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Attilio  Fini

POESIE IN DIALETTO & INDAGINI DI COSTUME

 

Una saldatura non molto resistente

 

"Da maché de squiss da bass, al più vicin chi le fa le chiappa e artira"

Traduzione

"Da qui di 'squiss' accovacciati, cercando di piazzare la pallina più vicina possibile a quelle da colpire, anche se colpite si aveva il diritto di ritirare ".

Una saldatura non molto resistente

Per applicare questa "moda" nel gioco bisognava aver acquisito un livello abbastanza elevato, per riuscire a colpire le palline direttamente e rimanere il più vicino possibile per avere il diritto a ritirare (artira).

In questo gioco il meno bravo era Nanni, nonostante tanti sforzi, non riusciva mai a combinare niente di buono. Ma lui non si poneva il problema di qualche brutta figura al gioco delle palline, perché essendo di famiglia benestante, aveva molte alternative.

Quando usciva di casa con la sua bicicletta rossa, gli eravamo tutti attorno, e di corsa lo seguivamo da piazza Duca Federico fino attorno all'obelisco egiziano di fronte alla chiesa di San Domenico. La nostra speranza era quella di riuscire a rimediare un giretto in bicicletta, ed assaporare quindi la sensazione di utilizzare almeno per una volta un vero mezzo di trasporto. Per ovviare a questa carenza tutti noi bambini seguivamo con attenzione i più grandi, i quali erano specializzati nella costruzione di monopattini e "biroccini", che sostituivano biciclette e automobiline. I materiali di costruzione erano costituiti da assi di legno, rimediate in qualche cantiere, cassette per imballaggi e cuscinetti metallici, che fungevano da ruote, producendo un assordante rumore nelle numerose pendenze dei vicoli e delle vie, che venivano adeguatamente sfruttate.

Mio babbo che lavorava nella carovana facchini, durante un trasloco aveva rimediato un vecchio triciclo spezzato in due, bisognava quindi trovare il modo di aggiustarlo saldando bene le due parti. Pensai di rivolgermi a Nanni per farmi accompagnare con la sua bicicletta dal fabbro Meli, che aveva il proprio laboratorio a Borgo Mercatale, e precisamente nell'angolo formato dalla base del teatro Sanzio e le mura della Data (attuale entrata della rampa di Francesco di Giorgio Martini).

II fabbro era oberato di lavoro, e impiegò quasi 10 giorni per effettuare la saldatura.

Quando andai a ritirare il triciclo rimasi impressionato dai tantissimi oggetti che arredavano in modo involontario il laboratorio; ricordo bellissime cancellate, battenti per portoni d'ingresso, piccoli oggetti per l'uso quotidiano, opere d'arte che oggi troviamo nei numerosissimi mercatini dell'antiquariato.

Sfruttai quel triciclo, pedalando continuamente nei vicoli e nelle piazzette, finché la saldatura cedette di nuovo, fu questa purtroppo una rottura definitiva.

Mi rassegnai, contento di aver gestito seppur per un breve periodo, un vero mezzo di trasporto tutto per me.