Chi ha paura di Raffaello Sanzio? |
Bibliografia Zampolini |
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Commedia inedita in lingua per uno scherzoso divertente omaggio al "divino" pittore ambientata ai giorni nostri e scritta dal Zampolini fra il 2004 e il 2006. Le scene si svolgono ciascuna in una grande capitale europea: Londra, Parigi, Mosca e Roma. Dietro richiesta del sindaco della piccola Urbino i musei delle quattro nazioni vengono invitati a partecipare ad una mostra mondiale delle opere di Raffaello inviando i quadri in loro possesso. Un grandioso evento globale che rafforzerà la pace fra i popoli. Superato lo sbalordimento di così inaspettata quanto impegnativa richiesta, nasce una gara animata da un esuberante campanilismo. I lord inglesi, dopo una fredda reazione di sufficienza suscitata dai contatti con un piccolo comune (tuttavia patria del grande Raffaello), vinti presto dalla soddisfazione di esibire i grandi capolavori posseduti, intendono partecipare con i migliori pezzi e un gran coinvolgimento di presenze. I russi, sempre ossessionati dal clima di "guerra fredda" con l'occidente, scoprono di avere solo due opere di Raffaello, acquistate dai zar che amavano più i gioielli dei capolavori. Pensano di interpellare anche i potenti servizi segreti per conoscere eventuali proprietà non dichiarate, ma è assurdo che ne possa uscire qualcosa. Allora all'ex compagno Scirof viene una fulminante idea: uno dei due quadri è una sacra famiglia con San Giuseppe senza barba. E' una vera rarità, perchè in tutti i quadri l'anziano ebreo viene raffigurato con la barba. Attirerà la curiosità di tutto il mondo. I cugini francesi, non tanto per la vicinanza quanto per le scorrerie di Napoleone, aderiscono senza alcuna titubanza all'iniziativa. I romani sono quelli che suscitano le maggiori perplessità, difficoltà e confusione. In primo luogo perchè la spesa ricadrà sullo Stato italiano e molto probabilmente non sarà coperta dalle entrate che verranno disperse in mille rivoli. In secondo luogo perchè le opere più belle e numerose sono all'estero, nello Stato Vaticano.
ACCADEMIA RAFFAELLO di URBINO
Urbino, li 24/01/2003 - Una copia della commedia "Chi ha paura di Raffaello Sanzio?", opera inedita di Alfredo Zampolini, è stata sottoposta al vaglio scientifico degli esperti dell'Accademia Raffaello di Urbino, allora presieduta dal Dott. Gaetano Savoldelli Pedrocchi. Ottenne l'approvazione per una futura possibile pubblicazione.
CORRISPONDENZA CON IL DOTT. MASSIMO GALLUZZI Allora sindaco della ciità di Urbino
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Presentatore (a sipario abbassato) Benvenuti, cari amici. Io sono qui per dirvi quello che l'autore ha visto e sentito. Facendo un lungo viaggio culturale in città molto importanti, come Londra, Mosca, Parigi e infine Roma, l'autore della commedia ha potuto in qualche modo essere presente a dei colloqui che uomini politici molto importanti hanno tenuto su una questione che a voi urbinati interessa molto da vicino. Si tratta di un grande onore da tributare al Vostro Raffaello Sanzio, in un anniversario della sua nascita: una grande mostra internazionale dei suoi dipinti, qui, a Urbino, a casa vostra. L'idea è venuta a un vostro cittadino che voi conoscete e stimate... anche se poi la cosa ha preso una piega che lui non voleva. Ma per tornare alla commedia, devo dire che l'autore ve la presenta in quattro scene, corrispondenti ai colloqui avuti nelle città visitate; e tutto sarà come è avvenuto, senza aggiunte o manomissioni. Adesso mi pare sia arrivato il momento di dare il via alla prima scena che si svolge a Londra. Dunque, su il sipario! Presentatore (Il palcoscenico mostrerà l'interno di un ufficio ben curato, con mobili e abbellimenti alle pareti) Questo è l'ufficio del responsabile dei beni culturali in Gran Bretagna, possiamo dire l'ufficio del Ministro della Belle Arti. Il Ministro verrà tra poco, ma prima di lui entrerà in scena il segretario. Io invece è ora che me ne vada, ma ci rivedremo ancora, se non vi dispiace, alla seconda scena.
(Musica introduttiva classica: Inno Nazionale Britannico)
LONDRA
Personaggi: - il ministro
delle Belle Arti, Mi (Entra il segretario con la corrispondenza che rovescia sul suo tavolo per poi cominciare ad aprirla. Entra il ministro e si siede al suo tavolo. Alcuni convenevoli.)
Se - La prima signor ministro, è una lettera che viene dall'Italia. Mi- Hum! Gli italiani sono sempre dei seccatori! Sc- Curioso... la lettera non è del Governo ma di un Comune italiano! Mi- Un Comune italiano? Cosa mai vorrà un Comune d'Italia da un ministro di S. M. Britannica? Sc- Forse un gemellaggio. Mi- (risentito) Ma sanno bene che non debbono rivolgersi a noi! L'incaricato agli Interni, lui è competente! Sc- E se fosse un augurio per la nostra amata regina? Mi- (sempre risentito) Anche in questo caso sbagliano. Bisogna passare al ministero degli esteri per gli auguri alla sovrana! Sc- (porgendo la lettera) prego, sir. Mi-(brontolando) Dunque, vediamo. Un Comune... un Comune che scrive direttamente al ministro. È incredibile!... ma vediamo... Urbino,... Urbino, dove si trova questa città?... eppure l'ho sentita nominare... dunque,... Roma, Firenze, Siena, no!... e allora Orvieto, Perugia, Assisi, San Sepolcro! Ci sono, ci sono, Urbino, città dell'Umbria, la patria di Piero della Francesca! Sc- Mi permetta, sir, ma Urbino è la patria di Raffaello. Mi- (forzando il tono) E io cosa ho detto? San Sepolcro, la patria di Piero della Francesca, sfido chiunque a smentirmi! Sc- Soltanto che la lettera proviene da Urbino, città delle Marche. Mi- Certo, certo... città delle Marche. Ma leggiamo... dunque, Urbino, (il ministro comincia a leggere sottovoce con il solito borbottio usato dal funzionario di pubblica amministrazione; dopo un po' comincerà ad intercalare delle esclamazioni e queste diverranno sempre più frequenti e forti, per terminare con un'ah! Fortissimo). (esultante) Ma è un'idea meravigliosa, meravigliosa!... Ma certo che si farà e noi della Gran Bretagna daremo tutta la nostra appassionata collaborazione! Sc- Cos'è che vi rallegra tanto, sir? Mi- (sempre esultante) Ma questa lettera, questa bellissima lettera che mi scrive il Sindaco di Urbino!... Sì, una mostra, una grande mostra! Sc- Una mostra? E di chi, se è lecito? Mi- (C.s.) ma di Raffaello, il grande, il divino pittore!... Solo Urbino, la sua città natale, poteva avere un'idea così felice! Tutte le opere di Raffaello Sanzio a Urbino, mostrate ai visitatori di tutto il mondo! Sc- Adesso capisco, sir! Un anniversario della nascita del pittore! Mi- (C.s.) Proprio così, che va oltre il cinquecentesimo anniversario. Lo dice anche il sindaco... qui, ecco, "Sono cinquecento e più anni che è nato questo genio che ha meravigliato il mondo!" Sc- Un grandissimo pittore, certamente. Ma per la mostra, sir, bisognerà spedire i dipinti in Italia! Mi- (C.s.) Certamente, e tutti quelli che abbiamo. Non c'è da preoccuparsi, pagherà tutto il governo italiano, il trasporto e l'assicurazione, tutto il governo italiano! Sc- Pensavo ai dipinti di grandi dimensioni... Mi- (con orgoglio) Disponiamo di personale altamente specializzato! Sc- Ma la delicatezza... il rischio... Mi- Nessun timore. Tutte le opere arriveranno in Urbino in ottime condizioni! Sc- Bene, sir. Dunque un grande avvenimento, una mostra che chiamerei universale. Mi- Hai detto giustissimo: universale! Tutta Inghilterra ci andrà a quella mostra! Proporrò io stesso al Consiglio dei ministri facilitazioni di pagamento e viaggi gratuiti: il tutto nel nome del grande Raffaello!... ma questa città, questa Urbino, come è rimasta fuori dai miei itinerari? Scommetto che tu l'hai vista! Sc- Yes, sir. Mi- E quando l'hai vista? Sc- Qualche anno fa: una bella cittadina, un saliscendi di strade da tutte le parti e la casa del pittore in fondo alla via principale. Mi- E in che parte d'Italia hai detto che si trova? Sc- Nella regione delle Marche, al confine con la Romagna. Mi- La Romagna! Benissimo! Raddoppierò i voli "charter" per Rimini e sarà tutto facile! Sc- La mostra di Raffaello in Urbino, ecco una notizia da dare ai giornali. Mi- (esultante) Una buona notizia; un'ottima notizia! Fra tanti scandali, tante liti, tanti fattacci, ecco finalmente un avvenimento che mette tutti d'accordo! Sc- Lo credo anch'io, sir. Mi- Oh, quel Sindaco, quel Sindaco, che idea che ha avuto, che idea! (Si serve una tazza di tè e un'altra la offre al segretario che ringrazia). Sc- Se permette, sir, ho un'idea anch'io. Mi- (esultante) Un'altra? Benissimo! Questo è un giorno straordinario! Sc- Perdoni, sir, ma il mio è un piccolo suggerimento. Mi- Dimmi subito! Sc- (un po' circospetto) Sarà bene parlare della cosa... alla Signora!
Mi-
(esultante)
Giusto, giustissimo! L'avrà già saputa la notizia? Io dico
di no. Le novità arrivano sempre tardi a palazzo. Certamente
che bisogna dirlo alla Signora, e subito anche!... su... non
perdiamo tempo, chiama Milady al telefono e passami la linea
appena lei è all'apparecchio.
(Il segretario armeggia per
telefonare). Sc- Halò! Halò! Passatemi subito il telefono della Signora... come?... ma yes, yes, sono il segretario del ministro... una chiamata urgente, una comunicazione riservatissima (Il ministro dice di sì)... come?... ma precedenza, precedenza assoluta! (Il ministro dice: assolutissima)... yes, yes, attendo, attendo... Halò! Halò! La Signora? In linea proprio la Signora? Oh, ossequi, Milady!... yes, yes, le passo il Ministro. Ossequi, Milady!
Mi-
(ossequioso)
Lei, signora! Buon giorno, Signora! Riverisco, Signora!...
bene, bene, grazie! Anche la sua, spero... Mi scusi,
Signora... ho creduto opportuno... se non disturbo... le
debbo dare subito una notizia, una grande notizia. Poco fa
ho ricevuto una sorprendente lettera dal Sindaco di Urbino,
Urbino, yes Italy, che mi annuncia una grandiosa mostra di
Raffaello Sanzio nell'anniversario della nascita... yes,
yes... un fatto eccezionale, eccezionale!... ci saranno
tutte le più grandi pinacoteche del mondo!... tutte le opere
migliori... quel mirabile nostro 'Sogno del cavaliere' e la
magnifica 'Crocefissione' e poi il "Ritratto di Giulio II",
il nostro Giulio II, quello autentico che tutto il mondo ci
invidia... per la spedizione non esistono problemi, abbiamo
tecnici specializzatissimi... scuola inglese, inglese!... e
a tutte le spese penserà il governo italiano, lo dice il
Sindaco nella sua lettera... Ma certo, anche le opere della
National Gallery... Anche quelle del Victoria Museum! Quei
magnifici cartoni per gli arazzi, manderemo pure quelli,...
sarà un correre da tutte le parti, da Parigi, da Madrid, da
Vienna, da Washington verso questa piccola città delle
Marche... la Sua grande sensibilità... mi lasci dire, il Suo
squisito intuito... do subito disposizione ai direttori
delle pinacoteche che diano una bella ripulita ai quadri...
una bella figura, certamente. E per primi, si capisce,
arriveremo a Urbino per primi e anche in questa occasione
daremo una lezione agli europei... un genio, yes, un genio,
son passati cinquecento anni e un altro come lui ancora deve
nascere... tutto il mondo artistico e politico, io direi, se
mi è permesso, soprattutto il mondo politico... Va bene?
Signora, va bene! Thank you, thank you, signora.
(Mette giù il microfono
esultante)
All right!
(Cala il sipario)
Presentatore . Eccomi di nuovo! Vi è piaciuta la scena a Londra? (probabile assenso col capo da parte degli spettatori) Ditelo, ditelo forte! (probabile risposta del pubblico: sì!) Ma quella signora al telefono sapete chi era? Nientemeno che la Regina d'Inghilterra, una lady raffinata e di grande prestigio. Lei stessa, come avrete notato, ha fatto capire al ministro, che sarà presente alla mostra di Raffaello. Quindi la potrete vedere tutti quando sarà qui. E le lodi che ha avuto il Sindaco? "Ah, quel sindaco, che idea che ha avuto, che idea!" ha detto il ministro londinese. (Fregandosi le mani) Tutto bene per adesso! Ma ora è giunto il momento di vedere la seconda scena. Su il sipario! (Il palcoscenico mostrerà l'interno di un ufficio abbastanza modesto. Di poco pregio l'arredamento e scarsità di abbellimenti alle pareti) Adesso non siamo più a Londra ma in un'altra grande città e precisamente a Mosca, in uno degli uffici del Cremlino. Anche qui, tra poco, verranno due uomini. Uno è il Capo Ufficio ministeriale e l'altro l'ex compagno Scirof. Anche in questa scena ne sentirete delle belle! ma io me ne devo andare per lasciare il posto agli attori. Arrivederci, arrivederci a presto!
(Musica introduttiva classica: Mendelsson - Sinfonia italiana II Parte)
MOSCA
Personaggi: - il Capo dell'Ufficio Ministeriale, Ca - ex compagno Scirof, Sc - Voce telefonica da altoparlante del Ministro della Casa blu, Mi
Ca- Compagno Scirof, credevo fossero tre i quadri. Sc- No, capo, sono due e tutti e due si trovano a S. Pietroburgo. Ca- E a Mosca? Sc- (spazientito) Ti ho detto, capo, che non abbiamo quadri di Raffaello a Mosca. Ca- Scusami, sono di fresca nomina e non ricordo tutto. Sc- Datti da fare, capo. Ca- Ci chiedono di partecipare ad una mostra mondiale di questo famoso pittore e la Russia, cosa presenta? Due dipinti! Sc- I nostri concorrenti hanno certamente più quadri di noi ma non pensare poi ne abbiano tanti... Ca- Quel che conta, alla fine, non è il numero ma la qualità e noi certamente abbiamo i quadri più belli, non è vero? Sc- (imbarazzato) Beh... non posso proprio dire... sono quadri di Raffaello e tutti i quadri suoi sono bellissimi! Ca- Scusa, compagno, quali sono questi quadri? Sc- Mi sembrava di avertelo detto: uno è la "Madonna detta del Connestabile", l'altro la Sacra famiglia'' quella con S. Giuseppe senza barba! Ca- Senza barba? Sc- E l'unico S. Giuseppe senza barba. E un quadro eccezionale! Ca- E quanto valgono questi quadri? Sc- Tanto, capo, tanto! Ca- Ma perché ne abbiamo soltanto due? Sc- (spazientito) Dovresti sapere, capo, che i quadri di Raffaello furono acquistati dagli zar, e gli zar come sai bene, spendevano più in gioielli e in vestiti che in dipinti! Ca- Hai detto, compagno, che valgono tanto, ma quanto? Sc- Prova a indovinare capo. Ca- Diciamo... diciamo... cento milioni di rubli! Sc- Prova ad alzare, capo! Ca- Diciamo... diciamo... cinquecento milioni di rubli! Sc- Ancora più su, capo, più su! Ca- Non mi dirai che costano un miliardo di rubli! Sc- Non basterebbero... Ca- Venti miliardi di rubli! Sc- Inutile, non ci arriverai mai, perché un quadro di Raffaello, vale un patrimonio! Ca- Ma allora, questi quadri che ci chiedono dall'Italia, dobbiamo pensarci bene prima di consegnarli! Sc- Non devi temere, capo. Nessuno oserebbe rubare un quadro di Raffaello, perché troppo rischioso. Tutti i furti commessi sono stati scoperti e i quadri recuperati. Ca- Vuoi dire che il quadro verrebbe riconosciuto subito? Sc- Ma certamente, perché di Raffaello al mondo, ce n'è uno solo, inconfondibile! Ca- Allora compagno che facciamo? Sc- Partecipiamo alla mostra. Ca- Va bene, partecipiamo alla mostra. Ma cosa dirà mister Johnson? Sc- Non lo so. Ca- Ma io lo voglio sapere! Sc- Scrivigli. Ca- Dopo l'equivoco di quella volta, io non scrivo più in codice. Sc- Scrivigli una lettera, una vera lettera. Ca-No, no qui ci vuole qualcosa di rapido, di rapidissimo... ecco, il filo rosso! Sc- (incredulo) La linea d'emergenza !? Ca- E perché no, il fatto è importante! Sc- Ma non ha nulla a che fare con la politica! Ca- Anche una mostra di quadri può fare politica! E poi il filo rosso oggi lo adoperano anche i semplici segretari. Sc- Fai come ti pare, capo. Ca- Voglio subito il collegamento! E tu vattene, sai bene che nessuno può ascoltare quando entra in funzione il filo rosso! Segreto di Stato hai capito, segreto di Stato! Sc- (di malavoglia) Vado, vado. Pausa Ca- Centralino dammi subito la linea d'emergenza!... sì, sì, la linea d'emergenza!.. Certo che sono il Capo! Oh, finalmente hai capito! Ma certo, ma certo!... Chiama la Casa blu... sicuramente che c'è sempre qualcuno alla Casa blu!... oh! chiedi di mister Johnson, hai capito bene? Pronto? Sì, pronto! Eh! Eh!... mister Johnson?... in persona?... Oh! Finalmente! Sono io, il Capo dell'Ufficio... come? Sento, sento... ma adesso... ma insomma chi è che parla? Mi- Sono io, il ministro! (la voce giunge chiara da altoparlante) Ca- Sicuro? Mi- Sicuro. Ca- Buon giorno, mister Johnson, come va? Mi- Bene da me, e da voi? Ca- Anche da me. Com'è il tempo là? Mi- Fa freddo dappertutto, anche alla casa Blu! Ca- Siamo in inverno, oggi qui sono trenta sotto zero! Mi- Non mi avrete chiamato per domandarmi del tempo? Ca- No, certamente. Mi- E allora cosa c'è? Ca- (un po' imbarazzato) Beh... c'è un avvenimento straordinario. Mi- Non alluderete mica alla mostra di Raffaello? Ca- (sorpreso) Proprio a quella, mister! Mi- Siete un patito di questo grande pittore? Ca- (rincuorato) Beh! Quando si tratta di Raffaello!... Mi- Avete ragione, Raffaello è insuperabile! E hanno fatto bene a pensare ad una mostra. Ca- Ci andrete anche voi? Mi- Ma certo, l'America è sempre in prima fila! Ca- E non pensate alle difficoltà per il trasporto dei quadri? Mi- Nessuna difficoltà! Abbiamo delle tecniche avanzatissime! Ca- In quanto a questo nessuno può superarci! Mi- Ma cosa dite? Noi trasportiamo gli oggetti più fragili da un capo all'altro del mondo. Abbiamo inventato degli involucri così resistenti che una cassa di vetro, lanciata da un aereo a mille metri d'altezza, non si rompe! Ca- Adesso esagerate! Mi- Abbiamo fatto esperimenti. Potete venire a vedere questi lanci, se volete! Ca- Venite voi qua, invece! Abbiamo costruito delle automobili che mandate a cento all'ora contro un muro, non si fanno nemmeno un graffio. Mi- Impossibilel Ca- Non ci credete perché siete invidioso! Mi- Non cominciate a offendere! Ca- Tornando alla mostra, quanti quadri manderete in Italia? Mi- Tutti quelli che abbiamo. Ad una mostra così, vogliamo essere presenti al gran completo! Ca- Ma quanti ne avete? Mi- Di che? Ca- Ma di quadri di Raffaello! Mi- Domandatelo alle vostre spie! Ca- Adesso mi offendete voi! Mi- E stato uno scherzo! Ca- (risentito) Non accetto scherzi di questo genere! Mi- Se proprio volete saperlo, chiedetelo ai direttori dei musei di Washington, di New York, di Baltimora. Ca- E voi verrete in Italia per l'occasione? Mi- Se il governo italiano è d'accordo, ci sarò! Ca- Anch'io vorrei esserci! Mi- Bravo, così potremmo incontrarci e parlare un po' dei nostri problemi… Ca- Sono certo che dopo aver visto i bei dipinti di Raffaello potremo cominciare a trattare! Mi- Sono sicuro anch'io che la mostra sarà di grande aiuto per la pace dei popoli! Ca- E poi in Italia si sta bene! Mi- Certo, ci sono gli spaghetti e la pizza... Ca- E il vino generoso! Mi- E ci sono le donne, le belle donne di Raffaello! Ca- Ma cosa andate a pensare! Mi- Si fa per dire tanto le belle donne piacciono anche a voi! Ca- Sicuro che mi piacciono! Mi- E allora siamo d'accordo, viva le belle donne italiane e quelle di tutti i continenti!
(Pausa)
Ca- Mister! Mi- Sono qui! Ca- Ah, credevo foste andato via! Mi- Dove volete che vada! Ca- Già... Ma torniamo alla mostra. Sarà indimenticabile! Mi- Certamente. Ca- Unica al mondo! Mi- Certamente. Ca- Finalmente vedremo chi possiede i quadri più belli! Mi- Non crederete mica di superarci! Ca- (ironico) La vedremo, caro ministro, la vedremo! Mi- Ma cosa dite? Basterebbe la Madonna dei candelabri, che abbiamo a Baltimora! Quando sarà alla mostra, vi farà rimanere incantati! Ca- (risentito) Sentite, è vero che qui non abbiamo molti dipinti di Raffaello, ma ne basta uno, uno solo, per eclissare tutti i vostri! Mi- E questo dipinto sarebbe? Ca- (con orgoglio) Ma la Sacra Famiglia! Mi- Ma di Sacre Famiglie è pieno il mondo! Ca- Che vuol dire! Questa è la più originale e la più bella! Mi- Mi sapete dire il perchè? Ca- Ma per il S. Giuseppe senza barba! Non c'è altra Sacra Famiglia al mondo con S. Giuseppe senza barba! Mi- (ironico) Ma non mi fate ridere! Ca- (serio) Se ve lo dico io dovete crederci! Mi- (ironico) Ma cosa volete dire con questo? Ca- Che da voi i S. Giuseppe hanno tutti la barba! Mi- Ma cosa devo sentire? Ca- Eppure qui sta il punto... Mi- Ma non dite cose... Ca- Ma io invece sono sicuro... Mi- Sicuro di che? Ca- Ma della barba! Mi- Ma via, barba o senza, è lo stesso! Ca- Lo dite voi che è lo stesso. Mi- Come volete, ma adesso vi lascio, ho da fare. Ca- Allora portate pure i vostri quadri, vedremo cosa diranno gli esperti. Mi- Lo conosco già il giudizio degli esperti. In questa mostra ci sarà anche il giudizio del pubblico che non può sbagliare: prima la "Madonna dei candelabri" di Baltimora; seconda la grande "Madonna d'Alba" di Washington; la terza la "Madonna con il Bambino e cinque santi" di New York. (Il capo della Piazza Rossa alzerà le braccia spazientito)
(Cala il sipario)
Presentatore. Ecco che ci ritroviamo per la terza volta, ormai siamo diventati amici! Che ne dite di quel presidente della Casa blu? Ma intanto dov'è questa Casa blu? Io conosco solo la Casa bianca... mah! Piuttosto avete notato come si punzecchiavano quei due per quel S. Giuseppe senza barba? Il fatto è che non pensavano per niente alla grande arte di Raffaello! E poi un'altra! E tutte quelle allusioni alle donne italiane?... "piacciono a me, piacciono anche a te". Ma questi pensano alla mostra o vogliono venire da noi per fare i libertini?... Ma io mi sto scaldando troppo, mentre dovrei già pensare di scomparire... Dunque, su il sipario! (Il palcoscenico mostrerà una bella "suite" di palazzo con vasi di fiori, poltrone, mobile - bar e altro) Questa volta siamo a Parigi, la "ville lumière", dove tutto è "grandeur". Vediamo una bella "suite" di palazzo. Fra poco verrà il Signore dei Campi Elisi, un elegantone perché lui è il primo di tutti i francesi e sa fare benissimo la sua parte. La moglie lo sta aspettando. Ma che signora! Vestita alla moda, con tanto di "maquillage"! Vedrete! Vedrete! Vi lascio alla loro recitazione. Noi ci rivedremo più avanti. Dopo questa scena finirà il primo atto. Ci vedremo quindi dopo l'intervallo! Ci vedremo a Roma! A Roma! (farà cenni di arrivederci e si ritira)
PARIGI
Personaggi: - il Signore dei
campi Elisi, S
M- Ciao, caro. Sei tornato tardi oggi! S - Abbiamo un gran da fare qui a Palazzo. M- Per quella brutta questione? S - Già per quella brutta questione. M- Ti preparo il tuo drink? S - Grazie! oggi bel tempo vero? M- A me non pare, anzi direi che è piuttosto rigido! S - Ricordati che siamo in pieno inverno e a Parigi. M- Io ho sentito un gran freddo! S - Ma se c'era il sole! M- C'era il sole, ma c'era pure una nebbiolina! Brr! S - Il cielo sereno, l'aria frizzante! A me sembra una magnifica giornata! M- Ecco il tuo drink. S - (assaggiandolo) Ottimo questo drink! Cosa ci hai messo? M- Ma è quello che ti preparo tutti i giorni! S - Oggi mi sembra più buono! M- Ci ho messo i tuoi liquori preferiti più la scorza di limone. S - Che ti devo dire! Oggi mi piace proprio molto! M- Tra poco ci chiameranno per il pranzo. S - Benissimo! M- Ci mancherà però quel vino speciale di Borgogna. Le casse sono state spedite in ritardo. S - Beh, non fa niente. M- E non ci sarà il soufflé di formaggio, perché Catherine è malata e Jean non lo sa fare. S - Farò a meno del soufflé di formaggio. M- Sai che non ti capisco! L'altro giorno te la sei presa solo perché la soupe non era calda abbastanza, oggi senza aggiungere una parola, rinunci al tuo piatto preferito! S - L'altro giorno era così.. .oggi è diverso! M- (sbuffando) Senti! Mi sai dire che cosa ti è successo, oggi? S - (indifferente) Non capisco! M- Voglio sapere cosa ti è capitato di bello, di straordinario, di eccezionale in questa mattina! S - (indifferente) Cosa vuoi che sia successo? Niente! M- (risentita) Come, niente! Non la dare a intendere a me che ti conosco! S - Beh… ho lavorato… come al solito... per sei ore di fila. M- (risentita) Ma qualcosa ti è capitato! Perché gli altri giorni torni a casa stanco, nervoso, brontolone e oggi invece? Oggi sei vivace, sei affabile, ti piace tutto, approvi tutto! S - Beh... devo dire che i problemi sono sempre gli stessi... le stesse beghe e poi quella benedetta questione!... ma ci sono state notizie diverse dal solito. M- Vedi che avevo ragione io! Dunque, delle novità? S - Ma sì delle novità! M- Lasciami indovinare! Sei stato invitato a Berlino! S - No, no che c'entra la Germania! M- Allora, allora... quell'Università di Grenoble ti ha finalmente concesso la laurea onoris causa! S - Penso proprio che non me la daranno mai. M- Cosa può essere?... Fammi pensare... Ci sono, il presidente ti ha invitato alla Casa Bianca! S - Troppo lontano la Casa Bianca! M- Allora è un fatto di casa nostra!... Hai finalmente vinto la guerra del vino con l'Italia! S - Il vino non c'entra, ma l'Italia si. M- L'Italia? Come può rallegrarti un fatto che è successo in Italia! S - Non è ancora successo, ma dovrà accadere! M- In Italia? S - Proprio in Italia! M- Senti, non tenermi sulle spine, dimmi subito di che si tratta! S - Basterebbe pensare a un grande personaggio di cui si vuol celebrare l'anniversario. M- E questo personaggio è italiano, naturalmente? S - Ma certo, italiano! M- (dopo aver pensato un po') Guarda non ho proprio idea! S - Ma come, non hai fatto l'Accademia? M- Sì, e con questo? S - Cosa studiavate all'Accademia? M- Tante cose. S - E tra queste non c'era la pittura? M- Certamente che c'era. S - E allora, si tratta di un grande pittore! M- Dunque l'anniversario. Mah, non lo so proprio! S - Perbacco! Raffaello, Raffaello! M- Ah! Raffaello! Andavo spesso al Louvre a studiare i suoi quadri... "La Bella Giardiniera"!... il professore diceva che è un capolavoro. S - Quale professore? M- Ma il professore Melius, l'illustre studioso, che rendeva interessante tutto quello che spiegava. S - E che diceva di Raffaello? M- Oh! Per Raffaello aveva un'ammirazione incondizionata! Diceva che non c'è pittore francese, nè spagnolo nè fiammingo che abbia reso la pura forma come Raffaello. S - Certamente un grande artista! M- Ma non può essere stato Raffaello a metterti di buonumore! S - Non ho finito di dirti. Ci sarà una mostra in Italia, una mostra mondiale delle sue opere. M- Ma cosa importa a te di questa mostra! S - Una magnifica idea, di quelle che possono cambiare il mondo! M- Senti! Non capisco cosa centri Raffaello con la realtà di oggi e non capisco questo tuo nuovo e improvviso interesse alla pittura! S - Eppure, cara, basta pensarci un po'. Tutti gli Stati invieranno i loro ministri... M- Ah, ecco l'interesse! S -... E avverrà che ci incontreremo pure noi, i grandi del potere, i padroni del mondo! M- (ironica) Ne avete avuti di incontri voi, padroni del mondo, ma cosa avete ricavato? Nulla! S - Ma pensa a questa grande occasione! Ci saranno tutti e naturalmente il mio amico. M- Ah! É per l'amico! S - Non posso negare che questa mostra ha per me un significato politico, ma è da augurare che sia così per tutti! Davanti alle Madonne di Raffaello "così piene di grazia, così placide e rassicuranti", come dice il depliant del Louvre, spero sia più facile trovare un accordo. M- Speriamo, ma io rimango scettica. S - Io sento invece che questo incontro in Italia darà risultati insperabili! M- Dimmi, a chi è venuta questa bella idea della mostra? S - A chi poteva venire? Soltanto a un conterraneo di Raffaello. Il primo cittadino d'Urbino, il sindaco, ecco l'uomo che ha preso l'iniziativa! M- Davvero intraprendente quest'uomo! S - Hai detto bene! Un uomo che vorremmo anche noi in Francia! M- Dimmi un po' a questa proposta del sindaco hanno risposto tutti di sì? S - Ma certamente! M- Dì la verità! Col tuo amico ti riprometti di farla da padrone in Italia! S - Ma cosa dici? La nostra politica è per la soluzione delle controversie entro il sistema democratico! M- Ma io conosco le tue ambizioni! S - Le mie ambizioni! (con orgoglio) Sono quelle della Francia! E la Francia ricordati, ha un suo ruolo nella politica mondiale e una civiltà da difendere! M- Vedo che ho svegliato il tuo orgoglio! S - (con enfasi) Il mio orgoglio sì, di essere a capo di una grande Potenza! M- E chi pagherà le spese per questa grande mostra? S - Il governo Italiano. E ti assicuro che saranno salate! Ma quando si tratta di capolavori non si può stare a guardare! M- Ma ci vorranno miliardi! S - Il Sindaco è stato laconico: il governo Italiano è disposto a pagare qualunque importo! M- Ma guarda un po' questa Italia! Ha la camorra e la mafia, sembra finire da un momento all'altro... e poi si risolleva con Raffaello e trova anche i soldi per una mostra mondiale! S - Proprio così! Sarà la gente, sarà l'arte, sarà quello che vuoi, ma intanto l'Italia questa volta ha fatto centro! E i miliardi, se li rifarà con il grande turismo! M- Dimmi un po', noi con quali dipinti andremo alla mostra? S - (con grande entusiasmo) Marceremo sull'Italia col vessillo della "Bella Giardiniera", la perla della collezione del Louvre, il quadro che tutto il mondo ci invidia! M- E gli altri quadri? S - A dirti il vero non lo so. M- Ma non sei tu che decidi? S - Che vuol dire! Spetta al ministro scegliere, non a me. Ad ogni modo, io- voglio-mandarceli-tutti ! M- Allora comandi tu! S - (con determinazione) La presenza della Francia deve essere totale. Di questo mio volere il ministro dovrà tenere conto! M- Ma certo! E allora tutti i quadri partono. Tanto è l'Italia che paga! S - Già! M- Vediamo quali possono essere questi quadri. Eh, non li posso ricordare mica tutti i lavori di Raffaello!... Però almeno i più importanti... dunque... quel bellissimo "ritratto di Baldassarre Castiglione", tenuto sui toni grigi e argento, quello ci deve proprio andare!... e poi quelle due tavolette, il "S. Giorgio" e il "S. Michele", quelle sono due gioielli... e poi e poi... ah, la "Madonna d'Orleans" e "Le tre Grazie", due splendidi dipinti del museo di Chantilly! Di opere di Raffaello in Francia ce ne dovrebbero essere una ventina! S - Davvero? Non credevo tanti! Faremo un carico da sbalordire il mondo! M- Piano, piano. E l'Italia allora? L'Italia ne ha più di te! S - L'Italia, si capisce, non la supera nessuno. Ma noi saremo buoni secondi! M- Senti, il Vaticano? Io non credo che il Vaticano invierà i dipinti di Raffaello a Urbino. La Trasfigurazione, per esempio; è troppo preziosa per spedirla ad una mostra! S - Ma cosa dici? un papa moderno che sa apprezzare le buone iniziative. Sono sicuro che la Trasfigurazione figurerà al posto d'onore alla mostra! M- Ma io ho i miei dubbi. S - Ma, cara, c'è stata un'adesione unanime a questa mostra di Urbino. Tutto il mondo ha risposto entusiasticamente all'invito del Sindaco! M- Dunque, si prepara davvero un grande evento! S - (con grande entusiasmo) Al quale anche noi parteciperemo, per la gloria della Francia, nella memoria di Raffaello, pittore universale!
(Cala il sipario) (Intervallo)
Presentatore Eccomi di nuovo. Siamo arrivati in Italia finalmente, a Roma! Ma qui per organizzare la mostra di Raffaello ci vogliono idee chiare e grandi propositi. Da noi come vedrete tira un'altra aria! Vedrete che roba! Il direttore del Compartimento centrale si vuole dimettere, l'esperto pensa solo alla sua mancata promozione. sarà da ridere! Alla fine l'accordo si troverà pensando alla invitante trasferta che il ministero dovrà loro pagare per la missione in Urbino. E il sindaco? Spiegherà come sono andate le cose, come è stato burlato da alcuni suoi concittadini. La parte più interessante di questa scena giunge quando il direttore sfoglia il catalogo dei quadri di Raffaello. Allora si capisce quanto sia noto nel mondo il vostro pittore. O1tre l'Italia i suoi quadri si trovano in diverse nazioni e continenti, dalla Scozia alla Spagna, da Londra a New York, da Washington a Berlino, da Monaco alla Città del Vaticano. Urbino, è stato già detto, ne possiede due: la Muta e la Santa Caterina d'Alessandria. Ma è venuto il solito momento. Su il sipario! (Il palcoscenico mostrerà un ufficio un po' trasandato) Questo è l'ufficio compartimentale delle Belle Arti di Roma. Verranno l'impiegato e il direttore, poi l'esperto dott. Caputo. Mi pare di avere spiegato tutto quello che dovevo. E adesso mi ritiro definitivamente. Viva Raffaello! Viva il grande pittore urbinate! (applausi del pubblico) L'annunciatore saluta cordialmente e se ne va.
(Musica introduttiva classica: Mendelsson - Sinfonia italiana I Parte)
ROMA.
Personaggi - il direttore del
Compartimento, Di;
Telefonate provenienti da:
Im-
Ma guarda qui, cosa scrive il giornale! Una mostra di Raffaello
a Urbino! Questa è bella! Con tante città che ci sono in
Italia... ed è una mostra in grande, una mostra universale!...
Che ne dirà il direttore? Ci resterà male, anzi malissimo, lui
così dinamico e così geloso... ecco che gli portano via
l'occasione... e chi poi? un Sindaco!... ma sarà uno dei soliti
protetti! (leggendo) "È assicurata la partecipazione di tutti
gli Stati che possiedono quadri di Raffaello, compreso il
Vaticano. Che fa l'Italia?"... già, che facciamo noi?... ma
guarda questo Sindaco cosa ha combinato! Il direttore sarà
infuriato. Prevedo una mattinata nera, anzi nerissima! Di- Hai letto il giornale? Im- Gli ho dato un'occhiata sull'autobus.
Di-
Buffonate, ecco cosa sono!
(Sbatte più volte il giornale piegato sulla scrivania)
Buffonate, e basta! Im- Giusto! Di- E le spese? Come pagherà le spese questo signor Sindaco? Ma lo sa lui che per il trasporto e l'assicurazione di tanti capolavori ci vogliono milioni, dico mi-li-oni! Non crederà sul serio che glieli daremo noi! Im- Ma il sindaco qui ha scritto che pagherà tutto lo Stato italiano! Di- lasciamolo dire, presto si accorgerà che ha sbagliato i suoi conti! Im- Scusi, direttore, quest'uomo, questo sindaco, come ha potuto, come è riuscito? Di- Con questa lettera (batte una mano sulla pagina del giornale), con questa lettera invitante, lusinghiera. E i giornali, tutti i giornali, complici con lui, l'hanno pubblicata. Ma noi gli impediremo di allestire questa mostra! Im- Bravo, direttore! Di- Siamo o non siamo dell'Ufficio compartimentale... Im- Che ordina e controlla tutto! Di- Piuttosto, l'Eccellenza. Non ha visto, non ha letto? Perché non mi chiama, perché non fa udire il suo sdegno? Im- Vedrà che tra poco il telefono suonerà! Di- Lo spero bene... intanto siamo in un brutto pasticcio! Quel Sindaco ci ha fatto lo sgambetto, trattando direttamente con le massime autorità politiche del mondo... e i giornali sono stati incredibilmente d'accordo con lui facendoci fare una meschina figura... (squilla il telefono fisso) Di- (precipitandosi) Pronto, pronto! E l'Eccellenza?... Pronto!... Ma chi è che parla?... chi, l'Ufficio di Firenze? Beh, che volete?... cosa? La mostra a Firenze? Ma che mostra, che mostra! Qui non si sta organizzando niente!... I giornali? Non mi importa di quello che scrivono i giornali... ... Ma il Sindaco dica quello che vuole, scriva, pubblichi, a me fa un baffo!... Avete capito adesso?... Ma che volete che mi importi se Firenze doveva essere candidata alle Olimpiadi! Qui siamo in un altro campo, nel campo dell'arte pura.... no, no, basta con questi campanilismi! Vediamo di avere idee più allargate.... sì, più adatte alle esigenze di oggi, al cosmopolitismo dell'era moderna! No, non posso, devo chiudere, aspetto una importante telefonata del Ministro! Di- (mettendo giù il microfono e sbuffando) Ma senti un po' questi! Fuori da ogni logica! Campanilisti, campanilisti!... E l'eccellenza non telefona, ma perché non telefona? Im- Sa com'è, al Ministero hanno sempre tanto da fare! Di- Ma come? I giornali gli fanno sapere che in Italia ci sarà una mostra universale e che il governo dovrà pagare, e lui fa il sordo! È incredibile!
Im-
Non si disperi, direttore, chiamerà, chiamerà!
(squilla il telefono)
Di-
(che si è precipitato a rispondere)
Pronto! Pronto!...
(deluso)....
Ah... Ah! Ho capito, ho capito, il Sindacato autonomo del
personale ausiliario dei musei. Ma che volete? ... Ma io sono il
direttore, non c'entro con gli aumenti di stipendio!... Nuovi
posti di lavoro per i custodi? Benissimo, anche le pretese
sindacali, adesso!... Ma se v'ho detto che la mostra non si
farà!... Un compenso? ma quale compenso?... Voi capite che non
posso garantirvi nulla... ho capito, ho capito! ma adesso basta!
Qui abbiamo un orario, delle scadenze, insomma c'è da fare!
(mette giù il microfono con
stizza).
Se si va avanti così divento pazzo! Ma adesso,...
(preme un bottone del telefono)
Pronto? Pronto?... Chiamate l'esperto dei servizi
amministrativi!
(e resta in attesa)
Dott. Caputo? Sono il direttore. Venga subito da me! Ca- Buon giorno, direttore. Di- Ah, buon giorno. Ha letto? Ca- Ho letto, ho letto! Incredibile! Di- Non solo incredibile, ma vergognoso! Ca- Giusto! Dopo tutte le assicurazioni! Di- Quali assicurazioni? Ca- Di quelle del Capogabinetto: "Stia tranquillo, noi lavoriamo per lei, ecc. ecc." Di- Ma qui, egregio dott. Caputo, c'è un equivoco! Ca- Quale equivoco? Di- Ma lei, scusi, a quale fatto si riferisce? Ca- Alla graduatoria dei promossi pubblicata nel Bollettino! Il mio nome non c'è, come lei saprà. Di- Ah, il Bollettino! Lei ha letto il Bollettino! Ma io mi riferivo al giornale! Ca- Il giornale? Di- E dunque non sa niente della mostra su Raffaello? Ca- No, non so proprio nulla. Di- Viviamo coi piedi per terra, egregio dottore, e tutto andrà per il meglio, anche la sua promozione. Ca- Io mi sono fidato delle promesse e invece adesso mi ritrovo con un pugno di mosche!
Di-
(severo)
L'ho fatta chiamare per un parere su questa mostra di Raffaello!
Ca- Grazie, ma un funzionario con la mia anzianità e le mie note di qualifica non dovevano escluderlo dalla promozione. Questa è un'offesa, è uno schiaffo... Di- (serio) Mi lasci continuare. Mi lasci dire quello che è vero: lei è un competente nel campo del diritto! Ca- (modesto) Sono soltanto uno che ha molta pratica. Di- No, lei ha una profonda cultura giuridica. Ma veniamo al fatto della mostra. Il Sindaco di Urbino, un piccolo paese delle Marche, scrive una lettera ai maggiori esponenti della politica mondiale invitandoli a prestare i quadri di Raffaello per una mostra universale. E fin qui, niente di veramente grave. Ma ecco che il Sindaco per avere l'adesione di questi uomini politici, scrive nell'invito che le spese di trasporto dei quadri e le assicurazioni saranno pagate dal governo italiano! E questo non è vero, non è assolutamente vero! Allora mi dica: questo Sindaco, questo individuo che ha avuto la sfrontatezza di scrivere una simile fandonia, è passibile o no di formale denuncia? Ca- (facendola cadere dall'alto) Ma certamente! Ma certamente! Per evidente falsità... e gli estremi ci sono: art. 003 del codice penale! Di- (sorridente) Mi fa veramente piacere, caro collega, di sentirla parlare così, perché se me lo assicura lei, vuol dire che la denuncia si potrà portare avanti! Ca- Ma certo, ma certo! Mi permetta però. Per correttezza formale, bisognerà sentire il Ministro. Di- Sicuro, caro collega! Ma questi uomini politici hanno paura di certe azioni punitive, vedono complicazioni dappertutto. Siamo noi, noi, i funzionari, a garantire equità e giustizia! Dunque, per questo Sindaco una bella denuncia! Sono sicuro che le cose si metteranno bene! Ca- (mogio) Le mie sono andate male purtroppo! Di- Ma non si abbatta, troveremo un rimedio! Lasci fare a me, che conto qualcosa nelle decisioni dell'Eccellenza. Ca- Lei pensa a un decreto superministeriale?... Di- Niente è impossibile per un direttore! Ca- (tutto rincuorato) Oh, grazie, grazie!, (tornando serio) A proposito del Sindaco, va bene la denuncia, ma prima bisognerebbe attaccarlo, ridicolizzarlo, non lasciargli altra via di uscita che le dimissioni! Di- Bravissimo, ecco il suggerimento intelligente che m'aspettavo! Mi prepari una lettera per i giornali. Dimostreremo meraviglia e disappunto e per portare subito l'opinione pubblica dalla nostra parte diremo che nella lunga e onorata storia dei Comuni italiani, proprio così "nella lunga e onorata storia dei Comuni italiani" non si è mai dato un così straordinario e sbalorditivo caso di sfacciataggine (l'esperto annuisce). Vedrà, che dopo avergliele cantate così per bene, il Sindaco comincerà ad esser seriamente preoccupato! Ca- Sono sicuro che chiederà scusa. Di- Scusa? Troppo facile! Troppo a buon mercato! Il fatto è gravissimo! ed ora vada, vada! Scriva la lettera. Dobbiamo agire subito! Ca- Tra poco tornerò con la lettera per i giornali! Ossequi, direttore, ossequi! (l'esperto esce e rientra l'impiegato) Im- Ecco l'elenco: tutte le opere di Raffaello in Italia e se servissero anche quelle all'estero. Di- Dai qua! (si mette a sfogliare) Dunque... 18 a Firenze... poi... 2 a Brescia... 2 a Città di Castello... 1 al Museo di Capodimonte, 1 a Bologna e 1 a Bergamo. Im- (interrompendo umilmente) Scusi, l'Eccellenza, l'Eccellenza ha telefonato? Di- (secco) No, ma ormai so quello che debbo fare, (riprendendo a sfogliare) Siamo già a 25 e adesso vediamo... dunque una a Milano; poi... qui a Roma ce ne sono quattro... due a Urbino e fanno 32. E all'estero? vediamo all'estero, (squilla il telefono) Im- (scattando) È lui! Di- (indifferente) Non ci credo proprio. Im- Le dico che è lui, è lui!
Di-
(lasciandosi convincere, ma di mala voglia, alza il ricevitore). Im- Eh, ci vuole una gran pazienza! Di- (ancora risentito) Un accidente a tutti! Im- S'attaccano al telefono come a un salvagente. Di- ... e mandano in bestia un funzionario... che invece deve stare calmo e disteso... dunque, riprendiamo questo elenco. Allora, la Francia. Vediamo quanti quadri di Raffaello ha la Francia... guarda un po' qui. Ma già lo sapevo, sono tanti e anche famosi: la "Madonna del diadema", "Baldassarre Castiglione", la "Bella Giardiniera". Ah! Quel "doppio ritratto", lui, Raffaello col suo maestro di scherma! Se n'è parlato molto in una rivista!... Vediamo l'Inghilterra... non ha molti quadri ma tantissimi disegni e i famosi cartoni per gli arazzi. Guarda che fila! (scorre con la mano alcune pagine dell'elenco), e poi le Americhe: New York, Washington, Baltimora... ; qui non si finisce più! (chiude spazientito il fascicolo) Im- (sollecito) Il telefono, il telefono! Di- (asciutto) Rispondi. Im- Io!? Di- Sì, tu, rispondi! Im- E se fosse l'Eccellenza? Di- (indifferente) Non è l'Eccellenza, rispondi! Im- Pronto! Pronto! Chi è, l'Eccellenza? Pronto, Eccellenza! Mi- (voce da altoparlante) Sì, sono io. C'è il direttore? Di- (precipitandosi verso il telefono e assumendo un tono cerimonioso) Ma certo, Eccellenza, eccomi qui! Mi- Come va, caro direttore? Di- Bene, Eccellenza, e lei? Mi- Io? Benissimo! Di- Mi fa veramente piacere. Mi- Senta un po', ho bisogno di sapere l'organico del suo Compartimento, devo presentare proposta di modifica al Consiglio. Di- Non sarà per una riduzione? con il lavoro che c'è! Mi- Stia tranquillo, vogliamo solo ridefinire le qualifiche in modo da attribuire a ciascuno specifiche funzioni. Di- E per il mio posto? Mi- Il suo posto rimane, così com'è. Di- Non è che andranno a vedere se possiedo la laurea specifica? Mi- Ma cosa dice? Il suo posto è per lei, garantito! Di- Grazie, Eccellenza, grazie! Le farò avere i dati. Il tempo di preparare un prospetto. Mi- Entro domani, comunque, quei dati devono essere sul mio tavolo. Di- Ma certo, Eccellenza, certo! Mi- Mi pare non ci sia altro... ah, sì, quell'ambasciatore del Tangascià ha poi avuto quella medaglia? Di- Certamente, gliela ho consegnata io stesso. Mi- Peccato che io sia stato trattenuto da altri impegni. È stato contento? Di- Contentissimo, Eccellenza. Mi- Bene, se non c'è proprio altro... Di- Mah... Eccellenza, la mostra! Mi- Quale, quella di Raffaello? Sì, ho letto sul giornale. Ma non abbia timore, se la vedrà il Sindaco. Di- Eccellenza io non capisco... Mi- Voglio dire che tutte le incombenze sull'allestimento della mostra cadranno sulle spalle del Sindaco, noi gli daremo soltanto i quadri. Di- Ma allora... lei approva! Mi- Certo che approvo! Questa mostra servirà a portare in Italia milioni di turisti. Ne abbiamo bisogno, come lei sa, per pareggiare la bilancia dei pagamenti. Di- Ma le sembra giustificata questa iniziativa del Sindaco che ha preso tutti alla sprovvista? Mi- Quel Sindaco sa il fatto suo. Ha avuto un'idea geniale. Di- E le spese? Il Sindaco dice che le pagheremo noi. Mi- È inevitabile. Un Comune non può certamente disporre del denaro occorrente. Di- Ma lo sa l'Eccellenza che ci vorranno miliardi? Mi- Certo che lo so. Ma questa mostra è talmente importante per noi che siamo ben felici di spendere! Di- Ma questo Sindaco ha abusato del suo potere e merita una punizione e magari una denuncia! Mi- (risentito) Mi meraviglio che lei parli così. Quell'idea della mostra doveva venire da lei che sta a capo di tutto il servizio. Di- A me!? Mi- Sì, proprio a lei! Di- (ironico) Ma simili iniziative devono partire da chi sta più in alto di me. Mi- (molto risentito) Senta, non le permetto di ironizzare sui suoi superiori che hanno compiti ben più gravi che pensare a una mostra! Di- Vuol forse dire che io, il mio Ufficio, tutti noi impiegati dobbiamo metterci al servizio del Sindaco? Mi- (c.s) Non mi fraintenda! Di- Ma allora?... Mi- Le ordino di prendere a suo carico tutta la questione e cioè portare a buon fine il lavoro di catalogazione dei quadri di Raffaello. Di- (remissivo) Quand'è così! Mi- (bonario) Ma, caro direttore, non ha ancora capito? Ma lo sa lei che il ministro dei beni scientifici, ha visto crescere il suo bilancio di ben 5 mila milioni per la risonanza che ha avuto in tutto il mondo quel congresso di formicologia tenuto a Milano? Ma lo sa lei che quel mio collega dei beni scientifici viaggia in auto blu con un sistema a raggi infrarossi che fa vedere anche di notte, e con un secondo sistema antibloccaggio delle ruote formidabile. Mentre io vado ancora con la mia vecchia Mercedes! Dunque, ringraziamo il Sindaco che ci dà l'opportunità di ben figurare e avremo anche noi un bell'incremento del bilancio e altri grossi vantaggi. (tornando serio) Allora siamo intesi. Le do carta bianca per la mostra; pensi a tutto e mi tenga informato. E adesso la saluto perché ho molto da fare. Di- (rivolto all'impiegato) Hai sentito? Il ministro approva la mostra, anzi mi invita a collaborare con il Sindaco. Ma io divento pazzo, pazzo! C'è una sola cosa da fare: le dimissioni! (ironico) Mi tolgo finalmente dai piedi, caro ministro, ma mi dovrai dare la pensione! Non sarà il massimo, ma ti costerà cara. E non verrò più in quest'ufficio, non prenderò ordini da nessuno! Im- Ma via, direttore, non se la prenda così! Direttore, mi ascolti. Lei deve rimanere! Di- A queste condizioni, mai! Im- Ma lei ha superato tante difficoltà, tanti problemi... Di- Ma questa volta è troppo! Qui non contano più le buone qualità, la dedizione al servizio! Umiliazioni, sempre umiliazioni! Im- Ma cosa dice, adesso? Di- Dovevo dimettermi due anni fa, dopo quel caso di Napoli, ma mia moglie mi ha pregato, ha tanto insistito che sono rimasto. E ora eccomi qua a subirne le conseguenze! Im-Mi permetta di dirle che sua moglie ha fatto bene... e in quanto al Ministro può darsi che ci ripensi. Di- Ma come? Ma non ha sentito? (rifacendo la voce del ministro) "Le ordino di prendere a suo carico tutta la questione!" Im- Un giorno si pensa in un modo, un altro giorno invece si cambia. Di- Ma anche se fosse così, io non resterò! Questo caso chiude la mia carriera! Im- (deciso) Lei rimarrà, invece! Di- E per chi? Per l'Eccellenza, per il Sindaco di Urbino? Im- Ma per lei, per la sua famiglia! Di- (prendendo un foglio) E non voglio nemmeno pensarci su. Le mie dimissioni all'Eccellenza le mando subito!
Im-
(allarmato)
Ma che fa, che fa? Ca- (tutto premuroso) Ecco la lettera per i giornali. Il Sindaco è servito! Di- Non serve più. Ca- Non capisco! Di- Lo capirà a suo tempo. Ca- Ma io ho fatto quello che lei mi ha detto! Di- Lo so, lo so. Ma adesso, riporti via quella lettera! Ca- E la nostra strategia, la nostra controffensiva? Di- (seccamente) Ci ho ripensato, va bene? Ca- (costernato) Anche lei dunque cambia idea, mi tradisce, come il Ministero. Di- Ma quale tradimento! Semplicemente ho ripensato a quel Sindaco, la lettera non gliela mando più! Ca- Ma il decreto per la mia promozione lo presenterà lo stesso? Di- (paziente) Lo presenterò, lo presenterò!
Ca-
Vado, direttore, vado... Di- Rispondi. Im- (allarmato) Ma cosa devo dire? Di- Rispondi che non ci sono. Im-Pronto! Pronto!... sì... il signor direttore non c'è... no, è fuori per un servizio... quando ritornerà?... domani, sì, riprovi domani... come dice? è importante... ma se il signor direttore non c'è... chi è che parla scusi?... chi? chi?... Oh, no, non è possibile, non è possibile! Ma c'è un errore! (l'impiegato tappa il ricevitore e si rivolge sconvolto al direttore) Il Sindaco! Il Sindaco! (poi riprende a telefonare) Ma è proprio sicuro che vuol parlare col signor direttore?... Sì... sì... ma ecco che in questo momento il signor direttore è rientrato in Ufficio.. .proprio adesso.. .glielo passo... Di- (sprezzante) Chi è che parla? Si- (voce da altoparlante) Il Sindaco di Urbino. Di- (rabbioso) Mi sa dire come ha il coraggio, lei, di telefonare? Si- (in tono dispiaciuto) Mi dispiace per quello che è successo. Di- Ah, le dispiace, è vero? E crede di potersela cavare così? Si- Ma vede direttore io non credevo... Di- Come non credeva! Manda un invito ai capi di Stato, lo fa pubblicare sui giornali all'insaputa di tutti, creando un putiferio e mi viene a dire che non credeva? Si- Davvero, sa, davvero! Non credevo che arrivassero a tanto! Di- Ma chi? Ma chi? Deve giustificare la menzogna, che le costerà cara: la poltrona di Sindaco o peggio! Si- Sono proprio in un mare di guai. Di- Ah, adesso se ne accorge? Prima doveva pensarci! Si- Ma, vede, io non c'entro. Di- Non c'entra? Senta, lei, con questo tono da pentito, con me ha sbagliato i suoi conti! Lei resta un impudente, un cinico, un folle, ecco chi è lei! Si- Signor direttore, capisco il suo risentimento, ma lei non sa... Di- Io so soltanto che l'artefice di questa brutta faccenda, che la disonora di fronte ai suoi concittadini e al mondo intero, è lei, lei! Si- Io sono la prima vittima... quando invece l'idea di questa mostra è stata la mia. Ma io la mostra la volevo con tutte le garanzie e approvata dai miei superiori. Di- Senta, io non ho tempo da perdere! Si- Lo giuro, siamo stati tutti gabbati o se preferisce imbrogliati. Di- (ironico) E da chi, di grazia? Si- Mi stia a sentire. Sono stati loro a combinare il guaio. Di- Ma cosa mi va raccontando... Si- Sono stati loro, gli Amici di Raffaello. Di- (ironico) E chi sarebbero questi bei tomi? Si- Sono una potente associazione che si è costituita in Urbino per difendere Raffaello da tutti i diffamatori della sua vita privata. Di- E lei che rapporti ha con questa gente? Si- Sono per tutti il primo cittadino! Di- Non mi vorrà mica far credere che l'invito ai capi di Stato l'hanno fatto loro, gli Amici di Raffaello? Si- Hanno agito a mia insaputa, mettendomi davanti al fatto compiuto. Di- Ma tutto questo ha dell'assurdo! Si- Eppure è la verità. Quando ho letto l'invito sul giornale stamattina sono rimasto così stravolto che ho dovuto prendere una pastiglia di "Control". Di- Mi dica un po', questa associazione, questi Amici di Raffaello, che gente è? Si- Non me ne parli. Gente buona e calma nella vita privata, ma violenta e rissosa quando è in gioco il buon nome del pittore. Di- Ma nessuno vuole offendere il grande, il divino Raffaello! Si- Questo lo dice lei, loro no! Loro dicono che un'offesa c'è già stata! Di- E qual è questa offesa? Si- Le autorità governative hanno negato alla città di Urbino di riavere tutti i quadri di Raffaello esistenti nella galleria degli Uffizi, rubati a Urbino secondo loro, a suo tempo, dai Medici di Firenze. Di- Ma che siano così terribili questi "Amici"? Si- Lei non li conosce. Non rispettano nemmeno me che sono il primo cittadino. Stamattina il loro presidente mi ha chiamato per telefono e mi ha salutato con una pernacchia! Di- Questo è il colmo! Si- Purtroppo è con questa gente che abbiamo a che fare. Di- Ma, allora, tutto si spiega: l'invito, la pubblicazione sui giornali... Si- Sì, tutto si spiega ma io resto beffeggiato e amareggiato. Di- Ma io mi domando: come è potuto avvenire che questa associazione, che questi Amici di Raffaello si siano sostituiti alla sua autorità? Si- Si sono infiltrati, sono penetrati dappertutto, anche dentro il Comune! Di- Ma per mandare un invito ai capi di stato, da tutti preso per autentico, bisogna impossessarsi di carta intestata, timbri, firme! Si- E ciò che hanno fatto. Hanno sottratto anche la mia stampiglia! Di- Ma lei deve ricercare i responsabili e punirli severamente! Si- Sono potentissimi, con agganci, sostenitori e finanziatori da ogni parte d'Italia! Di- Ma lei non può rimanere inerte! Si- Cosa vuole che faccia? Ormai non mi restano che le dimissioni! Di- Ah, questo no, mai! lei deve opporsi, resistere! Si- Lei parla così... ma io sono finito. Il Prefetto mi ha già chiesto spiegazioni ed è divenuto furibondo quando ha saputo! Di- Può appellarsi al Ministro degli Interni! Si- Ma con il Ministro sarà ancora peggio. Di- Guardi che gli uomini politici sono spesso di diversa opinione. Il vecchio Ministro l'avrebbe rimproverato, ma quello di ora, venuto fuori dopo la crisi, può pensarla in altro modo. L'ha interpellato? Si- No. Di- E allora lo chiami, gli telefoni subito! Si- Ma qui ho tutti i telefoni bloccati! Sono riuscito a mettermi in contatto con lei per mezzo della trasmittente dei carabinieri! Di- Non mi dica che a bloccare le linee sono stati loro! Si- Questa mattina a Urbino è successo il finimondo. Quando sono usciti i giornali con l'adesione delle maggiori potenze alla mostra, la gente è scesa per le strade, ha improvvisato manifestazioni e cortei, ha occupato il Municipio e la centrale telefonica. Di- Ma allora siamo alla guerra! Si- Glielo ho detto. Questa gente non sente ragioni! Di- Ma occorre fermarla! Si- Io ormai sono fuori del gioco... Di- Le ripeto che deve rimanere al suo posto, che deve riprendere in mano la situazione! Si- Direttore, sono nella fossa dei leoni! O lei mi aiuta o per me è la fine! Di- Ma tocca a lei! Si dia da fare! Chiami, scriva, invii messaggi! Non deve scoraggiarsi, caro Sindaco. E si ricordi di telefonare, ha capito? Di telefonare al Ministro! (mette giù il ricevitore)... Povero sindaco! E adesso torniamo alla lettera di dimissioni. Im- (trepidante) Ma che fa? Di- Quello che ho già deciso. Im- Ma come, dopo quello che ha detto al Sindaco? Di- Che c'entra! Il Sindaco è il Sindaco, io sono io! Im- Ma non crede che sarebbe meglio ripensarci! Di- (seccamente) No. Im- Mi permetta, oggi lei non è in grado di decidere! Di- (duro) Hai forse qualcosa da dire contro le mie ragioni? Im- Pensi al Sindaco, a come è messo lui! Di- Oh, quello? Quello sta peggio di me! Im- Lo riconosce, allora! Lei, cosa ha avuto? Uno scontro con l'Eccellenza, solo uno scontro! Di- Che mi ha profondamente ferito. Im- Ma c'è rimedio! Di- Quale? Im- Andare in Urbino. Di- Io!? Alla mostra!? Mai! Im- Ma lei ci deve andare! Di- E per quale ragione? Im- Per non fare una figuraccia. Di- (orgoglioso) Io difendo la mia dignità! Im- Ma lei si mette contro i capi di Stato! Di- Me ne frego dei capi di Stato! Im- Ma lei è contro l'Eccellenza, contro il Sindaco, contro tutti! Di- Non me ne importa niente! Im- Ma lei è contro sua moglie! Di- (meravigliato) Cosa vuoi dire? Im- E contro sua moglie, che non vuole che si dimetta! Di- (pensieroso) Già! Im- E vuole inimicarsi sua moglie? Di- No! Im- E poi questa mostra ad Urbino si farà lo stesso, anche senza di lei! Di- E vero! Im- Dunque, perché vuole lasciare il suo posto? Di- (pacatamente) E ciò che mi chiedo anch'io. Im- Perché vuol mettersi contro tutti? Di- (riflettendo) Già, perché? Im- Non sarebbe bene vedere anche i vantaggi di questa operazione? Di- (deciso) Perché non considero il merito che mi verrà per organizzare questa mostra? Im- Adesso parla bene! Di- Perché non penso alla onorificenza che avrò dal Presidente della Repubblica? Im- Oh, adesso sì che la riconosco! Di- (deciso) Dunque, cominciamo a dare disposizioni perché la mostra in Urbino si faccia! Im- (gongolante) Bravissimo! Di- Era tanto che desideravo tornare in Urbino! Che bella occasione! Im- Davvero! Di- Che spettacolo vedere tutto Raffaello! Mi sembrerà di tornare ai tempi dell'Accademia quando si studiava l'Opera Omnia! Im- Mi porterà in Urbino con lei? Farò parte anch'io della missione? Di- Certo che ti porterò! Sarai il mio aiutante di battaglia. Andremo in missione per due mesi. L'Amministrazione ci dovrà pagare una bella trasferta. Im- Che bellezza!
Di-
Ma prima devo fare una telefonata,
(preme un bottone del telefono)
Pronto! Il capo dei servizi amministrativi?
(in tono di comando)
Venga subito da me! .. .si, sì con la lettera... ! Non discuta,
si muova!
(all'impiegato, ben disposto)
In quel palazzo Ducale sarà una
mostra bellissima! Tutti i quadri di Raffaello, un fatto
mondiale! Ca- (desolato) Tanto lavoro e tante speranze!
Di-
(guardandolo fisso)
Si ricordi che questa lettera lei non l'ha mai scritta! Ca- Ma lei mi ha fatto una promessa! Di- Quale promessa!? Ca- Di darmi la promozione. Di- (ironico) Ah, sì! ma adesso parto, vado in Urbino. Ca- In Urbino? Di- Sì, per due mesi. Ca- In missione, naturalmente? Di- Certo in missione. Ca- Porti anche me! Di- (autoritario) Di lei c'è bisogno qui! Ca- (implorando) La prego, mi sostituisca col segretario capo! Di- (c.s.) Ma questo non giustifica portarsi dietro più persone del necessario! Ca- (con gran foga) Lei può giustificare tutto! Di- (c.s.) Senta, ho bisogno di lei qui! Ca- (implorante) Lo faccia per la mia famiglia, lo sa che ho due figli all'Università! Di- (dimostrandosi seccato ma accogliendo un suggerimento fattogli di nascosto dall'impiegato) E va bene, verrà alla mostra, ma... acqua in bocca su quella lettera, intesi?
Ca-
(raggiante si gira in un angolo e maneggia qualcosa. Si volta di
scatto)
Acqua in bocca (estraendo una piccola calcolatrice)
ho fatto un pò di conti. Per due mesi a 20 euro al giorno, meno
le spese di
bollo, € 11,40, più il premio di
incentivazione… € 12,80…
Ecco, un totale di 2420 € che può salire a 2600, se ci passano
anche le spese extra!
(si dà una fregatine alle mani) oltre alle spese di albergo. Di- (serio) Bene, bene! Ma adesso deve andare! (Caputo se ne va tutto contento, facendo inchini) Im- A Urbino ci sarà posto anche per lui. A proposito direttore, com'è il paese? Di- Ricordati che Urbino è una città, non un paese, una di quelle città fatte apposta per viverci tranquilli, a contatto con l'arte e la storia. Im- Non vedo l'ora di esserci! Di- Ricordati che vi è nato Raffaello, il più buono, il più gentile, il più amabile di tutti i pittori! Im- Amabile soprattutto con le donne! A proposito, come sono quelle di Urbino? Di- (compiaciuto) Birbone, cosa ti importa di quelle? Ad ogni modo, sono belle, come le sue Madonne. Im- (infervorato) Allora, per due mesi siamo a posto! Di- (anche lui infervorato, prendendo il segretario sottobraccio) In missione, in missione! Con la trasferta saremo signori!Ah!Ah! Im- (liberandosi dal direttore) Ma quando avremo allestito la mostra, che faremo lontani da qui? Di- Non ti preoccupare. C'è tanta arte e storia, da vedere in quel Montefeltro, che non ti basterà il tempo! Im- (di nuovo infervorato prende lui a braccetto il direttore) Allora, si lascia Roma, la capitale... Di (contentissimo)... per andare in Urbino, città ideale! Im Ma Roma tanto è la città più bella... Di- Ma Urbino è città delle donne belle! Insieme (guardando in alto, quasi in atto di preghiera) Divino pittore, guidaci tu!
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