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Attilio  Fini

POESIE IN DIALETTO & INDAGINI DI COSTUME

 

Pancotto

Piccoli conoscitori della storia e dell'arte

 

Numero minimo di palline per accedere al gioco

a)  due o più palline

b)  una pallina a condizione che un giocatore ne prestasse generosamente una a chi. non ne era in possesso

Eccezione a questa regola era il "pancotto", che si poteva giocare con una sola pallina.

 

Pancotto

Il gioco si svolgeva intorno ad una buca fatta sul terreno; la quale doveva essere difesa, perché ogni volta che si centrava si guadagnavano tre punti, ma contemporaneamente si doveva fare attenzione a non farsi colpire dalla pallina dell'avversario, perché si guadagnavano altri tre punti. La sequenza del punteggio fino al pancotto era la seguente:

"tre, sei, nove, dodici, quindici, diciotto e pancotto!"

 

Piccoli conoscitori della storia e dell'arte

La difficoltà più grande del "pancotto" era quella di reperire la buca, essendo la pavimentazione del centro storico, fatta di pietre e mattoni. Si lavorò molto per ottenere un buco nella congiunzione tra una pietra e, l'altra, suscitando le ire di "Ciccio" sacrestano-custode della chiesa del duomo e delle grotte della chiesa stessa, il quale ci accusava di invadere lo spazio che frequentemente percorreva con il suo pesante mazzo di chiavi. Accompagnava infatti gruppi di turisti alla visita della "cripten" (cripta del duomo) così la chiamava lui, perché essendo i visitatori prevalentemente di lingua tedesca aveva uniformato per tutti il termine.

II turismo non era molto sfruttato dal punto di vista economico, dai vari operatori della città. Chi ne traeva qualche vantaggio era il signor Paolucci, scrupoloso parcheggiatore di Piazza Duca Federico, il quale si assicurava la percentuale sulle 30 lire di pedaggio che ogni proprietario di auto gli versava. Non di rado operavano piccoli ciceroni abusivi, facilmente riconoscibili a causa del loro modesto abbigliamento in mezzo a gruppi di turisti. Accompagnavano i visitatori nei punti più interessanti e suggestivi della città, spiegando a tutti indipendentemente dalla nazionalità, in una lingua vicino all'esperanto, storia e personaggi della città ducale.

Mio fratello era considerato uno dei ciceroni più preparati (aveva 12 anni). Un giorno facendo da guida a due turisti americani, fu ricompensato con la bella cifra di lire 10.000, una vera enormità. Da quel giorno fu considerato una specie di bambino prodigio, tanto da essere preso ad esempio dalle mamme degli altri bambini del rione. Un altro cicerone di nome Congiu alla fine del giro turistico aveva l'abitudine di portare i visitatori alla balaustra sita al pian del monte, dalla quale faceva ammirare la bellissima panoramica dell'alto Montefeltro, compreso il monte Titano con le sue tre suggestive punte. Il cicerone Congiu capitò con un gruppo di turisti in un giorno caldo-umido, ciò impediva la precisa visione del panorama, così dovette giustificarsi con il gruppo:

"San Marinò

Non si vedò nò

Perché caliginò "

La simpatia dei turisti verso questi piccoli conoscitori della storia e dell'arte, era dimostrata dalle numerose fotografie che essi ricevevano dai loro "clienti" e che mostravano pubblicamente con orgoglio.