Servono 40 mila euro per mettere in sicurezza il monumento e aprirlo al  pubblico

I lavori sono a carico del Comune la gestione sarà affidata poi all'Ami Servizi

 

Restaurata dieci anni fa ma poi abbandonata

La rocca Albornoz è inespugnabile

Il Comune assicura che l'apertura è in programma per il 2008

 

LISA BARACCHI

 

Ma le chiavi sono andate perdute? Nessuno sembra averle e la fortezza Albornoz è chiusa da dieci anni, quasi dimenticata. I suoi bastioni svettano sopra Urbino, il parco della Resistenza ospita molte manifestazione cittadine, dai tornei cavallereschi della festa del Duca alle esibizioni di gruppi musicali, ma il portone resta sprangato. "Non per molto -ha assicurato Lino Mechelli, assessore ai lavori pubblici del Comune - la sua apertura è in programma per il 2008. Servono 40 mila euro per la messa in sicurezza della struttura, il finanziamento deve essere approvato dal consiglio ai primi di marzo. All'interno della fortezza sono stati fatti degli scavi e ancora i camminamenti interni devono essere sistemati, servono delle ringhiere: la rocca così com'è non può essere proprio visitata". Il manufatto di interesse storico-artistico, secondo la tradizione, fu costruito per volere di Gil Alvarez Carrillo de Albornoz, chiamato anche Egidio Albornoz, che era cardinale e condottiero e apparteneva alla famiglia degli Aragona. Nel 1353 ricevette l'incarico da papa Innocenzo IV di riconquistare i territori dello Stato pontificio, compreso il Ducato dei Montefeltro. La costruzione della rocca risale a quel periodo ma fu danneggiata molte volte nel corso dei secoli: durante l'invasione del Ducato da parte di Cesare Borgia, il Valentino, ma anche per ordine di uno dei Montefeltro, Guidubaldo II nel 1573 quando il duca dovette far fronte alla ribellione deeli urbinati oppressi dalle tasse.

La fortezza servì nel Seicento ai padri carmelitani. Nell'Ottocento era un orfanotrofio femminile ed è diventata proprietà dello Stato nel 1965. Il Ministero per i beni culturali e ambientali si è preso cura della fortézza Albornoz nei primi anni '80. "I lavori di restauro - spiega Biagio De Martinis della Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici delle Marche, che era responsabile del cantiere - sono iniziati a metà degli anni '80 e sono continuati fino alla metà degli anni '90. Nel terrapieno è stata scoperta una seconda cinta muraria più interna e sono venuti alla luce molti reperti archeologici". Gli scavi sono stati seguiti da Mario Luni e Anna Lia Ermeti, professori dell'Istituto di archeologia dell'Università di Urbino: "Dopo i lavori - ha raccontato Ermeti - è stata allestita una piccola mostra in una stanza sulla destra, subito dopo l'entrata. Erano esposti tutti i reperti ritrovati, poi sono stati riposti in delle casse. Sono ancora là, credo, insieme agli scorpioni. La pubblicazione degli scavi non è stata fatta, la colpa è della burocrazia". I materiali ritrovati sono maioliche arcaiche, ceramiche invetriate e metalli di epoca romana o rinascimentale: tegami, boccali, finimenti per cavalli e lucerne.

L'inaugurazione della fortezza restaurata è stata il 25 novem-brel997. Lucia Ciampi, consigliere comunale dell'Udc, ha seguito per qualche tempo da vicino le vicende della rocca. Ha raccontato che nel maggio 2000 De Martinis consegnò le chiavi all'ufficio del territorio che amministra i beni demaniali e dopo pochi giorni l'ufficio scrisse al sindaco per dare in consegna l'immobile al Comune. Chiese di stipulare un contratto di locazione ma non ebbe risposta.  Nel dicembre dei 2002 Ciampi presentò una prima interrogazione, nel settembre 2003 una seconda: "Il sindaco rispose che avrebbe preso provvedimenti, ma altri anni sono passati senza che si facesse nulla. Parliamo di un monumento che potrebbe essere un fiore all'occhiello di Urbino".

Il contratto di locazione, cioè la convenzione per la concessione in uso della fortezza Albornoz, è stato firmato nel luglio 2005. Sono di un anno dopo invece le delibere peri lavori di risistemazione e l'affidamento della struttura all'Ami Servizi, così come la custodia e la manutenzione del parco della Resistenza. Giorgio Ubaldi, presidente dell'Ami Servizi, non ha ancora avuto in consegna la struttura. Attende i lavori di risistemazione che deve fare il Comune.

Nella delibera si legge che "la copertura finanziaria è stata assicurata in sede di bilancio 2006 con i proventi derivanti dalla vendita del Consorzio". Il responsabile del "procedimento", è scritto ancora nella delibera, è Michele Felici, dirigente dell'ufficio tecnico che però non ha le chiavi per aprire la fortezza. Dovrebbe averle l'Ami. Impossibile insomma entrare nella rocca per vedere come si presenta. Racconta Valter che abita vicino alla rocca: "Ci andavo a giocare da piccolo dentro la fortezza. C'era un prato e un pozzo, mia madre si raccomandava sempre di starci lontano. C'era un rettangolo di ghiaia dove una volta ci doveva stare una catapulta. Ora ci sono solo fossati, è tutto in abbandono. È una vergogna. E poi vorrei sapere come mai, se a Urbino l'erba cresce anche sull'asfalto, nel parco della Resistenza invece manca. E ci sono i giochi dei bambini che sono troppo vecchi con dei chiodi arrugginiti lunghi così".

 

Il Ducato  -  22 febbraio 2008 - Anno 18  - N. 4