In molti casi leggi e norme non risolvono le controversie

Confine sottile tra abusi e regolarità

 

Chi salverà le mura della città? Quali leggi e regolamenti possono davvero liberare il camminamento da ostacoli e brutte sorprese? La situazione è molto più complessa di quello che sembra.  L'ingegnere Carlo Giovannini, responsabile per l'Urbanistica di Urbino, ha già risposto più volte a chi chiede a gran voce la "liberazione delle mura".  "Non è corretto parlare di abusivismo - ha dichiarato l'ingegnere - tutte le strutture che si trovano lungo la cinta hanno ottenuto regolare licenza.  Si trattava di contesti storici diversi, in cui esisteva una sensibilità minore alla questione urbanistica e pensare di intervenire oggi non è semplice".  Il Comune sta già facendo qualcosa dove possibile, ma in alcuni casi è difficile individuare una soluzione.  La cabina dell'Enel sopra Porta Valbona verrà presto rimossa e per quanto riguarda le aggiunte abusive degli edifici vicino a Porta Lavagine ci sono già state delle sollecitazioni.  Per la rimozione dell'antenna della Tim, il Comune sta facendo pressione, ma è solo l'azienda telefonica che può decidere, in quanto legittima proprietaria della struttura e del terreno.  Per il "Ragno d'oro", così come per le abitazioni private sopra a Porta Santa Lucia e a Porta Lavagine, l'ingegnere ha specificato che all'epoca i proprietari "hanno ricevuto regolare licenza per costruire o, comunque, hanno sanato la loro situazione con i condoni".  Il ristorante risolverà presto la questione dei bagni, ma parlare adesso di espropriazioni o demolizioni è davvero improbabile.  D'altronde, non esistono documentazioni che testimoniano un'antica percorribilità dell'intera cinta: "In alcuni punti non è, quindi, corretto parlare di un ripristino del camminamento".

Ma c'è chi in città non la pensa così.  "Uno di questi giorni andrò su in Fortezza e occuperò anch'io la mia fetta di terreno lungo le mura.  Visto che ognuno può ritagliarsi il suo pezzettino e rimanere impunito, anch'io voglio provare a occuparne uno mio e vedere checosa succede! ".  È questa l'ultima provocazione di Sergio Di Stefano, il maestro in pensione che da anni porta avanti la campagna per rendere possibile il camminamento lungo tutta la cinta muraria.  La sua battaglia è iniziata più di dieci anni fa e ha coinvolto negli anni la Soprintendenza, il ministero de: Beni culturali e persino l'Unesco.  Sono due i bersagli delle sue denunce: i singoli proprietari delle case e dei cortili presenti in alcuni tratti delle mura e lo stesso Comune, accusato di essere "omissivo e di non tutelare dei beni che dovrebbero essere patrimonio di tutti".  Il signor Di Stefano si appella al fatto che la città ducale è Patrimonio dell'Umanità dal 1988 e che all'epoca è stata siglata la Carta dell'Unesco: anche le mura, come tutti i monumenti dovrebbero essere fruibili e accessibili a tutti.  Il suo sogno si è trasformato nel tempo in un lungo braccio di ferro con l'amministrazione comunale: ha raccolto quasi mille firme e ha coinvolto le autorità tanto che nel 1999 il Tribunale di Urbino ha aperto un'inchiesta che però non ha mai portato a una vera soluzione del problema.  Una questione che rimane aperta.  Di Stefano promette che non si fermerà e continuerà ancora la sua battaglia.  Il Comune, sicuro delle sue ragioni, aspetta la risposta definitiva dal-l'Unesco.  E le mura per ora restano cosi, (a.d.)