III° Concorso 2000: PRELIMINARI |
Presentazione
Il concorso di poesia dialettale urbinate piano piano si sta avviando verso la quarta edizione, creando quel legame di continuità che è indispensabile per cementare una tradizione ancora troppo labile. Ma la qualità delle poesie vincitrici e in genere di tutte le poesie presentate (vicino alle quaranta) migliora progressivamente, e ciò va ad onore ed incitamento della Pro Urbino che in tal modo non può non proseguire in questo suo impegno di valorizzazione del dialetto urbinate. Si potrebbe dire che potremmo benissimo fare a meno di decine e centinaia e migliaia di poeti dialettali sparsi un po' in tutte le regioni d'Italia: poeti che rimasticano tutto il meglio e il peggio della nostra tradizione letteraria. Forse sarebbe questo un buon motivo per eliminare quella pletora di concorsi dialettali che vengono lanciati da molte associazioni di cultori delle municipalità? Si dice di solito che la quantità non produce la qualità, e nel nostro caso che mille poeti dialettali non valgono un buon poeta in lingua o in dialetto. Il punto è che molto spesso dove non c'è quantità non c'è nemmeno qualità, e che laddove si hanno tanti poetucoli in italiano o in dialetto sboccia sempre qualche poeta che s'innalza sopra gli altri e riesce a mettersi in luce in un ambito geografico più vasto: si veda il caso di Ancona con Scataglini, o della Romagna con Pedretti, Baldini, Guerra, e tanti altri. Anche Urbino deve avere quella continuità di spazio per i poeti (in italiano e in dialetto), spazio che per se stesso può creare l'humus adatto alla crescita ed allo sviluppo di artisti della parola. Perciò non mi vergogno di fare da padrino a tante iniziative che so che nel futuro possono far fiorire qualche bel fiore di cui le nostre Marche sono un po' carenti. L'ultimo concorso dialettale ha premiato anche l'atto unico in dialetto La scampanata di Alfredo Zampolini: è un giusto riconoscimento al ritorno del teatro dialettale a Urbino, con una tematica, quella dello sberleffo verso i matrimoni strani, molto diffusa nelle letterature del nostro continente: Rolando Bacchielli mi ricorda il francese "charivari", l'inglese "rough music" o "Skimmington-ride", lo spagnolo "cencerrada", e il tedesco "Katzenmusik". L'allargamento delle tematiche del concorso non può quindi che far bene alla produttività del concorso e all'interesse che questa iniziativa riesce a far emergere.
Sanzio Balducci
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