La Spagnoletta era una curiosa donnetta, piccola e anziana zitella. Vestiva con vistosa eleganza, con grandi foulard variopinti sulle spalle, alla spagnola, portava grosse collane e pendenti appariscenti.
La sua caratteristica era una lingua pungente, caustica e micidiale. Era capace di battute da levar il respiro e conoscendo tutta Urbino, non salvava nessuno, vivi o morti che fossero. La conoscevano tutti e, per sentire le sue fiorite invettive, la chiamavano per farla montare in bestia: — Spagnoletta al burro! Rimase famosa una risposta data ad un gerarca del posto, che si era permesso di dirle qualcosa di poco gradito: — Stai zitto, tu! Hai più corna tu di un buss (cesto) di lumache! Ed era anche vero! Rispettava soltanto il Cav. Giombini, un'autorità del tempo, proprietario della Filanda Sanzio per la lavorazione del baco da seta. Questo rispetto derivava dal fatto che al Veglione di fine d'anno, la Spagnoletta era ospite nel palco dei Giombini.
di Carlo Mancini - L'orologio in piazza - Urbino 1935-46 - Ed. QuattroVenti (1992)
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