Prefazione Mario Agnoli |
G.Bonacchi Gazzarrini |
Presentaz. a Firenze |
Presentaz. a Pistoia |
Perché | Eravamo |
Perché tu sei la mia vita |
Ricordi |
Le donne | La solitudine | La mia ora | L'uomo dell'Africa |
Inizio Indice |
I cicli del tempo |
Piange la Trabaria |
Dimensioni del tempo |
La mia terra |
Giraldi Editore, Bologna 2010 |
INDICE
|
Il termine “Esperia” non è rinvenibile nei dizionari della lingua italiana. È una parola che si nutre di assonanze: il riferimento diretto è all’idea della speranza, ma contiene anche un richiamo a “Esperò”, la “stella della sera”, quella luce che compare in cielo nell’ora
...........................
che volge
il disio
e che lo novo peregrin d'amore In questa tarda maturità di vita infatti la linfa vitale della speranza si intreccia con la nostalgia delle persone perdute e delle esperienze ormai concluse; ma rimane intatto l’incanto del giardino interiore delle “Esperidi” (ultimo e più nascosto collegamento semantico), dove l’albero dai pomi d’oro della poesia risplende nella luce sempre viva dei sentimenti e dell’appartenenza umana. Mario Agnoli
Con il ricorso di scadenze decennali ho letto e riletto le nuove poesie di Mario Agnoli, attratta da un’affettività pudica, vigilata, mai retorica, da una metafisica consegnata a un passo feriale, da una salvezza provvisoria e breve. Per quanto ritenga antipatica l’autocitazione, non posso fare a meno di richiamarmi a una segnalazione iniziale. Proprio recensendo Ozi d’agosto (1988), parlavo dello “strano racconto” di Agnoli, “dove nulla accade e tuttavia si presentisce un dramma: come tale può essere letto in chiave di storia d’amore, che è anche storia di un incontro e di una separazione. Diversamente, consente di essere interpretato quale avventura dell’essere e del pensiero, o come metafora della scrittura, perpetuo esilio senza conciliazione, vettore di solitudine e di contrapposizioni programmatiche”.
Da allora Agnoli ha intensificato il suo prezioso
isolamento, la sua strategia dello stare fuori dalla mobilitazione
generale di un’industria culturale sempre più distratta e spietata,
fedele al rigore interpretativo di una poesia ‘in sottovoce’, ma non
priva della forza e della purezza di una contemplazione metafisica.
Così, con Esperia (2009, dopo la tappa interlocutoria di
Essenze (1999), il percorso poetico del viaggio autobiografico di
Agnoli va incontro alla sua più profonda natura metaforica. Qui, nel
nuovo libro, l’affettività si fa più esposta e radicale, mentre la
‘metafisica’ diviene il luogo delle domande estreme, dell’oltre in cui
si incurva “la ragione/con la vita che muore senza sogni” (Poesia
triste), di una speranza appannaggio di “rondini in attesa
dell’onda” (Perchè).
Nella parola poetica, dunque, viene fatto
coincidere un processo che va dall’essere all’esistere, in una
interiorizzazione di paesaggi e figure affidati ai ricordi, a impronte
che si convertono in meditazioni. E sono le doline dell’amato Cadore,
indimenticata terra d’origine: “Tre valli, tre fiumi/Un solo ricordo/Una
sola radice/[...] Ed il mio borgo antico appare/Sorpreso tra le nebbie
che alte/S’alzano dal fiume/Come ali incerte tra terra e cielo” {La mia
terra)', “il trenino/Di bianco e d’azzurro/[...]l’eco dei freni/Ad
intervalli/Come il soffio del vento”[...] “la mia casa/Così lontana,
così vicina/[...] il viottolo” {La stazione)', “il dolce ritaglio del
volto” {Epigrammi) delle donne amate in luce d’anima come la madre.
Soprattutto, è un visiting angel dai capelli d’oro, fragile e
fugace, a raccogliere la tenerezza di “impressioni rapide”: “la vita ti
lasciò/incredula/in mezzo al guado/sulla pietra appena
scalfita.//Rimase[...] la malinconia come languore/entro gli occhi di
cielo:// [...]il perché/nel dedalo d’amore/riluttante da sembrare
disagio/sospeso nel vuoto/[...]nella trasparenza/nell’arte
Giuliana Bonacchi Gazzarrini |
Forse è nelle cose che
rivedo o nelle cure d’inconsci pensieri.
Non saprei: li sento più
leggeri
Questi ritorni d’antico
recano
È più dolce il sonno che non svela
o il sopire distratto nella
sera
Sono come le grida nella
notte
È il dolore che soggiace
inerte,
Il viaggio è breve: un calare di fronda,
|
|
Eravamo
|
Ricordi
Avevamo alcuni prati
|
donne
Erano in tre a scoprire
|
solitudine
Quella solitudine sembrò
infinita.
|
|
Sei scalzo ma io ho scarpe di
coccodrillo.
|
I cicli del tempo
Ho chiesto più fiori in arredo Mi hanno risposto che quest’anno a reggere l’illusione
|
|
|
|
|
|
Prefazione Mario Agnoli |
G.Bonacchi Gazzarrini |
Presentaz. a Firenze |
Presentaz. a Pistoia |
Perché | Eravamo |
Perché tu sei la mia vita |
Ricordi |
Le donne | La solitudine | La mia ora | L'uomo dell'Africa |
Inizio Indice |
I cicli del tempo |
Piange la Trabaria |
Dimensioni del tempo |
La mia terra |
Mario Agnoli POESIA Esperia |