COGNOMI DERIVANTI DA PATRONIMICI
Ogni cultura umana ed ogni epoca storica hanno dovuto elaborare una normativa onomastica e toponomastica ed hanno conseguentemente sviluppato norme legislative specifiche che regolamentassero l’uso dei nomi. E’ nato così quello che oggi definiamo diritto patronimico.
Il diritto patronimico si è sviluppato molto tardi in occidente ed in forme diverse a seconda dei diversi paesi.
I Romani avevano un sistema onomastico accuratamente regolamentato [tria nomina: praenomen (nome personale) Caius, nomen (nome della gens) Julius, cognomen (nome della stirpe) Caesar e qualche volta aggiungevano un epiteto: Lucius Cornelius Scipio Barbatus], ma gli italiani non hanno ereditato questo sistema. Con la caduta dell’Impero Romano, le invasioni barbariche e l’avvento del Cristianesimo ad un neonato che veniva battezzato si assegnavano uno o più nomi di battesimo e si indicava il nome del padre: Paolo di Giuseppe e qualche volta si indicava anche il nome del nonno: Paolo di Giuseppe di Matteo.
Nell’alto medioevo il cognome era ancora raro ed era una prerogativa dei grandi casati e dei potenti. Poi l’uso del cognome ha cominciato a diffondersi lentamente anche fra i ceti meno abbienti e soprattutto negli stati ad economia molto sviluppata, come le repubbliche marinare di Venezia e Genova. E’ così che quello che prima era un patronimico ha finito per diventare un cognome vero e proprio: Antonio Di Pietro.
Sarà con il Concilio di Trento (1564) che verrà imposto dalla Chiesa l’obbligo di dare un cognome ai battezzati. Ma oltre ad utilizzare il patronimico come cognome si è fatto spesso ricorso al nome del luogo d’origine, al mestiere e posizione sociale, oppure al soprannome, perché per l’identificazione delle persone ed i loro rapporti sociali e con le istituzioni era necessario che gli individui potessero essere contraddistinti da un nome: Urbinati, Saponaro, Rapa.
Con l’unità d’Italia è stato elaborato un diritto patronimico consono alla nuova realtà politico-sociale e quindi sono state istituite le anagrafi che hanno permesso una regolare e sistematica registrazione dei cittadini e della loro posizione civile.
L’uso della particella patronimica o matronimica è molto vario: può dar luogo a varie forme, come Di (Di Gennaro), De (De Carlo), Del (Del Bianco), Della (Della Betta), Dello (Dello Storto) Delli (Delli Paoli), Dei (Dei Santi), Degli (Degli Azzi), D’ (D’Arturo), e può essere anche attaccato con o senza lineetta (Demarchi, De-Tommaso). Alcune famiglie del ceto nobiliare usano la d minuscola: del Sorbo. Talvolta però la particella premessa viene usata anche per indicare la provenienza (Di Bari, Di Capua, Da Fano). In qualche caso Della si è ridotto a La come in La Capria.
Diamo altri esempi di patro/matronimico e indichiamo altri modi di risolvere il rapporto patro/matronimico:
D’Amico |
D’Andrea / De Andrè |
D’Anna |
De Felice |
De Feo |
De Maria |
De Martino |
De Pretis |
De Rocco |
De Sanctis |
De Santi |
De Vita |
Del Giudice |
Del Greco |
Del Piccolo |
Del Prete |
Del Tutto |
Dell’Utri |
Della Bianca |
Della Giovanna / De Vanna |
Della Vedova |
Di Caro |
Di Chiara |
Di Grazia |
Di Ludovico |
Di Paoli |
Di/Della Bella |
Lo Prete |
Presti (Filippo) |
Previti |
In Toscana il termine “figlio” è diventato un prefisso patronimico:
Fittipaldi (figlio di Ubaldo), Firidolfi (figlio di Rodolfo), Filipepi (figlio di Peppe); si vedano anche i cognomi irlandesi Fitzgerald, Fitzroy, Fitzpatrick.
In altri casi invece il patronimico è stato risolto con un’aggettivazione: (Giovanni) Santi latinizzato in Santius, poi re-italianizzato in (Raffaello) SANZIO.
Lo stesso vale per: Bruno > Brunello > Brunellesco / Brunelleschi, Gentile > Gentilesco / Gentileschi e Boscolo < bosco + -lo aggettivo patronimico. Teniamo presente anche che la –i finale, così frequente nei cognomi italiani, nel latino medievale cancelleresco e notarile era un genitivo latino usato come patronimico: Lorenzo > Lorenzi = figlio di Lorenzo.
In seguito questa –i è stata reinterpretata e riutilizzata come un plurale per indicare tutti i membri di una stessa famiglia.