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VI° Concorso 2004
Indagine  Dialettale
Tutti gli autori dialettali

 

DETTI URBINATI e RICORDI SPARSI

di Carla Galli (selezione riassuntiva)

 

Premessa

Non si finirebbe mai di ricordare parole, detti, canti, cantilene e storielle ed in particolare di mettere a punto un criterio di trascrizione del nostro colorito dialetto urbinate.  Molto spesso la pronuncia delle parole in dialetto sono difficili da rendere con la comuni lettere dell'alfabeto.  Da quando ho cominciato a raccogliere la documentazione, molti hanno esclamato: anca te?  Devo dire che poi, negli incontri in piazza, amici e conoscenti sono stati dei collaboratori preziosi:

 

- M' n’è 'nutt in ment una ... l’è scritta questa?-

- En m’arcord, dimm’la ch’ la scriv, dop’ vedrò.

 

Dopo la terza estate di ricerche, ho cominciato a riordinare gli appunti scritti su fogli, foglietti, blocchetti e quaderni, li ho messi tutti insieme in questa raccolta, come memoria parziale dei ricordi degli urbinati miei coetanei, nati cioè intorno agli anni ’40, che hanno contribuito con i loro ricordi a ripescare parole, cose, situazioni utili ad allargare l’indagine e realizzare l’idea di questo volumetto.

 

- Per sa fè girè avanti? ormai 'ste dialett urbinat l’hann scritt can e porc ?!

- Dachsé tant per levam un sfisi. Per me è 'na sodisfasion, se l’hann fatt anca chî atre en importa, lascme fè. Finalment so’ contenta, qualco' è nutt alla luc.

- Vaneggi oppur?

- Oppur.

 

Di proposito, non ho voluto fare distinzioni tra il dialetto della città e quello parlato al di fuori delle mura, perché non mi è sembrato necessario.

Non vuol essere un dizionario, ma una raccolta di ricordi contenenti detti, proverbi, soprannomi, rime, canzoncine, ecc.  L'ordine alfabetico secondo una parola chiave è stato fatto solo con l'intento di rendere più agevole la consultazione. 

 

Alla grappa

Gettare oggetti perchè vengano "aggrappati" dai presenti. El butt alla grappa, chi el chiappa el chiappa : lo butto in aria, chi lo prende lo prende. Per esempio nei veglioni di carnevale  si buttavano  le caramelle.

Ambaradan

Confusione.

Argoitè

Vomitare. Me vien d’argoitè,  me vien d' armetta: mi viene da vomitare. M’er nutt só anca i budei : ho vomitato tutto.

Arplitt

Avaro. Un gran arplitt. Un arplìtt ch’en darìa manca l’oss ma 'n can.

Arvoltass

Ribellarsi.  Difendersi. Reagire. S' arvultava com 'na biscia :  reagiva come un serpente.

Avoia

Esclamazione: hai voglia, altrochè.  Per c’noscia ‘na persona avoia quanti quintal de sal c’è da magnè insiem ! : per conoscere una persona non si sa quanti quintali di sale ci devi mangiare assieme ! En èn minca gitti via subbit, sée avoja com l'hann fatta lunga ! :  non sono mica andati via subito, al contrario si sono dilungati a piacere.

Baga

Personaggio irreale, fuori da ogni norma, che incute timore. Ha fatt du ochhj come Baga: ha spalancato due occhi come Baga, ha preso un grande spavento.

Baiocch

Baiocco, spicciolo del valore di circa un centesimo di lira, in vigore negli stati pontifici fino al 1866. En val manca du’ baiocch : non vale niente. Baiucchín: risparmiatore di spiccioli, avaro, meschino. Baioccón amante del denaro, persona dedita agli affari.

Balia

Quando veniva chiesta l'età di un anziano defunto, una risposta ironica poteva essere: en l’ha ‘fogat el latt dla balia:  non si è affogato con il latte della balia, ovvero è non era più un bambino. Prima della II guerra mondiale la mortalità infantile era molto elevata.

Banch

Banco. Sórd com un banch : sordo come un banco.  Dur com un banch o come un sumarr : duro nel comprendonio (dur de comprendoni) come un banco o come un somaro.  Com a parlè sa un banch : come parlare con un legno. Va a la scola per scaldè ‘l banch : va a scuola solo per riscaldare i banchi.

Batenda

Pettegola. È ‘na gran batenda :  è una gran pettegola.

Bestemmiè

Bestemmiare.  Per la madunina de cocc, allora, en me vrè fè bestemmiè.

Bisoca

Bisoca falsa :  persona che va in chiesa, ma non è veramente credente.

Bocciol

Bolle.  Bollicine. L'accqua sa i bocciol: acqua frizzante con idrolitina o minerale.

Bombo

Vino. Termine usato con i bambini piccoli o per magnificare le bevute di vino. Vria 'na motocicletta ch’ facessa sempre: bombo bombo.

Brill

Pieno.  Completo. Ubriaco. Nud com un vermin o nud brill :  nudo completamente, com S. Gvann a bagn.

Brocc /b'rocc / broccio

El cano sotta el broccio non è chiappablo.  Come dire: non insistere chè non la spunterai.

Bruscia 

Siccità. C’è na gran bruscia  El sol spacca le pietre.

Bruscol

Granata de bruscol = Scopa di pungitopo.   Porcodó tornava a casa con un fascio di pungitopo che gli passava il comune, sceglieva i rami più adatti e, ogni dieci quindici giorni, faceva la granata nuova.
 

Bucalón

Bocca larga, chiacchierone, con la bocca sempre aperta.

Buccia 

Buccia. Tegumento.  Se t' chiapp, te facc le bucc :  se ti prendo,  ti tolgo la pelle (con le botte).

Bucchre

Scarafaggio. Ner com un bucchre. C’era anche la diceria che Gildón da pcin magnava i bucchre, pura invenzione naturalmente, ma era divertente perchè questi aveva occhi e capelli nerissimi e la carnagione olivastra.  Un altro molto scuro era Bafutt.
Bianch e ross com un bucchre sa  du’ occhj tla testa par ch' è viv :  descrizione assurda e nello stesso tempo scontata di una persona normale.

Butega

Bottega. Patta dei pantaloni. Scherzosamente: salumeria. En s’è manch accort d’avé la bottega aperta.

Butón /botón

Bottone, bottoni.  En se slaccia tant i botón : non si sbottona,  parla poco

 

 

Cacarella o sciolta

Diarrea, dissenteria. Chi chiapassa la cacarella doppia o a fischi !

Calamar

C'ha i calamar fina i ginocchj:  ha le occhiaie fino ai ginocchi.  C'ha du' occhj com un scattón o come baga: ha due occhi come uno scattone (piccolo leprotto dai grandi occhi spaventati) cioè spaventati o scalamarati per stanchezza o per malattia. Altra esagerazione: c'ha 'na bocca da c'sé larga che quand sbadiglia 'i se ved le moroid !

Cald

Caldo. 'Ste cald m'ha dat ‘na fiacca ch’en me vien dietra le gamb :  questo caldo mi ha dato una fiacca che non riesco a trscinare le gambe (alla lettera: le gambe non mi vengono dietro).

Canella

Toh canella ! Monta maché ch’ vedi Roma!

Cant

Posto.  Da tutt i cant. Da nisciun cant.

Carne dl' allodola

'I ho dat un po’ de carne dl' allodola: gli ho fatto tanti bei compliment per farlo contento.

Caschè, cascata

Cascare. Caduta. Una brutta caduta improvvisa:  so’ cascata a bocca all’avanti, ho fatt un crist.

Catassa de legna

Catasta di legna. Ch' l’ómne de su là, dop el Tuf, m’ha purtat ‘na bella catassa de legna secca, taiata corta, tutt bagulett sensa chi bregon, per la stuffa èn l’ass de briscola.  Negli anni cinquanta, all’interno delle case, molti camini  vengono sostituiti con la stufa economica che andava a legna, aveva il forno, la caldarina per l’acqua calda, la piastra sulla quale si cucinava e si cuocevano le cresc sfojat.

Cavaocchj

Insetto simile a grossa vespa.  Si diceva che anche le libellule attaccavano agli occhi.

Cereg, c'reg

Ciliege.  Tun ch’le cilieg c’è 'l nonn :  in quelle ciliege c’è il verme.

Cerquetbon

Un noioso si lamenta: « Oh Dio stagh mal !». L'interlocutore risponde: « Sta sitt so’ stracch arvengh da Cerquetbón».  Il noioso insiste: « Oh Dio stagh mal». L'altro arrabbiato: « T’ho dett sta sitt so stracch vengh da Cerquét Bón».
Come dire: non m’importa se stai male, io sono stanco e voglio dormire.

Chilin

Achille. Chilin aveva un’osteria quasi in cima al monte. A un turista che chiedeva dov’era il monumento di Raffaello un uomo rispose: - Lei vagga só sempre dritt’ quant’è da Chilin ‘i ved’ la testa-.

Chiocch

Son chiocch: suono sordo tipico di un oggetto incrinato.  'Ste piatt è crettat, sona chiocch:  questo piatto è incrinato, suona sordo.  Sa la nev le campan sonen chiocch. E nó, quant te svegghi el senti dai tocch dle campan ch’ha buffat, c’hann un son chiocch ch' se capisc al vol.

Chioccon 

Chiavicone.  Grossa apertura, ad. es. rugiola o portello delle botti. Risparmia per la canella, mo butta via per el chiocón : cerca di non perdere la goccia dal rubinetto, ma poi perde il contenuto per il portello, cioè si perde nei particolari insignificanti.

Ciaccabdocchj / ciaccapdocchj

È pegg del ciaccabdocchj: alla lettera, è peggiore di uno che schiaccia i pidocchi, ma per gli urbinati il termine ciaccabdocchj indica il massimo della testardaggine o pignoleria.  C'è una storiella che dipinge il tipico ciaccabdocchj.  Un tipetto cocciuto e dipettoso chiamava insistentemente un vicino con l'epiteto ciaccabdocchj. Questi, anche quando è buttato in un pozzo dal vicino esasperato dai dileggi, piuttosto che invocare di essere salvato, insiste con la cantilena: “ciaccabdocchj, ciaccabdocchj, te se' pegg del ciaccabdocchj ” e infine, quando ormai affonda e l'acqua gli impedisce di parlare, a braccia alzate con le unghie dei pollici uniti continua a fare il gesto tipico di chi schiaccia i pidocchi.

Ciambrocle

Pene. Persona rozza o triviale, cioè: cazzone.  Simile a ciambruscle, che deriva da ciauscolo della bassa Marca; dal latino jusculum.

Ciambrott / Ciambrottle

Rospo.  Si dice di persona tozza e/o sgraziata.  È 'n ciambrott : è brutto, tozzo, dai modi piuttosto grossolani.

Ciataia

ciataia:  chiacchierio di più persone che parlano di cose futili.

Ciccia bomba

Modo di prendere in giro gente grassottella :  Ciccia bomba trombettier / Manda 'l treno sa le pér / Mo el manda tropp fort  / Fa tremè tutt le port

Ciccio

 el sagrestan, alto circa un metro e quaranta, orecchie a bistecca, a suo modo simpatico, camminava a passi corti e veloci facendo tintinnare un gran mazzo di chiavi. È stato aiutosagrestano del Duomo fino agli anni sessanta e accompagnava i turisti a vedere la cripta del Duomo  (le Grott).  Le grotte in Urbino si potevano visitare interamente solo la domenica e il lunedì di Pasqua.   Si scendeva per una scalinata e arrivati nel sotterraneo, per avere l'indulgenza si dovevano fare tre giri dentro un cunicolo scavato nella roccia,  el gir del perdon.  Si toccava ogni croce che si incontrava e ci si segnava con il segno della croce.  Data la fioca luce di candela, l'atmosfera era alquanto toccante, ma aiutava anche qualche bricconcello a imbrattare le croci con nerofumo o lucido da scarpe.  Era d'obbligo la fermata per una preghiera davanti alle sculture di legno a grandezza naturale, colorate e teatralmente espressive che rappresentavano la Deposizione di Cristo.  Infine si passava in altre due stanze costruite sotto la parte absidale del Duomo, breve sosta davanti al famoso Cristo morto in marmo del Giambologna, tre giri intorno a un altare toccando arredamenti e simboli sacri del martirio di Gesù ed era finita la visita, ma per risalire e guadagnare l’uscita, ci si fermava ad ogni scalino per recitare: Pater, Ave e Gloria.  Il lunedì di Pasqua era un giorno di devozione, ma anche l’occasione per incontrare persone che si vedevano una volta l’anno.  Arrivava molta gente dalla campagna; ci si metteva il vestito nuovo, di solito sempre troppo leggero, ed era l’unico giorno dell’anno in cui il cinema era aperto anche la mattina.

Ciccol, Ciccol

Ciccol ciccol mascherina / S' en c’è l’ov c'è la galina /El baghin l’avet massat / Su pel mur l’avet tacat /Se me chiappa la fantasia /Sensa ciccol en vagh via.
(oppure:) s' en m' ne dat un bel cuncin / accident ma vo’ e ‘l baghin.
(oppure) se m' ne dat un cuncinin, ce farò i taiulin /se m' ne dat un cuncinón, ce farò i maccarón.

Cicìn

Acinino. Una certa quantità o una quantità indefinita  C' n' è un cicin da rida: molto. Ne prend un cicin: poco.

Cidiós

Accidioso. Insopportabile È cidiós da quant è antipatich: è insopportabile da quanto è antipatico

Ciech

Cieco. Ciech com ‘na talpa. En ved da ché e lé : non vede da qui a lì.

Cincigon (cinciangol)

La carne dura fa i cincigón, en se s’cincicchia, fa el masticott o el masticacc.

Cirigina

Ciliegina.  Stè alla cirigina: essere esposti al freddo e alla pioggia come una ciliegina. C’aveva un vestit alla cirigina:  aveva un vestito sfuggito o troppo leggero per la stagione. V. avanti: "La Cirigina"

Ciuffle

Zufolo. Usato anche come soprannome.  Sega. Me fa un ciuffle :  non mi fa niente oppure non m’importa niente.

Coc'me l'ov

È 'n gran coc’me l’ov : è un tipico cuocimi l'uovo, cioè uno che non sa o non ha voglia di far niente.

Colmatura

'Na scodella sa la colmatura: un piatto fondo colmo. 'Na tigella.

Colme dla bontà 

Colmo della bontà o della dabbenaggine.  En dè fastidi manca ma le mosch :  non allontanare neanche le mosche.

Colp

Colpo apoplettico. Accidente.  Brutta com un cólp :  bruttissima

Compustura

Indigestione. Elogio ad un pasto frugale: sta cuntent che sa 'sta magnata en fè la compustura!

Confusion

Baragota, baragoda,bagarota (un anagramma scioglilingua). Altre espressioni colorite: rutéc o rutég, ratatuia, rapascét .

Contrabass

Uno che vede per la prima volta un contrabasso, pensando che fosse un grosso violino,  osserva: «El voj veda com fa a mettle sotta la svrecchia !».

Costansa

Se te  dol la pansa /va dalla Costansa /te dà 'n acinin d’ua /te fa passè la bua.

Cott e bulitt

Com a metta el cott sopra el bullit :  come mettere il cotto sopra il bollito, cioè complicare o peggiorare le situazioni.

Creda

Credere. Te vol fè creda che Crist è mort dal fredd, invec en pol essa vera, lo era el padrón dla legna.

Cresciulina:

La Cresciulina vendeva le cresciulin, i bombolon, i maritoss o pan nociat, alla scola del libre e in tutte cl'atre scol.

Cudiron

Osso sacro. Me so’ rugolata gió per le scale, me so fatta un mal t'el cudirón da non pudem pió mova : mi sono rotolata giù per le scale, mi sono fatta un male nell’osso sacro da non potermi più muovere.

Cul longh :

Immusonito, indispettito.  E' git via sa 'n cul longh !

Cunilla

Coniglia. Donna prolifica.  Sa tutt chi fiol par 'na cunilla.

Cuntadin

È un cuntadin arfatt, c’aveva le pess tel cul fin’ a ier, sa vo’ pretenda? Ha da gì a parè le pecor : deve andare a pascere le pecore.

Curnut, corne

Cornuto, corna. Curnut com un cest de lumach. Oppure: c'ha pió corne ló d' un cest d' lumach

Custin

Cosette. Dle custin bline : delle cosettine carine.

C'vil

Delicato, che vive in città non abituato alla campagna. Era un burdell pcin, c'vil c'vil, avem pruvat a fall caminè scals, purtin pareva caminassa ti ova :  era un bambino piccolo, delicato delicato, abbiamo provato a farlo camminare scalzo, sembrava camminasse sopra le uova.

Da pió, da men

Migliore, peggiore. Tle buttegh dupravne la carta de paia o quella oleata e c’era da sceia tra la mortadella da pió e quella da mén : nelle botteghe adoperavano la carta di paglia e quella oleata e c'era da scegliere tra la mortadella da pió e quella da meno.  I prodotti da pió costavano di più, da mén costavano meno in funzione della qualità.

Da poch

Persona dappoco, incapace. Sa ‘na mantella en ce fa ‘na bretta : un incapace.  È un’ sensa art e nè part.

De botta e chiopp

All’improvviso. L'ho fatt de botta e chiopp: l'ho fatto in un istante

Dè otr otra

Dare via via, in continuazione.

Dent

Adess ch' hè magnat,  cava i dent. Finito di mangiare, si doveva star bene fino al pasto successivo, quindi i denti nel frattempo non servivano, erano solo una tentazione.

Diavle porch

Esclamazione: porco diavolo.

Din don, campanon

Toccando con delicatezza alcune parti del viso di un bambino si recitava:
Fronte: Quest è la piassa grand / Occhi: Quest è l’occhj bell e quest è 'l su' fratell / Guance: Questa è la ganascia bella e quest' la su' sorella / Bocca:  Questa è la chiesina / Naso: E quest è il campanon che fa din don din don.

Dit, Ditta

Dito, dita. Questa m' l’arpaghi, m' la legh t'el dit. S' en ste attent te daggh ti ditta :  se non stai accorto te le dò.

Dmestich

Domestico. Mansueto. Usato ironicamente anche nel senso contrario: selvaggio, irascibile. Vai vicin, è d’mestich da rida, iesso maria è trist 'na mucchia :  vagli vicino (prova a conoscerlo), non è per niente accomodante, gesummaria, è molto cattivo.

Don Contucc

Tè farè la fin de don Contucc ch’se ardótt a dì messa sa 'n copp.

El mi gatt

Se strofina, s’arvultila /Se spultraccia in t'la paia / Se i dè l’assica se sfuna.

Erb de campagna

L'artondarella, i dafne, i spargin, i grugn, le vitalb, i stridi, i scarpign, le patatelle, le galin grass, i caccialepre, i rapastell o rapastej ...  La crescia sa l’erba de campagna è la su’ mort: la morte della crescia sfogliata è con l'erba di campagna, cioé bisogna farle fuori assieme sono gustosissime.

Fam

Va pian sa 'l companatich, dop armarghen sol i  arvans de quell  mort dalla fam.   Avev 'na fam ch’avria magnat le cavij ma le sedie. El magnè e’l mormorè stann tutt tl’incminciè : Il mangiare e il chiacchierare una volta incominciato non finiresti più.  Scarti grass, se vede ch’en è mai patit la fam!

Famiola

Quanti siete in famiglia ? - So ié, la moj de ié, la Betta, e ch’el fiulin ch' chiappa la tetta.

Fant, cavall e re

Un, due, tre; fant, cavall e re : specie di scioglilingua o di stimolo a fare qualcosa, che usa i nomi delle carte di briscola.  Usato anche al posto di uno, due, tre ... viaaa.

Farla tonda

Girare in tondo, gironzolare.  Alé l’avem fatta tonda si dice a conclusione di una mezza giornata trascorsa fuori casa senza pensare alle faccende domestiche.

Fè arnì 

Far rinvenire, far riprendere. Ch’l’erba è moscia, falla arnì tl’acqua fresca.

Fenè / fnè / f'nè

Falciare il fieno con la falce fienaia (falc'nara)

Fiàt

Fiato. Respiro.  En riscot fiàt :  non riprende il respiro dal gran parlare.

Ficch

Fico, fichi, ficche. Queste sarien le ficch del post : Queste sarebbero le belle del luogo.

Fien o paja

O fien’ o paja, era come dire: quell se magna se magna, basta se magna.: buono o cattivo basta mangiare qualcosa.  'Na sbobba !  pàr l’intrisa per le galin.

Fijè 

Figliare, partorire degli animali:  Da quant’è ch' en se confessa?  - Da quant ha fiàt la baghina.

Foch

Fuoco.  El foch chiappa moj : il fuoco si sta spegnendo (la moglie come controparte del fuoco è lacqua).  En fè smorcè el foch:  non far spegnere il fuoco.  Sta gió 'n’antra mulicca, sa è tutta ‘sta furia, c’è el foch mal cule?

Fraid o fiard

Fradicio. Esagerato. Bagnat fraid : bagnato fradicio. Trist fraid : molto cattivo.

Furcinella o fermessa

Molletta per capelli. Se’ sempre tutta scapciata, dat 'na pettinatina e mett’te qualca furcinella. Cricca: crocchia.  La nonna teneva sopra la toeletta una bottiglina con olio e poco aceto, da agitare prima dell’uso, per tenere a posto i bei capelli pettinati a crocchia.  Allora si usava  la brillantina, soprattutto gli uomini di una certa età hanno continuato a impomatarsi fino all’epoca dei Beattles e oltre.

Gaida 

Grembo, Gherone.  Ste malé ferma sa le man tla gaida, sa fè el furmai?

Galin sa le mutand

 È vera che in Urbin ma le gallin 'i mettet le mutand, s' no i ova  se rugolen per le disces ?

Gamb

C'ha le gamb stort chi c'è passa 'n can :  ha le gambe storte che gli passa un cane in mezzo. Gamb a archett : gambe arcuate.

Gambin

Dè du’ sold ma gambin :  dare due soldi a gambino o alle gambe, ovvero andare a piedi.

Gaméli o sgaméli

Cammello. Par un gaméli, alta com’ un gaméli.

Gatt 

Gatto.  Quant el gatt se lecca el pel, l’acqua vien gió dal ciel.

Ghiffola 

Ghiomo. Sberla. Dormita. Sbronza. Ho fatt na ghiffola : ho fatto una gran dormita o una grande sbronza.

Ghiott

Ghiotto, ma in particolare: desideroso di riposo, sornione come il gatto. Er svegghia, mo so' stata gió ghiotta:  ero sveglia, ma sono stata giù buona.

Ging’lón

Incurante, bighellone.  En c' ho ‘l temp manca da batta i occhj e ló sta malé a ging’lón, sensa fe nient tutt’el giorne. En c’è pió religión! 

Giobbia, giobbie

Giovedì (singolare), i giovedì. Sarà da quattre giobbie ch' en te veggh :  è da quattro giovedì che non ti incontro, cioè è passato molto tempo dall'ultima volta che si siamo visti.

Gioj

Sostanza fiabesca, la cui azione produrrebbe gioia e torpore nell'uomo. Iezzo l’è lenta, par ch’ha magnat el gioj: gesù quanto è lenta, sembra che ha mangiato il gioj. Preparato per calmare i bambini.

Girè 'l cul 

Ha girat el cul en se fatt pió veda :  è andato via (impermalito) e non si è fatto più vedere.

Gisvitt

Gesuita. Falso. E' propi 'na gisvitta :  te fa blin blin tla faccia e pó dic mal dietra : è veramente una gesuita: ti sorride compiacente in faccia, poi dice male di te con gli altri.

Gnaff, gnaffin

Persona col naso schiacciato (faccia spianata),  oppure con lineamenti poco pronunciati, di solito piccola e insignificante.

Gnargnin

Persona molto piccola di statura, nano, e con la tipica voce stridula

Gnicca, gnicca

El dit gross dic : Ho fam /L’indic: En c’è 'l pan /El dit de mezz: Com farem ? /L’anular: Ruberem / El dit pcin: gnicca gnicca chi ruba s’impicca.

Gnocch

Magone. Groppo. Gnocchi di patate. Languida come la broda di gnocch. Ho sentit un suchè com un gnocch tel stommoch, insomma m’è nutt da piagna.
Anca l’ultim gnocch vien a galla
: anche l'ultimo gnocco viene a galla, cioè prima o poi la verità si fa luce come i gnocchi che tardano a cuocersi e poi venire in superficie.

Gobba d’Varea

era detto, senza cattiveria, al ragazzino che stava con le spalle curve, per ricordargli di stare più dritto. Forse a Varea, dove oggi c’è una struttura comunale, c’è vissuto gobbo.  C'ha 'n agnell :  ha un agnello (sulle spalle, tipico modo per trasportare un agnellino), cioè è gobbo.

Goss 

Gola. Esofago.  M’è 'rmast t'el goss : mi è rimasto nella gola; riferito ad un boccone che non va nè su nè giù o ad un desiderio non soddisfatto.

Gricitt

Grinzito, spiegazzato o rugoso. Gricitt tla faccia e ti calsón. C'ha ‘na faccia gricitta. C'ha la gonna tutta gricitta.

Guai

Se tutti portasser i lór guai in piassa, ognun archiapparia i sua.
Me sa ch’è propi vera: ognun argirìa a casa sa le su’ gamb.

Innacquaitt / inaquait

Annacquato. Fradicio. Insipido.  En arcapess pió gnent, me par d’avé la testa inacquaitta.

Insalatina

Vedrè ste' fresch insalatina si dice tra il serio e lo scherzoso a chi probabilmente si troverà in difficoltà.

Intrùggin

Persona invadente in modo disgustoso. Probabilmente da intrugliare.  N’intrùggin come quell en el vria sigur.

La Cirigina

Una donnina sempre infreddolita che coperta da una mantellina di lana vendeva le ciliege in piazza. Era conosciuta solo con questo nome.

La Napoletana

Una madre di famiglia sfollata da Napoli. Aveva parecchi figli, quando li chiamava dalla finestra di casa elencava una sfilza di nomi e diceva: Salit’angopp. Come dire: Nitt só ovvero Venite su.

Lament

Lament de Caldari : lamento estenuante. Caldari urbinate lagnoso oltre ogni limite, da primato.

Lardell

C'ha tutt i lardell:  ha rotoli o cuscinetti di grasso.

Le beless del matrimoni

 Colloquio fra anziano e giovane: anziano: «Se sposat ?» / Giovane: «No» / Anziano: «En cnosci el bon». Se la risposta fosse stata «Sé», l'anziano eslamava: «È fnitt da goda !»

Lenta

Pigra. Lenta com la macina de sotta : cioè è inerte come la base del mulino su cui ruota la macina.

Ligaccia o gluppa

“Fazzoletto della spesa” ottenuto annodando gli angoli contrapposti di un grosso riquadro di stoffa dipinta a quadrettoni azzurri e blu.  Il fazzoletto della spesa è stato l’antesignano dei sacchetti di plastica di oggi, era molto usato da coloro che arrivavano dalla campagna, spesso uomini, per portare prodotti commestibili di loro produzione. Invece per portare cose fragili o delicate, come le uova e i pomodori maturi,  si preferiva il canestre che però una volta vuoto rimaneva ingombrante.

Lighè

Legare. Un taja e un liga :  uno taglia e l'altro lega, aiutarsi a vicenda o essere in losca combutta com el gatt e la volp. Un taja e l'altre arconcia.

Man longh

So nutta a man longh:  sono venuta con le mani a penzoloni, cioè senza portare niente.
Quel c'ha le man longh :  quello è un ladruncolo.

Gig, Gigin, Gigión / Livig

Luigi, Luigino, Luigione.  Gigión dla Gioia, sbasufión e brutt mo bon com el pan, da giovane aveva fatto tutti i mestieri anche el ciaccasass, da vecchio quando qualche conoscente lo invitava in casa a bere un bicchiere di vino, accettava, ma aveva paura di disturbare e allora si scherniva: “Scusat mo en so’ nutt per cimentè, me pudessa squissè el cervell, se so’ nutt per cimentè la gent; no, no me chiapassa un sbocch de sangue, se so’ nutt per cimentè la gent”.

Lumìn 

Anca te le vè a cerchè sa 'l lumìn : anche tu le vai a cercare con il lumino.  Si diceva ad una che si metteva più o meno involontariamente nei guai

Lupp

Lupo. Malé i affar vann ben, è propi tla bocca del lupp : in quel posto gli affari vanno bene, è appunto nella bocca del lupo, cioè un posto ben in vista e attrattivo.

Madon, madonata o madunata 

Mattone.  Mattonata.  A lett sa un madón cald ti pied: a letto con un mattone caldo sui piedi.  Il mattone scaldato sul camino e nel forno della stufa economica è stato l'antesignano della borsa di acqua calda.

Madosca

Interiezione, variante di madonna. Énna maduschina te c'ha vlut : finalmente, ce l'hai fatta.

Mal fin

Dolore sordo e profondo. Me chiappa un mal fin t'el stommoch, dop un pó me passa :  mi prende un dolorino alla stomaco, dopo un po' mi passa.

Mandè in chel post

Perdere la pazienza. Vaffà 'n mannich ma 'l sighett : va a fare un manico alla roncola, cioè levati dai piedi.

Mandurlón

Testa grossa mandurlón, / ogni pass un cascatón

Mariola

Marietta, Mariulina, Mariulla o Mariòla. La Mariòla aveva fatto la comparsa in un film girato a Urbino dal titolo: “Due selvaggi a corte” gran boiata e gran risate, perché riconoscevamo un pò tutti, ma il boato ridanciano culminava nella scena in cui lei, per esigenze di copione, si vedeva in primo piano vecchia e sdentata tale e quale era nella realtà. Se c’arpens me sa ch’en c’era manca tant da rida : a ripensarci non credo che ci fosse tanto da ridere.

Matt

C'ha le cart da matt ovvero è un matto patentato.

Matt, birb

Se matt o se birb? : sei matto o sei furbo? Equivalente al contemporaneo: ci sei o ci fai?

Messa

E' stat 'na gran messa cantata : di un avvenimento lungo e noioso.  Oh! me vo fe 'na messa cantata ! :  la vuoi smettere!

Miarà

Bisognerà. Miarà fè da cla via :  bisognerà fare in quel modo.

Miracle dla natura 

Da un giorne a chl’atre nasc un fongh !  Modo per fare coraggio.

Muccichin

I muccichin erano i frutti del tasso di un bel colore rosa-ciclamino. Il gusto era vischioso appena dolce. Bisognava succhiarli appena e poi sputare prontamente i noccioli che avevano aderente una leggera patina di sapore amaro.  Gim a magnè i muccichin ma i viali? : andiamo a mangiare le bacche di tasso ai viali (di Pian del Monte)? abitavamo nei pressi e i rari alberi di tasso si trovavano solo lì. Conoscevamo erbe e fiori di tante qualità, assaggiavamo tutto quello che trovavamo di commestibile: i lupin, i dulcin, le brugnol, le grattacul, i sem dla malva, el fior d'acaccia e altri.

Mugnón

È 'n gran mugnón: è uno musone scontroso e di poche parole.

Mulicca, oncia,  greia

Mulicca, bricciola, forse meno di un'oncia.   Greia è forse di mezzo fra le prime o, genericamente, un po'. M’ n' avet dat quant un’óncia, mettetne gió 'n' antra greia.

Mur

Muro.  Ma certa gent toccaria taccalla só t'el mur : certa gente andrebbe attaccata al muro. Forse come il maiale prima e dopo la macellazione (vedi: ciccol ciccol)

Mutta

Vestito da uomo con giacca e calzoni coordinati  Basta 'na bella gravatta e par 'na mutta nova.

'Nans

Innanzi. Allorquando. Prima.  'Nans ch’è fatt, 'nans ch’se' rivata. 'Nans 'nans, intant incomincia.

Nassichè

Sem gitti via nassicand la testa: beat chi va accident chi resta: siamo andati via scuotendo la testa, scontenti: beato chi se ne va, malasorte a chi resta.

Nebbia folta

Nebbia, nebbia folta folta / Trova le legn per fè la torta /La torta la i ho fatta / Mettla sora ma cla banca / La banca era rotta / Sotta c’era scritt / Ce sta quattre donn da maritt / Una cusc, una taja / Una fa’ capell de paja / Una gussa la curtella / Per furè l’urecchj ma 'l cucch.

Paciott paciott

Buono buono, calmo.

Pal - frasch

Da 'n pal a 'n frasch : da un palo ad un ramoscello verde.  En me gì da 'n pal a 'n frasch:  non fare discorsi a vanvera.

Palotta

Pallottola.  En c’è terra per fè palotta :  non c’è nessun modo per concludere.

Pan de gran

Pane di farina di grano, pane bianco.  Si poteva usare polenta o farina di ghiande, orzo o avena. Se c'è la salut e ‘l pan de gran, sa vò da Dio?.

Pantriscia

Pancia molliccia.

Paraghiottolina

Soprannome affibbiato a una ragazza che nel parlare impuntava leggermente. Da ghiottola :  balbuzie.

Paracul

En te fidè è un paracul da rida, fa sól i su’ interess.

Parturì 

Partorire. A partorì fa un gran mal, quant en li fè pió e credi da murì, nasc.

Passer

Passero. Spara tun tutt i passer :  non perde nessuna occasione.  Sa c'la fam spara anca ti sisìn (scricciolo).

Patat

Alla matina le patat, al giorne le patat, alla sera le patat. Se magna ben sa 'ste patat !

Peccia

Chioccia, oppure orologio o altro marchingegno che funziona male.  Che peccia !  en i lascia mai in pac ma chi burdei: che chioccia ! non lascia vivere in pace i figli; si dice di madre eccessivamente apprensiva.
C'ha ‘na peccia d’urlogg ch’en 'i va mai ben.

Pegg

Peggio.  Hann fatt el diavle e pegg.  È com el mal e pegg : è un disastro

Pepp, Pepin, Pepón

Giuseppe, Giuseppino e Giuseppone.  Per distinguere persone omonime, oltre che adeguare il nome, si aggiungeva il nome di qualche famigliare, del mestiere o della località da cui proveniva o abitava es: Pepin dla Ida, Gvann dla Turdulina, Gino el Sopp, ecc.

Perchè

-Perchè?    -Perchè due en fa tre.

Pessa 

Pezza. Lavoro.  Ce lasci la pessa ma tutti :  tu vai via e noi dobbiamo continuare a lavorare.  Mett’ce ‘na pessa : mettici una pezza (se ne sei capace), cioè ormai è fatta, non puoi farci niente, trova un rimedio.  È sempre vestit d’na pessa :  è sempre vestito uguale, allo stesso modo.

Petrin dla C'sana

- Vo’ set buff ! (risposta): - No, so’ Petrin dla C'sana
- Ve digh che vo’ set buff ! -
(risposta)
:- E vo' sèt un teston, perchè io so' Petrin dla C'sana.

Petriola ( ghiottola)

Imbuto. Balbuzie. Fa le petriole o ghiottole:  è uno che tartaglia nel parlare. Ghiottolón: tartaglione. Ghiottolina: soprannome di una donna urbinate minuta affetta da balbuzie.

Picchiapot

Pasticcio, groviglio. Hann fatt un gran picchiapot, ch' en se capisc pió nient.

Picciè 

Accendere.  Piccia el lum :  accendi il lume.

Piffre, Piffrón

Naso (anche piffero), nasone. Ogni casa c'ha el su' bel camin: ogni casa (bocca) comoda ha il suo grosso camino (pifrón). Detto usato per rassegnarsi di avere un grosso naso.

Pigrissia

Interlocutore: «Pigrissia vo’l brod?» Pigrizia : «Sé».  Interlocutore: «Porta la tassa». Pigizia: «Accidenti el brod e chi el passa».

Pinsa

La pinsa era 'na pagnuttina fatta sa la pulenta, dura dura ch’en se rompeva manca a tiralla t'el mur.

Pinsón

Uomo piuttosto alto, grosso e lento nell'agire.  S’è fatt un pinsón ovvero è diventato grasso e pigro. Dai ! movte pinsón :  dai ! sbrigati tira tardi.

Pliccia

Pelliccia. Pelle grossa e grassa delle galline o anche strato di sporco sulla pelle. C'ha 'na pliccia ch’ toccaria lavall sa la brusca. o scopetta (spazzola).

Ploia

Che ploia, vo’ lascè gì : che noia, la vuoi smettere. 

Gricc

Grinze. Pieghe. C'ha le gricc ma 'l cul : ha le natiche raggrinzite, cioè è uno che non gli va mai bene niente a giudicare da come si lamenta.  Vedrè che quell 'i leva le gricc ma 'l cul : vedrai che quello lo fa ubbidire, gli leva le grinze dalle natiche a suon di sculaccioni.

Porcodó

Detto anche Girometta, era lo spazzino. Per pulire strade e vicoli usava la granata de bruscol o scopa di pungitopo.  Porcodó tornava a casa con un fascio di pungitopo che gli passava il comune, sceglieva i rami più adatti e, ogni dieci quindici giorni, faceva una granata nuova.

Prescia

Fretta. I' en c' ho nisciuna prescia :  io non ho alcuna premura.
Ansi ch’ha fnit per 'na prescia
= anzi che ha finito per adesso.

Press de cost

Prezzo di costo. T' l’ho datt per el press de cost :  te l’ho detta per come me l’hanno raccontata.

Visita del prét

Ha fatt la visita del prét : si diceva di chi veniva a trovarti e si fermava pochissimo, come il sacerdote quando a Pasqua passa a benedire le abitazioni.

Prét (e la monnica)

Telaio in legno, a forma di doppia ogiva, una volta, in assenza di riscaldamento, usato per tener sollevate le coltri e riscaldare il letto con brace posta su un tipico recipiente di coccio (mònnica). Gì a lett sa 'l prét: andare a dormire con il letto riscaldato.

Psin psant o sim sant

Semi santi, zuccherini in granelli colorati, usati per decorare le torte, che compravamo con poche lire quando non ci bastavano i soldi per le caramelle.

Pulè

 Pollaio. È pulit com el baston del pulè: si diceva di qualcuno molto sporco.

Pulischè o fè le pulisch

Inizia a nevicare. Fa qualche fiocco. Sa fa le pulische? : comincia a nevicare? Se t’un 'sti scalin en ce mett’ne un pò de segatura se casca a rugulón.  Sa 'sta galaverna se sguilla da matt. Sguilla : scivola.

Puntel de spilla

Una punta di spillo. Un nonnulla. En mov un puntell de spilla è come dì ch’en mov ‘na paia :  non muove la punta di uno spillo, come dire che non muove una paglia.

Quant ?

«Quant ?» Risposta spazientita: «Eeeh chisà quant? quant el lupp metteva i guant».  Quant  in dialetto urbinate viene usato indifferentemente come "quanto" o "quando"

Quattrocchj

Occhialuto. Quattrocchj e ‘na vetrina : quattrocchi e una vetrina (bocca), modo per bistrattare chi portava gli occhiali da vista. Bislocchj o bislocchia si diceva di chi aveva gli occhi storti.

Rafacan

Arraffatore spietato, truffatore. Rafacan de prima riga : truffatore di prima  specie.

Rafaell, Rafailin, Rafailon

Raffaello, Raffaellino, Raffaellone.

Raganaccia

Ancora oggi il riferimento è sempre: Dop el mercatal, Tra d' lé,  poch dop’ o na mulicca prima la casa dla Raganaccia, anche se lei “è da chel dì ch’en c’è pió”.

Raganella

Respiro catarroso. Ila. Sent che raganella, che bolza! Te c’è schersi, se fa prest a gì de là.

Ragg

Par un ragg matt si dice di persona sventata, frettolosa e inconcludente.

Raghin o raghne

Ramarro. Lucertola.  S’incanta com un raghinAvem fatt la pansa com i raghne : abbiamo mangiato poco.

Rass tla luna

 

«Avet sentit nonn? hann mandat un rass tla luna !» Il nonno meravigliato risponde: « Com un rass tla luna? e dop’ cum han fatt ? L’hann fatt arnì gió ?  È arnut vive ?». Sicuramente il nonno pensava ad un uccellino: rass.

Rebellant

El Rebellant era sempre in giro per la campagna, dormiva nelle stalle e viveva di quel poco che riusciva a racimolare. Calmo nel parlare e nel muoversi con voce da basso si lamentava perché gli davano le uova, ma non i soldi, diceva: I óv sé, mo i sold enn i dann.  Una volta dopo aver bevuto all’osteria, uscendo disse: “segnat”. L'oste: -Mo maché en se segna- “Allora c’avet la memoria bóna”.   In quegli anni se giva a fè la spesa a cricca, c’avevam un librett per segnè.  Ogni giorno nel libretto, (piccolo quaderno), il negoziante segnava la cifra della spesa, alla fine del mese bisognava saldare il conto. Se rimaneva il debito non ti davano più niente, così quando non si riusciva a pagare in contanti si facevano le cambiali.

Renga

Aringa sotto sale. E' com 'na renga : si dice di persona molto magra e priva di forme.

Ricco

Enrico. Io e te, Ricco, sem brutti.

Rimbuschè

Cercare, rovistare, mettere a posto, trovare da fare tante cose tutte dentro casa. C'ha sempre da rimbuschè :  ha sempre da fare qualcosa. Deriva da rimboscare che era un insieme di cose da fare continuamente per mantenere in buono stato le zone delle nostre montagne appenniniche.

Rottacerquelle o stroppacerquelle

Ha cors a rottacerquelle : ha corso a più non posso; corsa furibonda in discesa da abbattere tutte le pianticelle calpestate. Ha piovut a stroppacerquelle :  è piovuto a dirotto da sbrancare gli alberi

Rugnè o rugnì

Mugugnare. Da rufolare o grufolare del maiale. Sa rugni sempre.

Rustich

Rustico. Ultimo, un postino che amava girare pei i torrenti e boschi in cerca di cibi rustici, che poi cuoceva e consumava all'aria aperta..  El rustich, la moj del Rustich, i fiol del Rustich, l’Anna del Rustich.

Rutella 

Rotella.  Ingranaggio.  Parte di cervello.  En c’ hann tutt le rutelle a post, el pió san de cla famiglia parla da per ló.

Ruzz

Rozzo.  Ruzz com un spin.: rustico come uno spino.  Me fè ruzz :  mi dai fastidio.

Sactón

Persona vestita con calzoni larghi, di forma sgraziata come un sacco. Par un sactóna, minga c'ha nisciuna grasia t'el vestiss ! :  sembra un grosso sacco, non ha alcuna grazia nel vestirsi.

San Rocch

Me pari san Rocch, / ‘na scarpa e ‘n socch.

Sappa

Ingnorant com 'na sappa :  ignorante come una zappa. Senza scampo: «El pió d'le volt i purett èn ignorant come le sapp » - «Mej dachsé, almen en soffren».

Sartóra

Capo sarta. Se' te la sartóra, saprè mei cum tocca fè. È detto in modo scherzoso, riferendosi a un lavoro di cucito da fare, come dire: decidi tu che sei esperta e sai meglio come fare.

Sbranghè o spranghè

Rappezzare una pignatta di terracotta con colla cementizia e punti di fili di ferro, detto appunto sbranga. Erano opere di ingegno e di pazienza eseguite da artigiani particolari chiamati: sbranghin o spranghin. En avé paura, spess le pignatte sbrangat duren de pió de c'le nove : non aver paura, spesso le pignatte rabberciate durano più delle sane. Si dice per incoraggiare uno cagionevole di salute. Così, il nomignolo "Sbranghin " veniva affibbiato a persone minute, deboli o malaticcie oltre che all'artigiano che riparava vasi, orci e tegami di terracotta mediante filo di ferro.

Sbreghè

Strappare malamente.  Spaccare da cima a fondo, come i tronchi per ottenerne le breghe. 'N accident te sbrega.

Scalanch

Sobbalzo tipico dei mezzi a ruote su strada dissestata.  'Na strada propi brutta, sent machè è tutt scalanch.

Scannè

Sgozzare. 'Sa urli, par ch' scannen el baghin.

Scarogna

Scalogna, sfortuna. Che scarogna, me mancava sol che questa adess! De quel ch’en se vria c’è pien el piatt.  C'ha la scarogna tacata mal cul : c'ha la scalogna che lo segue ovunque (attaccata al sedere), sfortunatissimo.

Scarpetta

Ogni gir una scarpetta / accident ma te e la Betta.

Scarpign

Erba selvatica o di campagna un pò spinosa, ma buona da cuocere.  Par un scarpign si dice di persona con capelli disordinati o anche per la scelta del modo di vestirsi un pò trascurato. Scapción : spettinato, con i capelli lunghi. S'cifaritt  o s'ciufaritt :: spettinato, con i capelli in disordine come appena sveglio.

Scassat 

Scassato. Scavo profondo su terreno pietroso per rendere fertile il terreno. Un lavor com un scassat:  un gran brutto lavoro.

Scentin, Scento

Crescentino

Sciacquatò

Acquaio. Ste brod è bon da buttè t'el sciacquató:  questo brodo è solo da buttare nel lavandino della cucina.

Scialatin

Uomo dalla voce leggermente rauca e femminile.  El scialatin era il nomignolo di Duilio noto portiere dell'Albergo Italia, il più vetusto di Urbino.

Sciavarata

Grossa bastonata o colpo.  Te daggh ‘na sciavarata t'la schina.

Sclamasión

Esclamazione affermativa: Sé, i coión del birr.
Esclamazione diniegativa:  
Sé, i coión dla vitella.

Sclami sa le fest

Eslamazioni e calorite accoglienze.  Cum ste ?  t' chiapassa un colp !  Oppure:-Mo va a muri scanat, valà !  e anche: Oh ! ancora en se morte ?-  Erano modi calorosi di interloquire  tra conoscenti, un modo brusco-scherzoso per manifestare una certa contentezza nel rivedersi dopo un po' di tempo. Ancora oggi noi urbinati non ci lasciamo trasportare da grandi manifestazioni di giubilo e d’affetto, ma è solo un’indifferenza apparente, in verità c’è molto calore umano e sensibilità nei cuori, si capisce soprattutto dai gesti quotidiani e forse bisogna saperlo leggere negli occhi dei pochi veri urbinati rimasti.

Scojonat 

Sempre scoionat :  sempre di umore nero cupo, scontroso.

Scucchia

C'ha ‘na scucchia:  ha un mento (barbuss) molto pronunciato. Detto a persone arcigne.

ScurcScureggiell

Fatt’ sa 'l scurcell, par tajat sa 'l scurcell : fatto con l'accetta, tagliato con l'accetta.  Detto a persona grezza di fattezze e/o d'animo..

Scureggia

Peto. Scorreggia. Sent che scureggia, me sa ch c’è 'l lavor per la lavandara

Sdrassè 

Dirazzare. Degenerare. Tralignare. Toccaria sdrasalla, mo en i se fa.

Seccia

Stoppie. Fè la ristoppia : ripiantare nello stesso campo la messe dell’anno precedente.

Sepolcre

Gim a fè i sepólcre: usato non solo per le visite di devozione del giovedì di Pasqua, ma anche per l'andare a bere da un’osteria all’altra.

Sgagnolè

Pianto lamentoso.  Pianto come un miagolio.  Oste! el sgagnolava, l’avevi da sentì.

Sguinc

Striscio.  Di traverso: de sguinc.  'I ha scaiat un sass che s’el chiappa l’amassa, 'i ha fatt un sguinc ! :  gli ha tirato un sasso che se lo colpisce l’ammazza, l’ha sfiorato.

Sia 

Zia. Croste di sporcizia sulla pelle, in particolare su ginocchi, gomiti e collo.  C'ha ‘na sia che quand se lava fa i sfregol o manfrugol :  ha una sporcizia ... C'ha ‘na sia che’n arvien cristian : è così sporco che non ritorna pulito.

Singhioss

Singhioss singhioss / la rana t'el poss / la rana t'el fich /el singhioss è sparit.

Sinonca

Altrimenti.

Sisin 

Scricciolo o uccellino piccolissimo con le penne grigioverdi.  C'ha na vista bona ch’ved un sisin t'la Csana :  ha una vista così buona che vede uno scricciolo sulla Cesana.

Sleppa, lecca, cinquinon:

'I ha dat ‘na sleppa:  gli ha dato una gran sberla, o anche: 'na lècca o un gran cinquinón, che è sempre un grosso schiaffo.   C'ha du’ sessol de man !  Se te dà na sleppa te stend :  ha due mani grandi come sessole !  Se ti dà uno schiaffo ti stende. C'ha 'na sleppa de pied ! : ha piedi molto grandi.

Smejè, smejansa

Assomigliare., assomiglianza.  Anche: asmejè, asmejansa con "a" semimuta. C’asmeien : ci assomigliano. Sa c'le ganasc a spindulón, el can asmeja ma 'l su’ padrón : con quelle guance a penzoloni il cane assomiglia al suo padrone.

Spaliè, spajè, sparpajè, spalej, spalerc 

Spagliare.  Togliere la paglia da o guastare  un pagliaio (detto, pajè ).  Sparpagliare.  L’ha spaliat dimpertutt :  l’ha sparso dappertutto. Ha fatt un spalej :  ha fatto una confusione. Spalerc :  sparpagliamento disastroso come una automobile che finisce in piena corsa in mezzo ad una folla.

Spisciarlè

M’ha spisciarlat tutt per terra :   mi è sgocciolato tutto in terra.

Sposalizi

Mio nonno, la domenica, quando era invitato a mangiare a casa di qualche parente commentava sempre allo stesso modo: Quest en è un pranz,  è un sposalizi.

Spuntichión

Qualcosa che sporge e punge o da fastidio es: barba che ricresce, penne rimaste radicate nella pelle dei polli da cuocere, terreno con erba secca tagliata. La seccia sa tutt chi spuntichión raspava tutt le gamb. Le donne, generalmente, non osavano neanche pensare di potersi mettere i Pantaloni: Sarè matt, me metterò i calson?  Solo le più “sfrontate” per mietere o per altre rare occasioni, indossavano calzoni che prendevano in prestito da qualche uomo di casa.

Squart, sfulgre

Urlata. Sfuriata. 'I ha fatt un squart ch’ la mess subit in riga.  En c’è tutt sigur, ogni tant fa certi sfulgre per sensa nient.

Staccia

Setaccio. Chi vol che l’amicisia se mantenga / com la staccia ha da fè, una volta vagga e l'altra venga : chi vuole che l'amicizia duri, deve fare come il setaccio che va e torna indietro.

Stanga, cavallona, gambrigliona

Ragazza alta con le gambe lunghe e poco aggraziate. 'Na stanga ch’en fnisc pió o 'na spilungona, sempre riferito a persona alta.

Stifon o Stifón

vendeva le stiff da cima Santa Lucia, era un punto di riferimento per chi veniva da fuori porta sia per le ultime nuove sia per lasciare cose da passare a riprendere o da consegnare ad altri.  Stifon era, prima di tutto mastro carraio, faceva birocci, botti e mastelle, specialista in ruote di legno per carri e birocci, l'unico in Urbino fino agli anni '50. Poi avanti si è ridotto a fabbricare solo le gabbie per volatili, stiff, perchè ormai con i nuovi mezzi di locomozione a motore a scoppio il suo mestiere non era più richiesto.

Stila

Sottile. Slanciata. Gamba stila si dice a chi ha le gambe molto magre.

Stimass 

Stimarsi. Compiacersi.  Se stima tutta : si guarda compiaciuta. Vedi com se stima, 'i par da essa bella! È tutta impeperitta da rida.

Stracch, Stracca 

Stracch svlenitt :  stanchissimo. Stanca.  Quant ho pensat per me, so’ stracca e sudata.

Straciar

Lo straccivendolo che passava nelle strade urlando: - Ié stracc donneeee -. Oltre gli stracci prendeva a pochissimo prezzo qualsiasi roba vecchia, anche la pell di cunill.  Il coniglio si comprava vivo, come tutto il pollame in genere.  Dopo averlo stordito con un pugno sulla nuca si scannava e poi, con precisione e competenza, si tirava giù la pelle senza romperla e la si faceva essiccare appesa al rovescio con della paglia dentro, poi si vendeva allo straccivendolo. La pell era di burdei, con il ricavato compravamo il gelato o le golia che costavano una lira l’una.

Strampalat

Strambo. È tutt strampalat, en tocca creda ma quel ch’ dic : è così strano che non si deve credere a quello che racconta.  Se stè a sentì ma chel stampalat,  en te se fa mai giorne.

Strigiol, Strigiulin

Magro, magrissimo. E' un strigiulin, tutt penn e voc com un cucch: è magrissimo, tutto penne e voce come il cucco

Stroppia

Storpia. Vò aiutè a fè qualcò? Tant en se’ minga stroppia : vuoi aiutare a fare qualcosa? Tanto non sei mica storpia.

Stroventa

Scaraventa.

Suppa

Zuppa. Inzuppata.  È bagnata suppa, me niva gió un raghinell de sudór t'la schiena.

Surchión o sorchión

Sorcione, talpa, misantropo. Detto di una persona antipatica che non saluta e non parla quasi mai con nessuno.  È un gran surchión, en parla né per la bocca nè per el cul. Che birr !

Svansica

Vanitosa. C’è da fè la svansica tant è blina? Mo valà! Fa rida ma i sass. È vist la smena el cul? Guarda cum mov el bracc? Par semina. Se dà n’aria, chisà chi cred da essa:  si dà un’aria, chissà chi crede di essere.  Donna che smena l’anca, s' en è putana poch ce manca : donna che dondola il sedere, se non è puttana poco ci manca.

Svelt

Svelt com’ un can legat : poco svelto.  Svelt com la polvra: svelto come la polvere, ragazzino molto sveglio, veloce nell’apprendere.  Svelt com ‘na palla de schiopp: poteva avere senso positivo o negativo, dipendeva dal tono e dalla situazione. Schiopp in questo caso è il fucile.

Tacchi

Il più tonto che si ricordi. E' pió incantat de Tacchi.

Tajulin 

Tagliolini, maccheroncini sottilissimi di pasta all'uovo.  Dura quant 'na cotta de taiulin.: durata effimera.  I taiulin ovvero i tagliolini, come tutte le paste fatte in casa, si buttano in molta acqua bollente, in un momento ritornano a galla e sono cotti.

Tant ... gió

Per dar risalto ad una convinzione obiettivamente da approvare.  Te par, prò? tant,  gió, en è na robba fatta giusta :  ti sembra una cosa giusta?

Tars

Incrostazione. Tartaro. C'ha i dent gialli per el tars.  El tars dle bott.

Tavlon

Una donna ch' par un tavlón da ott :  una donna rozza e greve che sembra un tavolone spesso otto centimetri.

Testa

Usata come modo di pensare e ragionare: comprendomio.  C'ha ‘na testa ch’en la rod manca un sorc.

Tigna

Bizza. Rabbia. Tarma.  Sta maia è tutta tignata :  questa maglia è tutta bucata dalle tarme.  Fa le tign com un burdell pcin, purtin vo la ciuccia? :  fa i capricci come un bambino piccolo, poverino vuoi il ciuccio?.  C'ha la tigna in t'i budej : ha la rabbia nell'intestino, cioè profonda o congenita.

Ton 

Tuono. È sentit che ton? Che tanacca !  me sa ch’ha da essa cascat poch distant. Ai bambini si diceva: Senti com tona? È ‘l diavol ch’arugola la moj per i scalin.

Topaceca

"Stav ma le Conc, er ancora un bordlacc e quant arniv dal lavor d'la fornac dovev gì a taiè l’erba ma i cunill ":  ero ancora un ragazzino e quando tornavo dal lavoro della fornace dovevo andare a tagliare l’erba per i conigli.

Tossa 

Trist

Ugna

Usc

Va là ch’en casca all’avanti

Vanga, sappa, acqua

Vecchiaia

Vecchj

Vegghia

Viddica

Vlut

Voja

Vrecchion (svrecchion)

Zagobello o Zagubello

Zitlona

 

Tosse.  Tossire. En el voj manca pió sentì a tossa :  non lo voglio ascoltare neanche a tossire.

Trista impestata : molto cattiva.

Unghia. I ugn, plurale. Giorgio, molto timido con le ragazze, a una festa da ballo finalmente decide di attaccare discorso con la bella che gli sta vicino facendole il seguente complimento: Che begli ugni signorina. Il fatto risale a quasi cinquantanni fa, ma il ricordo ancora diverte molto. Me se spicciat un ogna : mi si è staccato o rivoltato una unghia.

Uscio. Porta. Secca o secch com un usc: molto magra o magro, come una porta.

ossia non ha fretta di arrivare.
È cascata all'avanti :  si dice di una ragazza rinasta inaspettatamente incinta.

Chi la vanga - chi la sappa - (chi usa la vanga, chi usa la zappa) el più coión - careggia l’acqua   (quello più tonto va a prendere l'acqua alla fonte).

Ormai sem da 'sta part, cl'atra part en arvien ótra :cioè gli anni passati non tornano. A una certa età quel ch’è prés è prés o quel ch’è vutt è vutt.

Vecchj èn i pagn, io so’ ansiana : vecchi si dice ai panni, io sono solo anziana.

Veglia.  En magn i cidron, m'arvenghen alla vegghia :   non mangio i cetrioli, mi rinfacciano

 Vimini che diversamente dai vinchi venivano sbucciati e fatti seccare al sole e diventavano bianchi, servivano per fare i canestri.

Voluto (participio passato di volere) oppure velluto.  C’aveva 'na bella giacca de vlut. 'I  c'è vlut un bel pestin per capilla :  gli c'è voluto molto per capirla.

Voglia. Macchia sulla pelle. C'ha na voja t'la schiena o C'ho 'na voja de g'lat. Avoja :certo. Se, avoja : sì, certamente.

Grandi orecchi.  Vrecchion o fnocchj :  omosessuale.

Artigiano, lattoniere. Il sabato, girava in piazza per vendere lumi a petrolio di sua produzione e il “Barbanera” lunario utile per le previsioni del tempo e soprattutto per la semina, il raccolto e tutti i lavori agricoli sempre basati sulle fasi della luna. Guarda un po’ quant arfà la luna? Ch’ho da tramutè el vin.  C’è Zagobello? -En se chiama Zagobello, se chiama Alfredo, rispondeva la figlia che oggi conoscono tutti come la Zagubella.  Sono pochi gli artigiani rimasti en convien, per 'sti mestier se lavora tropp e se guadagna poch, el falegnam, el fabbre, el stagnin, quell faceva le cole, quella ch’ arsgarzava le sedie e così via erano tanti, poi c’era chi si adattava a fare di tutto. Te chiamle quant è bsogn che ló fa tutt: stura i lavandin, pulisc le stuff, el camin, gambia i fil d'la luc, è un brav t’arcommoda 'nicò.

Zitella anziana.  Donna sola, poco socievole. 'Na signorina antica

 

 

 

 

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VI° Concorso 2004
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