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Attilio  Fini

POESIE IN DIALETTO & INDAGINI DI COSTUME

 

Lavori e lavoretti per recupero fondi

Costo delle palline

Negozio: n. 2 palline Lire 10

Mercato libero: n. 4 palline Lire 10

 

Premesso che in famiglia nessuno o quasi riusciva a recuperare dei soldi, rimaneva la via dei piccoli lavori. La. forma di guadagno pił remunerativa ed anche pił comoda era quella di presentarsi a fare la "posa" nel prestigioso Istituto Statale d'Arte o Scuola del Libro. Si trattava infatti di posare per gli allievi dell'istituto d'arte nelle ore di disegno dal vero, all'interno delle austere sale del palazzo ducale utilizzate ancora oggi dalla scuola.

Quando terminavano le palline e mancavano i soldi per acquistarle, ci .si spostava velocemente dalla volta delle grotte, sede del gioco, fino di fronte al grande portone della scuola, sito nella stessa piazza Duca Federico. Si aspettava pazientemente che il bidello uscisse dalla sottoporta del grande portone. Solitamente l'incaricato si presentava, con le mani ai fianchi e lo sguardo rivolto in alto, incutendo in tutti noi un certo timore, svolgeva poi il delicato, compito della scelta, controllando le fattezze dei nostri visi, come un consumato regista cinematografico. Tutti noi bambini, assumevamo .atteggiamenti semplici e ordinati, sottoponendoci alla scelta con un sentimento misto di paura e di emozione. Dopotutto il servizio valeva dalle 250 alle 300 lire per circa tre ore di lavoro, questa cifra equivaleva ad una sicurezza economica per l'acquisto delle palline per circa due mesi.

Altri modi per. reperire fondi, consistevano nel fare piccoli servizi agli adulti, ma con una rendita assai scarsa, dalle 10 alle 20 lire. Vi era inoltre il commercio dei materiali ferrosi (rame, alluminio, ferro).

Non so per quanto tempo abbiamo progettato di sfilare quei lunghissimi fili di rame che a distanze regolari scendono dal tetto del palazzo ducale, fino a terra, per tutto il perimetro, trattavasi dei fili dei parafulmini che proteggevano il palazzo. Chissą quanti chilogrammi potevano pesare, e si fantasticava sul favoloso guadagno che si poteva ottenere a 70 lire il kg. In realtą subentrava in tutti noi un inconscio senso di responsabilitą, verso la salvaguardia del meraviglioso palazzo tanto amato da tutti gli urbinati. Purtroppo qualche tempo pił tardi alcuni ragazzi meno responsabili di noi, misero positivamente in atto il piano di asportazione dei fili di rame, attirandosi le sdegnate proteste di numerosi cittadini.

Infine il commercio delle pelli di coniglio con lo straccivendolo, che passava a giorni alterni nel vicolo alla stessa ora, rendeva dalle 30 alle 50 lire. Le pelli bianche erano le pił pregiate, noi bambini infatti invitavamo le mamme ad acquistare conigli con pelli di quel colore. Ci prestavamo inoltre a tenere i conigli per le zampe dopo che le donne gli avevano anestetizzati con una tremenda botta in testa, prima di sgozzarli con un appuntito coltello. Come ricompensa ricevevamo le pelli, le quali venivano riempite di carta per l'essiccamento e la successiva vendita. L'ultima difficoltą era rappresentata dal brutto carattere dello straccivendolo. Quando infatti gli affari non gli erano andati secondo le sue previsioni, indirizzava le sue ire in due direzioni; verso noi bambini, pagandoci meno del dovuto le pelli essiccate, e, verso le donne del vicolo, gridando non con la solita frase di rito "straaaaccidonneee" ma con la pił colorita "stracc d' vecch putan donneee !!!".