IV° Concorso 2001: PRELIMINARI
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PRESENTAZIONE | BANDO | PARTECIPANTI e GIURIA | CRITERI di TRASCRIZIONE |
Presentazione Ancora un volume di poeti dialettali urbinati, a cura della Pro Urbino. La costanza di questa iniziativa sta pian piano cancellando quella specie di ostracismo degli urbinati verso il proprio dialetto che si è prolungata fino agli anni Ottanta, ed è stata interrotta dalla decisione dell’Accademia Raffaello di pubblicare, forse inaspettatamente, il vocabolario di mons. Aurati ambientato nelle campagne della periferia, verso il Gallo e Petriano. Quello era vero e vecchio dialetto urbinate, al pari delle inclusioni di Volponi e delle passeggiate sulle Cesane di Piersanti. Quando si parla di poesia, si vuole sempre alta qualità linguistica, raffinatezze di stile e di suoni, di combinazioni, di pensieri ‘giammai uditi’. Queste antologie, che raccolgono la partecipazione degli urbinati al concorso dialettale, mescolano di tutto un po’. Brod e àcin, come intitolava il fanese Giulio Grimaldi. Ma sia così, perché di buono ce n’è sempre qualche grèja. Sanzio Balducci
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BANDO
ART. 1 Visto l’interesse suscitato dalle precedenti manifestazioni di poesia dialettale in ambito provinciale e nazionale, la Pro-Urbino bandisce con il patrocinio della Comunità Montana “Alto e Medio Metauro”, della Amministrazione Comunale di Urbino e con il contributo della “Editrice Montefeltro s.r.l.” di Urbino la sua prima edizione del premio di poesia dialettale dell’area urbinate comprendente i seguenti territori: Comuni di Urbino, Petriano,Colbordolo, Montefelcino (Scotaneto, Monteguiduccio, Fonte Corniale), Auditore, Tavoleto, Montecalvo in Foglia, Sassocorvaro, Fermignano, Urbania, S.Angelo in Vado, Mercatello, Borgopace (Lamoli), Peglio articolato nelle seguenti due sezioni: a) i cittadini residenti nell’area dialettale sopra descritta o al di fuori di essa, che abbiano prodotto testi poetici nel dialetto dei citati territori; b) gli studenti di ogni ordine e grado; e regolato dalle seguenti norme: ART. 2 I concorrenti dovranno inviare entro e non oltre il 31 gennaio 1998 (ne farà fede il timbro postale di spedizione) sette copie chiaramente leggibili in ogni esemplare (dattiloscritte o fotocopiate) di poesie, una o al massimo due, in dialetto, a tema libero, inedite. ART. 3 Le copie delle poesie non dovranno essere firmate e non dovranno recare motti e altri possibili segni di riconoscimento. ART. 4 Nel plico contenente il materiale inviato alla Pro-Urbino dovrà essere allegato in busta chiusa un foglio che riporti chiaramente: i titoli delle poesie inviate, nome e cognome e recapito esatto con eventuale numero di telefono del concorrente, dichiarazione firmata in calce che i testi inviati sono di propria composizione, inediti e mai premiati o segnalati in altri concorsi, copia controfirmata delle poesie. Gli studenti dovranno allegare una dichiarazione di frequenza del proprio corso di studi. ART. 5 I plichi, meglio se raccomandati, vanno indirizzati alla Pro-Urbino- Sezione premio di poesia dialettale “Renzo De Scrilli”, Via Pozzo Nuovo, 21 – 61029 URBINO (PS). ART 6 I lavori premiati non saranno in alcun modo restituiti e resteranno di proprietà della Pro-Urbino che avrà la facoltà di pubblicazione. La partecipazione al premio è assolutamente gratuita. Si pregano vivamente i concorrenti di attenersi con scrupolo alle norme sopraelencate, pena la esclusione. ART. 7 Premi e premiazione. La Giuria, la cui composizione sarà resa nota solo nel verbale finale, stilerà una graduatoria dei vincitori e dei segnalati. Le sue decisioni sono inappellabili e insindacabili. L’assegnazione dei premi avverrà presumibilmente il 4 aprile 1998 con una cerimonia le cui modalità verranno rese note a tempo debito. Ai primi classificati delle sezioni a) e b) sarà corrisposto un premio e verranno inoltre assegnate medaglie, attestati di merito e diplomi di partecipazione agli altri concorrenti, Il Presidente (Prof. Augusto Calzini)
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Concorrenti e Giuria
(18 plichi pervenuti per via postale o consegnati a mano entro il termine previsto. Sanchini Alessandro ha inviato due plichi separati, mentre Severini Anuska ha incluso nel proprio plico anche i testi di Sanchini Antonio)
Nomi dei concorrenti e titoli dei testi presentati:
1) Ambrogiani Daniele – due poesie: Tic tac e El dubbie 2) Bacchielli Elio – due poesie: Arpensand al passat e La rondinella 3) Cesaroni Nino – due poesie: I artigian e La fin del mond - una filastrocca: La filastrocca del perché - due favole: La pell dl’ors e El coragg dla paura 4) Colocci Giampaolo – una poesia: El giorn’ e la nott’ 5) Fontanoni Antonio – due poesie: Ogg’ tel mi’ ort e Chisà se c’è ? 6) Galli Carla – due poesie: Avret pasiensa e Un suchè 7) Luslini Oliviero – due poesie: A la sera e A Vincensin 8) Mancini Zanchi Stefano – due poesie: I terrorista e Datme ‘n killer 9) Marcucci Silvano – due poesie: La vita dla cità e Vrìa 10) Scoglio Delfina – due poesie: El pan sa l’ua e A Pasqua e a Natal arnova i pecurar 11) Sanchini Alessandro – due poesie: ‘ Na poesia pcina pcina e El mi’ aquilon 12) Sanchini Antonio – due poesie: Un quadre de Mondrian e La dmennica 13) Severini Piersantini Anuska – una poesia: L’iscrision a l’Unilit 14) Sgondea Elena Daniela – due poesie: Sucesion e Sensa misura 15) Spaccazocchi Maria Teresa – una poesia: Tra la crosta e la mulicca 16) Vetri Stefania – un testo: Il rumore dei ricordi 17) Volponi Massimo – due poesie: La cappellina e La mi’ ragassa 18) Zampolini Alfredo – un dizionario: Parole nostre
MEMBRI DELLA COMMISSIONE GIUDICATRICE
Prof. Sanzio Balducci (Presidente) Via E. Fermi, 28 61034 FOSSOMBRONE (tel.. 0721-714408)
Prof. Paola Belpassi Bernardi
Via
Giovanni XXIII, 24
61029 URBINO (PU)
Tel. 0722-2121
Prof. Maria Laura Ercolani Via Matteotti, 8/a 61029 URBINO (PU) Tel. 0722-2802
Giovanni Feduzi Via Mercato, 17 61020 GALLO DI PETRIANO (PU Tel. 0722-52438
CRITERI DI TRASCRIZIONE
I curatori della presente scelta antologica hanno effettuato interventi puramente formali ed esteriori sui testi, senza alterare il senso e il valore dell'espressione, unicamente allo scopo di uniformare i criteri di trascrizione delle forme dialettali e di facilitarne la comprensione e la corretta lettura. Per evitare l'uso di segni grafici non presenti nella normale pratica ortografica e ortofonica della lingua scritta si è adottata la lettera “j” per evidenziare il suono della / j / semiconsonantica (i schiacciata contro il palato) frequente nell'urbinate in fine di parola: occhj, vecchj, sprocchj, bdocchj; La distinzione tra accento acuto (´) e accento grave (`) è stata adottata solo relativamente alle vocali e ed o per sottolineare l'opposizione tra / é / chiusa ed / è / aperta e / ó / chiusa ed / ò / aperta, che è molto spesso discriminante nell'urbinate, ed anche per evitare equivoci con gli omografi: l'è méss / le mèss; só = su / sò = io so / so' = io sono, pó = poi, pò = può, po' = poco. Per le altre vocali l'accento acuto o grave non ha valore fonetico e indica solo la sillaba sulla quale cade l'accento. La distinzione tra il valore dolce (palatale) e duro (velare) delle lettere finali “c” e “g” è indicata dai seguenti criteri di trascrizione: -c /-cc e –g /-gg (valore dolce) come in: pac (= pace), facc (= faccio), preg (= pregio), legg (= legge) -ch /-cch e –gh /-ggh (valore duro) come in: lumach, pacch, pregh, leggh. Il valore dolce di queste lettere in corpo di parola è invece indicato da un apostrofo: c'vetta, arcminc'ne, g'lat, G'vann L'apostrofo è pure stato usato con valore discriminante e per agevolare la scansione e l'interpretazione corretta dell'espressione: 'ste, ste = queste / stè = stare; sa 'l = con il / sal = sale; ma 'l = al / mal = male; t' la = nella, t' el = nel o nello, t' le= nelle, t' i = nei o negli; t' un = in un, t' na = in una. Tuttavia è consiglibile scrivere: tun casa = in casa, perché tun in questo caso non contiene l'articolo un, ma sta per la preposizione in. Gli infiniti dei verbi di prima e di terza coniugazione sono sempre tronchi nel dialetto urbinate (parlè, fè, 'nì, f'nì, ecc.), mentre nella seconda coniugazione sono sempre piani (tiéna, leggia, èssa), ma invece di usare l'apostrofo come segno di troncamento, come sarebbe stato giusto fare, abbiamo ritenuto più efficace usare gli accenti grave e acuto per poter distinguere gli infiniti che terminano in -è (aperta), e che sono la maggior parte, da quelli che terminano con la -é (chiusa), come avé, poté, v'lé, dové, sapé. A proposito di infiniti vale la pena notare anche che fra i parlanti della vecchia generazione persiste ancora l'infinito in -à per la prima coniugazione: cantà, andà, magnà, ... che è ormai arcaico. Per i testi in dialetto pesarese o nei dialetti limitrofi dell'area urbinate è stato più problematico adottare gli stessi criteri di trascrizione e gli interventi sono quindi stati minimi. Data l'astrusità del problema, emergeranno certamente qui e là inesattezze ed incoerenze e di questo chiediamo scusa agli autori e ai lettori.
Rolando Bacchielli Michele Gianotti
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