Ribelant |
Ribelant era un accompagnatore di buoi al mercato. Sempre scalzo, anche d'inverno, vestito con abiti rimediati, parlava sempre da solo. Non aveva fissa dimora e mangiava quando poteva. Doveva un giorno recarsi al mercato in Urbania per prendere accordi con un tale. Si incamminò da Urbino subito dopo mezzanotte; era di novembre, la nebbia era fredda e penetrante. Per la strada Ribelant, anche per farsi compagnia, parlava al solito da solo rivolgendosi a se stesso: — Quasi quasi quan so' a Montsoffi, dmand la bicicletta ma’l mi’ cognat. Acsé arriv prima in Urbania. — Ma tu credi che t’la da’ ? — En cè pensé manch ! È tant arplit! (avaro) — Pró se dovria arcordé de quand ‘i ho taiat la su legna! Quand ho portat i su’ bua (buoi) a Fermignan e non m'ha dat 'na lira. Sol un piatt de minestra. — 1prov a dmandalla! En se sa mai! — Se sa, se sa! Manca io en li daria. Se caschi e la scurtichi? — Capire è tutta ruginitta! — Anch'se è fiat sprecat i’ li dmand listess ... Continuando questo dialogo solitario a due, arrivò ai primi albori a Montesoffìo, davanti alla casa del cognato. Bussò energicamente alla sua porta. Il cognato si svegliò di soprassalto, e bestemmiando aprì infreddolito la finestra. Senza neanche capire chi fosse, si sentì apostrofare: - Oh G'vann! Va all'inferne te e la tu bicicletta! E Ribelant proseguì per la strada di Urbania.
di Carlo Mancini - L'orologio in piazza - Urbino 1935-46 - Ed. QuattroVenti (1992)
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