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Giorgio Corbucci
Petta l'oss

CAVE  CANEM  !!!

Qualsiasi esperto di comunicazione potrebbe spiegarvi meglio di me che ogni messaggio, indipendentemente dall'essere pubblicitario, politico o altro, deve sempre cercare di colpire l'ascoltatore. I messaggi hanno valore non solo per quello che dicono, ma anche per come lo dicono, in quanto devono interferire con la cosiddetta sfera emozionale dell'individuo, cioè con quell'insieme di curiosità, sbalordimento, costernazione, meraviglia, sorpresa, stupore, gioia, che fanno sì che rimangano impressi nella mente. Paradossalmente è meglio un messaggio proposto in modo orrendo che uno che ci lascia indifferenti.

Scendendo dalla filosofia alla vita quotidiana gli innumerevoli cartelli "Attenti al cane" con raffigurati i Dobermann piuttosto che cani mastini o cani pastore, sono ormai banali e ci lasciano sempre dubbiosi se siano messi lì come deterrenti senza un vero cane da guardia alle spalle, o se rappresentino una realtà.

Una sera di circa trent'anni fa, Lello stava tornando a casa alla fine della giornata lavorativa e rientrava da Sassocorvaro lungo la strada collinare che passa per San Donato e la Torre Cotogna. Una scritta grande sul muro di una casa colonica del crinale lo aveva però colpito indelebilmente: il padrone della casa aveva scritto un avvertimento per i potenziali intrusi, sottolineando con forza la presenza di un cane da guardia molto pericoloso:

Ttenti, Cano Morsa !