GERMANA DUCA RUGGERI:
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Arti Grafiche della Torre, 2024 Copertina e progetto grafico: Giacomo Alessandroni
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Premessa e Ringraziamenti
Il 2024 fa memoria di Paolo Volponi con un duplice anniversario: cento anni dalla nascita (Urbino, 6 febbraio 1924) e trenta dalla morte (Ancona, 23 agosto 1994). Una vita breve, ma ricca di frutti trasfusi con generosità dalla professione alla famiglia, dalla creazione letteraria all’impegno politico e civile, nell’inquieto dipanarsi dei suoi spazi interiori. L’omaggio rivolto a Volponi poeta e romanziere sottintende l’invito a chi non l’ha dimenticato, come a chi ancora non lo conosce, a rileggere o a leggere per la prima volta le sue opere. Magari muovendo da L’Appennino contadino, La macchina mondiale, Corporale, di cui questo quadernetto prova a dar conto. Ad accomunare i testi volponiani, sullo sfondo di un territorio vocato alla bellezza, l’esistenza variegata e spesso fuori norma dei protagonisti. Portatori ciascuno a suo modo -fra scelta, sogno, utopia - del messaggio d’amore quale regola universale dei nostri destini. La speranza è che tali valori, richiamati anche in chiusura nei versi dedicati allo scrittore, possano promuovere sintonie fra generazioni e culture diverse. Per continuare a camminare insieme verso migliori orizzonti di vita, nell’incessante e planetario accavallarsi dei mutamenti.
In occasione delle celebrazioni volponiane, desidero ringraziare il Comune di Urbino per avere accolto la proposta di pubblicare le mie pagine inedite su L'Appennino contadino insieme a quelle dedicate a La macchina mondiale e Corporale, comparse anni fa sulle riviste «Fermenti» e «Hortus». L’attenzione e i consigli della Vicesindaco Marianna Vetri, dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Francesca Fedeli e del Responsabile dell’ufficio Cultura Gabriele Cavalera, in gentile accordo con Caterina Volponi, mi hanno persuaso a mettere in circolo il dono ricevuto. Segno dell’intesa mai interrotta, e da confermare nel tempo, fra Urbino, gli studenti, i cittadini tutti e l’ingegno creativo di Paolo Volponi. Per le notizie bio-bibliografiche riguardanti lo scrittore - uno dei più grandi del Novecento - si rinvia a: Paolo Volponi, Poesie, A cura di Emanuele Zinato, Einaudi, 2024. Due parole infine sulle pagine bianche, fra quelle a stampa, presenti in questa pubblicazione: piccoli spazi da riempire liberamente disegnando, scrivendo, mettendosi in gioco. Insomma provando a creare, dopo la lettura, qualcosa che prima non cera.
g.d.
Su: "La macchina mondiale
“Tutti gli esseri umani nascono liberi e ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Così l’articolo 1 della Dichiarazione dei diritti umani, quasi una ripresa del comandamento dell’amore che Cristo, maestro di sintesi, concepì con le parole “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Non è obiettivo da poco ma, affidandosi alla creazione artistica o letteraria, è possibile riflettere sia sul valore dell’intera famiglia umana, sia sul valore della famiglia in senso stretto, legata alla realtà di cui è parte. Su questi temi Paolo Volponi, non ancora quarantenne, imbastisce il romanzo La macchina mondiale, vincitore nel 1965 del Premio Strega.L’opera, mentre narra le dinamiche del mondo creato, pone in evidenza la necessità di rinnovarlo profondamente, di rigenerarlo senza tregua. ............
Versi liberi in memoria di Paolo Volponi
L’aquilone strappato alla matassa
Memoria divina g. d.
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Su: "L'Appennino contadino
.... Volponi, legatissimo alla cultura contadina delle prime radici, inizia a celebrarne il valore universale quando, poco più che trentenne, si allontana da Urbino per immergersi nella prospettiva industriale di Ivrea, dove si affermerà lavorando per Adriano Olivetti dal 1956 al 1971. L’Appennino contadino sembra scaturire proprio da quella distanza, gremita dai mutamenti umani e sociali del secondo dopoguerra, di cui il giovane poeta è scrutatore e, per ciò stesso, protagonista. Simile a un’epica cavalcata fra le eterne fatiche e gli incanti di questa terra, il poemetto (in versi liberi, oltre settecento) racconta una realtà autentica e coinvolgente che non è né sarà più replicabile con quelle forme, con quella sostanza. A dominare la scena è lo scorrere del tempo nel ciclo dei dodici mesi, sul contrappunto delle stagioni nel variare di climi, riti, stati d’animo. ........
Su: "Corporale"
Se due libri per certi versi ugualmente disperati, a
distanza di quattro secoli e mezzo l’uno dall’altro, si concludono quasi
in letizia sullo sfondo dello scenario urbinate, si tratta solo di una
coincidenza, o vi può essere qualche lontana affinità? Da una parte, vi è un trattato in forma di dialogo che si svolge nella Sala delle Veglie del Palazzo Ducale. Siamo nell’autunno del 1506: nel corso di alcune serate le celebrità del tempo - Elisabetta Gonzaga, Emilia Pio, Pietro Bembo, Ludovico di Canossa, Federico Fregoso, Giuliano dei Medici - si cimentano nel gioco di “formar con parole il perfetto cortigiano”. Dall’altra, ecco un corposo romanzo sperimentale, attraversato dall’incubo atomico e da mutamenti vertiginosi, di difficile spiegazione, d’impatto sui comportamenti individuali e collettivi. Interprete della storia è un viaggiatore narcisista e disturbato, alle prese con sette diverse identità. ..........
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GERMANA DUCA RUGGERI:
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