, giocare il tre di briscola quando Turìn gli chiedeva un carico. La reazione era aggressiva:

 

“già, si' un comerciant dla paja!”

 

 

La paja