Con questo periodico Mario Agnoli ha collaborato per un decennio
LaVita N° 31 del 10 Settembre 2017 Sezione: Cultura Rubrica: Poeti contemporanei
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Il vento
Ora che il vento si allenta, qui sulla cenere appena di brace e la sera si acquieta sull’ultimo sguardo, ritornano da lontano i segni del tempo, con i graffiti di geometrie risalenti.
E' del vento il suono delle onde, il fraseggiare delle foglie smarrite, il traghettare delle nubi a stento.
Nel mio giardino tra le sequenze spaziali viene accosto ai muri rivela magie d’acque sorgive, ed è subito dolce questo leggero mutuare, come di ventagli ritagliati sulle siepi d’argento.
Solo la tramontana sospinge enigmi di antichi spazi sulle assopite soglie. Non è raro d’autunno, ormai dimesso dalle stagioni rattrappite e stanche, correre urlando tra le arrotolate fronde.
E il vento della mia terra, tra gli abeti e i pascoli verdi d’incanto, le scarne betulle, l’incerto andare delle acque. Già! Un vento acquisito dall’insonnia dalle tormentate ragioni dell’essere, di quel tanto fanciullo che fugge a rilento tra archi di stelle filanti, di segni minuti come fili di seta appesi al nulla di cielo.
Intanto il traccheggiare delle sensazioni rimane difetto, leggero si insinua il vento in ogni dove, come un magma di radice.
Ti prego! Non ho retaggio alcuno, nemmeno un segno in leggero affondo,
solo una bava silente che smuove le fronde della mia anima, che impedisce alle pietre il ristoro, che muta il dosso romito in luce Mario Agnoli
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