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Attilio  Fini

POESIE IN DIALETTO & INDAGINI DI COSTUME

 

Un avvenimento di piazza

 

Da qui al più vicino chi tocca il muro o le palline non tira più

Questa moda consisteva nel tirare da una distanza data verso le palline, stando però attenti a non toccare il muro, pena l'eliminazione dal gioco. Bisognava quindi rischiare il più possibile perché chi si avvicinava di più alle palline aveva il vantaggio di tirare per primo.

N.B. Ebbe questa moda un notevole successo in tutti i quartieri della città, e siccome per la sua difficoltà presupponeva una notevole, coordinazione motoria (velocità da imprimere, forza ecc.) segno questo che i bambini cercavano di migliorarsi per raggiungere obiettivi sempre più elevati

Un avvenimento di piazza

Era una bellissima giornata, avevamo posizionato a pentagono 25 palline; eravamo quasi al limite, tutti i giocatori erano attenti e concentrati, nelle mode e nei tiri da affrontare. Improvvisamente un vocio proveniente da via Veneto ci distrasse tutti; interrompemmo il gioco, per soddisfare la nostra curiosità, per capire ciò che poteva essere successo da far discutere così, animatamente gruppi di giovani e di adulti. Vi era chiaramente un conflitto fra due generazioni. Si affrontavano infatti gridando in posizioni contrapposte, giovani di 16-17 anni ed adulti di età diverse. L'animazione nella discussione era giustificata dall'avvenimento eccezionale, quelli che lasciano segni profondi, che solo la storia può far meglio comprendere.

Si trattava dell'invasione Sovietica in Ungheria.

Le parole dei giovani erano per noi incomprensibili, ma da come venivano pronunciate, tradivano una voglia di novità e di cambiamento: "basta con lo stalinismo, troppi morti nascosti da falsi ideali, libertà per l'Ungheria". Gli adulti molto più numerosi, e quasi tutti ex combattenti della guerra di liberazione, avevano assunto un atteggiamento di difesa alquanto imbarazzato, e qualcuno gridava: "Smettetela, alla vostra età non potete capire, tutto è a posto, si difende la povera gente da sfruttatori e provocatori al soldo del capitalismo infame, vale la pena di sacrificare qualche vita, per difendere milioni di lavoratori; questo è il vero significato dell'intervento dei Sovietici".

La Russia era comunque stata sempre motivo di discussioni tra gli uomini del vicolo, (a maggioranza simpatizzanti del partito comunista), e le donne, molto più legate alla chiesa.

Ricordo che a scuola, Massimo figlio di due noti comunisti locali, non nascondeva, così piccolo le sue idee, e si vantava di non essere stato battezzato. Per noi compagni era una sorta di diavoletto, vi era comunque una generale simpatia per la sua decisione, era infatti rispettato da tutti, e scelto molto spesso come compagno ideale di gioco.

Quando le accese discussioni si placarono, tornammo al nostro tranquillo gioco, toccati però, non poco dalla convinzione con cui quei giovani esprimevano le loro idee.

Posizionammo di nuovo le palline colorate, rosse, blu, verdi, il colore nel gioco non era importante, come la posizione o il numero delle palline. Comprendemmo con il tempo, che il colore era un requisito fondamentale, una chiave d'accesso, che condizionerà in maniera determinante il futuro di ogni individuo.