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Giorgio Corbucci
Petta l'oss

 

Racconta:  Angelo Cecchini, oste

figlio di Giannino  oste e primo compositore della musica di fondo "Il professore"

 

Sembra che non ci ricordiamo più, ma………anche noi italiani siamo stati emigranti!

Sì, in tutti i paesi del mondo perchè eravamo un popolo molto povero, ma poveri o no bisogna pur mangiare, vestirsi e riscaldarsi tutti i giorni.

Così sono partiti in tanti e molti in Svizzera, uno dei paesi più vicini e ricchi, in cui si poteva lavorare e spedire soldi alla famiglia, perchè era per amore della famiglia che vivevano nelle baracche a ridosso dei cantieri di lavoro, lontano da casa. Ed era per amore della famiglia che sopportavano di essere guardati come animali ignoranti: neanche fosse stata scelta loro la miseria e la non istruzione! Avevano solo le braccia buone, e affittavano quelle.

 

Allora Tonino era un ragazzo con una certa inventiva e un passato di fame atavica, ancor più terribile nel suo caso perchè associata ad un  fisico di grande appetito. Una volta mangiò ben diciotto uova d’oca da solo.

Ogni domenica vedeva un napoletano che cucinava anatre. La cosa l’aveva incuriosito molto e inoltre l’anatra, cucinata bene, migliora decisamente la qualità della domenica in baracca. Insistette tanto che il napoletano gli svelò il segreto e fecero società. Era sufficiente partire la domenica mattina con una bella canna da pesca e del mais, che normalmente serve a prendere le carpe, ma loro preferivano che l’amo da pesca con il seme di mais galleggiasse sull’acqua piuttosto che andare a fondo per i pesci. Il lago di Ginevra è frequentato da tante anatre stanziali e di passo, e ognuna è ghiotta di mais, così capitava che qualcuna ingoiasse il seme con l’amo, e a quel punto si cominciava a raccogliere il filo tirando l’anatra a sè. C’è però il finale col brivido: le anatre volano! Eccome se volano! E anche quelle volavano!

E ogni anatra presa all’amo cominciava a disegnare cerchi sempre più stretti finchè non riuscivano a prenderla con le mani. Erano minuti che duravano un’eternità, anche perchè le anatre che disegnano cerchi in volo non si sono mai viste e la cosa poteva insospettire gli abitanti delle case vicine, peraltro svizzeri. E, nota la proverbiale tolleranza e benevolenza degli svizzeri nei confronti degli ospiti italiani, non bastavano coraggio e incoscienza per pescare le anatre, ci voleva anche una fame ancestrale! Tonino sottolinea spesse volte che 

 

“La fém è brotta, bordei!”

 

 

 

La pesca delle anatre