SONIA GIAVITTO portali alchemici |
Tiziana Ciarrocchi | Dores Sacquegna | Luciano Marziano | |
MOSTRA "I portali alchemici" nella casa natale di Raffaello: nel video sono riprodotte: Presentazione - Organizzazione - Opere esposte Recapiti: www.soniagiavitto.it giavittosonia@gmail.it 01016 Tarquinia - P.za Cavour, 9 |
Sonia Giavitto nasce a Roma, vive ed opera a Tarquinia (VT). Dopo aver frequentato il Liceo Artistico di via Ripetta negli anni di presidenza di Luigi Montanarini ed allieva di Mario Cimara e Nino Cordio, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove segue il corso di Sante Monachesi e quello di incisione con Lino Banchi Barriviera. Quindi si iscrive alla Facoltà di Architettura con insegnanti del calibro di Perugini e Filiberto Menna. Ma l'esperienza didattica con un grande incisore come Banchi Barriviera si rivela fondamentale per la definitiva individuazione dell'artista di un suo tratto deciso e distintivo, che ella estrinseca attraverso un significativo numero di opere pittoriche, eseguite su vari supporti (tela, cartone, legno). Parallelamente a quello pittorico consolida il suo linguaggio scultoreo, attraverso un primo nucleo di opere che velocemente si liberano dei retaggi occidentali più classici, per proiettarsi verso una consapevolezza informale nuova, non scevra del fascino che il mondo e la spiritualità orientale esercitano sull'artista, autentica ricercatrice della materia e dello spirito. Una lunga ed esclusiva collaborazione con l'associazione italiana di Sahaja Yoga le ha permesso di esprimere la propria creatività nel campo della scenografia e dei costumi negli eventi teatrali organizzati dalla stessa, dove ha potuto intessere numerose collaborazioni con artisti di livello internazionale. Molte sue opere sono presenti presso collezionisti privati in Italia e all'estero. Nel 2000 l'assessorato alla cultura di Fermo ha promosso una sua mostra intitolata "Percorsi di Scultura" nella Sala della Colonna. Sempre nelle Marche per il comune di Montegranaro (AP) ha eseguito un monumento dedicato a Giordano Bruno (*), per lo stesso comune ha eseguito cinque grandi bassorilievi ed una stele commemorativa dedicata allo Sport. Nel 2007 l'artista si è dedicata ad un video intitolato: "I Portali Alchemici", che è stato proiettato nell'Auditorium di Montegranaro ed a Lecce in contemporanea con la sua mostra di scultura presso la Primo Piano LivinGallery, suscitando una grande attenzione del pubblico e della critica. Nel Maggio 2008 l'Assessorato alla Cultura di Ascoli Piceno ha sponsorizzato una sua mostra nel prestigioso Palazzo dei Capitani. Nel 2009 ha eseguito sempre per Montegranaro il monumento dedicato a S.S.Giovanni Paolo II. Del suo lavoro si sono interessati i critici: Luciano Marziano, Lucrezia De Domizio Durini, Margherita Ciampaglia, Dores Sacquegna, Vito Caiati, Franca Moroni, Armando Ginesi. Nel luglio del 2011 personale col patrocinio della Provincia nella Sala Anselmi di Viterbo. Settembre 2013 Accademia Raffaello nella Bottega di Giovanni Santi ad Urbino.
Monumento a Giordano Bruno
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Giudizio critico di Dores Sacquegna
"Le opere d'arte più antiche, sono nate, com'è noto, al servizio di un rituale, dapprima magico, poi religioso" Walter Benjamin. Per meglio comprendere l'intera Opera dell' artista, invito il lettore fruitore ad osservare attentamente le opere e a ritornare col pensiero indietro, nel tempo antico, le cui religioni di natura esoterica si avvalevano di riti legati all'entità energetica differenziata. L'essere umano, ovvero, il microcosmo è l'immagine individualizzata e differenziata di questa energia, che veniva usata di volta in volta per possederne la potenza. Il contatto con forze energetiche aiutate dallo studio e la pratica di discipline orientali come lo yoga, il fascino per la materia e la sua sacralità, un retrogusto arcaico e conoscitivo dell'alchimia, la conoscenza di religioni legate alla natura e all'essenzialità della vita, hanno risvegliato nell' Artista un potere spirituale che si esprime nell' armonia del Se e attraverso una sperimentazione continua di tecniche e materiali, la cui cifra stilistica muove dal post-fìgurativismo al concettuale. L'artista plasma la terracotta policroma, scolpisce, usa il legno, assembla cristalli, ghisa, ed elementi meccanici in un continuo gioco di ready-made, il cui risultato genera un atmosfera meta-temporale, sospesa tra un passato primordiale ed un presente futuribile. Emergono così dall' essenzialità, dei veri e propri simulacri totemaici, da lei definiti "Stargates", le porte del Cielo. Nella cosmologia antica si considerava l'esistenza di due portali o "Stargates", laddove l'elisse del Sole (l'apparente orbita solare) incrocia la Via Lattea: uno, posizionato nell'emisfero settentrionale in Sagittario, e l'altro in quello meridionale nei Gemelli, sopra la"Clava" di Orione. Questa antica credenza passò poi alla cristianità gnostica ed è tuttora simboleggiata dalle due chiavi poste in mano a San Pietro, quale custode delle due porte del Paradiso. I simboli mitico-rituali sono stati strumenti di ricerca e di reintegrazione dei contenuti. Essi configurano e ricostituiscono la storia perduta come magia o smarrimento delle tradizioni culturali archetipe. Le opere di Sonia Giavitto, emanano un aura sacrale, alchemica, i cui soggetti raffigurano il labirinto di Dedalo, il Tempo, lo Spazio e il Mito. E non c'è storia senza mito: nel mito si narra di storie di uomini che si cercano, si perdono e poi magicamente si ritrovano. L'Artista si serve del mito e dell'energia per risolvere dinamiche complesse sull'archetipo della coppia, come ad esempio "gli Sposi" (omaggio a Caruso) o Jeevsc Deeb Jeev (gli Sposi) o "la Sposa Austriaca" ed ancora "Il Narcisista". Opere complesse, di non facile lettura, ma al contempo magnetiche, antropomorfe, surreali. Le sue sculture hanno spesso forme coniche, visi alienati con teste di rapaci, lucchetti a combinazione posti sul cuore, chiavi ed oggetti presi in prestito dalla quotidianità. Opere che attingono da un territorio astratto dove l'arcaico e l'onirico si fondono col tecnologico: dove il Dio che si cela nella materia, fissata dal fuoco, crea sorprendenti giochi cromatici. Interessante anche la serie delle "Case", la cui composizione geometrica evidenzia un'attenta analisi plastica e coloristica, vedi la "Casa degli Sposi". Qui l'artista realizza dei veri e propri scenari ispirati alla pre-modernità del primo Quattrocento, in taluni casi anche di gusto bohémien. Un teatro del doppio come diceva A. Artaud, che gioca sul dualismo armonico e tonale del nero, rosso, giallo, blu. |
LA TRAMA DEL SENSO DI SONIA GIAVITTO di Luciano Marziano
In una mia precedente testimonianza sul lavoro di Sonia Giavitto, mi pareva di poter cogliere una complessità che ad una attenta lettura, mostra di innestarsi esplicitamente nella ricerca dell'interiorità della coscienza e di un anelito libera- torio, che si riflette sulla molteplicità dei mezzi impiegati e dei percorsi seguiti. Ne deriva il superamento confinario di modulazioni figurative ed astratte, le quali possono convivere senza alcuna conflittualità ed in grado di costituirsi quale supera- mento delle linee di demarcazione del libero ed espansivo sentimento, che emerge dalla profondità della coscienza. Sonia percorre vari gradi, utilizza itinerari che vanno dalla riflessione teorica alla pratica meditativa di ascendenza sacrale, al peren- ne domandarsi sulle radici e sulle fonti esistenziali, risalenti, di conseguenza alla dimensione mitica, alla esplicitarne segnacolare, che trova il momento focale nel- l'enigmatica configurazione del totem. Un vasto orizzonte al quale approssimarsi con mezzi ritenuti adeguati. Da qui la pra- tica della scultura eseguita in materiali diversi con preferenza per la terracotta, mate- ria che contiene in sé la densità del primordiale, attraverso la quale transitare nella fragranza dell'attualità della quale l'artista coglie le istanze più significative. In pittura l'orizzonte è definitivamente astratto, ma esso è contestualizzato in una spazialità nella quale si iscrive una perenne scansione alla ricerca dell'altrove, di un cosmo dal quale provengono misteriose illuminazioni, concrezioni plastiche come microcosmi posti in rapporto tra loro: quasi il flusso di un liquido amniotico ricava- to per tessitura pittorica. Affiorano immagini misteriose che rimandano a mondi onirici, nei quali, a volte, si insinua come una memoria di paesaggio, del quale l'ar- tista coglie la linea prospettica per costruire un suo mondo denso di misteri. Precorre sempre una scena simbolica che si esplicita nel motivo della "casetta", della quale l'artista coglie gli elementi strutturali per volgerli ad una visione rituale. Con la ricorrente scala è evidente il ritorno al concetto di ascensione collimante con la richiamata tendenza di Sonia alla pulsione liberatoria. Il trono, la finestra, la mensola, il soppalco, l'arco resi nella bidimensionalità, chiusi sul fondo da inserti pittorici, con inattese figure che creano un clima surreale. La dominanza del nero, le piegature, i segni incisi fanno di queste opere un evento testimoniale di una condizione esistenziale complessa e nondimeno alla ricerca di una intimità e di una visione, nella quale si insinua la trama di un senso chiaramen- te indicato dai fili metallici che fanno del vuoto uno spazio attivo.
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SONIA GIAVITTO portali alchemici |