LIDIANO BACCHIELLI - Archeologo di Urbino HANNO DETTO |
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Libyan Studies Libyan Studies / Volume 27 / January 1996 http://journals.cambridge.org/LIS
How to cite this article: Joyce Reynolds (1996). Obituary: Lidiano Bacchielli. Libyan Studies, 27, pp 1-2 Link to this article: http://journals.cambridge.org/abstract_S0263718900002314
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Lidiano Bacchielli nacque a Urbino il 30 luglio 1947, secondogenito di Astorre e di Maria Romani. Si laureò presso la facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Urbino nel novembre 1970, discutendo una tesi dal titolo II portico occidentale dell'agorà di Cirene, suo relatore fu Sandro Stucchi, che dal 1968 lo aveva chiamato a partecipare ai lavori di scavo e restauro della missione archeologica italiana a Cirene. Gli anni di studio nell'Ateneo urbinate furono segnati dall'incontro con il maestro, Sandro Stucchi, determinante per la formazione scientifica e gli orientamenti della ricerca che egli avrebbe continuato a perseguire, privilegiando la trattazione di temi legati all'archeologia cirenaica. Subito dopo il conseguimento della laurea, fu assegnatario di una borsa biennale di "addestramento didattico e scientifico" presso la cattedra di topografia antica istituita a Urbino da Stucchi (1971), quindi di una borsa di studio per l'Egitto bandita dal Ministero degli affari esteri (1973), che gli consentì una permanenza ad Alessandria per approfondire la conoscenza di contesti e di monumenti dell'Egitto greco-romano. Nel novembre 1973 ottenne la nomina di "assistente ordinario soprannumerario" presso la II cattedra di archeologia e storia dell'arte greca e romana nell'Università "La Sapienza", di Roma, cattedra tenuta da Lucia Guerrini, con la quale egli instaurò, oltre a una proficua collaborazione, un rapporto animato da reciproca stima. E presso l'Università "La Sapienza" lo studioso fu chiamato in ruolo come docente di seconda fascia per la III cattedra di archeologia e storia dell'arte greca e romana e tale insegnamento ricoprì per supplenza anche presso la I cattedra nell'anno accademico 1983- 84. Prestò servizio all'Università "La Sapienza" fino al 1986, quando - dopo aver vinto il concorso a cattedra nel 1985 — entrò in ruolo come professore ordinario di archeologia e storia dell'arte greca e romana presso l'Università "G. D'Annunzio" di Chieti, dove gli fu affidata anche la direzione dell'Istituto di archeologia e storia dell'arte antica. Dal novembre 1990 fu chiamato come professore ordinario sulla cattedra di archeologia e storia dell'arte greca e romana presso la facoltà di lettere e filosofia di Urbino, venendo al contempo nominato direttore dell'Istituto di archeologia e storia dell'arte antica. Alla morte di Sandro Stucchi, nel giugno 1991, Lidiano Bacchielli fu designato ad accogliere l'eredità del maestro anche nel ruolo di direttore della missione archeologica italiana a Cirene e del Cantiere dell'Arco Severiano a Leptis Magna. E di Sandro Stucchi volle commemorare la memoria, facendogli intitolare l'Istituto di archeologia e storia dell'arte antica dell'Ateneo urbinate nel maggio 1992 (inoltre L. Bacchielli, Sandro Stucchi, in Rendiconti della Pontificia accademia romana di archeologia, 63, 1990-'91, pp. 279-291 ; Scritti di antichità in memoria di Sandro Stucchi, I-II, Studi miscellanei 29, a cura di L. Bacchielli - M. Bonanno Aravantinos, Roma 1996). La sua intensa attività di ricerca scientifica, di pubblicistica e di divulgazione culturale fu sempre sostenuta da un approccio metodologico sicuro e rigoroso, aperto al contempo alle istanze innovative di letture multidisciplinari. Alla tensione intellettuale seppe unire una spiccata sensibilità umana, capace non solo di trasmettere i propri saperi, ma anche di coinvolgere studenti e più giovani studiosi in un costruttivo dibattito scientifico e di aggregare colleghi e personale-tecnico in progetti di ricerca condivisi, come testimoniano molti suoi lavori. Morì a Milano l'8 giugno 1996 per una inesorabile e fulminante malattia: non aveva compiuto quarantanove anni. Lidiano Bacchielli fu socio corrispondente di prestigiose istituzioni scientifiche italiane e straniere:
Fu inoltre membro di:
I suoi ambiti di ricerca furono legati anzitutto a temi di archeologia cirenaica. I contributi, spesso presentati su invito a convegni di rilevanza internazionale, furono connotati dalla lettura critica delle fonti e dalla loro discussione nel più ampio quadro di problematiche storiche, politiche e culturali, come testimoniano in particolare le considerazioni maturate a proposito dei processi di "integrazione-culturale" tra la componente autoctona (libya) e quella allotria (prima greca, poi romana) nell'ambito del Gebel Akdar, la Montagna Verde, percorsa e indagata con competente curiosità e paziente sacrificio , come di può leggere nelle seguenti pubblicazioni:
Restano a sua firma alcune delle più significative analisi dedicate a monumenti e contesti di Cirene e del suo territorio, oltre all'edizione degli edifici dei lati ovest e sud dell'agorà cittadina nonché di alcuni della necropoli:
Al pari, colse la natura tesmoforica dell'edificio circolare dell'agorà, restaurato da Stucchi nel 1972 come Santuario di Demetra e Kore, e ne interpretò la dedica nell'ambito della propaganda politica filo-tolemaica suggellata nel 246 a.C. dalle nozze di Tolomeo III Evergete II e Berenice figlia di Magas :
Con la direzione della missione archeologica italiana a Cirene, Lidiano Bacchielli ereditò anche gli impegnativi cantieri di restauro del Tempio di Zeus a Cirene e dell'Arco severiano a Leptis Magna, che condusse in linea di continuità con i progetti impiantati da Sandro Stucchi:
Per l'Arco severiano a Leptis Magna Lidiano Bacchielli promosse un progetto innovativo: la realizzazione della cupola in sezioni modulari di vetro resina presso i cantieri navali Moschini di Fano, al cui trasporto e messa in opera non potè presiedere, a causa della morte prematura. A Leptis Magna, inoltre, collaborò all'allestimento del nuovo museo archeologico, curando la sala dedicata agli archi monumentali della città antica. Non di meno, fu attento alle questioni storico-archeologiche del territorio marchigiano. Avviò una vivace discussione sulla grecità dorica di Ankon, proponendo un'acuta lettura delle fondazioni pertinenti al Tempio di Venere sotto la Cattedrale di San Ciriaco sul Colle del Guasco ad Ancona (Domus Veneris quam dorica sustinet Ancon, in Archeologia classica 37, 1985, pp. 106-137). Soprattutto, affrontò temi connessi alla recezione e declinazione in "periferia" di modelli emanati dal "centro" - Roma anzitutto - in relazione sia all'assetto urbanistico-architettonico degli abitati sia ad alcune tipologie monumentali e produzioni scultoree:
Nelle ricerche estese al mondo classico lo studioso discusse molti temi di architettura greca e romana, elaborando originali e innovative esegesi:
E lo stesso dicasi per l'arte funeraria, nelle sue diverse e molteplici manifestazioni:
L'ampiezza e la ricchezza dei suoi interessi rifluì in diverse collane, cataloghi di mostre, voci di enciclopedia e lessici, cui venne invitato a collaborare, dando prova della matura padronanza dei temi e della capacità di sintesi critica :
Non da ultimo, Lidiano Bacchielli fu convinto sostenitore del valore formativo di un'adeguata divulgazione scientifica: tra le sue ultime collaborazioni si segnalano proprio quelle con riviste, italiane e straniere (Archeo, Antiqua, Le Monde de la Bible, Athar ElArab), rivolte al più vasto pubblico dei non specialisti, che in più occasioni ebbero a ricordarlo con stima e simpatia.
Bibliografia essenziale Bonacasa, N„ Lidiano Bacchielli (1947-1996), in Libya antiqua n.s. 2, 1996, pp. 213-215. Reynold, ]., Lidiano Bacchielli, in Libyan studies, 27, 1996, pp. 1-2. Gasperini, L„ Lidiano Bacchielli: 1947-1996, in Ficus, 16-17, 1996-'97, pp. 311-318 (con appendice bibliografica). Paci, G., Ricordo di Lidiano Bacchielli (1947-1996), in L'Africa romana, Atti del XII convegno di studio, Olbia 12-15 dicembre 1996, a cura di M. Khanoussi - P. Ruggeri - C. Vismara, Sassari 1998, pp. 29-32. Bonanno Aravantinos, M., Lidiano Bacchielli (1947-1996): commemorazione, in Rendiconti della Pontificia accademia romana di archeologia, LXXV, 2002-2003, pp. 451-454. Studi in memoria di Lidiano Bacchielli, Quaderni di archeologia della Libia 18, a cura di A. di Vita - N. Bonacasa, Roma 2003. Bacchielli, L., Parole d'oltremare. Scritti di archeologia, a cura di S. Rinaldi Tufi - A. Santucci, Urbino 2000 (con appendice bibliografica completa degli scritti). Anna Santucci
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Bacchielli e l'archeologia cirenaica di ABDULAMID ABDUSSAID
Per me che l'ho conosciuto ed ho lavorato con lui, la scomparsa di Lidiano Bacchielli avvenuta l'8 giugno 1996, dopo una malattia aggressiva e fulminante, è stata una perdita gravissima. E altrettanto grave è stata la perdita per l'Italia e per la Libia, che Lui aveva eletto come seconda patria, perché la sua lunga e fattiva attività di ricerca e di studio, bruscamente interrotta, è rimpianta dalla comunità scientifica internazionale. La mia frequenza con Bacchielli, legata anche ad importanti interventi nei campi dell'archeologia e del restauro architettonico, già al tempo della direzione di Sandro Stucchi, si è accentuata sempre di più, anche perché, come tutti sanno, proprio sul lavoro scientifico Bacchielli ha sempre dato risposte chiare strettamente legate alla sua preparazione professionale. Ma tale rapporto personale con Bacchielli è diventato in seguito sempre più saldo e amichevole quando Lui ha assunto la Direzione della Missione Archeologica Italiana a Cirene. Durante i lunghi periodi di collaborazione ed i frequenti scambi di idee ho avuto modo di constatare il particolare impegno posto da Bacchielli nel chiarire il rapporto iniziale fra Greci e Libyi sul territorio cirenaico. Per questo motivo, uno dei punti di forza della sua ricerca è stata la ripresa degli studi di quanto gli scavi americani, a partire dal 1910, e le altre ricerche successive erano venute mano mano a documentare. con particolare riferimento alle terrecotte figurate. A ciò si aggiunga il vasto panorama che sostanzia gli interventi scienifici di Bacchielli con viva attenzione all'architettura e alla pittura funeraria, anche tarda. e il ricordo va allo studio della Tomba di Asgafa presso Barce. Ancora insieme la ricerca ci ha condotto a visitare ed indagare l'area archeologica di Beit-Amer; l'esame dei resti sopra suolo e il censimento delle tombe. soprattutto di quelle dipinte, nonché la presenza della chiesa, ha suggerito a Bacchielli ed a me stesso la possibilità di identificare il silo con Palaibiska. come ho cercato di dimostrare. Quando mi venne affidato l'incarico di curare il restauro del Grande Mausoleo di Urban, a 75 km a Est di Garian. in prossimità della strada Garian-Tarhuna. ho potuto rilevare che di questo eccezionale monumento funerario non tutti gli clementi architettonici erano conservati per poter procedere alla sua ricostruzione sistematica. Per questo, ho sollecitato l'aiuto dell'amico Lidiano Bacchielli, il quale per due sessioni ha visitalo a lungo il monumento e lo ha studiato insieme a me fino a realizzarne la completa restituzione grafica, avendo quindi io la possibilità di procedere a buona parte dell’anastilosi. Senza il suo impegno il Mausoleo di Urban, non solo non sarebbe noto a tutti, ma non sarebbe arrivato alla pubblicazione nella rivista Libya Antiqua1. Ritornando a Cirene, desidero segnalare la posizione assunta da Lidiano Bacchiclli in seguito ai sondaggi da me compiuti lungo l'emiciclo esterno della cavea del Teatro 3, in particolare verso il settore orientale, a Sud del Cesareo, laddove Bacchielli ipotizzava la presenza del muro di cinta di Cirene arcaica. Il poco che qui ho potuto dire di Lidiano Bacchielli come uomo e come studioso fa rimpiangere la sua scomparsa da parte di tutti e certo incolmabile è il vuoto clic Lidiano ha lasciato in mezzo a noi. ________________________ 1 A. AunussAiP. Bir ct-Uaar ltansokum Utlktn, DjvM Canati/, LibxaAiu IV. 1998. p. 147-1 SS. Materiale protetto da copyright
CRISTINA MAGNINI
http://www.lospecchiodellacitta.it/index.asp?categoria=Dicembre%202009&id=154
Lidiano Bacchielli: E' sorprendente come l'operato di alcune persone possa essere determinante per l'agire di altre e contribuire ad alimentare, a distanza di tempo e con il solo ricordo, la grande passione per il sapere. E' il caso del professor Lidiano Bacchielli, docente di Archeologia e Storia dell'Arte greca e romana e Direttore dell'Istituto di Archeologia dell'Ateneo urbinate, scomparso prematuramente l'8 giugno di un anno fa. La sua memoria è ancora ben viva in tutti coloro che hanno potuto apprezzare tanto gli innumerevoli risultati della sua ricerca in campo archeologico quanto le doti prettamente umane. Del suo impegno scientifico ci restano i suoi memorabili studi su Cirene, città di origine greca, (oggi in Libia), dove il professore ha diretto la Missione Archeologica Italiana. Della sua figura umana ci resta l'alto esempio di dedizione totale all'Archeologia, unito ad una spiccata sensibilità nell'esercizio dell'insegnamento.
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ATTILIO MASTINO
Mastino Attilio (2007) Intervento conclusivo. In: Cirene e la Cirenaica nell'antichità: atti del convegno internazionale di studi, 18-21 dicembre 1996, Roma Frascati, Italia. Tivoli, Edizioni Tored. p. 815-821. (Ichnia, 9). ISBN 9788888617022. http://eprints.uniss.it/4726/
Eccellenza, illustri Colleghi, cari Amici, considero un grande onore, che debbo alla generosità ed all'amicizia del carissimo Lidio Gasperini, quello di essere chiamato a concludere con brevi parole questo Convegno internazionale di studi su «Cirene e la Cirenaica nell'antichità», promosso dalla Seconda Università di Roma «Tor Vergata» e dall'Istituto Italiano per la Storia Antica, d'intesa col Dipartimento Libico alle Antichità. ... omissis ... E poi ci è mancato Lidiano Bacchielli, di cui conservo un ricordo prezioso, il suo soggiorno in Sardegna appena concluso il concorso che lo aveva portato in cattedra ad Urbino: un sorriso aperto e leale, una grande gioia di vivere, una serie di progetti straordinari, nei quali pensava di coinvolgerci tutti. E ora un grande dolore per averlo perduto. Nei giorni scorsi, aprendo il XII Convegno internazionale su «L'Africa Romana» ad Olbia, Gianfranco Paci, ha scelto parole commosse per ricordare Lidiano: «Quanto a me, se mai tornerò un giorno nella terra di Libia, ho in animo di raccogliere una manciata di quella terra rossa di Cirene per depositarla sulla sua tomba, convinto che senza la Cirenaica Lidiano Bacchielli non sarebbe stato quello che abbiamo conosciuto, così come, senza Bacchielli, della città fondata sul secondo gradino del Jebel Achdar noi non avremmo la conoscenza che ne abbiamo; ma soprattutto nel ricordo di quel legame profondo, intenso, indimenticabile che ha unito la sua vita alla città di Batto». ... omissis ...
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