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A don Siro Butelli |
INDICE
Prefazioni
11- Il silenzio
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La mia terra
Con le sue poesie, Mario Agnoli, ci regala parole
rivestite di intima tenerezza. Leggerle ci sprofonda nel suo "universo"
fatto di ricordi struggenti, di luoghi, di stagioni. Di silenzio. E'
quasi come se il tempo e i tempi si fossero fusi ma poi anche di nuovo
dilatati per incorporarvi nuove speranze, nuovi vissuti. Al suo mondo ci
viene spontaneo allacciare il nostro, quasi in una comparazione di
sensazioni. "Quale è il senso della vita/nell'andare che consuma, nel
venire silente del passato/nelle deboli inerzie dei pensieri ?Non
saprei! E' vago: sembra un'ombra di nube." A fine lettura ci accorgeremo
che per il poeta, il senso della vita, è celato in ciascuna delle sue
poesie. E Flavio Bartolozzi, con il suo tratto deciso, interpreta
"l'universo" del poeta in modo profondo, cogliendone l'essenza. I vuoti,
i pieni, i sospiri: quasi sfumature dell'anima. Gli alberi, i fiori, il
vento, le nuvole, diventano compagni di viaggio che in fondo, altri non
è che il viaggio della vita. Tratto e parola in un connubio di
struggente emozione. (Silvana) |
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Flavio Bartolozzi Flavio Bartolozzi di famiglia pistoiese, si è formato a Firenze all'Accademia di Belle Arti dove ha avuto come maestri Angelo Maria Landi, Ugo Capocchini e Antonio Berti. In particolare subì le suggestioni di Marino Marini e poi Michelucci che nel 1963 lo chiama a realizzare alcune stazioni della Via Crucis per la Chiesa della Vergine a Pistoia. Ha insegnato nei Licei artistici di Lucca e Firenze sviluppando contemporaneamente un lavoro personale sempre improntato dall'espressività segnica. Il suo impegno sociale e per la non violenza lo porta a collaborare con don Siro Butelli per la cui chiesa realizza il trittico "natività 77" ma anche a realizzare il "monumento ai caduti' in piazza San Lorenzo. Ha esposto in moltissime mostre sia personali che collettive in Italia e all'estero dove continua tuttora ad essere attivo.
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Prefazione di Ugo Barlozzetti Vorrei cercare di esprimerti gratitudine per quanto ci doni con la poesia. Il tuo lessico prezioso, evocativo, ma non desueto, ammanta "paesaggi dell'anima". La natura, le esperienze della natura nella creatività quotidiana della memoria pregnante di echi colti da diversi orizzonti culturali, finisce, finiscono per ricondurci al tempo, al tempo come esistere. E lì, in questo luogo, a cui sai ricondurci, che il vissuto diviene poesia. La soglia della parola ritma armonie conquistate da malinconica nostalgia che si offre a costruire il dialogo tra sé e chi decida di accompagnare il percorso delle tue liriche. Si embrica il ricordo, resuscitato dagli affetti, a immagini e situazioni sospese e sorprese nel ricostruire come percezione la fisicità di valori, suoni, odori... I luoghi vengono presentati, o meglio " ripresentati" per riesaminare e motivare le ragioni del riviverli: fantasmi dolcissimi che sanno invocare, forse quello che avrebbero voluto essere. Le stagioni si avvicendano, presenti e antiche, convenute nelle ri proposizioni per frammenti di versi giocati in miraggi, ma, paradossalmente, non in illusioni. Vi è una concretezza classica in quanto scrivi, corollario, nell'epigrafe delle strofe, di una metrica funzionale al concedersi alla tua " dimensione" di meditazione lanciata al futuro. Vi è spazio al dolore stesso che si rivela psicopompo della riflessione di un "io" inquieto quanto sensibile a temi e domande che rifiutano risposte, giacché la risposta è proprio in quel meditare e in quell'intenso canto interiore del microcosmo riconquistato al sé, alla coscienza di se stessi come determinati dalle vicende della vita e dal persistere della memoria di quelle vicende continuamente riconducenti e rifunzionalizzate, con le stesse" acquisizioni" culturali a nuove " interpretazioni". Non è certo l'effimero, bensì il contrario, in una poderosa dialettica interiore. Mario, dimostri, sai dimostrare per "cose" il valore della poesia che salva, rara, preziosa e necessaria come non mai nel fluire del condizionamento che" mitridatizza" nei confronti dell'emozione vitalizzatile. La società di massa deve riconquistare ancora la consapevolezza del ruolo della creatività che sola può riscattarla da riduzione al caos o alla società degli imenotteri! Ogni essere umano, dei miliardi che siamo, ha l'immensa potenzialità dell'immaginare: bisogna difenderla per le future generazioni che stanno perdendo il pianeta azzurro.
Prefazione di Andrea Bolognesi Leggendo le poesie di Mario Agnoli non è certo casuale che mi vengano in mente i suoi monti del nativo Cadore, perché a questi mi è naturale avvicinarlo per le solide e immutabili certezze che lo accompagnano:Ma la sua vita non sarà segnata solo da questi maestosi monti dolomitici, ma anche dalla dolce e mutevole terra toscana e pistoiese: "dove cresce // cipresso, dove più dolce si rifa il verso, / e lo sguardo si allunga sui colli variopinti, / Una terra strana in cui tutto è nel sembiante che /ristora, net modulare il tempo con il raggiro dell'arte, /nello sciogliere enigmi d'amore." In questo consiste l'esperienza umana e artistica di Mario Agnoli, traslato dai suoi aspri monti ai dolci colli toscani ima sempre "folgorato da luci radenti /tra pareti rocciose e colli variopinti. "Un dualismo che genera linfa vitale che trova ampia espressione nella sua poesia: un insieme di intime e personali emozioni e riflessioni che convivono strettamente con temi e problematiche di forte impegno morale e civile. E questo avviene in modo non solo naturale, ma addirittura anche necessario, perchè in Agnoli l'uomo e il poeta si realizzano nella ricerca nella perfetta simbiosi di queste tematiche. Così, accanto a componimenti personali (Il silenzio, Rimembranze, La mia anima) se ne trovano altri di più spiccato impegno sociale (La libertà, Il male sociale, Il diritto come morale), ma non si tratta di convivenza forzata, ma di un completamento vicendevole e spontaneo che genera una poesia intimista e razionale allo stesso tempo, immagine dell'uomo che per vivere una vita piena e felice deve costruire un perfetto equilibrio tra i suoi istinti naturali e le regole civili e morali: "Vorrei che l'amore fosse di natura e di morale /come è del gradire l'altrui felicità. " E ancora "Quando aumentarono i divieti ho percepito il /paradosso della crisi individuale / negli ambiti dell'anima dove forte il senso della libertà / alligna. " Ed è proprio in questa variabilità di temi, in questa ricerca di un'armonia tra personale e sociale, in quest'esporre emotivamente e lucidamente una propria idea di vita, che sta la forza della poesia e del pensare di Mario Agnoli. Su tutto, poi, si avverte sempre l'ineluttabile scorrere del tempo, come inizio, maturazione e fine di ogni personale esperienza e, per questo, fonte inesauribile di domande e di tentate risposte; "Quale è il senso della vita /nell'andare che consuma, /nel venire silente del passato, /nelle deboli inerzie dei pensieri? / Non saprei è vago: sembra un'ombra di nube. " E ancora "Ora è venuto l'altro tempo / delle siepi giganti a raccorciare gli spazi del cielo, / anche l'orizzonte s'è nascosto tra le nubi dei fossi. /E cosi la vita: un intenso disperdere di cose / sognate / di idee recise dai voleri incerti e il rimanere sospeso / sul punto d'arrivo. " Una raccolta di non molte poesie, quindici in tutto, ma già bastante ad evidenziare oltre l'impegno intellettuale e sociale dell'uomo, anche, e soprattutto, le capacità artistiche ed espressive del poeta, nel ricostruire la vita e il suo divenire in immagini di intensa emozione ma anche in lucide e distaccate riflessioni alla ricerca di quell'equilibrio tra natura, uomo e società che diventano il fine di tutto l'immaginare e il costruire. Il verso è libero, ma sempre estremamente curato e musicale. Un verso lucido e personale, mai banale e ripetitivo, che ben si addice al suo modo di fare poesia, e che riesce, con estrema chiarezza a comunicare immagini e pensieri. La raccolta è arricchita dai pregevoli disegni dell'artista Flavio Bartolozzi che con il suo segno incisivo e nervoso riesce a ben interpretare gli stati d'animo e i motivi ispiratori dei componimenti illustrati.
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Alcune poesie
Ora è qui il silenzio in questo mio tempo,
E' il silenzio delle dimensioni incerte, delle fughe tra i sogni, le immagini nel lento sciupare notturno.
Un silenzio che non vorrei così come viene nel deserto della mia anima, per convenire con le assenze, con le dune arrotolate sul manto sabbioso.
Lo vorrei nelle rimozioni, negli accosti incerti,
E' qui anche d'un segno profondo, che riprovo sulla pietra del focolare spento.
Quale è il senso delia vita
Immobile sul punto oscuro attendo l'esito dell'ultimo esame, in silenzio, sulle pietre ancora prive di nome.
Vi è un monte che vorrei nelle mie cognizioni,
Sono frequenti le piogge
Sono diversi i luoghi delle crete ambigue
E' fantasia il lento regredire dell'anima
Fantasia d'incanto assiepata sulle sterpaglie,
Fantasia che vorrei esule di cieli infiniti
Fantasia di ceneri sopite, di pietre annerite,
Fantasia di luoghi comuni, di musiche divine
Vorrei che l'amore fosse di natura e di morale
Vorrei che nel caso in cui dovesse prevalere la forza,
Mi diranno che l'amore ha preso rifugio nell'utopia,
Tutto è del nulla ove prevalga il non senso, pure l'indugio è fuga dell'essere, solo la cognizione del bene è profumo d'eterno
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Presentazione a Pistoia
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