San Pier Damiani
(Ravenna, 1007 - Faenza, 1072)
Dottore della Chiesa,
cardinale, vescovo di Ostia. Nacque a Ravenna nel 1007.
Ultimo
figlio di una famiglia numerosa, rimasto orfano ebbe un'infanzia
difficile come ci narra il suo biografo san Giovanni da Lodi.
Accolto nella casa del fratello maggiore Damiano, di cui forse
prese l'appellativo "Damiani" che aggiunse al suo nome in
segno di riconoscenza. Dopo aver studiato a Ravenna, Faenza,
Padova e insegnato all'Università di Parma, verso il 1035,
all'età di ventotto anni, si fece monaco nell'Eremo di Fonte
Avel1ana, fondato poco prima del Mille e già molto noto.
Era la prima volta, forse,
che vedeva da vicino questi monti e questo eremo, e ne rimase
incantato. Quei boschi, quei prati, quelle balze, quella cerchia
di monti pittoreschi, che tengono l'eremo incastonato nel loro
seno come una gemma preziosa, non li dimenticò più.
La sua personalità si
impose subito a quel piccolo gruppo di eremiti e nel 1043 venne
eletto Priore. Dopo la creazione cardinalizia, titolare della
diocesi di Ostia, dal 1057 , Pier Damiani si allontanò spesso
dal "suo" eremo per necessità della Chiesa o per svolgere
missioni in Italia e in diversi Paesi europei per sedare
discordie, ma non vedeva l'ora di tornare alla "diletta
solitudine" di Fonte Avellana, dove aveva trascorso gli
anni più belli della sua vita, "contento ne’ pensier
contemplativi".
L'Eremo di Fonte Avellana,
in Comune di Serra Sant'Abbondio della provincia di Pesaro e
Urbino al confine con l'Umbria, è uno fra i monasteri più
celebri d'Italia e comunque, per molti aspetti, il più
importante centro monastico della Marche. L'eremo si affermò
sotto la guida di Pier Damiani, grazie alla sua forte
personalità, che impresse al piccolo romitorio un'orma profonda
e duratura. Senza l'opera di Pier Damiani, probabilmente, Fonte
Avellana avrebbe fatto la fine di tutti gli altri eremi e cenobi
della regione.
Fu lo stesso Pier Damiani
a tessere le lodi di quel luogo indicandone anche la posizione
geografica, a Dante Alighieri nella Commedia (paradiso, XXI
canto, vv. 106-111):
"Tra due liti d'Italia
surgon sassi / e non molto distanti a la tua patria, / tanto che
troni assai suonan più bassi, / e fanno un gibbo che si chiama
Catria, / di sotto al quale è consacrato un ermo, / che suole
esser disposto a sola latria /…”
Siamo nel cielo di
Saturno, l’ultimo dei cieli dei pianeti, che si distingue da
tutti gli altri per la sua particolare peculiarità: alto sopra
tutti con la presenza di quegli spiriti contemplativi che si
erano distaccati dal mondo per raccogliersi nel pensiero di Dio.
Pier Damiani però era
afflitto dai mali che travagliavano la Chiesa di cui condannava,
molto energicamente, le manifestazioni più palesi, le cosiddette
"piaghe del secolo" : l’omosessualità e la simonia, alle
quali dedica due dei suoi opuscoli: il "Liber Gomorrhianus"
del 1049 e il "Liber Gratissimus" del 1052, definendole "mali
abominevoli".
L'attività di Pier Damiani
scrittore non si concluse con la pubblicazione di questi due
opuscoli, ma continuò con la redazione di altri scritti.
Scrittore fecondo e vigoroso, le sue opere riguardano i settori
più diversi, dalla spiritualità al diritto, dall'ecclesiologia
alla morale, dall'agiografia alla poesia, oltre ad un ricco
epistolario che contiene lettere indirizzate ad esponenti del
mondo ecclesiastico e laico.
Pier Damiani, in un secolo
così povero di scritti e di scrittori, presentò per la prima
volta all'Occidente una vera e propria teologia della vita
eremitica, pur senza aver prodotto opere di grande mole.
Dopo aver svolto vari
incarichi in Italia e in Europa, Pier Damiani mori a Faenza
nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1072, sulla via del
ritorno a Fonte Avellana, a conclusione della sua ultima
missione a Ravenna al fine di riconciliare la Sede Apostolica
con la città colpita da interdetto per il sostegno offerto dal
Vescovo Enrico all'antipapa Onorio II.
Ora le sue reliquie
riposano nella cattedrale di Faenza. Dal 1512 la a festa
devozionale del 21 febbraio divenne di precetto per i faentini
che lo avevano eletto a patrono della città. Pier Damiani.
venerato subito come santo, a distanza di quasi novecento anni,
fu annoverato tra i “dottori della Chiesa" da papa Leone
XII con la Costituzione Apostolica "Provvidentissimus Deus” del
1° ottobre 1828, per la sua cultura e capacità retorica non
comuni e come autore di numerosi scritti per edificare il clero
e denunciare i mali del Suo tempo.
Serra Sant’Abbondio,
febbraio
2007
Luigi Marra



Luigi Marra è nato a Urbino. Da
oltre trent'anni vive a Serra Sant'Abbondio (PU).
Laureato
in Lingue e Letterature Straniere e in Filosofia e Storia presso
l'Università degli Studi di Urbino, già preside di Scuola Media,
iscritto all'Albo dell' Accademia "Raffaello" di Urbino come
socio ordinario dal 18 settembre 2001, impegnato in studi e
ricerche di carattere storico e archeologico, ha curato numerose
pubblicazioni:
-I Bronzi Dorati di Pergola
(la edizione), Cagli (PU) 1986.
-I Bronzi Dorati di Pergola
(2a edizione), Sant'Angelo in Vado (PU) 1988.
-I Bronzi Dorati di Pergola: una
tragica vicenda nella Roma dei Cesari, Cagli (PU) 1988.
-Serra Sant'Abbondio - un paese
tra Marche e Umbria, Cagli (PU) 1996.
-I Bronzi Dorati di Pergola -
Una storia infinita, Bologna 1998.. (Presentato a Milano
all'Esposizione Mondiale di Filatelia "ITALIA '98")
-Anni Santi 1300- 2000,
Urbania (PU) 2000.
-Urbino
- Oratorio del SS. Crocifisso di "Sirolo",
Urbania (PU) 2000.
-I Bronzi Dorati da Cartoceto di
Pergola - La storia continua con Viktor H. Bohm, Urbania (PU)
2003.
-San Pier Damiani e il suo tempo,
Urbania 2007.
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