Alfredo  Zampolini:   Studi di linguistica
modi di dire: proverbi

Bibliografia

 

 

Corriere Adriatico, 02-11-1997

 

Un'altra serie di pubblicazione sui modi di dire nell'urbinate con numerosi confronti con città e regioni italiane.

Qui viene riportato un esempio di proverbi a tema cioè: proverbi del bugiardo

 

 

 

 

Brutta cosa essere bugiardi, non amare la sincerità. La verità va sempre detta perché più si nasconde e più viene fuori. Ma come ci si difende, come si riconosce un bugiardo?

Alcuni proverbi sostengono che per essere bugiardi occorre buona memoria. Infatti in Emilia dicono: «Ai busèder ai vol bona memoria» e in Liguria lo stesso: «Chi è boxardo beseugna ch'aggie bonna memoria».

Per capire come agisce la memoria nell'uomo bugiardo, bisogna prendere un altro proverbio ligure che dice: «Per conoscere un boxardo beseugna farlo parlare trae votte», per conoscere un bugiardo bisogna farlo parlare tre volte, perché , se non è sincero, dicendo tre volte il falso si tradirà.

Il bugiardo ha una cattiva reputazione come dicono in Toscana: «Quand'uno per bugiardo è conosciuto, quand'anche dice il ver non è creduto».

E si fa presto riconoscere un bugiardo perché dicono a Bologna: « A s'cgnosc piò prest un busèder d'un zop», si riconosce prima un bugiardo di uno zoppo. Fa eco con una piccola variante un proverbio piemontese che afferma: «Le busie a sun com i sop, se conosu da luntan».

E per dimostrare che le bugie si scoprono facilmente, ricordiamo la Toscana che dice, le bugie hanno le gambe corte, cioè non vanno lontano. Fanno seguito ancora molti altri proverbi. In Emilia si dice. «El busì han cort i pi'», vale a dire le bugie hanno i piedi corti.

Alfredo Zampolini