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Maria Grazia Maiorino:

I GIARDINI DEL MARE
 

 2011-Presentazione a Urbino Ancona 2012 La punta della lingua

 

 

 

L'orizzonte del cardeto

Maria Grazia Maiorino si pone sul dirupo di un'ampia e sconfinata visione, nella condizione di una Penelope d'oggi accanto al mare, partecipa al suo ambiente magico e agli umori mutevoli del giorno e della notte, attratta dalla poesia dell'anima e da un itinerario d'attesa. (...) Continua la poesia di visitazione già espressa in Di marmo e d'aria (2005), di presenze mute, sotterranee, piegate al dramma con istanti di domande incessanti nella volontà di organizzare la scena dei fatti e gli echi delle tensioni della vita. Poi i cieli interiori, i luoghi della grazia, le "impronte notturne" escono all'aperto, diventano creature, oggetti, echi di vita e poesia della poesia. (...)

Nella poesia non c'è disperazione ma narrazione, osservazione, dialogo senza confini, urbanità, itinerari, una poesia dello sguardo fuggitivo. Ma il filo rosso della plaquette, della composizione poetica è attraversato da conquiste che prendono il volto dell'angelo, degli angeli illustrati da Raimondo Rossi, gli angeli della terra, in Cercando l'angelo, il desiderio cioè di vedere e di catturare la realtà dell'angelo, ma anche di accarezzare il ricordo domestico della cagnetta Alice, per cogliere il senso comune della ricerca, "in una terra chiamata esilio". (...)

 (Estratto dalla nota introduttiva di Gastone Mosci in edizione integrale qui sotto)

 

© 2011 peQuod, Ancona

 

Disegni di Raimondo rossi

 

 

L'orizzonte del Cardeto (integrale)

  Gastone Mosci

Maria Grazia Maiorino si pone sul dirupo di un'ampia e sconfinata visione, nella condizione di una Penelope d'oggi accanto al mare, partecipa al suo ambiente magico e agli umori mutevoli del giorno e della notte, attratta dalla poesia dell'anima e da un itinerario d'attesa. L'orizzonte del Cardeto - dove vive - è sconfinato, il suo disegno poetico alimenta una ricerca con argini che evolvono verso una creatività pensosa. Continua la poesia di visitazione già espressa in Di marmo e d'aria (2005), di presenze mute, sotterranee, piegate al dramma con istan ti di domande incessanti nella volontà di organizzare la scena dei fatti e gli echi delle tensioni della vita. Poi i cieli interiori, i luoghi della grazia, le "impronte notturne" escono all'aperto, diventano creature, oggetti, echi di vita e poesia della poesia.

Raccolgo la suggestione di una lettura dei primi testi: pregare con parole di danza, con segni inconsueti per evocare una realtà materiale e spirituale, che è contemplazione, "statua di pietra segreta", oggetto poetico come "sogno bianco". La poesia è "una terra di fiori di melo", di profumi, di sensazioni, di ricordi, di promesse, di giardini, una pluralità di visioni. Questo canto di un nuovo risveglio, sviluppato nella prima sezione del libro, e l'intera raccolta sono nel segno delle Metamorfosi di Ovidio, l'amore del tiglio avvolto nella quercia, della forza e della sicurezza avvinte dalla comprensione e dall'abbandono, lui e lei, due movimenti di cambiamento, di trasformazione e di unità. L'altro elemento riguarda l'identità che è attenzione al luogo, come attesa, all'ambiente, alle creature che amano: la poesia del luogo è viva in Ovidio in quanto inquietudine dell'esilio, desiderio del ritorno, ma anche luogo "dove il non vissuto ha una culla".

Il canto della poesia del mare e della suggestione del suo luogo è offerto nel testo d'ingresso della seconda sezione della silloge, dalle visitazioni che vengono dalle acque: "I giardini del mare / danno fiori segreti / a chi ha il coraggio / di salpare per stremati / orizzonti d'abbandono...". Il che fa pensare al giardino delle delizie e delle sventure, all'inquietudine e al desiderio. Nel suo lavoro creativo la Maiorino insegue sempre la trama della poesia di identità con sguardi su San Ciriaco e Ancona. Il Guasco domina il creato, misura le luci del promontorio c del mare, abbraccia il porto e l'Adriatico, domina la città e il Passetto.

Le cinque parti del libro testimoniano un cammino creativo profondo. Accanto a Il tiglio e la quercia e a Variazioni sul tema del mare, seguono, con una solida personalità compositiva, Autoritratto, Cercando l'angelo e Morèr de le anime di quaranta haiku. Questo lavoro poetico degli ultimi dieci anni si avvale anche di citazioni, di esergo o di aforismi, segnale di mediazione, che amplifica l'immaginario del titolo della raccolta: Giardini del mare è dialogo fra territorio e Adriatico, fra i sospiri della vita e la quotidianità urbana. Autoritratto indaga, fra l'altro, un presepio laico, come luogo di volti, "luoghi del silenzio", che si allaccia alla complessità del vivere, dei gesti civili e del paesaggio dell'ambiente. Nella poesia non c'è disperazione ma narrazione, osservazione, dialogo senza confini, urbanità, itinerari, una poesia dello sguardo fuggitivo.

Ma il filo rosso della plaquette, della composizione poetica è attraversato da conquiste che prendono il volto dell'angelo, degli angeli disegnati a punta di penna con inchiostro di china da Raimondo Rossi, gli angeli della terra, in Cercando l'angelo, il desiderio cioè di vedere e di catturare la realtà dell'angelo, ma anche di accarezzare il ricordo domestico della cagnetta Alice, per cogliere il senso comune della ricerca, "in una terra chiamata esilio". Ed ecco, a seguire, l'ambiente della Natività, la manifestazione di illuminazioni e di tormenti. Cosa richiama il "profumo delle mele limoncelle"? Chi sono le "donne con le trecce e i lunghi scialli"? Cosa rappresentano i magi? Queste domande rimandano alla lucentezza del meridione, alle antiche origini lucane: i magi e il contesto di quel mondo sono i santi del Sud, sono le creature abbandonate e povere, e l'angelo si annuncia e si distingue per il suo alito (come gli oli ed i profumi per lavare l'ospite amato, il Messia?). C'è anche l'angelo della notte, l'angelo della morte, i ricordi si vestono di preghiera, gli angeli proteggono le creature smarrite: gli angeli sono come la poesia, indicano la parola fra segno e sogno nell'attesa di un futuro pacificato, per cogliere un istante di pienezza.

Questo terreno di conoscenza e di comprensione appartiene anche all'universo dell'haiku, una forma di poesia della tradizione giapponese, un hic et nunc orientale, che è un canto lieve e profondo di tre versi, una illuminazione per meditare e per riaffermare la propria libertà, un abito spirituale, promosso con costanza dall'autrice per cogliere i risvolti comuni dell'amore per la natura.

 Gastone Mosci

 

 

INDICE

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Dedica ed esergo

l'orizzonte dal cardeto

Nota introduttiva di Gastone Mosci          9

 

il tiglio e la quercia

E fu come svegliarsi                                    19

Che cosa dire ancora dell'attesa                    20

Uno di fronte all'altro i due divani                21

Mi piacciono le nicchie e le conchiglie       22

sai quando chiamano le nuvole                      23

Sulla plancia del tavolo in cucina                  24

Lacrima di Achah caduta nel mare                25

Ho cominciato a fare collezione                  26

Farti spazio e guardarti nei versi                   29

Statua di pietra segreta                                   30

In fondo a un cannocchiale rovesciato         31

Amare i fiori mai colti mai avuti                   32

Ci sarà sempre una poesia dopo l'ultima       33

Polena                                                              34

 

variazioni sul tema del mare                 

I giardini del mare                                      39

San Ciriaco                                                     40

Mandala                                                          41

Salmo                                                             42

Tsunami                                                          43

A piedi nudi                                                   44

Venezia                                                          45

Lanterna verde                                               46

Sixty                                                               49

Vigilia                                                            50

 

autoritratto

Presepio radunato dal tempo                        55

Mi manchi                                                      56

La finestra di fronte                                       51

Svendite                                                          58

La giornalaia                                                   60

Compagna di scuola                                       61

Poetessa                                                          62

Cardeto                                                           63

Virginia                                                           64

Le vecchie signore                                         67

Parabola dei ciechi                                         68

Costellazione                                                  69

Gatto Monello                                                70

Viole                                                                71

Peonie                                                              72

Ciliegio autunnale                                          73

 

cercando l'angelo

Ti desta una voglia di adorare                      79

Per Alice                                                        80

Cercando l'angelo                                          81

Epifania                                                          82

Notte di maggio                                             83

Funeral song                                                   84

Quadri                                                             85

Statue                                                              86

Libertà                                                            89

Amicizia                                                         90

 

morer de le anime (40 haiku)              91

Note                                                               109

 

   
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ALCUNE  POESIE

Alla cagnolina Alice, in memoriam

 

…Baucide vide Filemone coprirsi di fronde, il vecchio Filemone vide coprirsi di fronde Baucide. E mentre già una cima cresceva sui loro due volti, continuarono a scambiarsi parole finché poterono, e “Addio mia metà”dissero nello stesso momento, e la scorza velò e suggellò in uno stesso momento le loro bocche. Ancora oggi gli abitanti della frigia mostrano lì due tronchi vic0ini, tronchi che furono i loro due corpi.


Ovidio, Metamorfosi, vv 714-720

 

 

E fu come svegliarsi

E fu come svegliarsi in un prato
dopo un lungo sonno prigioniero
Lui camminava in viale infinito
lei poteva disegnargli le spalle
 

 

I giardini del mare

I giardini del mare
danno fiori segreti
a chi ha il coraggio
di salpare per stremati
orizzonti d’abbandono
                          laggiù
se ti potessi incontrare
incrostato di corallo
e di sale – volto marino
a ciò che non comprendo
e senza volto – tutto
cancellato fuorché
l’istante sempre vivo
zampettio d’impronte
sul mio cuore
 

 

Salmo

Io mi ricordo di un mare
dove azzurro non era colore
dell’acqua ma sostanza
d’azzurro come polpa nel
frutto d’aria avvolgente
e i corpi due minuscoli semi
stillanti

Io mi ricordo di un mare
fino alla commozione
piegato tra le mani congiunte
appeso a un raggio di sole
quando ogni gesto è spezzato
largo respiro salino
sulla fronte di pietra
 

 

Per Alice

Ti sei addormentata
prima che carezze e capelli
si sciogliessero in lacrime
con determinazione hai abbandonato
il capo nel gesto familiare del sonno
dopo l’ultimo sforzo di sollevarlo
per cercare il mio sguardo

Tu eri in me
e una parte di me lasciavo
che partisse senza sentire
il vuoto che ancora tu riempivi

Mia amata che torni
con la luna nuova
e musica di rotaia
sarà un altro ritorno senza te?

Ma perché non ci accorgiamo
degli angeli che ci aspettano
nelle nostre case?
 

 

 

Alcuni Angeli di
Raimondo Rossi

 

 

 

 

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