Giorgio Corbucci |
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Egisto era ricoverato in ospedale ad Urbino da almeno una settimana: sanguinava dal naso e non c’era modo di arrestare questo, se pur modesto, flusso continuo. Aveva fatto già diversi esami, ma i medici non arrivavano a una soluzione ed Egisto era sempre lì con un tappo di cotone emostatico giallo che non poteva mai togliersi. Eravamo tutti in apprensione e la sera si parlava sempre un po’ di lui. Si era colta anche l’occasione per alcuni approfondimenti scientifici tenendo conto che, se l’acqua non va in salita, come può uscire sangue dal naso? Era stato tuttavia notato che se ci si fa un taglio sulla fronte anche da lì esce sangue, ma la spiegazione era stata semplicemente “sa c’entra, quel è un sfors de stomic”. Finalmente arrivò la buona notizia: i medici avevano individuato un frammento osseo, probabilmente conseguente ad un incidente subito qualche tempo prima, che premeva proprio su una vena nasale lacerandola in continuazione. La causa era stata rimossa e la via della guarigione era ormai segnata. Lo zio Alfio si era recato in ospedale a cuor leggero per vedere l’amico Egisto che gli raccontò nei dettagli come il medico si era accorto dell’osso nasale che forava la vena:
“Ieri mattina mi ha guardato il naso col microscopo e mi ha detto: Marinelli, mi sembra di aver visto una goccia di sangue ..... petta l’osso del naso” |
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Petta l'osso
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